39.
Mi svegliai con la testa che mi rimbombava e un dolore insolito alla mano destra – più che dolore, in realtà, era un fastidio, come se fosse intorpidita e non riuscissi più a muoverla. Cercai tastarmela con la sinistra e nel farlo mi accorsi di avere qualcosa al polso.
Mi sollevai di scatto, pensando che questa volta l'avessi davvero persa e la testa sembrò scoppiarmi ancora di più. Misi a fuoco la scena che mi ritrovai davanti perché aveva del surreale: io nel letto di Eddie, con lui addormentato di fianco a me, con il polso sinistro, legato al mio destro da un paio di manette.
Strabuzzai gli occhi e mi assalì una vampata di calore, mista a vergogna.
Che avevo combinato? Ero ubriaca al punto di aver commesso qualche sciocchezza? Avevo praticamente un vuoto su quanto accaduto da quando avevo messo piede in casa Harrington a seguire.
Mi gettai sul cuscino, sospirando. Poi mi voltai verso Eddie e solo il vedere il suo volto sereno mentre dormiva mi rese più tranquilla – a questo aggiunsi il fatto che eravamo entrambi vestiti sotto le coperte, quindi mi rilassai un pochino.
Avevo il cuore che mi batteva a mille quando mi trovavo accanto a lui, ormai quel posto era il nostro angolo di paradiso e non potevo più farne a meno.
Gli accarezzai i capelli e provai a rimettermi a dormire, ma il dolore alla testa e quello alla mano mi tenevano ben sveglia.
Fantasticai su cosa avrei voluto fare con quel 'braccialetto' e sospirai.
Dopo qualche minuto, però, il dolore si stava facendo sempre più pressante e fui costretta a scuotere il moro per svegliarlo.
<Ehi, Eddie.> lo mossi un pochino e poi cominciai a lasciargli dei piccoli baci a fior di labbra.
Sembrava dormisse, ma ad un certo punto mi sentii stringere un fianco e tirare verso di lui.
<Sei sveglio, allora?> ridacchiai.
<Che bel risveglio!> mi sussurrò, facendomi rabbrividire.
<Già, ma lo sarebbe ancora di più se non avessi la testa spaccata in due da questo dolore lancinante e un assurdo intorpidimento alla mano!> dichiarai con sincerità, provando a muoverla.
<Cavolo, mi dispiace! Provo a cercare le chiavi, ma devi seguirmi.> indicò con una smorfia le nostre braccia unite.
<Ah okay. Adesso scoprirò tutti i segreti del famigerato Eddie Munson?> lo presi in giro, mentre provavo ad alzarmi senza ampliare il rimbambimento al capo e lui cercava in giro per la stanza.
<Praticamente li conosci già tutti. Anzi, fin troppo...> si fermò, ma mi lanciò uno sguardo acuto, come se stesse scannerizzando i miei occhi.
<Ah sì?> feci curiosa, mentre lo seguivo per la camera con i sensi allentati.
<Non ricordi nulla di ieri sera?> mi chiese arrossendo.
<Ehm, non tanto a dirti la verità. Ho fatto qualche cazzata? A parte queste intendo?> indicai il nostro 'bracciale'.
<No, no, non preoccuparti.> ma sembrava deluso.
Il mal di testa mi impedì di indagare oltre. Lui cominciò a rovistare nei cassetti della scrivania, tirando fuori pile e pile di fogli di carta pieni di annotazioni.
<Sono testi di canzoni?> ero incuriosita.
<No, sono le mie campagne per D&D.> ridacchiò.
Aprì un altro cassetto, dove non volle farmi indugiare troppo sul contenuto, ma si abbassò ancora di più e cominciò a tastare al suo interno.
<Eccole!> esultò dopo un po', estraendo due piccole chiavi unite da un gancio.
Cominciò con la prima, ma non girava, poi, per fortuna, con la seconda riuscì ad aprire e a tirare fuori la mia mano.
Me la tastai e feci una smorfia di dolore, ripetendo l'automatismo di aprire e chiudere il pugno; lui mi si avvicinò, ci sedemmo sul letto – mi osservava strano mentre io mi massaggiavo il palmo, a un certo punto me lo prese e cominciò a baciarlo, fui tentata di ritrarlo, ma i suoi baci erano come un balsamo indispensabile per lenire il dolore che stavo provando internamente e chiusi gli occhi.
Ad un certo punto la sua voce mi raggiunse nel nascondiglio mentale in cui mi ero rifugiata al suo contatto.
<Quando mi dirai come ti sei fatta queste?> non stavo guardando, ma sapevo che stava indicando le mie numerose cicatrici presenti sulla destra. Erano bruttissime, sembravano infiammate e mi rendevano il palmo rialzato e butterato, come una cartina geografica in rilievo.
Il colpo fu improvviso e devastante. Il mio cervello andò in blackout, non riuscivo più a controllare il flusso dei miei pensieri e delle mie emozioni e ripetuti e drammatici flashback ne ampliavano l'orrore. Mi mancò il respiro. Cercai di ritornare alla realtà, non risposi alla sua domanda, ma ritrassi la mano e mi alzai di scatto, sistemandomi i vestiti.
<No, Sally, scusa. Non volevo. Sono un coglione.>
<Io, devo andare!> ignorai le sue proteste e mi avvicinai alla porta.
<No, ti prego, scusami, davvero, non andartene!>
<Io, non ne voglio parlare ok? Lasciatemi tutti in pace!> sbottai isterica e spalancai la porta di ingresso, scappando da quella casa.
<Cazzooo!!!> lo sentii gridare mentre ormai correvo via.
***
Eddie's POV
Uscii a cercarla ma lei sembrava come sparita. Mi sentivo un completo idiota! Ma come avevo potuto tirare fuori la storia della mano proprio in quel momento? Ero davvero uno svitato! Guidai come un pazzo per tutta Hawkins, ma di Sally nessuna traccia, nemmeno Dustin l'aveva vista.
Provai a spremermi le meningi, ma non riuscivo davvero a capire cosa fare. All'improvviso ebbi un'illuminazione – Harrington, nonostante ne fossi geloso, era il suo migliore amico, e forse lui avrebbe potuto aiutarmi.
Ingranai la marcia e senza perdere tempo guidai verso il negozio di dischi – speravo di trovarlo lì.
Entrai come una furia e non appena mi vide da dietro al bancone fece una strana espressione, quasi scocciata.
<Ehi, ehi.> mi bloccò lui.
<Sai dov'è Sally?> gli domandai con gli occhi spiritati.
<Che le hai fatto??> si mise subito sulla difensiva.
<Sono un coglione!>
<Questo lo decido io e comunque sì lo sei, ma cos'è successo? Ti avevo avvisato di non fare lo stronzo con lei!> mi puntò contro un dito colpevole.
<Le ho chiesto delle cicatrici sulla mano... dopo averla liberata dalle manette!> dicendolo ad alta voce sembravo ancora più idiota.
<Ma sei un cazzone?? Quali manette??>
<Te l'ho detto! Comunque, tengo appese un cazzo di paio di manette in camera, e lei ieri era talmente su di giri che le ha indossate e ha incastrato sia il mio polso che il suo! Ma ti giuro che non è successo niente!>
<Su questo particolare non voglio nemmeno soffermarmi, guarda! Ma comunque, come ti viene di chiederle una cosa del genere in un momento simile???>
<Non lo so, ho rovinato tutto!> ero disperato.
<Dovevi darle del tempo, te lo avrebbe detto, non dovevi far uscire l'argomento tu. Ti aveva già parlato del divorzio dei suoi, no?> annuii e poi proseguì <Ecco, allora ti avrebbe detto anche della mano, ma con il suo ritmo.>
<Che posso fare adesso? E' scappata via da casa.> mi sentivo come perso.
<Devi darle tempo. Non è facile parlare di quella cosa... amico, adesso devi solo aspettare.> mi mise una mano sulla spalla.
<Ho rovinato tutto!> ripetei, <Proprio adesso che le cose stavano andando così bene.> mi veniva da piangere e al contempo da rompere qualcosa.
<Rispondimi sinceramente Munson, ti piace la mia migliore amica?>
<Harrington, stanotte le ho confessato che sono innamorato di lei!>
<Cooooosa??? Allora sei stato doppiamente cretino ad averle parlato della mano proprio in quel momento!> insistette. <Comunque, lei cosa ti ha detto?>
<Nulla, era strafatta di alcool e fumo, te l'ho detto, e credo che non se ne ricorderà! Anzi, se non sbaglio, mi ha proprio detto di ricordare poco e nulla dell'intera serata!>
<Non so che dirti, amico! Mi sembra un bel casino!> scosse la testa. <Il mio consiglio è di aspettare, tornerà quando si sentirà pronta.>
<E se ho rovinato tutto?> ero nel panico e mi ripetevo.
<Tranquillo, fidati, Steve il saggio sa cosa dice.> sorrise.
Stavo per rispondergli quando sentimmo dei rumori dal retro, riemerse Robin portando una pila di musicassette.
<No, ma non datemi una mano, eh?> disse lei e noi ci precipitammo ad aiutarla.
<Lui che ci fa qui?> chiese quando mi mise a fuoco dopo aver riposto il mucchio che aveva tra le braccia.
<E' corso qui perché Sally è scappata da casa sua dopo che lui le ha chiesto delle cicatrici sulla mano.> la informò. <Ah, dopo averle detto di essere innamorato di lei!>
<Brutto cazzone avariato!> mi apostrofò con una tale furia che io indietreggiai e Harrington ridacchiò. <Ma come cavolo ti salta in mente di parlargliene??>
<Dai, Rob, l'ho già rimproverato abbastanza, più che altro cerchiamo di trovare insieme una soluzione a questo casino...>
***
Sally's POV
Me ne andai di corsa allungando e passando vicino ai resti del vecchio Starcourt Mall, ero talmente nel panico che ormai non mi spaventava più nulla – c'era già il mio passato a farmi fin troppa paura. Non mi sarei liberata mai dei miei demoni, era una partita che avevo perso in partenza. Ero rotta dentro e fuori e a nulla serviva provare a credere che tutto sarebbe andato per il meglio, perché ormai erano due anni che niente andava per il verso giusto! Non riuscivo nemmeno ad aprirmi con il ragazzo che mi piaceva! Rifiutavo di andare dall'ortopedico! E continuavo a crogiolarmi nel mio malessere! In più, mi aveva anche telefonato mio padre ed il solo saperlo dall'altro lato della cornetta mi aveva talmente sconvolta, ricordandomi che il benessere che stavo provando insieme a Eddie fosse solo momentaneo e che gli incubi, una volta lontana da lui, sarebbero tornati perché reali. I miei familiari erano diventati i miei più acerrimi nemici, invece di essere il mio porto sicuro. Ed io ero uno stereo rotto che non mandava più musica.
Raggiunsi casa e scappai di sopra, incurante degli sguardi spaventati di zia e Dustin, li zittii subito e mi rintanai nella mia stanza.
Non scesi a tavola e non risposi al telefono. Quando Dustin venne a bussarmi per dirmi che di sotto c'erano Robin e Steve, feci finta di non sentirlo e misi le cuffie con la musica a tutto volume. Mi addormentai per l'esasperazione ancora con le note di Asleep degli Smiths nelle orecchie.
Il mattino dopo mi sentivo come se un carrarmato mi fosse passato sopra. Non avevo chiuso occhio e gli incubi sembravano essersi materializzati nella mia camera, come delle orrende visioni a occhi aperti. Non avevo urlato, però, non volevo che zia entrasse di nuovo e mi vedesse in quelle condizioni. Io sola potevo aiutarmi, a nulla contava appoggiarsi sugli altri. I demoni erano i miei e io sola sapevo come conviverci. Con queste convinzioni scesi a fare colazione e trovai sia zia che Dustin con delle facce gravi.
<Sally...> fece lei con tono preoccupato.
<Ti prego, voglio solo prendere il caffè in santa pace.> mi difesi.
<Okay.> attese mentre mi riempivo la tazza, <ci sono anche dei pancakes.> aggiunse prima di andarsene di là, lanciando uno sguardo a mio cugino, come per dire 'adesso tocca a te'.
<Ehi Sally.> cominciò dopo un po' che stavo mangiando, lo guardai senza rispondere. <Mi chiedevo, tutto bene? Ieri ti hanno cercato i tuoi amici...> notai come avesse evitato di nominare direttamente Eddie e, solo a pensarlo, mi si cominciò ad attorcigliare lo stomaco.
<Ero stanca, tutto qui.> alzai le spalle.
<Oookaay. Li chiami, allora?>
<Perché? Tanto ci vediamo tra poco a scuola.>
<Mmm, si certo, ma erano un po' ... preoccupati...> parlava come se si stesse muovendo su un lago ghiacciato.
<Si sono preoccupati inutilmente, sto benissimo.> alzò un sopracciglio, ma evitò di replicare. Aveva capito che non tirava una buona aria.
<Bene, allora vatti a preparare, mamma ci dà un passaggio.>
<Ottimo.> finii i miei pancakes e salii di sopra.
Quando arrivammo a scuola mi tornò il mal di stomaco – non volevo vedere nessuno, Robin inclusa.
Mi fiondai come una furia in classe e cominciai a prendere appunti come una forsennata per far sì che la mia mente avesse qualcos'altro da fare.
Decisi di non andare in caffetteria a pranzo e me ne andai verso gli spalti del campo da football, dopo aver scroccato una sigaretta ad un compagno di classe.
Infilai le cuffie, accesi la cicca e mi rilassai un pochino, almeno volevo provarci, non volevo pensare a nulla e avevo anche bisogno di uno 'scacciapensieri', ma c'era il grande problema che il mio fornitore era anche la persona da cui stavo scappando. Allontanai quei pensieri e alzai il volume della musica. La calma durò poco in quanto venni raggiunta da Robin che aveva una faccia incazzatissima.
<Ti ho cercata per tutta la scuola!> mise le mani sui fianchi. Aveva il fiatone.
<Cosa?> le ripetei, abbassandomi malvolentieri le cuffie.
<Ti stavo cercando dappertutto.>
<E adesso mi hai trovata.>
<Stai bene?>
<Benissimo.>
<Non si direbbe.>
<Oh ma mi lasciate in pace??>
<Sally!> era sconvolta.
<Voglio solo rimanere da sola per un po', è possibile? Mi sembrate la cazzo di CIA.> urlai.
<Scusaci, se ci preoccupiamo per te! Comunque, come ti pare!> si avviò offesa. <Quando torna la dottoressa Jekyll al posto di quella stronza di Hyde ce lo fai sapere? Così magari possiamo parlare.> le feci il dito medio e lei mi osservò sempre più sconvolta.
Finita la sigaretta tornai verso le aule, ma prima passai davanti alla palestra dove si stava allenando la squadra di basket e mi ricordai del tipo che mi aveva chiesto di andare al ballo con lui. Entrai, ricevendo gli sguardi addosso praticamente dall'intera squadra, salutai Sinclair con un cenno del capo e mi avvicinai al suo amico.
<Ciao.> lo salutai con il mio sorriso migliore.
<Ciao Sally, come va?>
<Bene! Senti, volevo dirti che ci ho pensato su e va bene, verrò al ballo con te.> confessai spiazzando più me stessa che lui, in realtà.
<Wow, ma è fantastico! Sono contentissimo!> mi rispose.
<Bene, allora ci vediamo in giro.> feci per andarmene.
<Perfetto. Senti, devo tornare ad allenarmi, ma se vuoi chiedo a Lucas il tuo numero di telefono e ti chiamo più tardi, ok?> feci spallucce e uscii.
⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.
***
ciao a tutt*, capitolo mattutino per festeggiare la foto di Joseph e Joe insieme in Italia, fan della Steddie dove siete? :D <3
Anyway, scherzi a parte, come vi dicevo i nodi stanno venendo al pettine, che ne pensate di quanto sta succedendo? fatemi sapere i vostri commenti che sono super curiosa di sapere cosa immaginate che succederà **
Ringraziandovi uno ad uno come sempre del supporto alla storia, vi chiedo di continuare a sostenerla con una stellina ** e se volete una condivisione ** grazie <3
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