9. 505
Stop and wait a sec
When you look at me like that, my darlin',
what did you expect?
I'd probably still adore you with your hands around my neck
Or I did last time I checked
Sally's POV
La stretta di mano di Eddie mi causa un caleidoscopio di emozioni che fanno a cazzotti le une con le altre – la rabbia è quella predominante, ma non nego che c'è anche un certo turbamento interiore che non mi aspettavo di certo dopo quanto successo tra di noi.
Deglutisco più volte e cerco di calmarmi mentalmente, ma è dannatamente difficile con Eddie che mi lancia occhiate ogni tanto e la mia testa che sembra essersene andata per i fatti suoi da un po' ormai. Oddio, mi sento sudata, nonostante il vento che incombe qui sul rooftop e temo di essere anche arrossita.
Dai Sally, ce la puoi fare, pensa a qualcosa di diverso, di tranquillo. Pensa a... sì, pensa a Peter. Il tuo bellissimo fidanzato che tra poco sposerai, pensa a quanto ti fa stare bene e a quanta sicurezza ti dà. Pensa ai suoi capelli rossicci e al solletico che ti fa il suo pizzetto quando ti bacia.
Ecco, con l'immagine salda di Peter stampata in testa riesco a riprendermi un pochino e a non pensare a quello che mi sta succedendo stasera.
Lascia andare l'ansia e la tensione che ti ha procurato questa serata, forza Sally, ce la puoi fare.
«Miss Henderson...?» la voce di Michael Gensen si fa strada nei miei pensieri di calma e serenità e io sobbalzo nel ritornare alla realtà.
Cazzo, Sally, ti avrà fatto qualche domanda e tu te ne sei stata imbambolata per chissà quanto tempo. Ora chissà cosa penserà di te.
«Mi scusi, può ripetere?» chiedo con un grande sforzo e con le gote che mi si colorano di nuovo di rosso.
Eddie ridacchia, non ho il coraggio di alzare il viso ma riesco a immaginarmelo benissimo.
«Non ci stava ascoltando, Miss?» mi prende in giro il riccio.
"Ancora con questa Miss!" penso.
«Mh, certo che sì, è che dovete scusarmi ma comincio a sentire freddo qui fuori e mi sono lasciata un attimo distrarre.» rispondo.
Che bugiarda! Sto esplodendo in realtà.
«Oh, ma certo, ha ragione, entriamo dentro, così possiamo parlare di domani.» conviene affabile il manager.
Domani? Sgrano gli occhi. Che succede domani? Cosa mi sono persa mentre mi rifugiavo nella mia isola mentale felice?
«Certo.» concordo, continuando la mia messinscena.
Rientriamo nell'enorme open space e subito l'odore di sudore e di fumo ci accolgono come vecchi amici. Mi lascio cullare dal tepore.
Gensen ci scorta dietro le quinte non con poca difficoltà, dato che veniamo interrotti spesso da coloro che sono rimasti ad attendere il leader dei Corroded Coffin per un autografo o una foto.
Mi metto da parte, mentre un Eddie super disponibile accontenta tutti coloro che riesce.
Lo guardo mentre firma biglietti e copertine di cd e sorride sfacciato per essere immortalato nelle fotografie e penso che non sia davvero più la persona che ho conosciuto nel 1985 – ormai non sono solo i capelli a essere diversi, ma la sua spigliatezza, il suo essere così sicuro di sé che lo hanno portato anni luce lontano da quel ragazzo pluribocciato con i capelli lunghi e ricci e l'animo più gentile che avessi mai conosciuto.
"Che cazzo ti è successo Eddie Munson? Chi sei adesso?"
Persa di nuovo nei miei pensieri, ritorno in me solo quando sento il braccio amichevole del manager che mi conduce dietro le quinte per poter avere, finalmente, un po' di privacy.
Entriamo nel backstage, seguiti da Eddie che si è attardato per gli ultimi saluti e veniamo accolti dagli altri componenti della band: al posto di Grant al basso c'è un certo Leonard Bishop, chiamato da tutti Lennie, mentre non c'è più la seconda chitarra di Jeff, che era stato praticamente estromesso da tutto, e al suo posto è spuntata una tastiera suonata da un ragazzo di origini irlandesi chiamato Ron.
Tutti loro interrompono quello che stavano facendo e ci fissano curiosi. Tutti a eccezione di Gareth, che cerca di evitarmi.
Aggrotto le sopracciglia e noto uno strano scambio di sguardi tra lui e il chitarrista.
«Miss Henderson le presento i membri dei Corroded Coffin,» e mi introduce, indicandomeli uno per volta.
«Questo è Lennie Bishop, il nostro bravissimo bassista.» e così dicendo mi si avvicina un ragazzo dai capelli corti chiari, quasi color cenere. Mi rivolge uno sguardo enigmatico e non dà cenni amichevoli.
Cominciamo bene.
Gli stringo la mano sfuggente e poi il braccio sicuro di Gensen mi guida verso la seconda persona che mi sta presentando.
«Quest'altro è Ron Sheeran, il nostro tastierista.» dice indicandomi un ragazzo dai lunghi capelli rossi e con diverse lentiggini sul volto.
Mi avvicino per salutarlo e lui, al contrario del suo compagno di band, mi rivolge un caldo sorriso, che ricambio timidamente.
Ma niente a che vedere con il sorriso con cui mi sta accogliendo Gareth, l'unico della band che conosco e che, nonostante la stranezza iniziale, sembra essersi ripreso un pochino.
«E infine, ecco il nostro batterista, Gareth Walton.» conclude Gensen, mentre Gareth, sempre con i soliti capelli castani e scapigliati mi si avvicina.
«Molto piacere Sally.» pronuncia in modo strano, accompagnando la sua stretta affabile.
Io resto un po' interdetta, in quanto non mi aspettavo che facesse finta di non conoscermi e ricambio titubante.
«Gr... grazie.» riesco a dire infine.
«Ecco, adesso che abbiamo fatto le presentazioni veniamo a noi.» interrompe i nostri sguardi imbarazzati il manager. «Come le dicevo poco fa, Miss, domani mattina potrebbe venire a sentire i ragazzi in studio e cominciare a fissare con loro quella che sarà la scaletta dell'intervista. Che ne pensa?»
Io, che non mi aspettavo che avrei dovuto cominciare a lavorare sul pezzo così in fretta, cerco di prendere un po' di tempo.
«Ehm, ci eravamo dati qualche settimana, in realtà, non so se domani mattina riuscirò a essere disponibile.» affermo convinta.
«Miss Henderson, come ci siamo già detti al telefono, questa band dovrà essere la sua priorità d'ora in avanti.» mi rimprovera come se fossi una scolaretta indisciplinata.
«Lo so, ma vede, avevo altri pezzi da sbrigare prima di questo...» provo a temporeggiare.
La sola idea di lavorare fianco a fianco a Eddie mi sfianca già. Perlustro la sala con lo sguardo e vedo cinque paia di occhi che mi stanno fissando, una delle quali, profonda come la notte più oscura, mi inquieta più delle altre.
Eddie, infatti, non si perde nemmeno una mia parola e ha stampato sul volto quel suo ghigno beffardo che vorrei tanto prendere a pugni. Ho evitato prontamente di girarmi dalla sua parte, ma il mio corpo sa benissimo che non mi ha perso di vista da quando sono entrata in questo dannato backstage. Riesco ad avvertire il suo sguardo su di me che mi trafigge da parte a parte.
"Ma cosa vuoi da me, Eddie?" mi ritrovo a pensare.
«Miss Henderson, sono d'accordo con il suo caporedattore che mi ha dato la sua completa disponibilità a svincolarla da qualsiasi altro impegno lei abbia preso in precedenza.» mi rassicura Gensen.
Io deglutisco. Vorrei almeno avere il tempo di metabolizzare questa strana serata e invece nulla. Già domani mi toccherà lavorare accanto alla persona che mi ha irrimediabilmente spezzato il cuore in mille pezzi e che, a fatica, da poco si sta riprendendo.
«Veda, Miss, sia io che il suo capo sappiamo riconoscere le priorità e dare la giusta importanza alle occasioni che si presentano poche volte nella vita.» continua il manager, facendomi capire che anche il mio principale, Tim, è d'accordo e che, in pratica, non ho molta scelta. Inoltre, devo pensare al matrimonio e a quanto questo pezzo mi potrà far guadagnare.
«Va bene, va bene.» quasi sbuffo, sollevando le mani. Michael e Eddie fanno un sorriso compiaciuto. «Però, almeno, datemi la possibilità di organizzarmi con il lavoro.» il mio tono sembra quasi implorante, mentre penso a come riuscire a coinvolgere Robin; almeno riesco a condividere con qualcuno le mie disgrazie.
«Come vuole, ma da domani può considerarsi in maniera ufficiale membro della squadra dei Corroded Coffin.» conclude perentorio Michael.
Faccio un cenno per annuire e abbasso gli occhi.
Sono fregata!
«Beh, adesso è tardi, i ragazzi devono riposare e credo anche lei Miss. La faccio accompagnare da uno dei nostri autisti.» continua ancora lui cortese.
«Grazie, ma posso chiamare un taxi.» replico.
«Non lo dica nemmeno per scherzo, ormai lei fa parte della squadra.» scuote la testa.
«Bene, allora arrivederci.» faccio un ciao generale con la mano.
Gli altri membri della band mi fanno un cenno e mentre penso soddisfatta di aver finalmente chiuso quella lunga e faticosa serata, mi si avvicina di nuovo Eddie, mettendo a dura prova i miei nervi, già fin troppo stremati.
«Non vedo l'ora di cominciare con lei, Miss Henderson.» e nel pronunciare quella frase un lampo di cattiveria gli attraversa gli occhi. O sono io a vederlo?
Mi do una scossa interiore e decido di giocare al suo stesso gioco.
«Anche io, Mr. Munson, sono impaziente. Ma la prego, mi chiami Sally.» e lo guardo negli occhi, accettando la sua sfida.
Lui abbozza un sorriso.
«Bene. Allora buonanotte, Sally.»
«Notte.» ripeto, uscendo dalla stanza.
Le gambe si dirigono il più in fretta possibile verso uno dei grandi ascensori metallici del palazzo. Spingo il pulsante sempre più insistentemente, che se mi vedesse qualcuno in questo momento addio all'apparente sicurezza mostrata.
Finalmente le porte argentate si aprono di fronte a me e mi fiondo all'interno, spingo il tasto GF e mi lascio crollare verso la parete a specchio.
Non riesco a credere a quello che è successo. Ma che gioco sta giocando Eddie? E Gareth che fa finta di non conoscermi?
Tiro fuori dalla borsa il telefonino per chiamare Robin, ma sono le due del mattino e non voglio svegliarla.
Arrivo nella hall e trovo già un autista ad attendermi. Wow che efficienza la squadra dei CF!
Scuoto la testa incredula di farne parte (di nuovo!) e mi lascio condurre verso una BMW berlina nera metallizzata. Crollo sul sedile in vera pelle e respiro a fondo l'odore di nuovo e di ricco che mi circonda.
In che casino mi sto cacciando? Scuoto la testa per svuotare la mente dai pensieri e crollo cullata dalle luci della città che non dorme mai.
Domani è un altro giorno diceva il film, si ma quale?
But I crumble completely when you cry
I
t seems like once again you've had to greet me with goodbye
I'm always just about to go and spoil the surprise
Take my hands off of your eyes too soon
⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.
***
Ciao a tutt*,
so che non vi aspettavate un capitolo nuovo di questa storia, ma piano piano sto cercando di riprendere in mano la scrittura. Oggi mi sentivo particolarmente ispirata anche perché Take on me ha raggiunto le 60K di visualizzazioni <3 e mi è venuta voglia di riprendere in mano anche il sequel **
Allora, che ne pensate? che starà combinando Eddie? e Sally come la prenderà? **
se vi va fatemi avere i vostri commenti e se potete supportate la storia con una stellina ** Grazie
Effy **
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