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Capitolo 18. Scomparse e presenze

«Quindi...» Aprì bocca con voce flebile Stiles, nel vano tentativo di rompere il ghiaccio, levando anche il disagio che si era creato tra i due. «... stai bene?»

Lydia spostò lo sguardo dal finestrino agli occhi del ragazzo, che insicuri non si perdevano ogni singolo movimento della ragazza dai capelli rossi.
Non era stato un caso che in auto fossero finiti loro due nei posti di dietro. Scott e Malia non ci avevano pensato due volte, ma non perché volessero spingere i due ad un'improvvisa e completa "pace", se così si poteva definire, ma perché entrambi sapevano che – sebbene nel silenzio – i due avevano bisogno l'uno dell'altra. E per questo fecero anche di tutto per creare una specie di distacco tra i passeggeri anteriori  e quelli posteriori, così da far si che essi si creassero un momento loro, come fossero da soli nel nulla.

«Sì, sto bene, grazie.» Rispose dopo qualche attimo, all'apparenza interminabile. Con quelle parole sembrò aver spento il discorso che se pur breve aveva preso inizio, ma in fretta cercò di far si che ciò non accadesse. «Tu, come stai invece, Stiles?» Domandò, soffermandosi sulla pronuncia del suo nome.

A quella domanda, ma in particolare all'averlo chiamato per nome e non per rimproverarlo, Stiles si sentì avvampare, provando una sensazione strana. È come se, nell'ultima parola che aveva pronunciato, Lydia avesse aggiunto tutta la determinazione e tutta la fragilità che la possedeva.

«Oh, si, io? Non c'è male. Si, ecco è sempre strano tornare a casa, insomma, nella città dove sono nato e cresciuto. E poi rivedere tutto ecco io penso che...» Iniziò a blaterare, fermandosi solo una volta reso conto che si stava dilungando troppo, parlando quasi a vanvera.

Lydia sorrise nel vederlo così impacciato, così naturale, così semplicemente lui.
Le erano mancate quelle risate che provenivano dalla pancia, quei sorrisi nel riconoscere in lui la forma più vera di sincerità. Quella sincerità che aveva sempre cercato, e che in questi anni le era mancata.

«Ragazzi, siamo arrivati.» Esclamò Scott, interrompendo quel piccolo momento che si era creato.

I due ragazzi d'un tratto tornarono seri e alla situazione precedente, e qualcuno giurò che nell'aria si potesse vedere il distacco, sebbene essa sia invisibile.
Insieme scesero dall'audi apparentemente alla madre di Scott, e seguirono l'alpha dall'uomo.

Argent era appoggiato all'auto, mantenendo lo sguardo cupo e serio che aveva sempre avuto e che con la morte della figlia si era accentuato, seppur con gli anni e la vicinanza di Melissa ciò era divenuto meno visibile alla vista degli estranei.
«Scott, ragazzi, è un piacere vedervi.» Esclamò sincero, sebbene dentro di lui avrebbe preferito che ciò avvenisse in altre circostanze.

Il rumore di una moto si sentì dietro di loro, e fece la sua presenza anche Liam, che aveva preferito venire da solo. «Argent! Sempre un piacere.»

«Non posso dire che la cosa valga lo stesso per me, ma in ogni caso più siete e meglio è.» Rispose con un velo di ironia, che però il ragazzo non sembrò cogliere. «In ogni caso, ho delle informazioni riguardanti il bambino. O meglio, ho trovato qualcuno che potrebbe darvele. Abbiamo bisogno di chiarezza, prima di compiere qualsiasi azione.»

«Oh dilla giusta Argent. Io ho trovato te.» Esclamò una voce femminile che proveniva dalla foresta poco distante dal parcheggio in cui avevano sostato.
«Ragazzi, è un vero piacere rivedervi.» Continuò avvicinandosi di più a loro, e mostrando il suo volto alla luce dei fari delle auto.

«Braeden?» Domandò sorpreso Scott, quasi non credendoci. Erano anni che non sentiva, ne aveva incontrato la ragazza. E vederla ora, davanti a lui in carne d'ossa, sembrava quasi uno scherzo del destino.

«Alpha, da cresciuto potrei farcelo anche un pensierino su di te.» Rispose ridacchiando e abbracciandolo.

«Cosa ti porta a Beacon Hills allora?» Domandò Malia dopo i momenti di saluti, così da mettere chiarezza su cosa la ragazza sapeva riguardo il bambino.

Il volto di Braeden d'improvviso si incupì, e non appena aprì bocca tutti poterono notare come la sua voce aumentò di volume, come da essere più autorevole, o così da darsi una maggiore sicurezza. «Mi trovo a Beacon Hills da qualche giorno ormai, ho trovato Argent nel bosco.» Iniziò a raccontare.

«Hai cercato di uccidermi Braeden.» La fermò Argent, cercando di chiarire la situazione.

«Sì, sì, come vuoi.» Continuò riprendendo parola, «In ogni caso mi ha messo a conoscenza di ciò che stava succedendo. Non so molto, ma forse il motivo per cui sono qui può coincidere con il vostro. Beacon Hills non è mai stata una cittadina tranquilla, perciò anche il fatto che tutto porti in questo posto non è senza dubbio una cosa da lasciar perdere.» Disse cercando come di far rendere conto loro che quella cittadina, seppur la loro natale, non era sicura, e non lo sarebbe mai stata.

«Ancora non ho capito però perché sei qui.» Esclamò Stiles, a cui i giri di parole mettevano solo tanta confusione, sebbene fosse il primo a farli nei momenti di disagio.

«Se mi fai finire, Stiles.» Rispose lanciandogli un'occhiataccia. Braeden era sempre stata una ragazza forte e determinata, ma con il tempo sembrava aver preso caratteristiche nel carattere che non le appartenevano. Sembrava come se avesse dovuto far si di diventare il meno sensibile possibile, così da evitare di soffrire e punti di debolezza. «Qualche mese fa, a Derek erano venuti a far visita due tizi. Licantropi, senza ombra di dubbio. Non sembravano avere buone intenzioni, però con Derek parlarono e basta, non successe nient'altro. Però, come ho detto, non mi avevano dato una buona impressione, perciò mi nascosi lì vicino, cercando di ascoltarli. Purtroppo non ho potuto sentire troppo, perché avrebbero sentito il mio battito se mi fossi avvicinata troppo.
Sentì solo i nomi "Beacon Hills" e "Angelina", il resto non lo riconobbi.
I due se ne andarono dopo un'ora più o meno, lasciando turbato Derek. Lo vedevo, da come si muoveva, da ciò che diceva. Non era in sé, aveva sempre la mente altrove.
Per questo mi sono messa a fare delle ricerche sui due licantropi. Speravo che il nome Angelina appartenesse a qualche licantropo od altro conosciuto, così avrei potuto risalire a qualche cosa.
E, per mia fortuna, trovai qualcosa. Non molto, ma già un inizio.
Angelina era un vero alpha, proprio come te Scott, e viveva in Italia. Ascoltando qualche video, inoltre riconobbi la pronuncia; i due licantropi parlavano sicuramente italiano, e Derek rispondeva loro nella stessa lingua.» Fece una pausa, chiudendo gli occhi per un attimo, creando ancora più confusione nella testa dei ragazzi. «Quando sono tornata a casa, dopo aver scoperto di Angelica, Derek non c'era più.» Sussurrò con voce strozzata, quasi come se il ricordo del momento fosse più doloroso della realtà. Tirò su con il naso, e si schiarì la voce, prima di continuare. «La casa però era in perfetto stato, nessuno segno di lotta, o di artigli. Sembrava come se Derek se ne fosse andato di sua intenzione; non so se in compagnia di altri, magari i due licantropi, o da solo. Ma tutto mi faceva pensare che fosse partito.
Per questo sono venuta a Beacon Hills.» Terminò lasciando il panico nei presenti.

«Il bambino parla italiano.» Ricollegò le due storie Lydia, spostando lo sguardo di tutti su di lei. «Quando ci ha parlato, prima dell'arrivo di Liam.» Continuò, facendo fare due più due a tutti.

«Non possono di certo essere coincidenze.» Concluse Malia, incrociando le braccia al petto.

«Dobbiamo far parlare il bambino» Spiegò Scott, «magari sa qualcosa su questa Angelina e su Derek. Argent, se puoi cerca tutte le informazioni che puoi su questa donna, e Braeden, tu puoi venire con noi. Se la scomparsa di Derek ha a che fare con la presenza di questo bambino, stanne certa che lo troveremo.» Terminò facendole un piccolo sorriso di incoraggiamento, in quel momento l'ultima cosa di cui avevano bisogno era lo sconforto.

«Vedo cosa posso fare.» Rispose Argent, per poi salire in macchina e andarsene.

«Prima di fare qualsiasi cosa, ho bisogno un attimo di dormirci sopra.» Disse Liam, aggiudicandosi la ragione da parte di tutti, per poi tornare assieme alla casa di Scott, che ormai li ospitava tutti.

Spazio Autrice:
Ciao ragazzi! Come state?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia intrigato! Ho sempre paura di spiegarmi poco bene, perciò vi ricordo che se non capite qualcosa potete domandarmi con piacere!
In più se avete suggerimenti o critiche costruttive, sappiate che le accetto sempre, ben vengano!

Vi ringrazio di aver letto la storia e di supportarmi! Vi voglio bene! ❤️
-Rebecca

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