Capitolo 14. Branco
«Bene!, qual è il piano allora?» Domandò Stiles, con tono più vivo rispetto a quelli che i suoi amici avevano usato fino a quel momento.
I presenti, a quella domanda, si scambiarono sguardi confusi. Solitamente, o almeno, gli anni precedenti era Scott ad avere sempre piani pronti. Perché allora rimaneva zitto?
Il ragazzo sentiva che tutti gli occhi erano su di lui, e questo non faceva altro che mandarlo in aria. In quel momento, aveva paura; paura di deludere i suoi amici, paura di non riuscire a trovare spiegazioni e non poter aiutare chi gli si era gettato tra le braccia, supplicando l'aiuto.
«Io, non lo so..» Mormorò poi, frustrato da tutta quella situazione ridicola. Erano passati anni, anni dove il mondo sovrannaturale non aveva fatto parte di lui. O per lo meno, la parte negativa che esso presentava.
Perché ripiombare sulla vita di tutti loro, proprio in quel momento, allora?
A distrarli fu il rumore della suoneria del telefono di Scott, che si muoveva vibrando sul tavolo su cui erano attorno.
«Baby, can't you see. I'm calling. A guy like you should wear a warning. It's dangerous. I'm falling.» La suoneria del telefono continuava a suonare, mentre nessuno sembrava intento a rispondere.
«Britney Spears? Andiamo, questa canzone la ascolta solo la mia vecchia coinquilina Pimpa sotto la doccia!» Esclamò d'un tratto Stiles, che quel genere musicale non l'aveva mai sopportato.
«Avevi una coinquilina che si chiamava Pimpa?» Domandò Malia, inorridita da quel nome.
«Avevi una coinquilina femmina?» Domandò a sua volta, con tono pungente ed infastidito Lydia, guadagnandosi uno sguardo sorpreso da tutti.
«Sì, era femmina. Altrimenti avrei detto "coinquilino" con la "o". E sì, si chiamava Pimpa. O almeno, io la chiamavo così. Dato che guardava solo con quel cartone, in italiano poi. Chi diamine guarda cartoni in italiano se non lo sa nemmeno? Ho fatto bene ad andarmene, sono sicuro che una delle sue bambole mi avrebbe ucciso, altrimenti.» Rispose con tono Stiles, con in volto un'espressione quasi impaurita a quel ricordo.
Scott sentiva che la situazione stava prendendo una piega diversa, e nonostante gli mancasse quel modo strano di vedere le cose che solo il suo vecchio migliore amico possedeva, non poteva permettersi di pensare ad altro.
Se qualcuno stava mettendo in atto un piano di vendetta, dovevano essere pronti a proteggere la cittadina.
«Pronto?» Prese il telefono Lydia, stanca della situazione e di quella suoneria così ambigua per uno come Scott.
I ragazzi la videro annuire, per poi togliersi il telefono dalle mani e chiudere la chiamata.
«Beh?» Sbottò Malia, in attesa che la ragazza dai capelli rossi si decidesse a parlare.
«Che sei una pecora?» Ribatté Stiles, che in quel momento non poteva farne a meno di domandarglielo, scoppiando in una fragorosa risata, che però si concluse immediatamente sotto lo sguardo di Malia.
«Dobbiamo tornare a casa tua, Scott.» Mormorò Lydia. «Il bambino è sveglio.»
Spazio Autrice:
Lo so lo so, non dite niente!
È il capitolo più corto che io abbia mai fatto, non mi uccidete!
Volevo pubblicare qualcosa per ringraziarvi per tutto il supporto che sto ricevendo ultimamente, e per ringraziarvi per le 2k visualizzazioni!💋
Vi rincuoro però dicendo che ce ne sarà presto un altro (di capitolo), lo prometto. Perché in pratica sarebbe come un capitolo lungo intero, spezzato in due.
E tra l'altro, ci sarà una nuova comparsa. Chi sarà mai?
Voglio sapere le vostre idee!
Un bacio,
Rebecca💋
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