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8. Stydia's chapter

Punto di vista di Stiles

«Stiles, ti senti meglio?» Aveva domandato con aria preoccupata Malia, mentre passava gli un bicchiere d'acqua. In risposta, il ragazzo sbatté più volte gli occhi, mentre apriva e chiudeva la bocca, come per svegliarsi da quello stato di trance. Ricorda ben poco di quello che aveva fatto qualche minuto prima; Scott, alla vista della sua reazione, lo aveva alzato, mentre Stiles era rannicchiato a terra, con la bocca aperta. Lo avevo preso, e lo aveva portato in bagno stando attento alle sue mosse, non avrebbe di certo voluto ritrovarsi un piccolo regalino sulle scarpe anche lui. Alexander era rimasto pietrificato dopo l'atto di quello che aveva riconosciuto essere un vecchio amico della sua ragazza; le sue nuove scarpe, firmate e di conseguenza costose, avrebbe dovuto buttarle, nonostante fossero le sue preferite. D'altronde, non avrebbe potuto fare altrimenti. Non aveva voluto abbassare lo sguardo per osservare ciò che era rimasto delle sue scarpe, aveva tenuto gli occhi puntati verso l'altro, mentre serrava la mascella.

«Si, grazie.» Abbozzò un finto sorriso lui, abbassando lo sguardo. In un attimo, tutti i flash di ciò che era accaduto prima ritornarono nella mente di Stiles, facendogli percorrere mille brividi; l'aver rovinato le scarpe a 'quell'' Alexander non dava molto importanza, ma bensì alle parole che questo aveva usato dopo aver costatato che quelle persone che si trovava di fronte erano proprio i vecchi amici della ragazza.

Il ragazzo dall'animo sarcastico prese a guardare nella stanza nella speranza di riconoscere qualche viso familiare. Il suo viso familiare. L'eccitazione ed il desiderio incontrollabile lo presero in pieno, facendolo sembrare un bambino indifeso, un cagnolino che aveva smarrito il padrone. Dentro di lui non era ben chiaro ciò che stesse accadendo. Sapeva che tutti gli occhi erano puntati su di lui, in quel momento, ma a ciò sembrava dare poca importanza.

«Dov'è?» Sussurrò con voce lieve poi, nella paura che qualcuno potesse sentirlo, anche se era chiaro che fosse proprio così. A Scott, a quella domanda posta dall'amico, si intenerì lo sguardo. Sul suo volto, un miscuglio di malinconia e comprensione su ciò che stava vivendo il suo migliore amico presero a far parte di lui. Fece per aprire la bocca, con il terrore di poterlo ferire, in qualche modo. Non era quello che avrebbe voluto, non lo desiderava affatto.

«Sono di sopra. Stiles, io credo, credo che dovremmo lasciarli un poco da soli. Sai, il viaggio è stato lungo, credo che dovremmo aspettare qui intanto.» Mormorò, con una nota di terrore nella voce, mentre riferiva quelle poche parole all'amico. Qualche battito perso, e qualcuno accelerato. Questi erano gli unici suoni che il ragazzo lupo mannaro e la ragazza coyote avevano potuto sentire, dopo che Scott aveva finito di parlare.

«Si, certo.» Rispose con lo stesso tono Stiles, mentre il cuore aveva preso a battergli, sempre più lentamente. Sbatté nuovamente le palpebre, come per risvegliarsi di nuovo, da quell'orribile incubo che sembrava tormentarlo. Si mise una mano sulla fronte, appoggiando il braccio sul tavolo, come per tenerla su.
In quel momento, sentiva che qualunque cosa dentro di lui sarebbe potuta crollare. E la paura, la paura di non tenere nulla in piedi era l'unica cosa a cui riusciva a pensare.

Pure le parole, semplici ed insignificanti, che per otto anni si era ripetuto continuamente, come per cercare di calmarsi ogni qualvolta che sembrava andare di matto, in quel momento non facevano il loro effetto. Ma d'altronde, a funzionare di solito era stata solo l'idea che ripetere continuamente, come un sussurro, quelle quattro parole potesse farlo star meglio.

«Ricorda che ti amo.» Sussurrò poi, con tono lieve e fine, che a fatica i due amici dai poteri sovrannaturali avrebbero potuto percepire.

«Hai detto qualcosa?» Domandò Malia, dal volto pieno di preoccupazioni. Le sopracciglia erano corrugate, come la sua solita espressione. Poche erano le volte che Stiles era riuscito a vederle distese, e sapeva che altrettante poche volte avrebbe potuto osservarle.

«No.» Rispose, con poca sicurezza, mentre lo sguardo dei due amici era fisso su di lui. «No.» Ripeté, cercando di assumere un po' più di quella sicurezza che in quel momento sembrava inesistente. «Credo che andrò a noleggiare un film. Vi va un film vero? Credo che prenderò quello di Star Wars, oppure quello delle scimmie che ti piaceva tanto, Scott.» Continuò blaterando, come era suo solito fare quando il nervosismo si impossessava di lui. «Vado.» Concluse poi, dirigendosi verso la porta.

Tutti e tre sapevano bene che uscendo da quella porta non sarebbe andato a fare nulla di ciò che aveva appena detto. Il portafogli e le chiavi della Jeep erano ancora sul tavolo, dove erano rimaste da quando aveva messo piede in quella casa.

«Aspetta, prendi almeno quel cappotto. Fa, fa freddo fuori, a quest'ora.» Cercò di fermarlo Scott, impersonificando l'autorità parentale che solo poche volte sapeva mostrare, e sempre nei confronti di chi più amava.

In risposta, solo lo sbattersi della porta. Poi, solo un lungo silenzio.

Punto di vista di Lydia

«Tieni, questa dovrebbe andare meglio.» Mormorò Lydia, passando una tazza di the al fidanzato. Quest'ultimo era stravaccato sulla poltrona che Scott doveva aver comprato in qualche negozio dell'usato.

Alexander alzò lo sguardo, facendo scontrare i loro occhi. Le labbra, subito, gli si piegarono in un perfetto sorriso, che non faceva trasparire nessuna emozione. «Grazie, tesoro.» Le rispose, sorpreso di quel gesto da parte della ragazza dai capelli rossi. In risposta, Lydia ricambiò uno di quel sorrisi tirati, che negli ultimi anni aveva ripetuto più volte.
Ma cosa avrebbe potuto fare altrimenti?
Sapeva che a pochi metri di distanza da lei, il ragazzo per cui aveva riso e pianto, amato ed odiato, se ne stava seduto su una vecchia sedia in legno. Non aveva avuto il coraggio di affrontarlo, di far incrociare i loro occhi. Appena entrata in casa, aveva detto a Malia che loro se ne sarebbero andati un attimo in camera, e di scusarsi con Scott per la maleducazione di quel gesto, ma che non poteva fare altrimenti vista la poca pazienza di Alexander. E naturalmente, la maggior parte delle sue parole erano state bugie, quelle che ormai raccontava ancor di più della verità. La ragazza coyote l'aveva scrutata male, e Lydia aveva temuto che ella avesse riconosciuto in lei le menzogne che aveva appena raccontato.

«È stata una giornata lunga, dovresti riposarti.» Gli consigliò, in un unico sussurro. Le parole sembravano essere uscite magicamente, dato il poco tono di voce che aveva usato.
In risposta lui sembrò pensarci un attimo; a Lydia era chiaro che Alexander era pieno di domande, e sapeva che, tra bugie e verità, avrebbe dovuto rispondere ad ognuna di loro, fino a che quel ragazzo pieno di vita non si fosse spento.

«Posso farti una domanda?» Le chiese, con il tono più normale che avesse mai sentito. «Quello Stiles, tu, tu gli piacevi, non è così?» Continuò, senza aspettare una sua risposta. Era fin troppo ovvio che la risposta la conosceva pure lui, e su questa stava meditava in silenzio.

Lydia, a quella sua domanda non seppe rispondere. Non si aspettava di certo che quelle fatidiche parole, unite ad un punto di domanda, arrivassero in maniera così precoce. Aveva molte aspettative su cosa Alexander avrebbe potuto riservarle, su quelli che erano stati la sua seconda famiglia, e pian piano cercava di poter crearsi una situazione coerente agli avvenimenti che aveva passato, senza parlare del sovrannaturale. Ma, per la prima volta, il ragazzo dagli occhi scuri l'aveva sorpresa.

Lydia fece per riprendersi, non voleva che nella testa del fidanzato nuove domande venissero elaborate. Però, non sapeva cosa rispondere, non sapeva a quali parole Alexander avrebbe creduto. La verità, avrebbe fatto male sia a lei, sia a lui, e questo Lydia non lo voleva di certo. Ma sapeva che, in un modo o nell'altro, questa volta Alexander avrebbe compreso la piccola bugia che nella sua mente tardava ad arrivare.

«Non ti preoccupare. Sai, penso che seguirò il tuo consiglio. È stata una giornata davvero lunga, e sono davvero stanco.» La precedette, salvandola in pieno. O almeno, questo era quello che dapprima Lydia aveva immaginato. Ma sapeva anche lei che il non aver risposto a quella domanda aveva provocato solo una ferita aperta, la quale avrebbe fatto fatica a chiudersi.
Il ragazzo dagli occhi scuri le rivolse un sorriso tirato, il primo che Lydia poté osservare, dopo tutti quegli anni. Con quel gesto, qualcosa dentro di lei sembrò muoversi, e sapeva bene cosa. La paura. Conosceva bene Alexander, difficilmente se gli veniva un dubbio, lo lasciava perdere. E in quel preciso istante, la ragazza dai capelli rossi riuscì finalmente a comprendere la sua passione per l'investigazione, e i suoi innumerevoli racconti sui suoi giochi di interpretazione verso Sherlock Holmes, da piccolo.
E questo, non fece che terrorizzarla.
La verità, avrebbe fatto più male di qualsiasi bugia, che, ormai, non avrebbe potuto più raccontare.

«Certo, ti porto una coperta.» Cercò di riprendersi, nella maniera più verosimile possibile. Non solo non vedeva l'ora di uscire da quella stanza, che in quel momento sembrava essere più piccola del solito, ma era anche molto nervosa per il desiderio incontrollabile di poter vedere quella figura che da otto anni sognava di poter incontrare.
Ricambiò il sorriso, per poi risistemarsi la camicetta dentro la gonna. Si tirò indietro un ciuffo, che aveva lasciato libero sulla sua fronte per tutta la giornata.
Dopodiché, uscì da quella stanza, più in fretta che poté. Sapeva anche lei che a trovare quelle maledettissime coperte ci avrebbe messo molto tempo.

«Aspetta, prendi almeno quel cappotto. Fa, fa freddo fuori, a quest'ora.» Riuscì a sentire, nel silenzio assoluto che aleggiava in quella casa, un tempo cosi calorosa.
Non le ci volle molto per riconoscere quella voce, così calda e in quel momento autoritaria. Scott aveva sempre fatto uno strano effetto su di lei, le era sempre piaciuto come amico. Sapeva che di lui avrebbe potuto contare più di qualsiasi altra persona.

Successivamente a quelle parole sentì una porta sbattersi, per poi tornare all'unica melodia dopo anni. Il silenzio.

Sapeva che ad uscire da quella casa non era stata Malia, la ragazza coyote che le era mancata così tanto. E in quell'uscita, colse il momento adatto. Il momento di affrontare i suoi amici, o almeno, due di quelli che le rimanevano.
Con passo felpato ma silenzioso, scese le scale, attenta a non provocare alcun tipo di rumore. Non avrebbe voluto che Alexander sapesse dove stesse andando, anche se si spostava solo verso la cucina.

Un tuffo al cuore. Quello era l'unica sensazione che aveva provato dopo aver incrociato il suo sguardo con quello dei suoi amici. I due ragazzi si erano rivolti subito verso di lei, dopo averla sentita scendere le scale. Malia, con il suo sguardo determinato, la guardava da lontano, e Lydia sapeva che in quel momento il suo cuore, si stava sciogliendo tanto quanto il suo. Scott sedeva sulla vecchia sedia in legno, con un braccio sul tavolo a tenersi la fronte.

Sul suo viso, un sorriso vero e sincero spuntò. Si avvicinò, lentamente ed in maniera insicura, verso i due ragazzi, che in quel momento sembravano ancora troppo scossi.
Quell'incontro, finalmente reale, dopo quegli otto, lunghissimi anni, sembrava scioglierli più di qualsiasi altra cosa.
E quando si ritrovarono a poca distanza, l'uno dall'altro, l'unica cosa che riuscirono a fare fu abbracciarsi. Tutti e tre. La forza e l'energia che misero in quell'incrocio di bracci, sembrava essere più forte di qualsiasi potere, di chiunque.

Perché in quell'abbraccio, che tanto avevano sognato, stavano mettendo il loro cuore. In quell'abbraccio, stavano mettendo tutto il loro amore.

Spazio Autrice:
Salve Teenwolfniani! Come state? ✨💕

Come sta andando la scuola? Spero tutto bene! ❣️

In questo capitolo, intitolato con la parola "Stydia", troviamo due punti di vista, ovvero quelli di Stiles e di Lydia!
Cosa ne pensate? Fatemelo sapere!

Dal prossimo capito, finalmente, si inizierà a parlare del vero problema, ovvero del bambino! Per ora, qualcuno ha qualche idea?😏

Domanda del capitolo: che potere sovrannaturale vorreste avere? 🐥
Io il sarcasmo di Stiles, perché diciamocelo, chi di voi nel mondo reale ha trovato qualcuno con il carattere di Stiles Stilinski? Non rispondete, tanto la domanda è nessuno! 😍
Perciò, il sarcasmo di Stiles è sovrannaturale, ne sono certa! ❤️

Grazie per aver letto il capitolo! 💘
-Rebecca

_______
Domanda veloce veloce, cosa ne pensate di questa copertina?

A me personalmente non fa molto impazzire, però mi piacerebbe cambiare la copertina della storia e sto cercando di realizzarne qualcuna di decente! Naturalmente sono sempre io, e io non sono capace a crearle! Ma va beh hahah!💗

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