Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

06. Biancaneve - Una mela

FANDOM - Alvinnn!!! e i Chipmunks

La cuscinata che gli arrivò in faccia lo fece ricadere all'indietro sul letto e lui soffocò un'esclamazione colorita. «Sei impazzita?!»

   «Così impari a non prestare attenzione!» ribatté Brittany, fissandolo dall'alto con cipiglio corrucciato, il cuscino di Alvin ancora stretto fra le piccole mani.

   Lui si rialzò a sedere e si rassettò il cappello sulla testa. «Ti stavo ascoltando!» le garantì con enfasi.

   «Sentiamo, allora, cosa stavo dicendo?»

   «Che c'era questo Plutonio...»

   «Platone», sibilò lei, stizzita.

   «...che se ne andava nel bosco a raccogliere mele con la sua fidanzata.» Un secondo colpo lo prese dritto sul naso e lui piombò di nuovo con le spalle sul materasso. «Vuoi piantarla?!»

   Dal modo in cui lo stava guardando, però, Alvin comprese che Brittany non l'avrebbe piantata affatto. Sospirò, rassegnandosi all'idea di dover lasciare perdere il cellulare e mettersi davvero a studiare con lei per quell'accidenti di compito che la signorina Smith aveva assegnato loro per casa.

   «Va bene, va bene», ricominciò, tornando a sedersi e alzando una mano in segno di resa. «Parlami di nuovo di questo Simpollo di Plutonio. No, Platone», si corresse prima che l'amica lo riempisse di nuovo di cuscinate.

   Volendo dargli credito, Brittany si mise a sedere di fronte a lui e prese di nuovo a sfogliare il libro di testo. «Nel Simposio di Platone», ricominciò, rimarcando il titolo dell'opera nella speranza che gli entrasse in testa, «viene raccontato il mito delle due metà. Nell'antica Grecia, infatti, si credeva che Zeus avesse diviso l'essere vivente in due individui separati. Ragion per cui queste due metà continueranno a cercarsi sempre, fino a che non riusciranno a unirsi di nuovo grazie alla forza dell'amore.»

   «Che sciocchezza», fu il blando commento che ricevette a quella spiegazione.

   Lei ne rimase a dir poco scandalizzata. «Come puoi parlare in questo modo?! È estremamente romantico!»

   «Ok», disse Alvin in tono accomodante, cercando di farle capire il proprio punto di vista. «Allora perché la maggior parte delle coppie finisce per dividersi?»

   «Perché evidentemente sono formate dalle metà di due mele differenti», fu la pronta risposta che ebbe da parte di Brittany. «Ma se trovi la metà giusta... è fatta!» Poiché l'altro continuava a fissarla in modo scettico, decise di fargli un esempio pratico. «Pensa a Theodore ed Eleanor.»

   «Loro non sono una coppia», obiettò Alvin.

   «Non ancora», precisò lei, non perdendosi d'animo. «A mia sorella piace cucinare e a tuo fratello piace mangiare. Si completano. Proprio come le due metà della stessa mela», concluse con aria sognante. Trovava tutta quella storia meravigliosa e nessuno, nemmeno Alvin, le avrebbe fatto cambiare idea.

   Per nulla convinto di quella teoria, lui non demorse. «Allora perché non stanno insieme?»

   Brittany si strinse nelle spalle. «Sono così giovani...» rispose come se lei fosse stata molto più vecchia di loro. «Magari non sono ancora pronti per un passo del genere. O semplicemente non se ne sono ancora resi conto.»

   «Seh», disse Alvin, schioccando la lingua sotto al palato e incrociando le braccia al petto. «Chi altri pensi che siano due metà della stessa mela?»

   «Simon e Jeanette.»

   «Perché entrambi hanno gli occhiali?» Brittany ruotò le iridi chiare al soffitto. «Allora trovami una motivazione seria», l'esortò l'altro, sforzandosi di comprendere la sua posizione.

   «Hanno tante cose in comune.»

   «Anche io e Kevin le abbiamo. Vuoi forse insinuare che lui è la metà della mia mela?» protestò ancora. «Non ridere!» esclamò poi, risentito dal risolino che la sua amica non si curò di nascondere.

   «È come per Biancaneve.»

   «Che c'entra, Biancaneve?»

   «Il principe si innamora a prima vista di lei, e lei, non appena riprende conoscenza, fa altrettanto.»

   «Sfido, io. Hai la fortuna di avere un principe miliardario che ti chiede in sposa e che fai? Rifiuti?»

   «Non essere venale, a Biancaneve non interessavano i soldi!»

   «Che ne sai? Ci hai parlato?»

   «È una fiaba!»

   «Appunto! Cerca di tenere i piedi per terra, Brit!»

   Lei s'immusonì. «Come puoi non credere all'amore vero?!»

   «Non ho detto questo», si difese Alvin, piccato. «Se mi parli di Biancaneve, è ovvio che ti rido in faccia. Mi porti l'esempio di una che trova l'amore dopo aver vomitato una mela! Magari proprio la metà di quella di Plutonio!»

   «Oh, cielo!» esclamò con fare teatrale Brittany, scandalizzata da quell'assoluta mancanza di poesia. «Biancaneve non vomita la mela avvelenata!»

   «Va bene, sì, la sputa», le concesse lui, cercando di essere il più accomodante possibile. «Cosa cambia? Fa comunque schifo!» non si trattenne tuttavia dal dire. Solo quando si rese conto che la sua amica stava montando su tutte le furie e che di lì a poco gli avrebbe perforato i timpani a suon di urla, Alvin decise di sfoderare uno dei suoi sorrisi più adorabili. «Ma qui stavamo parlando dell'amore vero, che vince su ogni cosa e sorvola anche sul vomito e la saliva», disse in tono più pacato, sperando che tanto bastasse a placarla e a salvargli l'udito.

   Pur rendendosi conto dell'insincerità di quel disgraziato, Brittany lasciò correre e sospirò. «Vedi», ricominciò allora, le mani strette al petto, «ci sono cose che, semplicemente, le senti. Dentro. Nel profondo dell'anima.» Anche a lei era capitato, una volta, proprio per via di Alvin. Era persino stata sul punto di dirglielo, ma poi lui le aveva fatto scappare la pazienza perché aveva frainteso l'intera situazione, arrivando a credere che lei fosse stata posseduta nientemeno che da un ultracorpo. Da quella volta, Brittany aveva deciso di mettere una croce nera sull'intera faccenda e di non pensarci più. Se non che, tra il dire e il fare...

   Sospirò di nuovo, rassegnata. «Prima o poi accadrà anche a te», si limitò ad affermare, riprendendo il libro in mano con l'intenzione di tornare a studiare.

   Alvin si accigliò di nuovo. «Frena un momento. Stai forse dicendo che a te è già successo?»

   «Platone visse fra il V e il IV secolo avant...»

   «Mi vuoi rispondere?!» esclamò, rubandole il volume dalle mani.

   «Cosa cambierebbe, per te?» domandò Brittany, stizzita per quel comportamento infantile.

   Lui aprì la bocca per rispondere, ma lì per lì non riuscì a trovare una buona scusa. «Io... voglio solo saperlo.» La vide inarcare un sopracciglio con fare scettico. «Sono curioso, ok?»

   «Va bene», lo accontentò l'altra. «Credevo mi fosse successo, sì.»

   «Credevi

   «Poi mi sono resa conto che lui è un bel cretino.»

   «Oh!» saltò su Alvin, a quel punto. «Derek? Parli di lui, vero?»

   Non ottenne risposta.

   «Vero?» insistette.

   Brittany si ostinò al silenzio, fissandolo sempre più incredula.

   «Brit?»

   «Io... non posso davvero credere che tu sia così cretino.»

   «Cos...?»

   «Studiamo», ordinò lei, tornando con foga a impossessarsi del libro.

   «Quindi non è Derek?»

   «Zitto.»

   «Andiamo, che ti costa dirmelo?

   «Sssh!»

   «Mi basta il suo nome.»

   «Alvin», si arrese Brittany a quel punto, fissandolo dritto negli occhi.

   Lui la guardò di rimando, colpito dalla sua serietà. Neanche per un istante, però, fu colto dal dubbio che la sua amica avesse vuotato il sacco, credendo piuttosto che lei, con fare imperativo, gli stesse ordinando il silenzio semplicemente chiamandolo per nome. La verità era che gli seccava. Molto. Non lo avrebbe ammesso con nessuno, ma sì, il pensiero che Brittany potesse aver provato qualcosa per qualcun altro lo disturbava profondamente. Anzi, lo mandava ai matti. Era quello, l'amore vero di cui avevano discusso fino a un attimo prima? Era dunque Brittany, l'altra metà della sua mela? Anche quel test, quello che tempo prima Simon aveva dichiarato affidabile, lo aveva messo in coppia con lei, definendola addirittura la sua compagna di vita spirituale. Diamine, pensò fra sé, quel Plutonio doveva essere stato uno che la sapeva lunga...

   Deglutendo a vuoto, abbassò infine lo sguardo e si massaggiò la nuca con aria quasi mortificata. «Ok... se non vuoi dirmelo, lo rispetto...» mormorò in un tono che non sembrava appartenergli.

   «Cos...?» balbettò Brittany, battendo più volte le palpebre, confusa.

   «Sì, insomma...»

   Quindi, realizzò vedendolo in difficoltà nell'esprimere un pensiero di senso compiuto, Alvin non aveva capito che si trattava di lui? Possibile che fosse così ottuso?

   Le sfuggì un verso demoralizzato dalle piccole labbra rosa e lui si fece di nuovo tutto orecchi. «È proprio un cretino.»

   «Chi?»

   «L'altra metà della mia mela.»

   «Quindi esiste!» esclamò Alvin, visibilmente allarmato.

   «È proprio questo, il punto! Esiste per tutti!»

   «Oh, giusto», disse, facendosi riflessivo. Brittany lo osservò spremersi le meningi, sembrava preoccupato. Proprio come quella volta in cui lui e i suoi fratelli si erano convinti, erroneamente, che a lei e alle sue sorelle potesse interessare Kevin. In quell'occasione aveva davvero creduto che Alvin si fosse reso conto di quanto lei fosse importante.

   Sorrise maliziosa e gli si avvicinò come un demone tentatore. «Quindi adesso ci credi?»

   Gli occhi di lui tornarono su quelli di lei per un lungo attimo. Tutta quella storia della mela divisa in due parti gli sembrava ancora una mera favoletta, ma non poteva certo ignorare che Brittany avesse su di lui un ascendente di un certo peso. La cosa lo turbò nel profondo, sconvolgendo ogni sua certezza.

   «Finalmente sono riuscita a farti tacere», dichiarò soddisfatta lei, recuperando il libro e rimettendosi comoda sul letto, la schiena contro i cuscini di Alvin, tornati al loro posto. «Forse è la volta buona che riusciamo anche a finire questo dannato compito.»

   Lui rimase a fissarla inebetito per qualche altro istante, ma poi, senza più dire una parola, le sedette accanto. Un fin troppo familiare gorgoglio allo stomaco gli impedì di concentrarsi a dovere sul resto della sessione di studio, facendo di nuovo inalberare la sua compagna. Alvin sorrise comunque fra sé perché, diamine, Brittany era bella anche quando si arrabbiava.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro