Perfect.
THIRSTY: avido, assetato
ONLY : solo, unico
TRUE: autentico, fedele
IMMORTAL: immortale.
"We are the kids of war and peace."
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LUX
Il ticchettio della matita sul tavolo si faceva sempre più intenso ad ogni mio movimento con le dita. L'argomento di storia sotto ai miei occhi sembrava essere oscuro alla mia memoria e la tisana che avevo preparato per studiare meglio si era ormai raffreddata.
Avevo deciso di buttarmi sui libri, visto che tanto non sarei riuscita a chiudere occhio tutto il pomeriggio. Ma anche studiare si era rivelato un'impresa ardua quando Harry "bipolare" Styles mi aveva regalato il suo libro preferito, il libro che aveva avuto le dita di sua madre a sfogliarlo.
"E se non fosse lui?" la mia mente mi suggerì, cercando di distogliermi dal pensiero insistente.
E se non fosse lui me ne farei una ragione comunque.
Però se fosse lui? Se fosse lui dovrei parlargli, dovrei ringraziarlo?
Mille domande mi balenarono in testa che a breve rischiava di scoppiare dai troppi pensieri. Volevo solo sapere perché Harry avesse fatto un gesto simile quando non sembrava interessarsi minimamente a me. Ero confusa.
"Ehi mocciosa" mio fratello aprí la porta della mia stanza.
"C'è la tua amica Vicky al telefono".
Mi avvicinò il telefono e io lo presi mimandogli un grazie con la bocca prima che se ne andasse via, lasciando la porta semiaperta di camera mia alle sue spalle. La chiusi con una gamba e mi sdraiai sul letto.
"Ví? Non potevi chiamarmi sul cellulare?" le chiesi.
"Ogni volta che provo a chiamarti parte sempre la segreteria. Hai il cellulare rotto evidentemente. Così a mali estremi, estremi rimedi e ti ho chiamato a casa."
Alle sue parole mi ricordai di aver spento il cellulare per studiare meglio, abbandonando completamente ogni motivo di distrazione.
"Hai ragione, sono un'idiota ho dimenticato di averlo spento per studiare storia." Le dissi.
"Stai davvero studiando il venerdì? Dai Elle non puoi essere seria." Le parole esasperate della mia migliore amica mi arrivarono alle orecchie.
"Beh scusa se cerco di migliorare in storia. Sta mattina mi ha sorpreso mentre ero con la mente su un altro pianeta, sento che la prossima interrogazione sarà la mia." feci un lungo sospiro e iniziai a sfogliare le pagine del libro nervosamente.
"Sei piuttosto esagerata, potresti smetterla di pensare sempre al peggio una volta ogni tanto. Ad ogni modo ti ho chiamata perché mi sono informata sulla storia del libro."
A quelle parole sgranai gli occhi, sperando profondamente di aver sentito male.
"Tu cosa?" le dissi urlando, ero così furiosa che avrei voluto ucciderla.
"Calma hulk, ho chiesto a Zayn." Avrei potuto sentire la mia migliore amica del tutto indifferente, mentre cercavo di calmarmi per la figura da idiota che avevo fatto.
"Non sei seria Vicky. Hai idea della figura da stupida che ho fatto? Insomma a quest'ora staranno ridendo di me." Mi passai una mano sul viso, cercando di svegliarmi da questo incubo.
"La smetti di pensare che tutti ridano di te? Perché dovrebbero? Solo perché ti è arrivato un libro con una dedica da uno sconosciuto? Ho semplicemente domandato, è lecito no? A quanto pare però, non è stato il nostro amico Harry, che razza di gay." Le ultime parole della mia migliore amica arrivarono con un sospiro esasperato.
Per un attimo ci fu silenzio. Da una parte sapevo che Harry non fosse il tipo da regalare cose così personali per far colpo su una ragazza, come sapevo che Harry non provasse nemmeno a fare colpo sulle ragazze.
Era enigmatico. Il fatto di stargli accanto significasse stare vicini ad una bomba esplosiva che non giocava a favore di nessuno. Harry stesso lo sapeva, tenendosi a distanza da chiunque.
Lo avevo capito, avevo compreso solo guardandolo il muro di menefreghismo che aveva creato con il tempo parlandogli questa mattina in spiaggia.
Eppure qualcosa dentro mi logorava. Il fatto che non fosse stato lui a regalarmi quel libro mi dava fastidio, quasi come se il mio corpo avesse esigenza di avere qualcosa di suo, come segno che nella mia vita fosse passato un ragazzo che avesse occupato i miei pensieri costantemente, in positivo o in negativo che sia.
Perché era la verità, Harry poteva essere fastidiosamente sincero e schifosamente brutale talvolta, ma restava comunque una persona difficile da dimenticare, nonostante cercasse sempre di passare schivo e inosservato agli occhi di tutti.
"Elle, ci sei?", la mia migliore amica interruppe lo stato di silenzio della conversazione che stavamo avendo a telefono. "Non pensiamo a quell'idiota adesso. Per le nove e mezza voglio che tu sia pronta, sta sera abbiamo una serata e non voglio sentire scuse, okay?". Vicky parlò in fretta, attaccandomi il telefono di casa subito dopo, incapace di farmi replicare.
Che stronza, sapeva perfettamente che avrei declinato l'offerta, così aveva deciso di staccarmi il telefono in faccia per non sentire la risposta che avevo da dirle. Provai a chiamarla insistentemente ancora, ma niente, la segreteria di Vicky partiva al secondo squillo della chiamata, ero fottuta.
Mi alzai dal letto sbuffando e mi diressi verso l'armadio.
Niente, non c'era niente che potessi mettermi di carino per questa sera, avevo un disperato bisogno di fare shopping uno di questi giorni.
Optai per una delle t-shirt di mio fratello che mi stavano larghe, un paio di short chiari e delle scarpe comode al piede. Non avrei mai indossato tacchi se non occasionalmente, odiavo sentirmi scomoda.
Trascinai il mio corpo in bagno sbadigliando sotto la doccia in modo da svegliarmi dallo stato di stanchezza, avrei voluto dormire per ore. Era da un giorno che non chiudevo occhi e Vicky non aveva pietà di me abbastanza evidentemente.
Provai a nascondere le occhiaie evidenti e non rimasi sorpresa quando non riuscii nel mio intento nonostante il fondotinta super coprente.
Mi guardai il viso più di una volta. Banale. Pensai.
Oggi era evidentemente uno di quei giorni dove avevo l'autostima sotto i piedi. E non avrei potuto farci niente, visto la mia mente avrebbe sempre e comunque deciso per me.
Ogni talvolta che mi guardavo allo specchio mi sentivo sbagliata, troppo grassa, troppo bianca in viso, con troppe smagliature o semplicemente troppo umana da comprendere di non essere una Barbie. In ogni caso mi ripetevo sempre che non avrei potuto farci niente. C'erano certi giorni in cui mi rassegnavo felicemente ed altri invece in cui i pensieri come quello di dimagrire, di andare in palestra, mi tormentavano per mesi, finendo con il logorarmi dentro.
I miei pensieri finirono quando sentii il suono del clacson e mi resi conto che passai più di un'ora a prepararmi, finendo con il ritardare comunque.
Afferrai la mia borsa dopo aver lavato velocemente i denti e mi precipitai giù dalle scale verso l'uscita di casa, dove c'era Vicky con suo fratello ad attendermi.
"Ehi Elle! Sali in macchina siamo in ritardo."
Mi diressi verso il lato posteriore della costosa macchina del fratello di Vicky.
"Cavolo questa è una Bentley appena uscita dalla fabbrica?" Lo stupore nella mia voce si sentii così tanto che il fratello di Vicky, Taylor, rise di gusto tenendo ancora gli occhi puntati sulla strada.
"Finalmente una che si intende di motori, come va Lux? La tua famiglia non la vedo dal giorno del ringraziamento. Come stanno?"
Taylor abbassò il suono della musica che riempiva lo spazio della macchina così da potermi sentire meglio.
"Bene Ty. Mamma continua a cucinare come se non ci fosse un domani e papà è sempre occupato con il lavoro." gli sorrisi, guardandolo dallo specchietto retrovisore.
"Taylor accelera, siamo in mega ritardo e i ragazzi ci stanno aspettando." Vicky colpii il braccio del fratello che la guardó con un cipiglio sul volto.
"Ragazzi? Se non ci fosse Lux direi che sta sera hai intenzione di drogarti con qualche tossico e magari chi sa cosa"
"Ti odio. Non potresti fidarti di me per una volta? Mi stai addosso." Vicky sbuffò, incrociandosi le braccia.
"Non litighiamo. Taylor ha ragione è solo preoccupato per te, Vì." Allungai le braccia verso la mia migliore amica per abbracciare lei ed il suo sedile anteriore.
"Odio quando vi coalizzate contro di me. È da quando abbiamo 5 anni che voi siete una squadra e io il nemico da sconfiggere, devo trovarmi un alleato." Pensó la mia migliore amica, imbronciandosi.
"Noi siamo la squadra. Andremo anche al college insieme e diventeremo dei chirurghi di successo, mentre tu farai la ragazza immagine e verrai diseredata dai nostri genitori. Vero Lux?" Taylor mi guardò dallo specchio retrovisore e mi fece l'occhiolino. Arrossii.
Era bello, con i capelli biondi cenere perfettamente in ordine ed i suoi occhi blu chiaro.
"Cos'hai contro le ragazze immagini? Maschilista del cazzo. Diventerò famosa e guadagnerò più di te." Vicky gli fece la linguaccia, aprendo lo sportello della macchina.
"Dovresti ringraziarmi. Non sopporterai gli esami di medicina grazie a me. Sono io quello che porta avanti la tradizione. Due medici come genitori e tu vuoi diventare famosa in tv."
Alle parole del fratello, Vicky sbatté la porta della macchina e si dileguò di fretta, prendendomi per il polso e trascinandomi con lei.
Entrammo nel locale stile anni 60. La canzone dei Led Zeppelin "Whole Lotta Love" suonava ad alto volume, tanto che le urla delle persone presenti nel locale erano sommerse dalla musica.
"Elle, vieni, ci sono i ragazzi. Ci aspettano al tavolo vicino il jukebox."
Vicky, che non mi aveva lasciato per un secondo il polso, mi trascinò ancora con se, facendomi ritrovare davanti Zayn, Alex, Luke ed Harry.
"Ehi scimmioni. Avete già ordinato?! Quanto potete essere maleducati." Vicky si sedette sul salottino rosso, facendomi ritrovare faccia e faccia con Harry Styles.
"Harry odia il ritardo. Così per fargli tappare quella bocca abbiamo deciso di prenderci qualcosa per primi. Tranquilla, non abbiamo ancora finito di bere." Luke fece le spallucce e chiamò il cameriere.
Nel frattempo i miei occhi si girarono verso il ragazzo di fronte a me, che non smetteva di fissarmi come uno stalker.
"Cos'hai da guardare?" lo risposi acidamente, pentendomi poi un secondo dopo. Non potevo trattarlo così solo perché avevo scoperto che il libro non mi era stato donato da lui.
"Calma tigre, hai dormito poco? Ti vedo un tantino suscettibile". Harry mi guardò ghignando. Si era accorto delle mie occhiaie, perfetto.
La mia migliore amica che era intenta a filtrare con Zayn, si girò verso Harry e lo guardò alzando gli occhi al cielo "ti prego non fissarla Harry o resterà per almeno una settimana in casa con i suoi complessi mentali".
Mi girai di scatto verso di lei, dandole un pugno sulla spalla. "Smettila Victoria o ti lascio qui." La guardai impassibile, la storia del mio aspetto non era un argomento che avrei voluto affrontare a tavolino.
Vicky alzò le braccia e si scusò, lasciando me ed Harry ancora intenti a guardarci.
"Hai dei complessi? Pensavo avessi solo sogni irrealizzabili in quella testa. Sono colpito." Harry si toccò il petto e spalancò gli occhi in modo teatrale.
Non risposi. Non avevo niente da dirgli, ero stanca e lui non avrebbe avuto il peggio di me oggi.
Ma Harry sembrava avercela con me, tanto che iniziò a darmi colpetti col piede sul ginocchio.
"La smetti? Sembri un bambino iperattivo." Lo fissai, esausta. Volevo dormire.
Alex si girò verso di me e mi fissò con un cipiglio sul volto, "Come mai non hai dormito? Abbiamo tutti fatto un pisolino prima di stare qui."
"Ho studiato per storia. Odio questa materia e sta mattina mi ha beccato con la testa sulle nuvole. Sento che la prossima interrogazione sarà la mia e non voglio rovinarmi la media prima delle vacanze estive."
"Perché non provi a studiare con Vicky? Avere qualcuno che ti aiuti è importante. Soprattutto se è una materia che non ami." Zayn mise la mano sulla spalla alla ragazza che aveva nominato.
"Vicky non è di compagnia nello studio e non sa nemmeno la sua data di nascita. Finirò per rovinarmi la media e non presentare più la domanda per i college. Nessuno mi accetterà e io finirò per vendere pezzi di ricambio macchine con il mio vicino di casa." Finii il mio discorso velocemente, ottenendo una faccia sconvolta da tutti i presenti al tavolo.
"Ti aiuto io." Harry mi guardò serio. "Sono bravo in storia, avevo il massimo dei voti in quella materia alle superiori. Però voglio un patto." Harry si alzò dal divanetto rosso dinanzi a me e si sporse fino ad arrivare al mio orecchio destro
"Voglio che tu non abbia più complessi o che almeno che tu smetta di riempirti la testa con paranoie inesistenti."
Arrossii e rabbrividii dal contatto delle sue labbra sulla mia pelle, non aspettandomi affatto queste parole da lui.
Si sedette di nuovo e mi guardò con un sorriso sghembo. "Affare fatto?"
Lo guardai con gli occhi che ancora vagavano nei suoi "affare fatto" risposi.
"Che palle voglio sapere" la mia migliore amica si sporse verso di me, ma io risi e le presi il menu tra le mani.
"Allora giro di tequila? Ne voglio almeno tre e a fine serata voglio farmi la cameriera." Luke si alzò di botto, sbattendo la mano sul tavolo.
Tra di noi si accese una risata generale, mentre Harry era l'unico serio con gli occhi ancora fissi su di me.
Che serata.
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Ho aggiornato!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Xxx
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