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Tɦɛ ʍօռstɛʀ iռsiɖɛ ʍɛ

Eren's pov

Levi me l'aveva promesso e io di lui mi fidavo.
Non ho mai saputo spiegare nemmeno a me stesso il perché, ma era già da tempo che sentivo che qualcosa dentro me stava cambiando e non era qualcosa di buono.
Era qualcosa di cattivo, qualcosa di crudele di cui io stesso nutrivo timore.
Era come se il mio gigante avesse fame e stavolta non fame di titani, fame di... persone.
Ma dovevo stare tranquillo, sì. Levi mi aveva promesso che qualunque cosa sarebbe successa lui era al mio fianco, pronto a fermarmi a qualunque costo.

Allora perché avevo tutta questa paura?

- Eren.

Ero assolto nei miei pensieri più profondi quando sentii la voce di qualcuno alle mie spalle.
Sorrisi, perché sapevo riconoscere quella voce tra mille. Solo a lui poteva appartenere un tono di voce tanto bello che ogni volta mi faceva rizzare i peli sulle braccia, solo al mio adorabile nanetto.

- Levi, eccoti! Ti stavo aspettando... Allora? Cos'ha deciso Erwin?

Lo guardai fare il giro del letto, dove io ero seduto.
Eravamo nella sua stanza, la sera prima avevo dormito con lui, accoccolato al suo petto dopo averlo fatto mio ancora una volta, dopo aver marchiato la sua pelle per assicurarmi che tutti vedessero a chi appartenesse adesso.
Si sedette al mio fianco e potei vedere i suoi occhi sottili vaganti in chissà quali preoccupati pensieri.

- Ha deciso quello che temevamo.

- Quello che temevi tu, vorrai dire.

- È pericoloso Eren.

- Tutto quello che facciamo all'interno del corpo di ricerca è pericoloso, Levi! Solo che questa volta abbiamo la possibilità di ritornare a casa con qualcosa di importante nelle mani...
Nella mia cantina viene custodito il segreto dei giganti, se soltanto ci arrivassimo magari questa follia avrà la sua giusta fine!

Ero più che deciso a dirigermi verso la mia casa, dove ero nato, dove ero cresciuto insieme a Mikasa e ai miei genitori, lo stesso luogo in cui vidi mia madre venire divorata da un fottutissimo gigante, dove in cantina veniva custodito il segreto sui titani.
Il ricordo della morte di mia madre mi fece male e deglutii un grumo di saliva, ma fortunatamente Levi parve non rendersene conto, era troppo assolto dalle sue preoccupazioni, il che era un bene per me, non volevo farmi vedere debole da lui.

- Tu non sei pronto per questo.

- Scusami?

- Non sei pronto per andare nel wall Maria, Eren! Tua madre è morta lì e tu non hai superato la cosa.

- Certo che non l'ho superata, quale figlio potrebbe superare una cosa del genere!? È proprio per lei che devo raggiungere la mia cantina, io devo ammazzarli tutti, devo far cessare tutto questo, lo devo a lei e a tutta l'umanità! Lo devo a Mikasa, ad Armin... A te!

Non mi importava di quel che diceva. Per una volta non mi importava davvero, io volevo andare lì, volevo prestare la mia forza al comandante Erwin e a tutti i soldati. Loro credevano in me e non li avrei delusi.
Quello che ora mi premeva era sperare nell'appoggio di Levi, avevo bisogno che si fidasse di me.
Gli presi una mano, era fredda e questo mi fece capire che fuori doveva esserci il gelo più totale.
Io non ero mai freddo invece, ero sempre incredibilmente caldo e sapevo che a lui piaceva questo mio particolare.
Tutte le notti passate insieme, lui si stringeva al mio corpo e riusciva a dormire senza che i suoi soliti incubi lo assalissero, svegliandolo prima che potesse farsi una sana dormita.
Ero felice di notare che da quando dormivamo insieme le sue occhiaie si erano ridotte di molto.

- Ti prego Levi, guardami.

Era stupendo poterlo chiamare per nome, anche se "Heichou" di certo non mi dispiaceva.
Ogni volta che io prendevo lui o lui prendeva me lo urlavo fino a rimanere senza voce.
Inoltre la nostra relazione era segreta, volevamo aspettare che compiessi i diciotto anni prima di renderla pubblica e non vedevo l'ora.
La cosa mi recava del fastidio, a volte temevo quasi che lui si vergognasse di dire che fosse innamorato di me, un semplice moccioso che poteva trasformarsi in un mostro.
Però quando ci ragionavo su potevo capirlo, Levi era molto più grande di me ed io ero minorenne. Sia mai lo incolpassero di pedofilia...
Finalmente alzò gli occhi ai miei, nonostante la serietà della sua espressione io sapevo che in quel momento era molto preoccupato per me.

- Tu sei l'uomo più forte dell'umanità, no? Se hai veramente così tanta paura per me proteggimi, così non mi accadrà nulla!

Esposi un sorriso sornione, uno di quelli idioti che sapevo a lui piacevano.
In tutta risposta sentì qualcosa di morbido posarsi sulle mie labbra e ci misi poco a realizzare che erano le sue.
Erano calde, morbide, dolci... Potevo quasi sentire il "ti amo" che ancora non mi aveva detto.

- Se ti succede qualcosa ti ammazzo.

Malgrado la sua minaccia non avesse alcun senso, c'era da ammettere che mi aveva quasi impaurito. Anche se scherzava aveva un modo di dire le cose che faceva raggelare il sangue nelle vene.
Sorrisi dopo il suo bacio, accompagnandolo con gentilezza a sdraiarsi di schiena sul letto, fermandogli dolcemente i polsi sopra la testa.
A Levi non importava di star sopra o sotto di me, a lui andava bene qualunque posizione purché godesse, purché ansimasse il mio nome contro la mia pelle e lo stesso valeva per me, sopra o sotto era irrilevante... Ma tuttavia avere Levi sotto di me era stupendo, soprattutto quando iniziava a contorcersi sotto il mio corpo e tra le lenzuola in balia del piacere.
Anche quella notte finimmo per passarla insieme, l'ultima notte prima dell'inizio dell'inferno all'interno del wall Maria.

Levi's pov

Alla fine Erwin aveva deciso quello che per me altro non era che una totale pazzia.
Far andare Eren nel wall Maria adesso secondo me non era saggio, inoltre quel posto era un inferno, pullulava di giganti.
Il solo pensiero di quante vite sarebbero morte in quella spedizione mi faceva male al cuore, quel cuore che dopo anni, dopo la morte di Farlan e Isabel, Eren era riuscito a risvegliare e giuro, io stesso dovevo ancora riuscire a capire come.
Tutto quel che sapevo era che mi preoccupavo sempre per lui, che volevo stringerlo a me tutte le volte che i suoi occhi si perdevano nei dolorosi ricordi del passato.
Gli ordini di Erwin erano stati presi, quindi potevo dire quel che volevo, ma quella spedizione si sarebbe comunque compiuta.
Quella notte non riuscii a chiudere occhio, mi chiedevo come diavolo facesse Eren a dormire così tranquillo dato quel che ci aspettava l'indomani.
Almeno potei perdermi a fissare il suo viso rilassato, dormiente. Lo trovavo adorabile ed era mio, soltanto mio.
L'alba purtroppo non tardò ad arrivare, io ed Eren ci vestimmo velocemente, indossando sia i mantelli verdi con lo stemma del corpo di ricerca, sia (ovviamente) l'armamento per lo spostamento tridimensionale.
Alle sette del mattino eravamo già davanti al grande cancello che divideva il paradiso dall'inferno.
Eravamo in totale almeno duemila uomini e già sapevo che almeno la metà di loro non avrebbe più fatto ritorno. In ogni caso la mia attenzione sarebbe stata incentrata solamente su Eren, sia per mio volere che per ordine di Erwin.

- Oltre questa porta ci aspettano i giganti, ma anche... la verità! La verità che viene custodita all'interno della cantina della casa di Eren.
Se vogliamo la vittoria del genere umano dobbiamo combattere, prenderci ciò che è nostro e tornare vincitori!

A quel punto Erwin si portò un pugno all'altezza del cuore, il segnale tipico che consacrava i soldati a dare il loro cuore (praticamente morire) per il bene del genere umano.

- SIATE PRONTI AD OFFRIRE IL VOSTRO CUORE!

A quel punto tutti i presenti alzarono le lame al cielo, urlando a pieni polmoni.
Ma in quella euforia io sentivo solamente paura e una gran voglia di ritornare dalle loro famiglie.

Come biasimarli?

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Angolo EreriShipper ♡

Salve gente! Spero che questa fanfiction possa essere di vostro gradimento, l'idea mi è venuta grazie alle role Ereri che faccio con la mia best. Il secondo capitolo uscirà a breve, ma se magari lasciaste un commentino per dirmi cosa ne pensate mi spronereste a continuare.
Grazie per la vostra attenzione, alla prossima ❤

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