Caքɨtօʟօ 4: tɦɛ ʍօռstɛʀ ɨռsɨɖɛ ʍɛ
Eren riaprì gli occhi, avvertendo un rapido fastidio agli stessi per via di qualche raggio di sole infiltratosi prepotente dalla finestra alla propria sinistra.
Si sentiva debole, spossato e non ci mise molto a capire che era una conseguenza data dalla trasformazione in gigante.
Ma non capiva, quando si era trasformato?
Non ricordava assolutamente niente, se non... Oh Dio no, Armin! Già, ricordava solo il titano divorare il biondo e poi il buio.
Si mise seduto all'improvviso, le lacrime che uscivano copiose dai suoi occhi di un colore indefinito.
Quindi Armin era morto?
Stava per urlare il suo dolore, quando un lieve mugolio catturò la sua attenzione.
Vide Levi, seduto al fianco del proprio letto, col busto piegato in avanti per posare sullo stesso.
Aveva vegliato su di lui? Un sorriso si aprì sulle labbra del ragazzo e malgrado il dolore emotivo le sue dita si mossero verso Levi, notando, prima di toccarlo, una benda attorno alla sua nuca.
Ma che diavolo era successo? Cosa si era perso?
Lo toccò comunque, attento a non sfiorare la benda.
"Moccioso..."
Il corvino aprì lentamente gli occhi, alzandoli al viso di Eren.
Il castano lo accolse con un sorriso, asciugandosi le lacrime col dorso di una mano.
"Ti sei svegliato, finalmente."
"Già... Per quanto ho dormito?"
"Due giorni."
"COSA?"
"Porca troia Eren, riesci a non urlare ogni tanto? Ho un fottuto mal di testa."
Il rimprovero di Levi gli fece mordicchiare il labbro inferiore, desolato.
"Ma che cos'è successo? Insomma, ricordo solo che Armin è... Che Armin è..."
"Armin sta bene, siamo riusciti a salvarlo."
"DAVVERO?"
All'ennesimo urlo, Levi freddò il ragazzo che subito calò la nuca in segno di scuse.
Il moro sospirò, alzandosi per avvicinarsi al suo viso.
Era così diverso dal mostro che era diventato due giorni fa... Chiuse gli occhi e senza dire una parola raggiunse le sue labbra, lasciandovi un delicato bacio, che Eren percepì a malapena.
Di solito i baci di Levi erano caldi, sapevano esprimere tutto quello che egli non riusciva a parole.
Quella volta, quelle labbra, erano gelide come la morte.
Il castano stava comunque per ricambiare quando, l'improvviso e violento aprirsi della porta, lo fece sussultare.
Come prima cosa registrò l'entrata del Comandante Erwin e stava anche per salutarlo, se solo il suo schiaffo non gli avesse fatto voltare dolorosamente il viso verso destra, sputando del sangue.
"CHE CAZZO FAI?"
Levi intervenne subito, gli occhi color ghiaccio dilatati di rabbia e preoccupazione.
Eren rimase immobile, paralizzato, una mano premuta sulla guancia, mentre una sola domanda gli frullava persistente nella testa; perché?
Che cos'era successo? Che cosa aveva fatto? In quello stesso momento una pessima sensazione gli logorò le viscere.
"Gli ho detto di calmarsi, di prendere una camomilla, ma non ha voluto darmi ascolto!"
Hanji entrò poco dopo Erwin, dirigendosi da quest'ultimo a grandi passi.
Lo sguardo di Levi era puro ghiaccio, fisso in quello azzurro del biondo.
"Ti credevamo nostro alleato Eren, come hai potuto!?"
"Erwin, guarda che non è stata colpa sua..."
"Hanji, sta' zitta! Non passerò sopra alla faccenda solo perché tu adori il suo titano. Ha fatto una strage!"
"U-Una strage? Signore, ma di cosa... di cosa state parlando?"
Questa volta fu Eren a parlare, la voce rotta dallo sgomento più puro.
Quelle parole non gli piacevano nemmeno un po' e lo sguardo di Levi, basso come se cercasse di scappare da qualcosa, gli fece veramente tanta paura.
"Dopo aver creduto che Armin fosse morto, ti sei trasformato in gigante ignorando i miei ordini. Puoi anche aver perso il controllo, certo, può anche non essere colpa tua, ma hai divorato quindici uomini, Eren. Quindici compagni che credevano in te!"
Le parole del Comandante Smith ebbero l'effetto di un pugno strapotente sullo stomaco, uno schiaffo improvviso, un pugno al naso.
Eren rimase paralizzato, seduto sul letto con gli occhi verdi varianti all'azzurro, fissi in un punto indefinito della stanza.
"Uscite."
Esclamò categorico Levi e poco dopo, con estrema fatica, Hanji spinse Erwin fuori dalla stanza, lasciando soli Eren e Levi.
Il silenzio era piombato nella stanza come una condanna e per qualche istante Levi preferì non dire nulla, in piedi vicino al letto a scrutare silenziosamente l'espressione indecifrabile di Eren.
"Moccioso."
Cominciò, ma non riuscì neanche a continuare poiché Eren si alzò di scatto, correndo al bagno.
Levi lo seguì, distogliendo lo sguardo immediatamente quando il ragazzo vomitò all'interno della tazza.
Solo bile e acidi gastrici, di certo non avrebbe vomitato carne umana.
Era stato lo stomaco della sua forma titanica ad ospitare tutti quei corpi, di certo non il suo, ma era stato comunque lui.
Le lacrime grondavano dagli occhi e mentre rimetteva il nulla dentro il WC, prese ad urlare per la disperazione.
Levi si avvicinò, ma quando provò a toccarlo per scostargli i capelli dalla fronte, Eren gli schiaffeggiò via la mano, il mento sporco di saliva.
"PERCHÉ NON MI HAI FERMATO? ME LO AVEVI PROMESSO! CAZZO LEVI, ME L'AVEVI PROMESSO!"
Quelle urla scossero l'animo dell'uomo, poco distante da Eren.
La sua rabbia e il suo dolore erano un miscuglio che insieme recavano un dolore maggiore al corvino.
Già, perché non l'aveva fermato? Perché non era riuscito a reagire e a prendere in mano la situazione?
"Tutte quelle persone sono morte a causa mia, non tua. Io dovevo fermarti e non ci sono riuscito."
"Tu non ci hai nemmeno provato, vero? VERO?"
Urlava, stava urlando di nuovo, ma di certo Levi non lo avrebbe rimproverato per questo, non adesso.
"...Cos'altro è successo? Dimmelo."
"Niente."
"Dimmelo!"
Si vide afferrare per le spalle da Eren, annegando nei suoi occhi in quel momento invasi dal dolore e dalla rabbia, una rabbia sempre presente e che non si dileguava mai, non del tutto.
Il corvino non abbassò lo sguardo, anzi. Come sempre era in grado di guardare negli occhi il prossimo, sotto ogni situazione.
"Hai cercato di divorare anche me. Mi hai inseguito per diverso tempo, la ferita alla testa me la sono procurata proprio mentre cercavo di evitare i tuoi colpi."
A quell'ennesima verità, le gambe di Eren cedettero e lui cadde in ginocchio.
A quel punto andò a premere le mani al ventre, si piegò in avanti e cominciò ad urlare. Urla di dolore, indescrivibilmente strazianti.
Il moro lo guardò dall'alto, le iridi color ghiaccio congelati nella figura sofferente di Eren.
Le ginocchia di Levi toccarono il pavimento e le sue mani alzarono il viso del giovane, asciugando le sue lacrime coi pollici.
"Non è stata colpa tua, ma mia."
Ma ciò non parve confortare il ragazzo, che piuttosto riprese a piangere più forte, se possibile.
"Stavo per uccidere anche te... Mai più. Non mi trasformerò mai più in un titano... Mai più!"
Levi non si stupì, si aspettava parole simili. Tuttavia se avesse davvero rispettato fino in fondo quella decisione, sarebbero stati guai. Guai tremendi per tutto il genere umano.
"Va bene."
Si avvicinò alle labbra del ragazzo e quando Eren rimase fermo, in attesa di ricevere quel bacio, si ritrovò improvvisamente le mani chiuse dietro la schiena da un paio di manette. Sgranò lo sguardo al massimo, fissando gli occhi gelidi del moro.
"L-Levi, cosa...?"
"Il governo ti ha dichiarato in arresto fino alla sentenza che deciderà le tue sorti, mi dispiace Eren. Mi dispiace davvero."
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Angolo EreriShipper ♡
Salve gente! Voglio subito scusarmi per averci messo tanto, ma essendo quasi priva di commenti la storia, mi sono un po' demoralizzata e quindi per un bel po' mi è mancata l'ispirazione 😭
Come avete sicuramente potuto appurare, sono passata alla narrazione in 3° persona.
I primi capitoli li ho fatti in prima per rendere migliori i vari pensieri di Levi, più approfonditi, ma prediliggo di gran lunga la narrazione in 3° persona.
Spero non sia un problema. Al prossimo capitolo! ❤
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