Cap 24
Changmin PoV
Il cuore aveva iniziato a battermi all'impazzata nel petto, come se da un momento o l'altro sarebbe uscito dal mio petto per cadere davanti a quella porta chiusa in cui stavo attendendo.
Dopo l'ordine di Junsu, Taeyeon e due altre donne mi accompagnarono in un altro bagno, distante da quello che usavano i servi e lì, imbarazzato com'ero, venni lavato, profumato e vestito da altre donne.
Quell'angolo era ben arredato e con le pareti e la vasca fatta di marmo bianco e decorati con vari filamenti dorati e blu come l'oceano. Mi lavarono a fondo e, dopo questo, venni portato in un'altra sala dove mi spalmarono un unguento ed alcuni oli sul corpo, rendendo la mia pelle morbida e liscia.
Forse avevo compreso cosa voleva fare il Principe, ma dovevo trattenermi dallo scappare in quel momento.
Avrei cercato di parlargli, sperando di ricevere ascolto.
«Non ti devi preoccupare. È solo una usanza che facciamo, quando qualcuno visita le stanze del principe.»
Non potevano ingannarmi, ma bevetti quelle parole, indossando infine una lunga veste rossa con un laccio attorno al corpo senza null'altro sotto.
Fuori dai bagni, ad attendermi, c'era Junsu che mi squadrò dalla testa ai piedi, con una punta di rabbia che riuscì a catturare dal suo volto.
«Seguimi e non parlare. Tieni il capo basso e cammina in modo composto. Quell'ala del palazzo è vietata a quelli come te, ma ritieniti onorato ad entrarci per ordine del principe stesso.»
Non avevamo più parlato, camminando in silenzio fino a quella parte ben curata e sistemata del Palazzo.
C'era un immenso giardino attorno al cortine che percorremmo e diversi fiori, tra cui alcune rose rosse in fase di risveglio. La primavera era ormai vicina e, tra non molto, quel posto sarebbe stato un dipinto colorato ed elegante.
Quella parte del Palazzo era anche immensa, fatta di molte stanze e con diverse pitture di valore sulle pareti ed alcuni vasi cinesi a costeggiare il suo percorso.
Junsu si fermò davanti ad una determinata camera e si inchinò, iniziando a parlare e dicendo che ero arrivato.
«Grazie, Junsu. Puoi andare ora e lascia che entri.» la voce del principe era ferma e bassa, ma la udii dietro quella porta.
Junsu si alzò e mi rivolse un'ultima occhiata di rabbia, prima di andare via, lasciandomi davanti a quella porta.
Ed ora eccomi qua, indugiando nell'entrare e con l'impulso solo di scappare.
Mi avrebbero ucciso, se lo avessi fatto? Se fossi venuto meno a quell'ordine?
«Sei ancora lì?» la sua voce mi fece sussultare, costringendomi a portare una mano su quella maniglia per abbassarla ed entrare dentro quasi in modo fin troppo veloce, visto che per poco potevo cadere sulla mia stessa veste.
«Quanta fretta... Bastava rispondere e prendere il tuo tempo per entrare.»
Una volta dentro, lasciai la porta e mi guardai attorno, mentre questa si richiudeva alle mie spalle.
Quella stanza era grandissima, separata da una porta scorrevole che, in quel momento era aperta e dalle pareti ornate con motivi floreali che richiamavano lo stile giapponese di cui avevo letto nei libri della biblioteca del mio Signore.
Infondo alla stanza c'era il principe, seduto su un Futon con anche lui una lunga vestaglia blu e con vari disegni di fiori di ciliegio azzurri, i capelli sciolti e lo sguardo puntato su di me.
Era serio, inizialmente, ma sul suo volto comparve in modo lento, un sorriso rassicurante allungando una mano verso di me.
«Avanza pure, non ti farò del male e poi... È tutto chiuso. Nessuno ci potrà vedere.» in effetti le porte finestre erano chiuse e coperte da delle tende bianche, facendo filtrare debolmente la luce del sole in quella stanza.
Deglutii, facendo dei passi incerti verso il futuro sovrano del mio regno e rimasi in piedi, incerto sul da farsi. Ma non avrei mai permesso che mi toccasse.
«Prego.» mi rivolse quelle parole in modo gentile, sembrando del tutto diverso dalla prima volta che lo conobbi.
«Non posso sedermi sul suo giaciglio. La prego di capirm-...»
«Te lo sto chiedendo con gentilezza o vorresti fosse un ordine?» mi interruppe, mantenendo lo sguardo sul mio viso.
Continuavo ad indugiare, ma misi da parte quella sensazione, prendendo posto su quel Futon.
Era estremamente morbido e confortevole, in più aveva il profumo delle rose, lo sentivo chiaramente da quella posizione.
«Bravo... Così. Ora distenditi, Changmin.»
«Cosa?» mi ritrovai a dire, riprendendomi dal vagare con la mente su quella morbidezza e quel profumo.
«Ho detto di distenderti, Changmin.» ripeté, sollevando le mani che posò sulle mie spalle, facendo una leggera pressione per farmi distendere, ma feci resistenza, facendo qualcosa che probabilmente mi sarebbe costato caro.
Nessuno, senza ordine del sovrano stesso, poteva toccarlo, ma lo feci, posando una mano sul suo braccio e cercando di spostarne una.
«Non... Non posso. Mi perdoni, maestà...»
E se fosse diventato come quella volta? Se mi avrebbe preso con la forza? Lì nessuno poteva aiutarmi.
Taeyeon non avrebbe potuto fare nulla e Junsu sembrava avermi preso davvero in odio senza dirmi il motivo, non c'era Khyuhyun e nemmeno Yunho... Ero solo in quel posto.
«Changmin, vorresti forse non ascoltare un mio ordine?» calcò bene le ultime parole, facendomi nuovamente deglutire.
«Maestà... Io... Io la prego, non mi faccia questo. Lei non meriterebbe qualcuno come me in questo posto e...»
«Forse non hai capito una cosa, Changmin.» mi interruppe lui, le sue mani che avevano iniziato a stringere la presa, facendomi male alle spalle esili.
Volevo scappare, volevo colpirlo e tentare di fuggire, ma non potevo. Il Palazzo era sempre sorvegliato e, anche se apparentemente sembrava in uno stato di quiete, sua Maestà il Re aveva messo degli uomini “speciali” attorno al proprio edificio come misura in più di sicurezza.
«Io... Io ho capito. Vorrebbe unirsi a me e passare quel momento, ma non...» il suo sguardo bloccò le mie parole e fu in un attimo che, con una pressione maggiore, riuscì a farmi ritrovare con la schiena su quel morbido Futon, sovrastandomi con il suo corpo.
I suoi lunghi capelli neri accarezzarono il mio viso, mentre i nostri occhi si incrociarono.
I miei impauriti e pieni di sorpresa, i suoi decisi e che non ammettevano repliche.
Si sporse verso il mio viso, inondandomi con il suo respiro caldo sulla guancia sinistra.
«Non solo. Changmin, tu sarai la mia concubina.»
Il tempo si fermò.
Tutto si fermò, come anche il battito del mio cuore che, per la paura, aveva dato di matto.
«La... la vostra concubina...?»
«La mia concubina reale, per essere più precisi.»
Stavo nuovamente per prendere la parola, quando un tonfo ci fece voltare entrambi verso la porta socchiusa della stanza, attirarti da un lieve rumore.
Lui si alzò, lasciandomi disteso e con il cuore che aveva ripreso a battere, avvicinandosi alla porta per aprirla del tutto e sgranare gli occhi.
«Junsu...?»
Junsu era a terra, il viso rivolto verso l'alto su quello del principe e con gli occhi lucidi, il volto totalmente sorpreso ed intriso di tristezza.
«Junsu.» stavolta lo disse con più decisione e si sporse ancora di più verso di lui, ma quest'ultimo si alzò di scatto, voltandosi e correndo via dalla sua presenza.
Fu in quel momento che avevo capito del perché di quel suo odio nei miei confronti: Junsu era innamorato del Principe.
Spazio autore
Ed ecco la rivelazione ( teoria/? ) di Changmin!
Il principe avrà mai compreso questa cosa dei sentimenti di Junsu?
Per ora lasciamo un bel punto interrogativo. ~
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ed alla prossima! ❤
P.s- Mi farebbe anche piacere se daste una lettura alla nuova fanfiction che ho postato da poco " Under the Moonglow ". ~
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