Cap 12
Changmin PoV
« La scrittura è un'arte. E l'arte va imparata. Osservi come si muove il... »
Continuavo ad osservare il pennello su quel foglio, mentre l'insegnante spiegava ogni passo.
Sapevo che la scrittura fosse un arte ed attendevo di sapere ogni piccolo simbolo, ogni hangul possibile per comporre delle parole e saperle leggere.
« Tu.. lui non è riuscito ad arrivare a dove sono arrivato io e Changmin.. non voglio solo il tuo corpo.. »
Le parole di Yunho mi tornavano spesso nella mente e, ogni volta che comparivano o che le sentivo al mio orecchio, finivo con l'arrossire inevitabilmente, tanto che spesso Kyu pensava stessi poco bene.
« Ora che ha visto come ho fatto, pronunci insieme a me questa parola e scriva qui ciò che ho scritto io. »
Il maestro era un uomo davvero gentile e paziente ed aveva iniziato ad insegnarmi parole semplici, lasciandomi anche dei compiti che facevo la sera nella mia camera.
Erano passate due lune dalla visita di Jaejoong ed avevo anche dimenticato quella sensazione che mi aveva trasmesso, dedicandomi agli studi di quelle parole e a scrivere. Ma quel giorno volevo imparare a scrivere altro, qualcosa che speravo il maestro non fraintendesse.
« Maestro.. posso interromperla? » domandai piano, la stanza impregnata di quel profumo di libri che tappezzavano gli enormi scaffali della biblioteca di quella casa.
Lui spostò lo sguardo su di me, guardandomi curioso perché era raro che lo interrompessi.
« Lo ha già fatto, signorino. Ma mi dica pure. » aveva ancora quegli occhi curiosi e per un attimo arrossì, sentendo le guance in fiamme.
« Lei.. potrebbe insegnarmi a scrivere questa parola..? »
Presi il foglio dove disegnai un cuore e glielo mostrai, sperando che capisse senza che dovessi dire quelle parole.
« Un cuore? Oh, si! Aspetta che ora glielo scrivo e lo ricopi, mh? »
심장
Osservai la scritta, sorridendo forse fin troppo e ricopiai con cura quelle due lettere sul foglio, guardandoli. Erano un po' storti, ma il significato era quello.
« La ringrazio ancora! Potrei uscire ora? Mancano solo cinque minuti, ma.. »
« Va bene, signorino. Ha anche studiato tanto oggi e cinque minuti non farebbero male a nessuno. Vada pure, la lezione è finita. »
Mi alzai e lo ringraziai con un sorriso ed un inchino, uscendo velocemente dalla biblioteca con il foglio ed il mio materiale. Era strano che non avesse fatto domande e che non abbia chiesto perché volessi sapere come si scrivesse "ti amo" in hangul, ma lo vidi come un segno di fortuna.
Ora dovevo solo lasciarlo a Yunho, ma il problema era come farlo? Andai ai piani lì dove c'erano le nostre camere e controllai che non ci fosse nessuno in giro.
La servitù era ai piani bassi, nelle cucine e nella sala da pranzo, visto che non mancava molto all'ora del pasto.
Lui doveva essere in giro e sapevo che non aveva nessun lavoro da svolgere, nessun viaggio.
Il corridoio era libero e camminai sulla punta dei piedi, arrivando alla sua camera che aprì ed entrai, chiudendo la porta alle mie spalle.
« Ora devo solo trovare un posto dove nessuno lo trovi, ma che lui possa trovarlo. » pensai parlando tra me e me e cominciai a pensare dove poter posare quel foglio ed uscire velocemente da lì.
Nessuno doveva trovarlo, nemmeno la servitù o Kyu stesso.
Mi avvicinai al letto, sollevando uno dei cuscini che sapevano del suo profumo. In quei giorni di "prigionia" non mi aveva fatto mai mancare nulla e sapevo anche che aiutava la mia famiglia, Kyu stesso me lo affermò.
« Qui sicuramente non lo troverà nessuno. »
I letti furono fatti stamattina presto e la servitù non l'avrebbe sistemata se non l'indomani. Aprì il fodero del cuscino e misi il foglietto dentro, nella parte dove avrebbe posato la testa e la richiusi. Ero così concentrato nel mio lavoro che non mi accorsi che qualcuno era entrato, andando ad avvolgere le sue braccia attorno alla mia vita.
« Volevi rifare il letto a modo tuo? » domandò quella voce che avrei riconosciuto a mille. Era entrato in modo troppo silenzioso o forse ero io troppo preso da quella missione.
« I..io no.. stavo solo.. »
« mettendo questo foglio. »
Prese con una mano il cuscino che tenevo e tirò fuori il foglietto che avevo ripiegato ed infilato.
No, non doveva leggerlo ora.
« Aspetti... Non ora.. l'ho trovato in giro, ma.. » non mi diede tempo di parlare, ma lo aprì davanti al mio sguardo, leggendo il contenuto con gli occhi attenti ed il mento posato sulla mia spalla destra.
Avrei giurato di sentire le orecchie andare in fiamme e le guance tingersi di quel rosso imbarazzato.
Avrei voluto sotterrarmi in quel momento, ma la sua risata mi costrinse a voltare il viso di lato per guardarlo. Sembrava divertito.
« Fa.. ridere..? » domandai piano, non capendo cosa ci fosse di divertente. Forse mi ero solo illuso quando aveva detto che avrebbe voluto avere anche il mio cuore.
Ma volevo davvero fargli capire che... In un qualche modo, con quel tempo passato insieme, lui un po' l'aveva, quell'amore.
« No, no. Ma.. cuore. Quindi sarei un cuore o...? »
« cuore..? ci è scritto cuore? »
« Nae, cuore. Perché? Cosa volevi scrivere? »
Non aveva lasciato la presa e sentì il suo petto alla mia spalla, le braccia ancora strette.
Cosa avrei dovuto dirgli? Sentì ancora le guance in fiamme ed il cuore battere velocemente, temendo quasi che anche lui potesse sentirlo.
« Si.. era, questo quello che volevo scrivere. Ma pensavo non si capisse da come ho scritto. »
« Bisogna fare pratica e piano piano avrai una caligrafia perfetta, Minnie. Ti stai trovando bene con il maestro? »
« Nae.. è davvero un uomo paziente e gentile. »
« Lo è sempre stato.. anche quando insegnava a me. »
« È il tuo maestro? » domandai stupito, guardandolo ancora.
« Nae, il maestro che mio padre prese per me. Sorpreso? »
« mmmh.. si.. no, cioè.. »
Sorrise ancora, tenendo quel foglio e posando un bacio sulla mia guancia, prima di sciogliere la presa per andare verso la sua scrivania dove posò il foglio e ne prese uno nuovo, cominciando a scrivere qualcosa.
Io rimasi lì, immobile, ad osservarlo assorto nello scrivere quei segni che ancora non sapevo leggere.
Una volta finito, rotolò il foglio e tornò da me, consegnandomelo con sempre il sorriso sulle labbra che incorniciavano il suo viso rilassato che era ornato da quei capelli neri e sciolti, ricadenti su quella veste blu che portava a casa.
« Cosa.. è? » chiesi, prendendo il foglio che mi stava porgendo ed aprendolo, vedendo ciò che vi era scritto.
사랑해요
« E... Cosa c'è scritto? » domandai, guardando i caratteri e poi il suo viso, ma non me lo disse, anzi.
« Prova a scoprirlo, ma non farlo leggere in giro, Minnie. »
Posò le sue labbra sulle mie in un dolce e breve bacio, per poi allontanarsi e posare lo sguardo sul mio.
« Ora dovrei andare. Ho un altro viaggio domani e devo prepararmi. »
« Un altro? » chiesi incredulo e guardandolo ancora, tenendo il foglio aperto nella mano destra.
« Nae, ma sarà solo di tre soli e due lune. Breve, tornerò presto. » mi rassicurò, sentendo nei miei occhi una preoccupazione che non volevo trasmettergli.
Annuì, chiudendo il foglio che tenni vicino a me ed abbassai lo sguardo.
« Va bene, Yunho... »
« Vuoi che ti porti qualcosa? » sollevò la mano per posarla sulla mia guancia destra in una carezza lenta che mi fece socchiudere gli occhi.
« No.. solo torna presto.. » sussurrai piano, premendomi contro quel palmo grande e caldo che riscaldava a sua volta la mia pelle.
« Ne sei sicuro? Andrò nei regni della seta. » sapevo poco di quel posto, ma nel villaggio ed anche qui avevo sentito e visto che in quei regni facevano della seta rara ed unica, pregiata. Avevo avuto modo di indossarla ed avere qualcosa di quel luogo, ma dato il costo e non avendo nessun desiderio di averne altro, scossi la testa, finché non mi venne in mente una richiesta.
« Yunho.. lì, a parte la seta, ci sono anche quei grandi fiori? Quelli che seguono il sole al suo spostamento? » Siwon, il mio caro amico e socio di cui non avevo molte notizie amava quei fiori e pensai che,magari se avessi avuto modo di rivederlo, di portarglielo di persona. Perché avevo pensato che, una volta ritornato Yunho, di scendere al villaggio ed andare a trovare la mia famiglia ed anche il luogo dove lavoravo prima di venire catturato e finire qui.
« Certo.. i girasoli. » disse il loro nome e si avvicinò alla mia fronte posando la sua, come se gli fosse impossibile di starmi lontano e lo stesso io. Il mio cuore era grato di quella vicinanza.
« Puoi... Portarmene solo uno? Vorrei poterlo dare ad una persona... Non per me.. »
« Un amico? »
« Nae.. »
Riuscì a vedere qualcosa in quegli occhi, come una piccola luce di gelosia, ma pensai che non poteva essere. Forse mi sbagliavo.
« É il mio vecchio socio.. niente di più.. » aggiunsi senza nemmeno sapere il perché, forse per tranquillizzarlo ed infatti sembro più tranquillo.
« Certo, va bene. Te lo porterò Minnie. »
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Come aveva detto Yunho e promesso, non feci vedere quel foglio a nessuno, ma quando il maestro era distratto o nel pomeriggio in cui lui non c'era, cercai di capire cosa ci fosse scritto.
Mi era un po' difficile, visto che alcuni segni non li avevo ancora studiati, ma le prime..
« Sara.. saran.. » avevo studiato quei primi segni, ma il resto mi era ignoto.
Quella sera, poi, Yunho sarebbe partito e volevo riuscire a leggere quelle parole, a sapere cosa mi aveva scritto.
Alla fine mi mancavano solo le altre e pensai di riscrivere solo quelle e farle vedere a Kyu.
Non riuscivo ad aspettare, non ci riuscivo proprio.
Kyu sapeva leggere e scrivere, istruito da prima in quella casa, ma sapeva qualcosa da sé, studiando da piccolo con un suo zio che aveva avuto una povera istruzione.
In quel momento era nelle cucine, a sistemare le ultime cose per il viaggio di Yunho ed i due uomini che l'avrebbero accompagnato. Non indossai nemmeno la veste della notte, ma scesi direttamente con quel pigiama bianco con alcuni fiori di loto tempestati sulla stoffa fin lì. Lo vidi ancora intento a sistemare sei grossi sacchi e mi avvicinai piano, posando una mano sulla sua spalla e facendolo sussultare, cosa che mi fece anche ridere.
« YAAAH! Changmin, vuoi farmi prendere un colpo? E perché non hai messo la tua veste? Prenderai freddo e non è usanza. La signora ed il signorino Yunho si arrabbieranno se ti vedessero così. » cominciò a parlare, portando una mano al petto, all'altezza del cuore.
Lui aveva ancora la veste del giorno, dato che doveva caricare le sacche nella carrozza e sul cavallo di Yunho.
« Scusami, ma volevo vedere la faccia del mio amico. Magari stavi anche mangiando qualcosa... »
« Non sono come un certo signorino. » ma rise e mi guardò, intuendo che avevo qualcosa da chiedergli.
« Cosa posso fare per lei, signorino? » fece un piccolo inchino scherzoso e gli diedi una piccola pacca sulla spalla per farlo raddrizzare ed allora presi il foglio con i segni che avevo scritto.
« Vorrei sapere come si leggono questi segni.. »
Kyu prese il foglio dalle mie mani ed aggrottò le sopracciglia, sollevando poi lo sguardo su di me.
« mancano alcuni segni... Non posso leggerti tutta la parola per esteso senza gli altri segni. Come mai? Te l'ha scritto qualcuno? »
« N-no.. l'ho trovato in un libro e l'ho ricopiato. Il maestro ha dato questo compito per domani.. »
« Allora te lo dirà lui domani, Minnie. »
« Kyu, ti prego... » lo guardai con gli occhi di chi aveva davvero tanta curiosità e presi il foglio andando ad aggiungere i segni mancanti per tornare nuovamente da lui e farglielo rileggere.
Stavolta lui rimase appena a bocca aperta, ma poi sorrise e si avvicinò al mio orecchio, sussurrando quelle parole.
« vuol dire "ti amo" in modo formale, Minnie. Vorresti darti alla lettura romantica? » ridacchiò, allontanandosi e riconsegnandomi il foglio.
" Sarangheyo.. ti amo.. "
Nella mia mente continuò a comparire quelle parole ed il suono della sua pronuncia, facendomi arrossire, mentre ormai Kyu, insieme ad altri due uomini che avrebbero accompagnato Yunho, presero i sacchi ed uscirono per caricare le cose sui cavalli e nella carrozza.
« Sarangheyo... Sarangheyo... » continuai a sussurrare, tenendo il foglio in mano, tanto da non accorgermi che i cavalli e la carrozza si misero in viaggio, ma fu quel calpestare di zoccoli e la voce di Yunho a riportarmi sulla terra.
Non dovevo rimanere lì, dovevo dirlo.
Dovevo dirlo anche io.
Corsi fuori, aprendo la porta che portava all'esterno e lo vidi poco distante. Cominciai a correre con le scarpe di casa, alzando il foglio, agitandolo per farmi vedere, per non doverlo urlare, ma non sembrava vedermi.
No..
« SARANGHEYO! » cominciai a gridarlo, prendendo una bella dose di coraggio e continuando a correre.
« SARANGHEYO! » agitai il foglio e lo vidi voltarsi verso di me senza fermarsi.
Nella poca luce delle torce potevo vedere quel sorriso ed i cancelli che si aprirono per farlo uscire. Non volevo fermarmi, non volevo smettere di correre con il cuore che mi batteva forte ed emozioni indescrivibili invadermi.
« SARANGHEYO! SARANGHEYO, YUNHO! » alla fine mi fermai, quando lui ormai era quasi fuori dai cancelli, ma riuscì a sentire quelle parole anche dalla sua voce, prima di scomparire dietro al cancello che si richiuse dietro di lui.
« SARANGHEYO, MINNIE! »
Le sue parole, il pronunciare quelle parole, mi fecero sorridere maggiormente, anche se avevo il fiatone e le scarpe si erano rovinate per la corsa.
« Sarangheyo... Ti amo.. »
" ma mentre Changmin e Yunho si dissero quelle parole, qualcuno che non aveva gradito, le aveva udite. "
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