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CHAPTER 21 || #what matters is you don't throw up on my bed ♡ tsukiyama [ M ]

capitolo INTERAMENTE smut,
quindi sarebbe un po' inutile
mettere qualche emoticon
di avvertimento :)

non sono molto pratica del
genere smut yaoi, questa
è la mia prima volta... quindi
siate clementi pls 🙏🏻

si tratta di un capitolo soft
porn perché, raga, la tsukiyama
a letto è palesemente tenera
✨change my mind

buona lettura!!!

౨ৎ ˖ ࣪⊹🌻⊹₊ ⋆୨ৎ

❝Tadashi sapeva di come Tsukishima non fosse un alpha romantico, quindi quando il bell'alpha gli aveva chiesto di essere il suo ragazzo non si era aspettato chissà quali gesta romantiche, si sarebbe aspettato tanto rispetto — quello non era mai mancato, sin dal loro primo giorno di conoscenza — ma nessun gesto romantico.
Dopotutto, quella era la natura di Tsukishima e Tadashi l'aveva accettata: non tutti potevano essere dolci e romantici, non tutti erano uguali agli altri. E poi a Tadashi, Kei piaceva così com'era.

Erano andati per gradi, a piccoli passi.

Usciti dal programma avevano fatto qualche uscita sporadica a causa degli impegni dell'uno e dell'altro — si vedevano ogni due settimane di sabato. Andavano al cinema o al luna park (il luna park era stata un'idea di Atsumu e Shōyō: Atsumu gli aveva detto di portare Tsukishima nella casa infestata, mentre Shōyō gli aveva detto di portarlo sulla ruota panoramica così che potesse infilargli la lingua in gola in santa pace), e proprio al luna park si erano scambiati il loro primo bacio.

Insomma, Tadashi aveva ben compreso di come il romanticone della coppia fosse proprio lui e che non doveva prendersela se Kei non sarebbe stato il perfetto alpha romantico e gentile che lui aveva sempre desiderato.
Tuttavia, rimase sorpreso?, curioso?, pietrificato?, quando tornò a casa di Kei dopo un'estenuante servizio fotografico.

Il servizio in questione era per una nota marca d'abbigliamento intimo, quella lingerie sexy che usavano gli omega per sedurre gli alpha.
Tadashi non doveva neppure prendere parte a quello shooting ma i due modelli incaricati del servizio avevano dato forfait all'ultimo e i fotografi avevano chiamato in extremis lui e Shōyō. Inutile dire che mentre Shōyō si divertiva a provare lingerie sexy e a fotografarsi in posizioni altrettanto sexy, Tadashi non vedeva l'ora di tornare a casa e dimenticare tutto quello bevendoci una birra sopra.

E tornato a casa si sarebbe aspettato uno Tsukishima esaurito dalla vita, con i libri dell'università aperti sul tavolino nero che si trovava dinanzi il divano, o al telefono che sbraitava contro qualche commercialista o che rimprovera il fratello per aver dimenticato (per l'ennesima volta) la piccola Nagisa al parco. Sì, si sarebbe aspettato tutta quella gran confusione ma non... non quello.

Le luci erano spente. Ad illuminare l'ingresso e la sala da pranzo a vista c'erano delle candele, quelle lunghe e bianche che Tadashi aveva visto solo nei film e che non credeva neppure esistessero davvero.
La tavola era apparecchiata con una tovaglia bianca, delle stoviglie in argento e una bottiglia di champagne in uno di quei recipienti d'argento, che Tadashi aveva sempre visto solo nei film. Nei piatti si trovava già il cibo che avrebbero consumato quella sera.
Yamaguchi sorrise dolcemente nel constatare di come nei piatti si trovasse del buon e vecchio cibo tailandese: aveva confessato a Tsukishima di come apprezzasse il cibo speziato tailandese da quello tradizionale nipponico, e Kei lo aveva ricordato... aveva ascoltato tutto quello che Tadashi gli aveva raccontato quella sera a Paradiso.

Kei era uscito dalla cucina con una felpa e un jeans stretto sulle gambe, i capelli spettinati e gli occhiali bassi sulla punta del naso. Romantico sì, ma fino ad un certo punto.
Tadashi gli sorrise radioso, gli occhi luminosi e grondanti di felicità, gli corse incontro veloce come un leone che aveva avvistato la sua preda. Gli gettò le braccia al collo e, in piedi, sulle punte, gli baciò ripetutamente l'incavo del collo.

Tsukishima gli sorrise dolcemente e gli baciò la testa.
Mangiarono, sorrisero, parlarono della giornata appena trascorsa e di tutti gli impegni che li avrebbero visti occupati per quella settimana. Tadashi aveva sorriso per tutta la serata.
Parlarono di Bokuto e del suo nuovo flirt, di come Akaashi avesse preso borse e valigie e dalla mattina alla sera se n'era andato a vivere a New York, di come Atsumu e Shōyō fossero rimasti amici dopo la loro rottura e di come Kageyama stesse frequentando una certa persona. Avevano parlato anche di Hoshiumi e della sua nuova carriera da cantante: Shōyō lo prendeva costantemente per il culo sul loro gruppo kakao e Kōrai gli rispondeva a tono dicendogli di andarsene a fanculo in Brasile. Quei due erano esilaranti per Tadashi ma insopportabili per Kei.

E poi un bicchiere di vino rosso dopo l'altro finirono per baciarsi sul divano e poi lungo tutta la parete del corridoio. E tra un bacio e l'altro, una maglietta sfilata e un pantalone abbassato, si ritrovarono contro la porta della camera da letto.
Tsukishima mordeva, leccava, succhiava le labbra morbide di Tadashi. E Yamaguchi ricambiava il bacio stringendosi maggiormente a lui, le braccia legate attorno al collo del biondino e le gambe legate attorno alla vita. Tadashi mugolò quando l'erezione di Kei iniziò a spingere contro il suo interno coscia.

In quei due mesi e mezzo di conoscenza non erano mai andati oltre al mangiarsi la faccia a vicenda. C'erano state delle toccatine fugaci, ma nulla di che, nulla di così erotico ed emozionante.
Tadashi era vergine. A dire tutta la verità, con il suo ex-ragazzo — quel famoso ex-ragazzo del liceo che gli aveva fatto avere una pessima idea su tutti gli alpha del mondo — c'erano stati dei preliminari, qualche pompino giusto per.

Kei aveva aperto frettolosamente la porta della sua camera da letto e, con quella poca grazia di cui il suo corpo era dotato, spinse l'omega sul letto. Tadashi ridacchiò. Mentre Kei si teneva in equilibrio con le mani ancorate ai lati della testa dell'altro.
Sorrise. E Tadashi pensò che Kei fosse davvero bello quando sorrideva.

<<Sei comodo?>>

<<Mi stai schiacciando lo stomaco>>

<<L'importante è che non mi vomiti sul letto>>

Riprese a baciarlo. A Tadashi mancò il respiro.
Tutto quello non lo aveva mai provato con nessuno. Tadashi aveva avuto altre storie prima di Kei, tutti flirt o conoscenze di poco conto, ma nessuno mai gli aveva fatto sentire le farfalle nello stomaco, il fiato corto, la timidezza tipica del primo appuntamento, il nervosismo e l'agitazione del non sapere cosa mettersi, l'attesa dell'aspettare una settimana intera per potersi rivedere. Con Tsukishima provava tutte quelle cose... pure, dolci, adolescenziali.

Tadashi aveva avuto paura, tanta paura di condividere con un uomo l'atto sessuale.
Ma non ebbe paura quando Tsukishima lo preparò prima con un dito, poi con due e infine con tre. Non ebbe paura quando lo penetrò prima lentamente e poi sempre più velocemente.

Non aveva paura perché Tadashi si fidava di Kei.
Kei non gli avrebbe mai fatto del male.
Kei non lo avrebbe mai fatto soffrire.
Kei rappresentava l'amore puro.

Tadashi gli aveva legato le braccia intorno al collo e aveva infilato la testa nell'incavo del suo collo.
Gemeva piano, contro l'orecchio dell'alpha in modo che solo lui potesse sentirlo; Tadashi era un ragazzo timido e lo restava anche in quelle situazioni, sotto quel punto di vista. Kei poggiò la fronte sulla spalla di Tadashi nel mentre che continuava a spingere nelle carni morbide e calde del verdino, i suoi gemiti poi, oh!, i gemiti di Yamaguchi erano pura musica per le sue orecchie.

Arrivarono all'amplesso quasi in contemporanea. Tadashi prima e Tsukishima poi.
Entrambi erano stanchi e sudati, respiravano pesantemente. Tsukishima cadde a peso morto sull'altro, la fronte contro la sua spalla e il fiato corto per l'enorme sforzo fisico. Tadashi aveva la testa affondata nel piumone rosso e i capelli tutti appiccicati sulla fronte.

<<Non male come prima volta>>

Tsukishima ridacchiò. <<Prima volta con me?>>

Tadashi ridacchiò a sua volta, una mano che danzava lentamente tra le ciocche biondine e sudate dell'amore della sua vita. <<No, prima volta in generale>>

Tsukishima si alzò quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi; era troppo stanco persino per guardarlo sorpreso o scioccato o in qualsiasi altro modo. <<Eri vergine? Cioè, eri vergine prima che io-?>>

<<Sì, vergine come mammina mi ha fatto>>

Kei annuì. Appoggiò le braccia sul petto di Tadashi poggiandoci poi il mento sopra, da quella posizione comoda riusciva a guardarlo molto più attentamente. <<Voto?>>

Yamaguchi sembrò pensarci su, l'indice e il pollice sotto il mento per dare maggior enfasi ai suoi pensieri. <<Mh, forse un otto>>

<<Un otto? Solo un misero otto?>>

<<Esistono i preliminari oltre la preparazione, sai?>>

<<Sì, okay ma solo un otto??? E cosa mai dovrei fare, Sua Maestà, per avere un dieci evitando i preliminari???>>

<<Dieci. Dieci solo perché mi hai chiamato Sua Maestà>>

<<Ma certo che sei proprio uno stronzetto di merda, sai?>>

Tadashi scoppiò a ridere.
Non era mai stato così bene in tutta la sua vita.

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