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CHAPTER 10 || #because i'm an asshole ♡ kageshiumi

❝<<Anch'io giocavo a pallavolo al liceo. Ero un centrale, sai?>>

Kageyama sorrise portando lo sguardo al volto sorridente dell'omega.
Quella sera aveva scelto Hoshiumi come compagno di viaggio perché non sapeva con Hinata che pesci prendere. Insomma, quel tipo ce la metteva davvero tutta per farsi detestare dalla sua famiglia e dall'intera popolazione nipponica.

La famiglia Kageyama era fortemente tradizionalista: credeva nella divisione patriarcale del secondo genere, credeva nella formazione di una famiglia stabile e forte, credeva nel divieto d'aborto perché <<se la Natura ti ha donato un cucciolo non devi buttarlo>> e credeva, soprattutto, nell'assoluta verginità dell'omega prima del matrimonio e nel suo assoluto pudore.

Shōyō non reincarnava nessuna di quelle qualità.
Shōyō si era fatto fotografare nudo senza alcun pudore.
Shōyō era tatuato. E soprattutto, Shōyō non era vergine.

Hoshiumi invece reincarnava tutte le qualità richieste dai genitori.
Hoshiumi era un modello come tutti gli altri omega normali.
Hoshiumi non era tatuato. Hoshiumi era vergine.
A dirla davvero tutta, Kageyama su quell'ultimo punto avrebbe avuto da ridire, non voleva metterci la mano sul fuoco.

In sostanza, Shōyō non era tipo per la sua famiglia.
E quindi, non era il suo tipo.

<<Davvero? Sono impressionato. È sempre più raro trovare dei pallavolisti bassi che possono ricoprire tale ruolo>>

Kōrai sorrise. <<Ero chiamato da tutti piccolo gigante. Tu quale liceo frequentavi?>>

<<Inarizaki. Ma al secondo anno mi sono trasferito alla Shiratorizawa>>

Kōrai annuì. <<Al mio primo anno abbiamo perso ai quarti di finale contro una squadra fortissima che si chiamava Nekoma. E al secondo anno abbiamo perso al nostro secondo turno contro l'Inarizaki — sorrise portandosi il calice di vino bianco alla bocca per berne un sorso; quella sera lo chef aveva proposto un menù completamente a base di pesce. — Mi sembrava di aver già visto da qualche altra parte Atsumu-san>>

Kageyama annuì. <<Quando ero al mio primo anno siamo riusciti ad arrivare per un pelo al nostro terzo turno. Ma abbiamo perso al turno successivo>>

<<Come mai? — Hoshiumi inarcò un sopracciglio curioso. — Tu e Atsumu-san siete due ottimi giocatori. Siete andati alle Olimpiadi, no?>>

<<C'è anche da dire che io e Atsumu siamo entrambi orgogliosi e che gareggiavamo entrambi per lo stesso ruolo. È per questo che sono andato alla Shiratorizawa: per poter giocare come alzatore e non come schiacciatore laterale o, peggio ancora, come riserva — sorrise mestamente a quei ricordi; il suo primo anno di liceo era stato a dir poco traumatizzante a causa di Atsumu e del suo mettersi costantemente in mostra, così tanto da diventare alzatore titolare: quel giorno ricordava di essere stato incazzato, amareggiato e contrariato... ma aveva deciso di terminare l'anno per non offendere la squadra. Quell'anno aveva giocato solo una partita da titolare, ed era stata anche una partita d'allenamento. — Al secondo anno, invece, arrivammo al penultimo turno ma perdemmo contro il Fukurōdani, che quell'anno vinse il titolo. L'anno dopo sconfigemmo il Fukurōdani ma venimmo battuti ad un passo dalla vittoria dal liceo Itachiyama>>

<<Il liceo di Sakusa-san?>>

<<Conosci Sakusa-kun?>>

Kōrai annuì con diversi cenni della testa; era sorridente ed entusiasta. <<Chi non lo conosce? Non l'ho incontrato personalmente alle nazionali ma l'ho incontrato qualche mese fa in un'agenzia. Lui era lì per un contratto con una linea di cosmetici mentre io ero lì per utilizzare lo studio per uno shooting. Non ci ho mai parlato, però — si portò l'indice e il medio sotto al mento come per pensare. — Adesso che ci penso... l'ha incontrato Hinata ad una partita dei Black Jackals. Era andato lì per vedere la partita e il CEO della squadra l'ha invitato in tribuna e poi a parlare con tutti i membri della squadra. Ero così invidioso di lui in quel momento! Atsumu quel giorno non si era presentato in partita a causa di un infortunio alla caviglia>>

Sì, Hinata e Hoshiumi si trovavano davvero agli antipodi.
Il primo stravagante e spontaneo. Il secondo allegro e riservato.
Il primo dedito al lavoro per fama. Il secondo per divertimento.
Il primo egocentrico e presuntuoso. Il secondo umile e gentile.
Ma. C'era un enorme e tremendo ma.

In tutta quella storia, in quella differenza tra caratteri e modi di fare, Tobio aveva trovato un ma grosso quanto un grattacielo di trentacinque piani.
Tobio era uno stupido in materia di sentimentalismi ma era bravo ad analizzare quello che gli stava attorno: tra Hoshiumi e Hinata quello che aveva sofferto di più era stato proprio il piccoletto ribelle e stravagante.

Tobio era certo che dietro tutta quell'apparenza e quella stravaganza, dietro quella lingua lunga e biforcuta, si celasse un ragazzo maturo ed educato, colto e raffinato, elegante e che tutti i genitori avrebbero voluto come compagno di vita per il figlio. Tobio lo percepiva.
L'alpha era assai convinto che l'omega avesse messo su tutta quella facciata per rinchiudersi in sé stesso, per corazzarsi ed impedire di essere ferito.

Del passato del piccoletto si conosceva nulla o poco: i tabloid dicevano che veniva da una piccola famiglia di montagna e che per un paio di anni aveva vissuto da solo in Brasile.
Era scappato dalla sua famiglia, perché nessun omega sano di mente avrebbe preso borse e borsette e sarebbe partito verso l'ignoto. Lo avevano capito tutti, e proprio per questo tutti giustificavano e ammiravano ancora di più questa sua indole forte.
Alcuni dicevano che aveva abbandonato la famiglia perché veniva abusato dai genitori, perché il padre abusava fisicamente di lui, perché in quel periodo era gravido e il padre lo aveva diseredato, o ancora che avesse problemi di droga, che fosse un baby squillo¹, che il padre lo avesse venduto come oggetto sessuale ad un mafioso della zona.

Shōyō non aveva mai risposto a nessuna di queste accuse.

<<A cosa pensi?>>

Tobio scosse la testa riportando l'attenzione sul ragazzo accanto a sé.
Kōrai gli sorrideva allegramente; i capelli bianchi tenuti in ordine e portati all'indietro da una grande quantità di gel, la camicia nera leggermente sbottonata e il completo azzurro cielo, che aveva indossato quella sera, gli stava addosso in modo a dir poco perfetto.

Era tutto così perfetto. Loro erano perfetti.
Ma Tobio non voleva, non desiderava tutta quella perfezione.

Tobio cercava i capelli disordinati di Shōyō, quelle ciocche indomabili con cui la mattina litigava facendo ridere Akaashi e Yamaguchi; cercava Shōyō che alla loro prima cena si era presentato in abiti comodi, cercava Shōyō e il suo tenergli testa, Shōyō e il suo avere sempre l'ultima parola, Shōyō e la sua naturale seduzione.

Tobio cercava Shōyō.
Shōyō e basta.
Solo lui.

<<Stavo pensando che dovremmo interrompere e tornare ad Inferno>>

<<E perché? Non ti stai divertendo? — Hoshiumi vide Kageyama aprire la bocca per parlare per poi richiuderla subito dopo perché incapace di formulare una risposta di senso compiuto. Eppure, stava andando tutto così bene con la cena romantica, gli argomenti di cui stavano discutendo così ampliamente e il suo atteggiamento flirtante: insomma, aveva fatto tutto quello che un omega avrebbe dovuto fare per corteggiare un alpha... quindi, che cos'era andato storto? — Ti sta annoiando la nostra conversazione sulla pallavolo? Oppure è->>

<<Hoshiumi sto pensando a Shōyō>>

Ah!, ecco perché.
Shōyō. Sempre e solo Shōyō.

<<Se stai pensando a lui perché non l'hai portato qui? Perché hai utilizzato me come rimpiazzo? Posso sapere cos'ha Shōyō che io non ho?>>

<<Tutto — Kageyama sospirò pesantemente passandosi una mano tra i capelli; era frustato come non lo era mai stato in tutta la sua vita, persino il suo primo anno all'Inarizaki sembrava essere stata una piacevole passeggiata al luna park in confronto al suo incontro con Shōyō. Quel ragazzino gli aveva fottuto il cervello.. e persino in una settimana scarsa. — Aspetta, non voglio essere così rude. Nel senso che io non so cosa mi piaccia di Shōyō, okay? È maldestro, non sa cucinare, non sa fare una lavatrice neanche a pagarlo oro, manda il suo manager a fargli la spesa e ha una lista di persone che si è portato a letto più lunga della mia cartella clinica...>>

<<Ma?>>

<<Ma è perfetto così. A me va bene così>>

<<E allora perché adesso non sei con lui? Perché l'hai lasciato da solo con Atsumu?>>

<<Perché sono coglione>>

<<Complimenti!, sei l'ultima persona ad averlo capito oggi>>❞

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¹ I/le baby squillo sono quei/lle ragazzi/e minorenni che svolgono atti sessuali in cambio di soldi, in sostanza fanno prostituzione minorile: questo è un reato severamente punito con la legge

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