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Cap 6 - You again (🔙)




🙏🏼 Se vi piace questa storia e se desiderate che la continui, vi chiedo solo una stellina e un commentino 🙏🏼


16 Marzo 2023,
Cinque mesi prima dell'inizio delle lezioni


Oggi è stata davvero una giornata di merda.

La ciliegina sulla torta è stata aggiunta poco fa: domani, al pranzo per il compleanno della madre di America, ci sarà anche quella puttana di sua cugina Charlotte. Una delle persone più arroganti, viziate e superciali che si possano immaginare.

   Desidereri con tutta me stessa non presentarmi, ma i genitori di Mare sono come una seconda famiglia per me. Anzi, a dirla tutta, sono la mia famiglia.

Comunque, tra la discussione con mio padre, quel rompicoglioni del responsabile del negozio in cui lavoro e la notizia del pranzo di domani... Non so cosa sia peggio.

Adesso non ci voglio pensare. Indosso la mia maschera e varco l'ingresso.

La musica del Velvet mi avvolge come un abbraccio morbido, quasi soffocante. La temperatura è calda, il respiro degli altri è rapido, come il battito del cuore di chi è a caccia. O di chi sta per essere cacciato.

Cazzo. È lui. Il Lupo.

Non indossa la solita maschera. Ma io lo riconosco subito.

Sta dalla parte opposta, in un angolo più buio, appena fuori dalla portata della luce.

È impossibile non notarlo, nonostante il cambio della maschera. Stasera, a quanto pare, ha deciso di sottomersi. Perfetto.

Decido di avvicinarmi senza farmi notare. Non voglio che capisca che lo stia cercando.

È un comportamento strano da parte mia: quando sono qui, solitamente, non faccio questo tipo di giochetti. Più semplicemente, me ne frego.

Ma quest'uomo, il mese scorso, mi ha regalato una notte veramente speciale.

Quando sono abbastanza vicina, noto che lui solleva immediatamente lo sguardo.

Sono talmente eccitata che temo possa aver sentito il mio respiro, o forse il battito del mio cuore accelerare. La sua maschera dorata brilla nell'oscurità, mentre i suoi occhi verdi sembrano scavarmi dentro: so che mi ha riconosciuta.

I nostri sguardi si incrociano, non più come sconosciuti, ma come due predatori che finalmente si trovano. Resta immobile per qualche secondo, fissandomi attentamente. Poi, senza un sorriso e senza una parola, alza un dito. Mi sta invitando ad avvicinarmi.

Non posso rifiutare.

Lui non parla subito, ma la sua mano è già sul mio fianco, ferma e sicura.

«Non potevo chiedere di meglio.» sussurra. La sua voce è esattamente come la ricordavo: profonda, leggermente roca, con quel tono che mi fa tremare le gambe. Non è un tono da gentiluomo, è il tono di chi sa esattamente cosa vuole. Di chi è qui per prenderselo.

Sorrido, ma non rispondo. Non serve. Le parole sono superflue quando le intenzioni sono chiare.

La sua mano si sposta sulla mia schiena. Il contatto tra la sua pelle e la mia provoca una scarica elettrica lungo il mio corpo. Sento il suo respiro contro la mia pelle, più vicino, più caldo.

«Sembra che tu abbia un bel po' di esperienza.», commento con un sorriso che non è del tutto innocente.

Risponde con una risata bassa, appena percettibile sotto la musica.

«Dovresti chiedere alle ragazze che hanno indossato una maschera prima di te.» nella sua voce scorgo uno sfumato tono di sfida. Mi piace.

«Stai attento.» lo rimprovero, «stasera sono io la predatrice.» il mio tono è fermo.

Insieme alle mie parole, anche la mia mano si fa più audace. Con decisione, la sposto sul suo basso ventre. Sento il suo corpo accendersi sotto le mie dita. Ogni suo muscolo è teso, come una corda pronta a spezzarsi. Ad un passo dal farlo.

Mi allontano di un passo, solo un passo, per vedere la reazione che provoca in lui.

Non mi delude. La sua mascella si fa più dura, gli occhi si stringono. Il suo respiro è lento, calmo, ma dentro c'è una tensione che non può essere ignorata.

«Mi deve perdonare. Farò e dirò tutto ciò che desidera. Ma, la supplico, non si allontani.»

«Così va meglio, bravo.» rispondo riavvicinandomi.

Poi, senza preavviso, afferro il suo polso e lo attiro verso di me. Utilizzo una forza che non mi aspettavo nemmeno di avere.

In un attimo, la sua bocca è sulla mia. Non è un bacio da romanzo, nient'affatto. Non vi è nessuna dolcezza. È un bacio crudo ma affatto: proprio quello che voglio. Non c'è dolcezza, non c'è tregua. C'è soltanto puro desiderio.

«Mi dica cosa vuole.» bisbiglia tra un bacio e l'altro.

Sorrido.

«Bene. È esattamente quello che voglio sentirmi dire.»

La parte della dominatrice mi fa sentire come se avessi finalmente trovato la chiave per mettere tutto in ordine. Ogni cosa al proprio posto.

Mi sento invincibile.

Paradossale, vero? Indosso una maschera, eppure non mi sto affatto nascondendo. Non mi sentivo così libera da tempo.

Ora, finalmente, non sono più io quella che chiede. Questa notte, non sono più quella che si lascia ferire. Questa notte, sono io quella che ferisce.

Sento la vecchia me che, mentre guido il mio partner, mi sorride compiaciuta: non è più una ragazza che ha bisogno di essere amata. Non ha più bisogno di elemosinare amore e attenzioni.

«Sai cosa voglio?» domando mentre lo trascino per mano verso il privè

«Deve solo parlare, ed io esaudirò ogni suo desiderio.» sussurra lui con gli occhi colmi di eccitazione.

«Voglio che mi desideri come mi vedo ora.»

«Bellissima, immagino...»

«No.» rispondo secca secca io. Anche se un leggero sorriso mi sfugge.

«Come, allora?» domanda subito lui. Per un istante, ho la strana sensazione che il gioco sia terminato. Il Lupo, che stanotte lupo non è, si blocca. Dopo avermi posto questa domanda, mi sembra eccessivamente incuriosito e stupito.

Nei suoi occhi noto aumentare esponenzialmente la curiosità, quasi a discapito del desiderio. Una curiosità fin troppo sincera. Insolita.

Strano.

Decido di non farmi troppe domande, e provo a riprendere le redini.

Prendo la sua cravatta nera e, strattonandola, lo attiro a me:

«Voglio che mi desideri come una donna che non ha paura di essere chi è. Come una donna che, sedendosi su un trono di desideri, non si fa scrupoli a giocare con quelli degli altri.»

Come successo durante lo scorso incontro, anche se a ruoli invertiti, mi capisce perfettamente.

«Io sarò il semplice strumento che le ricorda quanto può essere potente.»

I suoi occhi, ora, sono tornati ad essere affamati.

Queste sue parole mi fanno sentire più viva che mai. Senza dire una parola, lo spingo contro il muro.

«Spogliati.» io ordino e lui obbedisce.

«Adesso, spoglia me. Inizia sfilandomi tacchi. Uno per volta.»

Sento il suo respiro che accelera.

È tutto sotto il mio controllo. Non c'è il minimo spazio per eventuali paure e dubbi. È meraviglioso. L'adrenalina mi esplode dentro come un fuoco che non posso spegnere.

«Fermo!»

Si ritrae sorpreso.

«Ti ho detto di spogliarmi. Non di continuare a baciarmi. Sono io che scelgo. Io che comando. Io che decido se puoi toccarmi e come.» dico con un sorriso pieno di autorevolezza.

«Inizia a succhiarmi i capezzoli, lentamente.» sussurro al suo orecchio.

Vedo i suoi occhi farsi più intensi. Si avvicina ed inizia.

O mio Dio. Per essere solo l'inizio, penso che sia un sogno.

La sua lingua è calda e riesce, come per magia, a sfiorare con la giusta intensità ogni singolo millimetro dei miei seni e dei miei capezzoli. Lascio cadere la testa all'indietro e chiudo gli occhi.

Se l'aldilà esiste davvero, fate che questo sia il Paradiso.

Il nostro incontro termina nel migliore dei modi possibili: molteplici orgasmi, perfetta durata e intesa indescrivibile.

Nonostante io non sia molto pratica nella dominazione, con lui penso di aver ottenuto un ottimo risultato. In verità, sono abbastanza certa che, anche lui, avrebbe avuto una migliore prestazione giocoando a ruoli invertiti.

Il ricordo della prima volta che ci siamo incontrati, me ne dà la conferma. Stanotte è stato bellissimo, la scorsa era stato straordinario.

Ci rivestiamo, scambiandoci qualche sorriso e qualche parola di cortesia.

Noto di nuovo il suo sguardo incuriosito e, a tratti, perplesso.

«Posso chiederti come ti chiami?» mi coglie alla sprovvista.

Esito per qualche secondo.

«Non vorrei sembrare maleducata, ma lo scopo di questo club non è proprio quello di nascondere e proteggere la nostra identità?»

«L'identità, certo. Io ho solo chiesto il nome.» insiste sfoggiando un sorriso smagliante e persuasivo.

Accidenti. Oltre ad essere incredibilmente performante, è l'uomo più affascinante con cui abbia mai parlato.

Il suo sex appeal fa decisamente breccia in me e cedo:

«Robbie, mi chiamo Robbie.» sorrido mentre infilo le mie decoltè.

«Robbie. È un bel nome.», «Piacere, io sono Anders.»

«Piacere mio. In tutti i sensi.» rispondo ironica.

Lui scoppia a ridere.

«Sei giovanissimo.», continuo, «È insolito trovare qualcuno della mia età.»

«Già», conferma lui, «Gli uomini sono tutti piuttosto vecchiotti. Fortunatamente, invece, di ragazze è pieno.»

Annuisco sorridendo e tendo la mano per salutarlo.

«Aspetta!» mi ferma. «Ti va di bere qualcosa, Robbie?»

Sorrido scuotendo la testa. «Devo scappare, mi dispiace.» mi volto allontandomi.

Forse lui sta cercando qualcosa che io ho già trovato.

Cosa mi importa? Probabilmente, non lo rivedrò più. Nonostante lo ripeta a me stessa un paio di volte, non riesco a togliermi di dosso quella sensazione di mistero.

Chissà chi si nasconde dietro quella maschera.


SPAZIO AUTRICE 🖊️

Buonasera bellissimi e bellissime, come state? Spero che questo capitolo vi piaccia e vi faccia compagnia stasera 😉

Cosa mi dite di questo Anders? Primissime impressioni? Di certo, non un brutto incontro 😜

Abbraccio grandissimo!
Azzurra
❤️

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