Cap 2 - Il Simposio
🙏🏼 Se vi piace questa storia e se desiderate che la continui, vi chiedo solo una stellina e un commentino 🙏🏼
Platone, il Simposio.
Se esiste il testo sull'amore nella nostra civiltà,
questo è il Simposio, il dialogo di Platone.
Forse la più bella conversazione fra spiriti «eccellenti» che,
uno dopo l'altro, prendono la parola
e raccontano di una potenza inesauribile: Eros.
2 settembre 2023
È lunedì mattina e sono le 8.00 in punto. Svogliatamente, mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno per prepararmi. Non ho molto tempo a disposizione, la lezione inizierà alle 9.15.
Infilo un completo comprato nello store di Harvard proprio ieri: miniskirt verde militare a quadretti blu e camicetta bianca. Sistemo quest'ultima sotto l'elastico della gonna, in modo che risulti abbastanza aderente.
Ho la fortuna di avere un bel fisico e mi piace mostrarlo, lo ammetto.
Sbottono i primi tre bottoni della camicetta, permettendo sia alla mia vita stretta sia al seno abbondante di risaltare.
Lascio cadere i lunghi capelli biondi sulle spalle, non scelgo quasi mai di raccoglierli.
Mi trucco con un make-up elegante e leggero: un po' di blush, un velo di mascara e un lucidalabbra color carne. Successivamente, metto un po' di matita nera. I miei occhi sono azzurri, un azzurro cielo. Li ho presi da mia madre e mi piace evidenziarli.
Non posso assolutamente permettermi di arrivare in ritardo, così decido di chiamare un uber. L'autista, in meno di dieci minuti, è sotto casa mia. Salgo sulla macchina e, altrettanto velocemente, mi ritrovo di fronte all'ingresso dell'università.
La mia voglia di passare due ore filate ad ascoltare il professor Anderson è pari a zero. Quella di vederlo, invece, è un po' di più.
Con passo veloce, riesco a raggiungere l'aula e a prendere posto prima del suo arrivo. Tuttavia, i banchi rimasti disponibili non sono molti e sono costretta ad accomodarmi in prima fila. Decido di posizionarmi lateralmente, in modo da non mandare nessun messaggio maleinterpretabile.
«Buongiorno a tutti.» ci saluta entrando.
«Dunque», la sua voce è profonda e tremendamente autorevole,
«Come sapete, queste mie lezioni fanno parte del corso monografico su Platone. Pertanto, la vostra presenza non è obbligatoria. Tuttavia, vi avviso, è vivamente consigliata. Non sarà facile superare l'esame non avendo analizzato insieme i testi. Detto questo, siete grandi e vaccinati, quindi valutate voi.» esordisce.
In aula vige il silenzio assoluto. Mi volto per un attimo e noto che gli studenti fissano Anderson con sguardi incuriositi.
Sono certa che tutte le studentesse, invece, siano animate da sentimenti assai diversi dalla semplice curiosità.
Non credo di aver mai conosciuto un uomo che portasse i suoi anni come li porta lui. Ricordo che, il giorno del nostro primo incontro, avevo addirittura pensato che avesse circa la mia età. La sua pelle non mostra nessun segno tipico dell'invecchiamento, i suoi capelli e la sua barba cortissima hanno mantenuto un colore vivace, un bellissimo castano chiaro acceso. I suoi occhi sono verdi, un verde intenso. Tuttavia, non è il colore a renderli così belli, è la forma. Due occhi con un taglio insolito, capace di renderli magnetici, vispi e penetranti allo stesso tempo.
«Come avrete letto sul sito, questo mio corso sarà su Platone. Più nello specifico, sui testi di Platone. Il primo che analizzeremo, e su cui sarete interrogati a breve, sarà il Simposio.» continua Anderson.
«Per rendere le lezioni più stimolanti e interattive, ho una proposta per voi.»
Terminata questa frase, il suo sguardo incrocia il mio.
Non è una coincidenza, lo percepisco dalla durata di questo sguardo. Dopo aver pronunciato la parola Proposta, i suoi occhi non si sono più spostati dal mio banco. Non so definire una tempistica precisa, ma opterei per una decina di secondi.
«Come immagino saprete, il Simposio è una serie di tesi circa il concetto di amore. Bene, io però lo chiedo a voi: cos'è per voi l'amore? Cos'è per voi l'eros, la passione?» Il suo sguardo, nuovamente, si sposta verso la mia direzione.
Percepisco il battito del mio cuore accellerare e le punte delle dita delle mie mani tremare leggermente.
«La mia proposta è questa», continua, «Leggeremo insieme le tesi e le idee di ognuno dei personaggi presenti nel testo. Successivamente, ognuno di voi, ne sceglierà una da sostenere o confutare.»
Guardo i volti degli altri studenti, sembrano interessati ed entusiasti.
«Ma attenzione. Dovrete essere in grado di stupirmi, di sorprendermi. Voglio sentire quello che pensate e che sentite davvero. Dovete farlo vostro e, dopo, dovete farlo sentire anche a me.»
Il suo sguardo, ora, non è più semplicemente rivolto verso la mia postazione. I suoi occhi sono divertiti, desiderosi e, a tratti, sadici.
Che diavolo sta facendo? Non può essere vero. Che razza di spostato mentale si comportorebbe in questo modo ricoprendo la sua posizione?
Mi rispondo da sola: uno che frequenta il Velvet.
Lo scruto attentamente e mi arrendo all'idea che sì, è esattamente come sembra.
Ha ideato tutto questo solo per attirare la mia attenzione, solo per giocare. Solo per me.
Non so se essere più imbarazzata o eccitata dalla cosa.
«Anzi, ho cambiato idea. Faremo in questo modo: oggi vi leggerò l'intero dialogo, e poi sarò io ad assegnare ad ognuno di voi il luminare da sostenere o confutare. D'accordo?» domanda a tutti noi.
Vedo tutti annuire, sono quasi estasiati. Specialmente, ripeto, le studentesse. Del resto, come biasimarle? Credo sia ufficialmente l'uomo più affascinante incontrato in vita mia.
Sarà per la mandibola e gli zigomi perfetti. Sarà per le spalle e braccia possenti, allenate e muscolose ma ben proporzionate. Sarà per gli occhi verde smeraldo o per il sorriso mozzafiato. Sarà per la sua voce profonda, per la sua camminata sicura o per il suo modo serio e autoritario di parlare. Non conosco la ragione. Conosco solo il risultato: se mi fissa in quel modo un'altra volta, non sarò più in grado di rispondere di me stessa.
«Ad esempio, lei, signorina...?» si rivolge a Megan Turner.
So benissimo perché ha scelto proprio lei. È bella, elegante e, soprattutto, è seduta in parte a me. Il suo è uno strategico giochetto per farmi ingelosire. Pensa davvero di infastidirmi?
«Turner, Megan Turner.» risponde arrossendo leggermente lei.
«Posso chiamarla solo Megan?» sfoggia un sorriso talmente evidentemente provocante da risultare imbarazzante.
«Certo.» sbatte le lunghe ciglia nere civettando.
«Bene, Megan. Che cos'è per lei l'eros?» il suo sguardo verso di lei è sempre più ammiccante.
Ok. Per quanto mi costi ammetterlo, la mia indifferenza e la mia compostezza iniziano a vacillare. Come ogni donna sulla faccia della terra, detesto essere spodestata.
Mi domando a che gioco stia giocando. Dove sta cercando di arrivare? Per quanto ne so, potrebbe essere talmente pazzo da propormi un menage a troi con la Turner.
Un modo quantomeno insolito di iniziare il college.
Finalmente, si decide a iniziare la lezione. Come promesso, ci legge tutto il Simposio.
Quando ho conosciuto Anderson, non avrei mai immaginato che fosse un professore. Mai. Del resto, penso che la circostanza in cui ci siamo conosciuti sia uno dei mondi più lontani possibili dall'ambiente universitario. Per non parlare delle attività che, insieme, abbiamo svolto.
Tuttavia, devo ammetterlo, ascoltarlo è pura magia. Mentre legge e commenta il dialogo, mi guardo rapidamente attorno: è evidente come nessuno riesca a distogliere l'attenzione dalle sue parole. Sono certa che la sua spiegazione sia in grado di placare anche gli animi più bollenti delle mie colleghe qui presenti. Illustra i concetti chiave redendoli chiari, schematici e meravigliosamente poetici al tempo stesso. Restiamo tutti a bocca aperta.
Dopo aver terminato, si rivolge nuovamente alla classe.
«Bene, ragazzi. Spero abbiate apprezzato almeno la metà di quanto apprezzi io questo capolavoro. Ma ora, veniamo al nostro esercizio.» sento il battito del cuore aumentare esponenzialmente.
«Signorina Clark», esclama guardandomi, «Clark, corretto?» domanda.
«È corretto.» rispondo secca io.
«Ottimo, significa che la mia memoria non è poi così terribile!» scherza guadagnandosi ulteriore simpatia da parte dei presenti in aula.
«Dicevo, signorina Clark. Cominciamo da lei. Per la prossima volta, lei avrà questo compito: dovrà sostenere la tesi di Pausania. Significa che lei dovrà, con tutte le sue forze ad ogni costo, dimostrarmi l'esistenza di queste due categorie di amore. Intesi?»
Il mio battito cardiaco ha decisamente raggiunto l'apice. Sento il mio sangue ribollire.
Comprendo bene il suo sguardo, la sua espressione e la sua voce. Inoltre, nonostante la distanza che ci separa, riesco a percepire il ritmo del suo respiro. Sono certa che anche i suoi battiti siano in aumento.
Improvvisamente, l'eccitazione ha la meglio sulla timidezza. Decido di giocare.
«Professore, ho una domanda. A quale dei due eros preferirebbe che io dessi maggiore importanza? Quello casto e puro, oppure quello passionale ed eccessivo?»
Il suo sguardo viene completamente catturato da queste mie parole. Leggo sul suo volto l'imbarazzo e lo stupore mischiati al compiacimento e al desiderio.
«È libera di dare più importanza al tipo di eros che più la rappresenta, signorina Clark.» risponde senza distogliere per un secondo i suoi occhi dai miei.
Poi, rivolgendosi di nuovo all'intera classe, avvisa:
«Comunque, prima di proseguire con l'elenco, sappiate una cosa: siete sempre liberi di passare nel mio ufficio per discutere in maniera più approffondita questo esercizio. Sono disponibile ad aiutarvi.»
Si volta di scatto:
«Per lei è tutto chiaro, signorina Clark?»
«Chiarissimo, professore.»
SPAZIO AUTRICE 🖊️
Prime impressioni? :) Spero tanto vi piaccia.
Avete mai letto il Simposio? Se non lo avete ancora fatto, fatelo! 🫶🏼
Un abbraccio grande e un felicissimo Natale!!!
Azzurra
❤️
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