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Capitolo 25

Dopo aver preso un taxi che diresse i quattro a casa Minutillo, Mario suonò al citofono dei suoi genitori attendendo una loro risposta.
- Chi è? - era la voce di un'anziana signora.
- Sono io, mamma - disse lui mantenendo in mano la sua valigia e quella di sua figlia. Dopo aver sentito ciò, la donna riattaccò e aprì il portone principale.

Elisa, con felicità, si avvicinò di più all'entrata aspettando con ansia i suoi cari nonni che, dopo essere arrivati allo stipite della porta, accolsero la loro nipotina preferita, nonché unica.
- Ciao, tesoro! - esclamò la signora, abbracciandola, seguita da suo marito.
- Ciao, nonna - rispose ricambiando volentieri l'abbraccio - come stai? -
- Dopo averti incontrata, benissimo - affermò lei accarezzandole i capelli.

Solo dopo qualche minuto si rese conto della presenza di Mattia, essendo troppo impegnata a coccolare la giovane.
- E lui chi sarebbe, Eli? - domandò scrutando il biondo.
- È un mio amico, si chiama Mattia  - rispose, ritornando al fianco del ragazzo.
- Piacere, io sono la nonna di Elisa - si presentò Chiara sorridendogli calorosamente. Gli porse la mano, che lui strinse* immediatamente con un piccolo sorriso dipinto in volto.
- È un piacere conoscerla, signora - disse cortesemente Mattia.
- Ma che ragazzo educato che sei, caro! Allora, cosa state aspettando? Entriamo tutti dentro casa e vi mostrerò le vostre camere. -

Dopo esser stati spronati da Chiara, i quattro varcarono la soglia della porta d'ingresso. Il sedicenne si guardò attorno come un agnellino smarrito non essendo mai stato in quella abitazione così grande; la sua amica subito lo notò, perciò decise di fargli fare un tour di tutta la casa; Possedeva due piani, il primo e il secondo: il primo era composto da quattro stanze, ovvero la cucina, il salotto, il bagno e una cantina. Nel secondo, invece, c'erano tre camere da letto, una per i due anziani, l'altra che era la vecchia stanza di Mario nella quale avrebbero dormito i due amici e l'ultima, solitamente usata come stanza degli ospiti, nella quale stavano Mario e Stefano.

- Vieni, ti mostro la nostra stanza - lo richiamò lei, afferrandolo per il polso. A quel contatto, il biondo arrossì pregando che nessuno se ne accorgesse:
- La nostra? -
- Dormiremo nella stessa camera, ci sono due letti - gli spiegò velocemente. - Ma ora non perdiamo tempo ed andiamo, dobbiamo o non dobbiamo svuotare le valigie? -

La ex camera da letto di Mario non era molto spaziosa, il contrario, forse a causa dell'enorme quantità di oggetti e mobili che vi erano all'interno: una scrivania molto grande che un tempo il vecchio proprietario utilizzava sia persona giocare ai videogames, sia per studiare, delle mensole sopra di essa, una libreria colma di libri di ogni genere, una parete intera di piccole scatole contenenti alcuni giochi da collezione, uno specchio, due armadi, uno per i vestiti e l'altro per le scarpe, un letto affiancato da due comodini, infine una parte dedicata completamente alle fotografie dei suoi amici e dei viaggi che aveva compiuto: erano circa dieci foto collegate grazie ad un filo spesso con delle lucine a led. Le prime quattro immagini erano dei selfie che Mario si era scattato assieme ai suoi migliori amici, la quinta, invece, mostrava il suo ibf, in italiano "migliore amico a distanza". Il padre le aveva raccontato che si erano conosciuti su Roblox e che il ragazzo - di nome Marco - abitava ad Agrigento. Decisero di incontrarsi un anno dopo essere diventati migliori amici. Le altre foto erano semplici tramonti e posti incantevoli in Italia: Mario aveva visitato città come Roma, Firenze, Pisa, Napoli, Venezia, Bologna e Milano - ovviamente.
Sotto ogni immagine c'era scritto il luogo e con chi era stata scattata.
L'ultima fotografia, infine, ritraeva Stefano, con i suoi soffici capelli rosa, che era seduto su una sedia bianca, troppo occupato a leggere un manga per notare che il suo "amico" gli stesse facendo una fotografia. Indossava degli occhiali da sole rotondi e un costume da bagno bianco e nero, che Mario gli aveva "gentilmente prestato". Sotto questa immagine non c'era scritto la città e il soggetto della foto, al contrario, c'era una sola frase: "tutto quello di cui ho bisogno sei tu".

- Romantico, non trovi? - commentò la giovane dopo aver beccato il sedicenne curiosare tra gli oggetti di suo padre.
- Fin troppo romantico, non credi? -
- Non hai tutti i torti. Adesso mi aiuterai a mettere i miei vestiti dentro l'armadio? -

*Tranquilli, NON CE N'È COVIDDI
...
BUONGIORNO DA MONDELLO :) (okay, perché sono cringe)

#SpazioAutrice

DAJE SI RITORNA AD AGGIORNARE

Per poco, perché l'otto devo partire, rip

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