- La nostra piccola Eli sta crescendo, eh? - la apostrofò con tono canzonatorio la sua grande amica Marta. Si conoscevano sin da quando erano delle piccole preadolescenti di undici anni piene di vitalità, allegria e innocenza; la castana ricordava perfettamente la mattina in cui si erano incontrate per la prima volta, era impressa nella sua mente come un tormentone d'estate a luglio: era il dieci settembre, il primo giorno di scuola lì a Milano, e la piccola Minutillo Bellissimo iniziò a fare amicizia con qualche ragazzo della sua età per scacciare via la noia e il sonno che la stavano tormentando interiormente - non sopportava la sveglia, non dopo essersi abituata a dormire fino alle dieci del mattino -  finché non scorse in lontananza la figura di una bambina bassina di corporatura robusta, andò verso di lei curiosa e la studio attentamente: il suo viso era colmo di brufoli - molto probabilmente dovuti al suo tic nervoso di toccarsi il viso con le mani in continuazione - i suoi capelli ricci e castani le ricadevano sulle spalle esili e la sua adorabile frangetta le copriva la fronte bassa. Il suo vestiario era molto semplice: indossava una maglietta rosa e degli shorts neri, ai piedi aveva delle Adidas non originali - ciò, però,non le importava.
Elisa, non conoscendola, la etichettò come una persona timida e calma dato il suo aspetto esteriore.
In seguito comprese di essersi fatta un'idea completamente diversa su di lei.

Col tempo quella ragazzina con acne e l'apparecchio subì una vera e propria metamorfosi denominata comunemente "fase dell'adolescenza" divenendo una diciassettenne con dei magnifici capelli riccissimi e una pelle liscia e morbida.
Si era tinta la sua indomabile chioma di vari colori dell'arcobaleno, ovvero rosso, arancione, giallo, verde, blu, celeste e viola.
Elisa doveva ammettere che era davvero carina così.
Sì, era oggettivamente bella.

La giovane, dopo aver passato tre anni infernali in quella maledetta scuola media a causa di quei bulli ignoranti che tanto detestava e che la deridevano per il suo aspetto, trovò la pace dopo aver avverato un sui grandissimo sogno, che si portava appresso sin da quando era solo una giovane fanciulla di sette anni, amante della pittura e del disegno: frequentare il liceo artistico.
Aveva provato a convincere la sua amica ad iscriversi a quella scuola (- Insomma, sei la figlia di un artista! Sarebbe un'ottima idea seguire le orme del proprio genitore, non credi? - le ripeteva sempre, a quei tempi) fallendo miseramente: Elisa era fermamente convinta di essere portata per le materie umanistiche.
Il liceo classico era adatto a lei.
(- perciò hai preso la decisione di seguire le orme dell'altro tuo genitore? - chiese sarcastica)

- Mi metti a disagio così - ammise, rossa in volto. La più grande, con un grosso sorriso sornione in volto, emise un  verso intenerito e molto acuto e le scompigliò i capelli energicamente.
- Ma è una cosa normale innamorarsi! - esclamò lei, scrutando l'amica con i suoi occhi marroni, un colore così comune che lo odiava.
- Lo so, Marty, ma non so... non sono sicura che lui-
- È palese che lui sia innamorato di te, andiamo, hai detto che si è ingelosito quando il fratello gli ha mentito! - concluse con tono deciso.

- Ne sei così sicura? -
- sicura al cento per cento -
- non so, non credo che sia interessato a me... e se fosse vero che sia omosessuale? -
- Oh, andiamo - esclamò Marta, ridendo - ti stai facendo troppe paranoie. Insomma, lui odia essere etichettato così perché sa che non è vero, lui è etero -
- non lo so! Ah, sto seriamente andando in crisi per un ragazzo? - sbottò sbuffando la sedicenne.
- A quanto pare, sì - rise l'altra. La castana sbuffò e si sbatté la mano sulla sua fronte, il tipico gesto chiamato "facepalm".

- Perché non glielo confessi? -
- Sei impazzita, Marty?! -
- Suvvia, dov'è la Elisa coraggiosa e audace che conosco? -
Lei sospirò:
- Forse hai ragione. -

#SpazioAutrice

Scusate sia per l'orario e sia per il capitolo super noioso, peace and loove~