Capitolo 14
Elisa sospirò e continuò a sorseggiare lentamente la sua tisana alla fragola e lampone, la sua preferita. Quando era in ansia, arrabbiata, in sovrappensiero o semplicemente annoiata l'unica cosa che la faceva rilassare era proprio quella, assieme ai suoi biscotti al limone.
- Hai esagerato un po' troppo - commentò Mattia appoggiando del ghiaccio sulla ferita della ragazza. Era posizionate sulla fronte e le doleva abbastanza.
- Se lo meritava quello stronz-
- Il linguaggio! - la riprese guardandola male.
- Scusa, è solo che non sopporto i bulli. - si scusò osservandolo attentamente. I loro visi erano molto vicini, per il ragazzo però non era un problema, troppo occupato a prendersi cura della amica. Lei riusciva a sentire il respiro dell'altro, così calmo, i suoi capelli castano chiaro erano leggermente scompigliati a causa del vento che proveniva dall'esterno. Erano appena ritornati a casa e il giovane non aveva perso tempo nel soccorrere la castana. Fortunatamente non era molto ferita, ma nonostante ciò Mattia era molto preoccupato.
- Anche io non li sopporto, ma di certo non vado a picchiarli a sangue. - ribatté continuando a tamponare il ghiaccio sulla fronte.
- Dovresti capirmi, stavano insultando le persone a me più care! - esclamò dopo aver sorseggiato la sua tisana.
- Ti sei difesa e va bene, ma l'hai fatto nel modo sbagliato. Non puoi picchiare una persona solo perché ti ha insultato. - le rispose posando i cubetti freddi che teneva in mano sul tavolo, osservando attentamente la zona colpita.
- Mattia, stava insultando anche te! -
- E allora? -
- Non mi dici neanche un grazie?! -
- Per aver picchiato un ragazzo? -
- Per averti difeso. -
- Non bisogna ricorrere alla violenza per proteggere le persone a cui siamo affezionati -
- Senti, non ho nessuna intenzione di farmi fare la ramanzina da te se non provi un minimo, un istante a vederla dal mio punto di vista! - urlò Elisa allontanandosi da lui bruscamente. Era visibilmente offesa e arrabbiata, la tisana non le serviva a nulla a quanto pare.
- Dal punto di vista di una persona che riempie di botte la gente per un futile motivo?! - sbottò il ragazzo a voce alta alzandosi in piedi. Di solito quando parlava il suo tono era molto basso, a stento riuscivi a sentire le sue parole. Quella volta però voleva parlarle chiaro e tondo.
- Non vuoi neanche capire il perché io abbia agito così. -
- Ma lo capisci che sei tu che hai torto e quello che ha ragione sono io?! -
- Guarda che non sei costretto ad essere mio amico. - concluse lei guardandolo negli occhi con menefreghismo e con le braccia conserte.
Lui non proferì parola e, forse per orgoglio, forse perché era stanco di litigare, andò via prendendo le sue cose.
Era un addio quello?
#SpazioAutrice
Ho preso ispirazione dalla stagione tre di Skam Italia per questo capitolo uwu tenevo a precisarlo
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