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Capitolo 13

"Femminuccia"
"Piagnucolone"
"Frocetto"
"Finto depresso"

Questi erano gli insulti che i suoi compagni di scuola bisbigliavano contro il giovane ridacchiando.
A volte glieli urlavano in faccia per sentirsi più grandi, fighi e potenti. Insomma, le persone cool avevano tutti ai loro piedi, no?
Altre volte, invece, gli "facevano capire chi comandava lì" procurandogli lividi e molte ferite, una volta aveva anche rischiato di rompersi il naso per colpa loro.

- Ignorali, Mattia. - gli suggerì la sua unica amica accarezzandogli la spalla - Sono solo degli idioti. -
I due stavano ritornando a casa dopo una lunga e stressante settimana di scuola.  Era sabato mattina e faceva molto freddo, si gelava lì fuori: il meteo prevedeva un'ondata di pioggia e temporali quel weekend. Una vera sfortuna per i due, che avevano intenzione di passare il pomeriggio insieme. Inizialmente volevano fare una passeggiata al parco, successivamente aveva cambiato idea e decisero di andare a casa della ragazza; come avrebbero passato il tempo? Ovviamente Netflix e patatine!

- Uh, guarda! - urlò uno di loro ad un certo punto, avvicinandosi ai due con un ghigno dipinto in volto - Elisa Minutillo Bellissimo. Io e miei amici ci chiediamo... perché non hai un solo cognome? Di solito i figli lo prendono solo dal padre. -

Lei strinse i pugni, sapendo bene doveva voleva andare a parare.

- Oh, giusto, hai due padri froci! Che schifo, ma non ti vergogni? Sicuramente avrai subito un trauma da piccola e sei diventata lesbica, un vero peccato, sai? Sei davvero figa. - suppose con tono disprezzante guardando la ragazza con odio.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

- Elisa! - urlò spaventato Mattia correndo verso di lei, che, non avendo trattenuto l'ira, si era avventata su di quegli omofobi che tanto odiava.

"Botte!"
"Botte!"
"Botte!"

Era questo quello che urlavano alcuni ragazzi che, notando quella scena così violenta, si erano accerchiati ai due con molta foga. Gli altri membri della banda dei bulli erano scappato via come dei conigli, troppo deboli per soccorrere il loro amico.
E il giovane si sentì solo per la prima volta in vita sua: era stato abbandonato da quei codardi e di certo non voleva essere umiliato dalla giovane che stava bullizzando poco tempo fa.

"Botte!"
"Botte!"
"Botte!"

Sì, si sentiva davvero solo. Solo in quel momento comprese come si sentiva Mattia quando veniva preso di mira da lui e dai suoi scagnozzi.

- Elisa, basta! - dopo circa mezz'ora il castano riuscì finalmente a separare i due. Erano entrambi ridotti molto male, ma quello più ferito era di certo il bullo.
- Prova ad insultare di nuovo Mattia o i miei genitori e giuro che ti spacco quel brutto naso che ti ritrov-
- Elisa! - la rimproverò il suo amico. Ella sospirò, lanciò un ultimo sguardo disprezzante verso il nemico e poi disse:
- Andiamo, Matty -

E mentre i due amici andavano via allontanandosi dai versi di disapprovazione della folla che aveva assistito al combattimento, il giovane si sentì come un cane abbandonato.
Allora era vero che se fai del male a qualcuno, quello ti ritorna indietro prima o poi?

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