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Capitolo 11

- Questo buon umore da dove deriva? - chiese Mario alla figlia vedendola saltellare allegramente verso la cucina. L'uomo aveva un libro in mano ed era seduto a gambe incrociate sul divano, indossava una maglietta blu a maniche corte e i boxer; diceva di "sentir caldo" nonostante fosse autunno.

- Oh,beh,niente di particolare,ho solo incontrato un mio amico questa sera! - rispose girandosi verso di lui bevendo un bicchiere di succo d'arancia aggiungendo - non senti freddo? -
- No,il contrario - e,detto ciò,alzò le spalle - sei stata fuori fino alle dieci,non hai nulla da dirci? - inarcò un sopracciglio serio.

La ragazza sospirò: conosceva perfettamente le regole che le avevano imposto i suoi genitori,alcune dure,altre no. Una delle leggi di casa più strambe che c'erano era quella del coprifuoco delle nove e mezza di sera.
"Andiamo! Se voglio andare ad una festa di qualche mia amica e questa dura più delle dieci,cosa devo dire alla festeggiata? 'Scusami,sai com'è,i miei mi vietano di restare fuori casa dalle nove e mezza in poi!',sembrerò una bambina piccola." si lamentava sempre la giovane.
La odiava quella regola.
La persona che si arrabbiava maggiormente su ciò era proprio Mario.

- Scusa,papà - borbottò a testa bassa fissando il pavimento.
- Ti perdonerò solo se mi dirai con quale amico sei stato. - ordinò osservando attentamente ogni sua azione.
- Il ragazzo della biblioteca...tu sai chi - e,detto questo,fece un sorriso radioso.
- Lo sapevo! - commentò il romano.

- Di cosa state parlando,ragazzi? - Stefano,appena uscito dal bagno,si era avvicinato ai due: aveva i capelli color zucchero filato bagnati,indossava dei pantaloncini che gli arrivavano a metà coscia neri e una maglietta a maniche corte bianca.
Suo marito si girò verso il rosa e gli sorrise:
- Niente di importante,amore. -

Elisa imitò un finto conato di vomito:
- Andate ad amoreggiare in camera vostra! Anzi,lo farò. - e,detto ciò,si diresse verso la sua stanza.

Entrambi risero e il corvino,appoggiando il libro sul divano e alzandosi,diede un dolce bacio a stampo a Stefano. Quest'ultimo,sorridendo,gli saltò in braccio stringendolo,dicendo:
- Mariooo,ho voglia di coccole! -
Lui rise intenerito e gli accarezzò i capelli:
- Lo sai che sei tenero? -
- Lo so - disse arrossendo.

- Dovrei dirtelo più spesso,sai? -  sussurrò all'orecchio del milanese facendolo arrossire lievemente.
Mugolò e borbottò un:
- Sei sempre occupato per il tuo lavoro. -
- Lo so tesoro - e,detto questo,gli diede un bacio sulla fronte avviandosi verso la camera da letto.

Non sapevano che la loro figlia stava osservando la scena da lontano addolcita pensando a quanto sarebbe stato bello avere un ragazzo.

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