Capitolo 4:
La mattina mi svegliai con un pensiero: lui. La scorsa sera mi ero trovata davvero bene con Axel.
Chiamai Alis, dovevo raccontarle quello che era successo, <<Mia!>>, esclamò prima ancora che parlassi, <<Oddio Alis non sai cos'è successo! Ti ricordi il ragazzo bello che passava sempre da solo per la piazza?>>, le chiesi sorridendo come un'ebete, <<Certo che me lo ricordo, ma cosa c'entra?>>
<<Ecco, ho cambiato spiaggia ieri, e lui c'era.>>. Le raccontai tutto, anche di quel brivido che aveva sentito anche lei esattamente nello stesso momento. <<Wow...é stupendo!>>, esclamò finita la descrizione della mia giornata perfetta, <<Già, tutto stupendo...ma non è ancora successo niente di brutto, e mi preoccupa...>>, risposi, <<O verranno dopo, oppure non lo so proprio.>>. Lei mi raccontò di come stava andando a Milano e sembrava andare tutto per il meglio.
Mi accorsi che era tardi così la salutai e riattaccai. Mi preparai per andare al mare e incontrarlo. In pochi secondi ero già in spiaggia ad aspettarlo, ebbi il tempo per farmi un tuffo dagli scogli e poi arrivò.
<<Ehi.>>, disse appoggiando il suo zaino sul mio asciugamano, <<Ehi.>>, risposi sorridendo ancora di più, <<Allora, com'è l'acqua?>>, chiese, <<Abbastanza calda.>>, risposi, si tolse la maglietta per rimanere in costume, era semplicemente perfetto, un fisico perfetto, un viso perfetto, e anche il suo carattere non era da meno.
Mi prese in braccio e mi portò di nuovo sulla riva del mare, <<Andiamo a farci un bagno.>>, disse sorridendo prima di buttarmi nel mare cristallino, riemersi, <<Ehi! Ora però entri anche tu!>>, esclamai. Cercai di prenderlo e buttarlo dentro ma era più forte di quanto mi aspettassi, ma in qualche modo riuscii a buttarcelo dentro lo stesso.
<<E questo la chiami acqua calda?!>>, esclamò appena riemerse, <<E tu come la chiami? Fredda?>>
<<No, la chiamo tiepida.>>
<<Ragazzo strano.>>.
Dopo un'oretta tornammo ad asciugarci al sole, mi sdraiai coprendomi gli occhi con la mano, in modo da non avere il sole in faccia, lui fece la stessa cosa, tra di noi era calato il silenzio. Mi girai verso di lui, e lui fece lo stesso, ci guardavamo negli occhi, <<Sei simpatica sai?>>, disse sorridendo, <<Anche tu sai?>>, risposi ricambiando il sorriso, avevo voglia di un gelato e sopratutto di acqua.
<<Andiamo al bar?>>, mi chiese lui precedendomi, <<Avevo proprio voglia di un gelato.>>, risposi, presi il cellulare, lo guardai un attimo e sbiancai, <<Che succede?>>, chiese preoccupato, <<Sono loro...>>, risposi quasi in un sussurro, dietro di me c'era un camion nero con finestrini scuri in modo da non poter vedere niente di quello che succedeva dentro. Lo conoscevo bene.
Presi la borsa e cercai l'auricolare collegato tramite bluetooth al mio cellulare, mi girai verso il mare e me lo misi, <<Andiamo.>>, aggiunsi lasciando poi la mia borsa lì, non mi girai dietro ma sapevo che mi avrebbero seguito, digitai il numero di linea sicura in modo che non mi potessero rintracciare e poi chiamai Alis.
<<Fai finta di parlare con me, ok?>>, chiesi girandomi a guardare Axel, lui annuì, <<Mia.>>, rispose, <<Alis, sono sulla linea sicura, mi stavano spiando...>>, dissi con voce più bassa possibile, <<Come? >>
<<Non lo so, hanno un furgone completamente nero, con i finestrini oscurati. Come diavolo hanno fatto a trovarmi?!>>
<<Stai andando al posto?>>
<<Si, potresti chiamare Eddy? Digli che tra poco lo chiamo dal rifgio ok?>>
<<Ok, fa attenzione.>>. Vicino al bar c'era una grosso tubo di scarico ormai in disuso, <<Vieni.>>, dissi prendendolo per la mano, non disse niente, entrammo nel tubo, più nascosto agli occhi di tutti c'era una porta blindata con un riconoscimento ad impronte digitali. Misi la mia mano e aspettai. Pochi secondi dopo si illuminò di verde ed uscì la scritta: Accesso consentito, bentornata agente Bartowski.
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