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Capitolo 33:

<<Pierre?>>, sussurrai con le lacrime agli occhi, forse me lo stavo solo immaginando, non esistono. Sono solo frutto dei miei sogni. Tutto qui.
Rimasi immobile, Pierre mi sorrise, era lui, veramente lui.
Mi alzai di scatto e gli saltai a dosso.
<<Sei vero!>>, esclamai stringendolo forte, lui scoppiò a ridere, <<Pensavi fossi immaginario?>>, mi chiese ridendo, <<Beh in effetti.>>, risposi e le lacrime iniziarono a scendere.
Salutai anche Ice. Stavo tremando.
<<Io...io non posso crederci...voi, voi esistete...>>, sussurrai mettendomi le mani nei capelli, <<Non è un bene?>>, chiese Ice divertito, erano molto più belli, sorrisi. <<Vi presento i miei amici, venite.>>, dissi, ma mi fermarono.
<<No, siamo un po' di fretta. Ci vediamo al castello.>>, disse baciandomi la guancia. Sorrisi e annuii.
Uscirono dal Mc e io invece tornai al tavolo sotto i loro sguardi interrogativi.
<<Mia, oh mio dio! Chi erano?!>>, esclamò Alis euforica, <<Amici.>>, risposi arrossendo, lei rise, <<Come si chiamano?>>, chiese Claid, <<Pierre e Ice.>>, ammisi guardando Alis e Axel sbiancare.
Alis quasi si strozzò.
Finimmo di mangiare e poi infine tornammo a casa.
<<Buonanotte.>>, mi sussurrò Axel all'orecchio.
<<Buonanotte.>>, risposi dandogli le spalle. Mi circondò la vita con il braccio e mi baciò la spalla. <<Ti voglio bene.>>, mi sussurrò poi.
Non ci volle molto tempo prima che mi addormentassi.
<<Eccoti qua.>>, dissero in coro, <<Sono ancora scioccata.>>, risposi sedendomi sul divano vicino a loro, <<Di cosa?>>
<<Di voi. Insomma non pensavo esisteste veramente!>>
<<E perché no?>>
<<Perché Pierre mi è apparso sempre nei sogni, e mai nella realtà.>>, risposi incrociando le braccia, <<Hai ragione ma il segno come lo avresti spiegato?>>
<<Come un anomalia nella mia testa capace di farmi immaginare le cose.>>, risposi guardandomi il polso.
Risero. <<Senti...abbiamo visto il casino in cui siete finiti...ci chiedevamo se vorreste venire a stare qua.>>, disse Ice, <<E come faccio ad arrivarci?>>
<<Siamo in grado di aprire dei portali che collegano i nostri due mondi.>>
<<E come fate?>>
<<Basta appoggiare il palmo della mano su una qualsiasi superficie e concentrarsi su un luogo in cui si vuole andare.>>, descrisse Ice, <<È una cosa bellissima!>>, esclamai, avevo paura a provare.
<<Guarda, stammi vicino.>>. Pierre appoggiò la mano sull'erba del giardino, La terra sotto di noi scomparve e venimmo inghiottiti un un grosso buco viola scuro aperto sotto di noi.
Un secondo dopo eravamo in riva al mare.
<<Wow.>>, sussurrai alzandomi per guardare sotto di me. Solo sabbia.
Guardai il cielo, avevo di nuovo voglia di volare, <<Lascia uscire quel potere che senti dentro di te.>>, abbassai lo sguardo sulle mie mani, Pierre me le prese tra le sue, <<Ehi, andiamo a fare un giro li sopra!>>, esclamò e uscirono le sue bellissime ali, uscirono anche a me e ad Ice.
<<Ora devi solo pensare a come fanno gli uccelli, che muovono le ali.>>, aggiunse Ice. Feci come disse, non sentii più la terra sotto i miei piedi.
Oh mio dio sto volando!
Pian piano mi alzai sempre di più, loro due cercarono di rimanere sotto di me in caso avessi perso l'equilibrio.
Mi stavo abituando a quella sensazione, ora senza neanche pensarci le controllavo, aumentavo la velocità e la direzione.
<<È stupendo!>>, urlai andando in picchiata e sfiorando il mare.
<<Impari in fretta eh?>>.
Allungai la mano e toccai l'acqua fresca, poi ripresi a salire, attraversai una nuvola e infine mi fermai a mezz'aria. Seguita da loro due.
<<E per farle andare via?>>
<<Quando non le vuoi più basta non pensarci.>>. Volevo nuotare adesso.
Le ali scomparvero e io precipitai molto velocemente nel mare.
Era molto fredda in quanto era autunno ma sembrava veramente perfetta. Rimasi qualche secondo a guardare il fondale e infine riemersi.
Trovai Pierre e Ice con facce preoccupate, <<Che avete?>>, chiesi cercando il più possibile di rimanere a galla, <<Pensavamo fossi caduta.>>, disse Pierre Ice iniziò a ridere, <<Tu lo pensavi!>>, esclamò, <<Ehi!>>, ribatté lui facendolo cadere in acqua.
Le ore passarono e ammetto di non essermi mai divertita così tanto. Ice e Pierre erano come cane e gatto ma non esistevano persone più unite di loro.
<<Cosa dovrei dire ai miei amici? Non posso raccontar loro niente, non mi crederebbero mai.>>, ammisi, <<Sia Alis che Axel ci hanno creduto.>>
<<Si ma loro sono loro. Insomma...oh non riesco a trovare le parole adatte.>>
<<E se venissimo sulla terra domani? Ti aiutiamo a convincertli.>>
<<Sarebbe perfetto!>>.
Presi un respiro profondo e mi immersi nell'acqua, cercai di andare più giù possibile, ma senza arrivarci mai perchè pian piano il sogno si dissolse.

<<Ok, tutti pronti?>>, domandò Axel facendoci uscire e chiudendo la porta, annuimmo.
<<Dai ragazzi allegria! Torneremo tra una settimana!>>, esclamò Edward appena uscì dall'ufficio di Eddy.
<<Prendiamola come una vacanza.>>, aggiunse Alis.
Come faccio a dir loro di trasferirsi non so dove con due tizi che conosco appena?
<<Mia? Andiamo?>>. Mi accorsi solo in quel momento che stavo guardando il pavimento, scossi la testa per riprendermi e li seguii.
Andammo in aeroporto dove c'era un Jet privato ad aspettarci, nel giro di un'ora eravamo a Barcellona.
Dovevo aspettare Pierre ed Ice per parlare con i miei amici, probabilmente sarebbero venuti in serata direttamente qua.
<<Signorina? Scusa i suoi documenti?>>, mi chiese una voce facendoci tornare alla realtà, <<Come scusi?>>, domandai non riuscendo a capire più niente, <<I documenti, per favore.>>, rispose un po' arrabbiata, li presi dalla borsa e glieli porsi.
<<Grazie, allora non avevamo camere libere separate, così vi abbiamo messi tutti in un unica camera. La 356 al terzo piano. Ci sono esattamente otto letti singoli, due bagni e una piccola terrazza.>>, concluse dandoci la chiave.
<<Sembra tanto di stare in un hotel.>>,dissi finalmente qualcosa, <<Finalmente apri bocca!>>, esclamò Claid che fulminai con lo sguardo. <<Non hanno detto niente per Akira, strano, no?>>, chiese Alis mentre cercammo l'ascensore in quell'enorme palazzo.
<<In effetti.>>, rispose Axel. Trovammo l'ascensore ma dovemmo dividerci per far in modo di andare entrambi, perché l'ascensore era abbastanza piccolo.
<<Che cos'hai?>>, mi chiese Edward, <<Non lo so.>>, risposi entrando in ascensore appena le porte si aprirono.
Io, Edward e Andrè ci guardammo senza che nessuno proferisse parola. Seguii Edward verso la nostra stanza, era gigante. Altro che le nostre stanze a Milano. Queste erano veramente perfette.
Otto letti in otto diverse stanze unite solo dal corridoio molto grande, due bagni nelle parte opposte della stanza, una sala con un divano da dieci posti, e un televisore al plasma da 58 pollici e per finire una cucina ad angolo con tanto di tavolo lungo.
Appoggiai la valigia vicino al divano di pelle nero. Che lusso ragazzi.
<<Wow. Perché Eddy non ci da camere simili?!>>
<<Magari!>>.
Sistemammo tutte le nostre cose e decidemmo di unire tutti i nostri letti in una singola fila in modo da poter parlare tra di noi, senza bisogno di urlare o uscire dalle stanze.
Ci cambiammo e poi uscimmo dalla stanza.
<<Andiamo a presentarci?>>, chiesi, <<Si, almeno avvisiamo anche Eddy che siamo arrivati.>>, affermò Richy, prima volta che mi rivolgeva parola dopo la missione: 'Salviamo mia madre dalla CIA'. Vuol dire che si stava riprendendo!
Seguimmo delle frecce per arrivare alla sala comune, era stra-piena di gente, mai vista così tanta. Tavolate intere.
<<Quanta gente. A chi chiediamo?>>, chiese Edward, <<Ehi, scusate il disturbo, siamo nuovi qui. Sapete dove si trova l'ufficio del Capo?>>, chiesi ad una ragazza dai capelli rosso fuoco, <<Piacere sono Roxy. Vi accompagno io, sempre se per voi non è un disturbo.>>, mi rispose gentilmente, <<No, anzi ci farebbe piacere.>>, risposi sorridendo, lei si alzò e ci fece strada verso l'ufficio, la strada fu abbastanza lunga, gira a destra, gira a sinistra, sali le scale, sempre dritto ecc e finalmente ora era davanti a noi.
<<Grazie mille. Io sono Mia.>>, ringraziai, aspettai che tutti si presentassero e poi lei se ne andò dicendo: <<Quando avete finito raggiungetemi pure nella sala comune, vi farò conoscere un po' di gente.>>.
Annuimmo e bussammo.
<<Avanti.>>, disse un vocione, lentamente aprimmo la porta ed entrammo. Un signore sulla sessantina d'anni si presentò: <<Io sono Lambey. Il capo di questo dipartimento speciale. Voi dovreste essere i nuovi arrivati dal quartier generale di Milano, giusto?>>, annuimmo, ci presentammo, <<Ah forse il vostro Capo non vi ha detto che qua come minimo dovete starci un mese...>>
<<Come scusi?>>, saltò su Alis, la scuola sarebbe iniziata tra pochi giorni e avevamo calcolato che saremmo arrivate in tempo.
<<Si, avete sentito bene un mese. >>
<<Ma noi non possiamo stare così tanto qui!>>, esclamai, <<E perché mai?>>
<<Perché noi...abbiamo già preso degli impegni con Eddy, e...>>
<<Ci parlerò io con lui, non sarà un problema. Voi dovete nascondervi e per lo meno un mese dovete farlo qua. >>, concluse alzandosi. Ci passò dei fogli con scritto degli orari.
<<Questi sono gli orari della colazione, pranzo e cena, nel caso non vorreste cucinare. Si tengono delle riunioni ogni due giorni nell'aula collegio, per vedere il nostro lavoro svolto, e ogni giorno nella palestra c'è l'allenamento obbligatorio. Per il resto della giornata avrete ore libere e delle missioni, certo forse voi no oppure missioni non convenzionate con la CIA, in sostanza questo è il nostro lavoro sicuramente diverso dal vostro.>>, aggiunse, lo guardai stupita, qua tutto era scritto, proprio come nell'esercito, <<Ok, ci vediamo questa sera nella nostra sala discoteca, terremo un rinfresco per festeggiare i nostri venticinque anni di attività, poi ci sarà la cena formale e infine la discoteca per chi vorrà partecipare.>>, io e Alis ci guardammo sorridendo, <<Ci saremo.>>, risposi sorridendo. Uscimmo dal suo ufficio e invece che andare da Roxy decidemmo di riposarci, in vista della festa imminente.
<<Manca meno di un'ora alla cena, come dobbiamo vestirci?>>, chiese Alis tirando fuori uno dei suoi magnifici vestiti, <<Credo eleganti...>>, sussurrai cercando un vestito carino dentro la valigia.
Trovai un vestito corto con corpetto a cuore, con una fascia di brillanti in vita.
<<Che ne dite?>>, chiesi buttandolo sul letto seguito da altri due, Alis fece esattamente come me.
Avevamo gli stessi vestiti ma con colorazioni diverse, guardai i suoi e lei i miei.
<<Secondo me...>>, iniziò Claid ma ancor prima di iniziare la frase presi il vestito verde acqua di Alis e lei il mio vestito nero. <<Questo dovrebbe andar bene!>>, esclamammo in coro. Loro si guardarono con facce preoccupate ma poi ripresero a cercare un completo carino da mettersi.
Andammo in bagno a cambiarci, era stupendo, un vestito con lo scollo a cuore, corto davanti e lungo dietro, con dei tacchi neri, che onestamente sono l'unico paio di tacchi che ho portato.
E per finire un po' di matita e mascara.
Mi guardai ancora una volta allo specchio, la benda così si vedeva troppo, uscii dal bagno, corsi verso la valigia. Presi una fascia per i capelli nera che stranamente avevo portato, e ritornai in bagno.
La legai intorno al polso ed era perfetto, nessuno l'avrebbe notato più di tanto.
Alis era stupenda e anche i ragazzi non scherzavano. Akira si era addormentato sul letto e non si accorse nemmeno che noi uscimmo.
<<Non è troppo?>>, chiese Alis, <<Non credo.>>, risposi un po' preoccupata per non so cosa.
Arrivammo nell'aula comune di prima, dove trovammo le stesse persone di prima però tutte vestite molto eleganti, anzi forse eravamo quelle meno eleganti.
<<Ehi!>>, esclamò Roxy attirando la nostra attenzione, <<Ehi.>>, rispondemmo in coro, <<Com'è andata col Capo?>>
<<Bene dai, ci ha avvisato lui di questo anniversario.>>, risposi, <<Vi presenti un po' di persone!>>, disse entusiasta prendendo Alis sotto braccio, il suono di una campanella attirò la nostra attenzione, <<Che...cos'è?>>, chiese Axel guardandomi, <<Ok, andiamo al rinfresco, questa è la campanella che avverte che tutte le sale sono pronte.>>, ci informò Roxy.
Aveva un vestito rosso lungo, e un paio di tacchi stupendi rossi con del pizzo nero sopra. Era veramente una bella ragazza e molto simpatica.
Ci accompagnò fino alla sala, c'erano quattro lunghe tavolate, e davanti a noi un gigante tavolo da rinfresco.
Ci fece sedere vicino ai suoi amici che pian piano si presentarono.
Non mi ricordavo nessun nome però sembravano simpatici.

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