Capitolo 31:
Rimasi zitta. Non fiatai minimamente anche se in quel castello sembrava non esserci nessuno.
<<Mia?>>, era Ice.
<<Ehi.>>, risposi cercando di sembrare più tranquilla possibile, <<Pierre?>>, chiesi senza sembrare troppo apprensiva, <<È in giardino?>>
<<Abbiamo un giardino?>>, chiesi euforica, <<Certo, vieni te lo mostro.>>, disse e mi fece strada, sotto le scale c'era una porta che portava sul retro. Ed eccoli lì.
Una giardino gigantesco, l'erba di un colore più sul grigio-verde che sul verde intenso.
Era immenso, avrei scommesso fosse lungo un paio di km, seduto sotto un albero c'era Pierre, tranquillo e rilassato. Il vento lieve che c'era gli scompigliava un po' i capelli.
<<Ehi.>>, si alzò appena mi vide, <<Ehi...>>, risposi, <<Come stai?>>, chiese Ice, mentre ci sedemmo a cerchio, alzai le spalle, <<Ci scommetto che lo sai perfettamente come mi sento in questo momento.>>, aggiunsi sorridendo, <<Confusa?>>
<<Già.>>.
Mi sdraiai, <<Potete dirmi tutto adesso.>>, dissi, loro si scambiarono delle occhiate, <<Su cosa?>>
<<Vi ho sentito parlare, l'altra volta...cosa avete paura che succeda?>>
<<Forse lo hai solo immaginato...>>
<<Pierre ti prego, ne stavate parlando in cucina, Ice si stava disperando per non so quale precisa ragione e tu non eri da meno.>>, risposi spiazzandoli.
Rimasero zitti per un po'.
<<Ho il diritto di saperlo, non credete?>>, aggiunsi, <<Si ha ragione, Ice.>>, disse Pierre rivolto ad Ice.
<<I Governatori...sono persone che governano questo mondo, non stando a capo come un imperatore ma controllando le nostre scelte. Loro ci inducono a seguire delle regole, e tu devi rispettarle prima che succeda qualcosa di brutto a chiunque ti stia vicino.>>, disse Ice, <<Sono loro che vi hanno impedito di contattarmi?>>
<<Si, sono loro.>>
<<Poi?>>
<<Nessuno sa dove abitano. Nessuno sa cosa vogliono veramente da noi.>>.
<<Pierre è il mio migliore amico...i miei, cioè nostri genitori, sono stati cacciati da questo mondo e sono stati costretti a vivere sulla terra. Però prima mi hanno affidato alla famiglia di Pierre...>>, lo fermai, <<Perché?>>
<<Perché nostra madre ha rotto un patto.>>
<<Che patto?>>. Mi guardò pensando alle parole che poteva usare.
<<Eleonor doveva sposarsi con il padre di Pierre per unire le due Famiglie,
ma non lo fece, venne rinchiusa nelle segrete dei Governatori.
Dicono che il destino é scritto e nessuno può infrangerlo, l'hanno rispedita sulla terra come una semplice mortale; anche se era una principessa. Nostro padre si chiama: Grigor, anche se non é un nome da mortale, si é sposato con lei poi siamo arrivati noi due.>>, si fermò un secondo poi riprese: <<Nostra madre é stata spedita sulla terra, mentre il padre di
Pierre: Draty ha conquistato gran parte del nostro regno , riducendoci ad avere nostro solo il castello.>>
<<Quanto é grande questo mondo?>>, era l'unica cosa che mi era uscita dalla bocca, <<Vola più in alto che puoi e vedrai>>, fu la sua risposta senza troppi giri di parole.
Mi sedei e incrociai le gambe.
<<Come volare?>>, chiesi guardando il cielo sopra le nostre teste, <<Noi possiamo volare.>>, rispose lui sorridendomi, <<Seriamente?!>>
<<Si. Abbiamo le ali.>>, ammise Pierre, li guardai e scoppiai a ridere, <<Io non le vedo.>>.
Loro si guardarono e dietro ognuno di loro uscì un paio di ali neri.
Sbiancai.
<<So...sono...vere?>>, chiesi emozionata, annuirono sorridenti, <<Posso...toccarle?>>, balbettai avvicinandomi alle ali di Pierre.
Mi fermai un secondo, allungai la mano e toccai quelle piume stupende, <<Oddio sono stupende!>>, esclamai afferrandone una lentamente, <<Ahia!>>, esclamò Pierre, <<Scusami...non volevo...>>, sussurrai, <<Come avete fatto?>>, aggiunsi non riuscendo a distogliere lo sguardo dalle loro ali.
<<Basta concentrarti.>>, rispose Ice, <<Come se fosse facile...>>, sussurrai, <<Concentrati sulle mie ali.>>, sussurrò Pierre vicino al mio orecchio, annuii.
Feci come mi disse, d'istinto chiusi gli occhi, sentii dell'energia dentro di me crescere.
<<Brava. Ora cerca di concentrarti sulle piume.>>, mi sussurrò Pierre.
Feci un respiro profondo, quel l'energia si spostò sulla mia schiena, e poi uscì.
Aprii gli occhi. Guardai dietro di me ed eccole li.
<<Oh mio dio...>>, sussurrai, mi coprii la bocca con le mani, <<Ce l'hai fatta!>>, esclamò Ice.
Mi veniva da piangere per la gioia.
<<Mi sono sempre chiesto cosa si prova ad essere liberi e volare...>>, sussurrai.
<<Ci vediamo tra poco.>>, sorrise Ice mentre Pierre mi salutò con la mano.
<<Aspettate, cosa?>>, domandai, ma il buio mi inghiottì per l'ennesima volta.
Aprii gli occhi.
<<Buongiorno.>>, disse Axel sorridendo, <<Era solo un sogno...>>, balbettai guardandomi le spalle, ma non c'erano purtroppo, rimasi delusa.
<<Che succede?>>
<<No niente.>>
<<Ma quanto ho dormito?>>
<<Un po'.>>
<<Alis e Claid?>>
<<Si sono addormentati sul divano mentre guardavano un film, non li ho svegliati.>>. Mi alzai lentamente ed erano ancora li, Alis con la testa appoggiata sulla sua spalla e lui con la mano intorno alla sua vita.
Presi il mio telefono e scattai una foto.
<<Sono carinissimi!>>, esclamai a bassa voce, lui annuì.
<<Piuttosto, cosa ti ha detto Richy?>>
<<Mi ha raccontato che gli hai dato la lettera, e non voleva leggerla da solo. L'ha letta e...>>
<<E?>>
<<E c'è stato male, come pensavi reagisse?>>
<<Non pensavo sinceramente, non so nemmeno perché gliel'ho data...>>.
<<Buongiorno.>>, disse Claid stiracchiandosi mentre Alis diventava rossa, <<Siete carini insieme.>>, ammisi, Alis mi guardò male e tossì.
Fecero colazione anche loro, poi Alis mi prese da parte. <<Che hai?>>
<<In che senso?>>
<<Hai lo sguardo troppo pensieroso.>>
<<Ho fatto un sogno con Pierre...avevo le ali.>>, ammisi vergognandomene, sembravo una bambina che si immaginava le cose.
<<Ah, ma è solo un sogno vero?>>
<<Certo. Sicuramente nessuno esiterà al di fuori del mio sogno.>>, mi metteva tristezza ammetterlo ma era vero. Loro non esistevano.
<<Bartowski. Nel mio ufficio.>>, disse l'auto-parlante, lo guardai preoccupata, <<Sarà per Claid che è evaso, no?>>, disse Alis, annuii. Mi cambiai velocemente e corsi da Eddy.
<<Hai attivato il 2.0?!>>, esclamò dandomi il tempo di entrare nel suo ufficio e chiudere la porta, <<Si.>>, ammisi, <<Perché lo hai fatto?!>>
<<Sto collaborando con uno della CIA.>>
<<Chi è?>>
<<È uno che sta cercando di uscirne, gli ho dovuto dare i documenti...e ho pensato di attivare il 2.0...>>
<<È affidabile?>>
<<Ci ha portato alle chiavi nere.>>
<<Perché non me ne hai parlato prima?>>
<<Dovevo avere la conferma che mi avrebbe aiutato una volta dato i documenti. Ed è stato così.>>, sorrisi compiaciuta, <<Non ti cacciare nei guai Bartowski. Fai parte della squadra lo sai? Dobbiamo collaborare per il bene di tutti ricordatelo. Non devi fare tutto da sola.>>, mi ricordò, aveva ragione, <<Lo so, è che...finché non ho le cose concrete in mano non mi piace buttare bombe. Lo sai meglio di me.>>, risposi, <<Si lo so. Qualsiasi cosa succeda, o se tu hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere.>>, mi disse infine prima di farmi uscire dal suo ufficio.
<<Certamente.>>.
Tornai in camera, e trovai tutti e tre a guardare la televisione.
<<Vi va di andare al parco?>>, chiesi cercando il mio portafoglio dentro la borsa nell'armadio, <<A fare?>>, domandò scontroso Claid, <<Un giro forse? Per prendere un po' d'aria.>>, risposi, Axel si alzò sorridendo, <<Per me va bene.>>.
<<Noi rimaniamo qua. Se non vi dispiace.>>, sussurrò Alis al mio orecchio, <<Siete carinissimi insieme.>>, risposi abbracciandola, presi una felpa e la borsa, e uscimmo lasciandoli da soli.
<<Si metteranno insieme secondo te?>>, chiese lui mentre uscivamo dell'hotel, <<Secondo me si.>>, rispose sorridendo, <<Metro o macchina?>>
<<Metro?>>
<<Perfetto.>>. Prendemmo la metro e andammo al parco Sempione. Era l'unico parco vicino a noi e abbastanza tranquillo.
Mi sdraiai sull'erba seguita da Axel.
<<Mi piace stare in questo parco, per la prima volta da sola senza la squadra dietro...>>, sussurrai girandomi a pancia in su per guardare il cielo. <<Non sei da sola ci sono io con te.>>, intervenne lui, <<Come fai a rimanere concentrato su quello che dico se senti in continuazione tutti i pensieri dei presenti?>>, domandai curiosa, <<Beh distinguo i pensieri dalle parole dette veramente.>>
<<Come?>>
<<I pensieri li sento più sottili, non so come descrivertelo, mentre le parole dette le sento con un altro tono.>>
<<E se io penso e parlo?>>
<<Beh mi metti un po' in crisi. Ma ci sono abituato ormai.>>.
<<Beh sei avvantaggiato in certe cose.>>
<<In molte si. A scuola leggevo tutte le risposte nella mente dei professori. >>
<<Ah bravo, noi a studiare e tu che copiavi!>>
<<Poi c'erano le volte in cui non pensavano e rimanevo fregato. Infatti ho imparato a studiare qualcosa.>>.
Il cielo si stava dipingendo tutto di grigio, segno che avrebbe piovuto.
<<Come mai ti piace così tanto la pioggia?>>
<<Perché è la cosa che mi rilassa, mi rallegra in un certo senso, l'emozione che provi ad andare sotto la pioggia è indescrivibile...sei libero di pensare a tutto, è uno di quei posti in cui vorresti essere quando sei triste in modo che quando piangerai non si vedranno le tue lacrime perché saranno coperte da quelle minuscole goccioline che ti bagnano il viso...>>, risposi sentendomi ispirata, <<È stupendo quello hai detto...>>, sussurrò sorridendo, mi girai verso di lui, <<Anche tu lo sei.>>, risposi senza rendermene conto, mi tappai la bocca, e lui rise, <<Però non vale che tu sai già tutto prima che io dica qualcosa!>>, esclamai, sentii una goccia bagnarmi la guancia, alzai lo guardo. Pian piano le gocce aumentarono obbligandoci ad alzarci da lì.
I bambini venivano trascinati via dalle proprie madri mentre i ragazzi continuavano a fare breakdancing.
Il tempo di alzarci che aveva iniziato a piovere forte. Ed eravamo già fradici.
Mi prese la mano trascinandomi sotto l'albero più vicino.
Mi trovai con la schiena appoggiata al tronco dell'albero mentre lui teneva le sue mani ai lati della mia testa.
Aveva i capelli bagnati e il suo ciuffo era semplicemente stupendo. Come tutto del resto.
Sorrise. Lo odiavo. Sapeva già tutto prima che io dicessi qualcosa, era snervante.
<<Mi diverte questa cosa!>>, esclamò ridendo, <<Ti odio.>>, mentii incrociando le braccia, fece gli occhioni da cucciolo bastonato, era ancora più bello.
Gli lasciai un bacio sulla guancia e lo abbracciai.
<<Non è vero, ti voglio bene.>>, sussurrai al suo orecchio, <<Anche io, tanto.>>, sussurrò lui.
Rimanemmo abbracciati per un po', mi sentivo al sicuro, come se senza di lui la mia vita non avrebbe senso.
Ok che sto facendo?
Mi staccai da lui, <<Riesci a pensare a qualcosa e tenerla per almeno cinque minuti?>>, scherzò lui, lo guardai negli occhi e sorrisi, <<Hai ragione non ci riesco.>>, risposi tranquilla, mi prese la mano e incrociò le nostre dita.
<<Andiamo sotto la pioggia...>>, iniziò a dire ma fu fermato dal mio cellulare, <<Pronto?>>
<<Mia! Dove sei?>>, rispose Edward, <<Al parco...perché?>>
<<Perché Eddy ti sta cercando. Ha detto che è urgente.>>
<<Tra poco arrivo.>>
<<Ok, veloce. Ma a Richy che gli è successo?>>
<<Perché?>>
<<Non vuole uscire dalla sua stanza.>>, ammise, abbassai lo sguardo, <<Non lo so...forse ha bisogno di stare solo.>>
<<Nessuno ha mai bisogno di stare da solo.>>, concluse, <<Se sai qualcosa aggiornami.>>, aggiunsi chiudendo la chiamata.
<<Ha ragione, nessuno ha mai veramente bisogno di stare da solo.>>, replicai, <<Nemmeno tu.>>, rispose lui, <<Forse invece ne ho bisogno.>>, sussurrai non guardandolo negli occhi, <<Invece hai bisogno di stare con me, cioè con i tuoi amici.>>. Senza dire niente l'abbracciai, <<Grazie...>>, sussurrai e lui mi strinse forte.
Senza accorgersene eravamo sotto la pioggia, <<Hai ragione la pioggia è fantastica...proprio come te.>>.
Alzai lo sguardo verso il cielo, Volare. Voglio le ali che avevo nel sogno.
<<Mia...?>>. Si allontanò lentamente, lo guardai preoccupata, <<Che sta succedendo?>>, chiesi continuando a guardarlo, <<Hai le...>>
<<Le cosa?>>
<<Le ali.>>. Girai la testa ed eccole li. Erano vere.
<<Oh mio dio.>>.
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