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Capitolo 26:

<<Cos'è successo?>>, chiese Alis che in quel momento era abbracciata ad Axel, non so cosa sia ma mi salì un enorme istinto omicida verso la mia migliore amica, cosa che prima non mi era mai successo. Lei lo notò e si staccò subito da lui.

<<Uno cercava dei documenti nell'ufficio di Eddy, ma l'hanno arrestato fortunatamente.>>, dissi, <<E lo sparo?>>

<<Quello non lo so sinceramente.>>

<<Non si è fatto male nessuno vero?>>

<<Alis, non lo so, io e Richy siamo andati nell'ufficio di Eddy appena hanno sparato, siamo stati "presi in ostaggio" e quindi non lo so.>>.

Dopo aver fatto un po' di chiarezza tornammo a dormire.

-

<<Pierre!>>, urlai nel vuoto, nessuno si fece vedere o sentire, ero completamente da sola. Perché i miei sogni non erano perfetti? Un bel campo fiorito dove potermi rotolare liberamente e pensare no?

Tutti gli scrittori di libri fanno dire ai propri personaggi che i sogni sono tuoi, e puoi decidere tutto tu. Ma non è vero. Sei solamente rinchiuso nel tuo sogno, creato da te ma che non puoi governarlo. Proprio come la tua vita.

<<Pierre!>>, urlai di nuovo, una mano mi si appoggiò sulla spalla, sussultai di colpo, <<Ehi.>>, disse Ice, il ragazzo davanti a me, <<Mi hai fatto spaventare.>>, ammisi sospirando, <<Pierre non c'è...>>, disse, mi sedei per terra, una leggera luce proveniente dalle sue mani illuminò pian piano tutta la stanza, indietreggiai di qualche passo.

Lui però si avvicinò, poi allontanò le sue mani spezzando la magia.

Sapevo che ci riusciva solo perché era un sogno, ma glielo chiesi lo stesso: <<Come hai fatto?>>

<<Ci riesci anche tu sai?>>

<<Come?>>

<<Non è il momento Angelica.>>

<<Mi potresti chiamare Mia? Angelica mi da fastidio.>>, risposi, solo Pierre poteva chiamarmi così, nessuno oltre a lui lo usava. <<Certo, Mia.>>, rispose sorridente, mi sembrava famigliare quella persona, come se la conoscessi da una vita ma che non l'avessi mai vista in realtà.

<<Prima Pierre non ha avuto il tempo di dirti una cosa importante su di me...>>

<<In effetti, non mi ha detto proprio niente su di te.>>

<<Io sono tuo fratello.>>.

La mia mente iniziò ad elaborare quella rivelazione, iniziai a ridere, <<Mi dispiace ma io non ho fratelli.>>, risposi, ma lui sembrava serio, anzi era addirittura deluso da quella mia reazione.

<<Si invece, sono io, Ice Bartowski.>>, continuò lui, <<Mi starai prendendo in giro! Io non ho mai avuto fratelli. Sono figlia unica.>>, risposi, avevo ragione, dovevo averne.

<<Te lo ripeto. Sono tuo fratello. So che ti sembra strano, ma è la verità, appena arriverà Pierre, ti spiegheremo tutto.>>. Mi alzai e indietreggiai, <<Non ho nessun fratello.>>, scandii iniziando a tremare. Indietreggiai ancora finché non arrivai a toccare il muro, lui si posizionò davanti a me. Ma proprio nel momento esatto in cui la sua mano si posò sulla mia guancia, caddi nel vuoto.

Iniziavo ad odiare il fatto di svegliarmi nel bel mezzo dei mie sogni.

<<Su Mia! Muoviti! >>, urlò Alis buttandomi letteralmente giù dal letto, <<Sono sveglia, sono sveglia!>>, esclamai ancora intontita, <<Sono le sette, devi andare a prendere tua madre in stazione.>>, disse lei, nel giro di cinque minuti mi cambiai, <<Axel?>>, chiesi fermandomi un attimo, <<Ha detto che doveva andare da una parte.>>, disse lei.

Dovevo parlare con mia madre di questo presunto fratello, forse lo aveva abbandonato quando ero piccola...oppure semplicemente non esisteva, come non esiste Pierre.

<<Io allora vado. Se succede qualsiasi cosa, Alis avvisami ok?>>, lei annuii, le diedi un bacio sulla guancia, presi la pistola e le chiavi della macchina ed uscii.

Nel corridoio incontrai Axel, <<Giorno.>>, disse fermandomi, <<Buongiorno.>>, risposi sorridendo, <<Cura Alis mentre sono via, intesi?>>

<<Signor si, signore!>>

<<Bravo ragazzo.>>. Gli diedi un bacio sulla guancia ed uscii da li.

Ed eccola li, la mia bellissima Lamborghini nera. Parcheggiata vicino a quella di Richy. Si beh l'agenzia aveva soldi da buttare.

Aprii la portiera, e mi sedei sul sedile di pelle nera. Accesi la macchina, mia madre non avrebbe dovuto vederla ma l'avrei parcheggiata nel parcheggio riservato a noi, che c'è in ogni posto.

Partii, in circa dieci minuti arrivai a centrale.

Mi chiamò mia madre: <<Tesoro, io sono arrivata.>>

<<Anche io, arrivo, ci troviamo all'ingresso ok?>>, risposi e riattaccai. Entrai nel parcheggio, e scesi sotto di due piani, per entrare appoggiai la mia mano sullo scanner e una volta parcheggiata, diedi le chiavi al custode e usai l'ascensore per arrivare sopra.

Ed eccola lì. Mia madre con un'enorme valigia bianca.

<<Mamma!>>, esclamai abbracciandola, <<Tesoro!>>, esclamò lei stringendomi forte, <<Come stai?>>

<<Bene tu?>>

<<Benissimo. Dai prendiamo un taxi.>>, disse sorridendo.

Presi la sua valigia e chiamammo un taxi, che arrivò quasi subito.

Non tornavo a casa da quasi tre mesi pensandoci bene. Chissà com'era..

<<Amore, siamo arrivati.>>, disse distogliendomi dai miei pensieri.

Pagai il taxi e scendemmo.

Salii le scale di casa il più velocemente possibile, precedendo mia mamma che stava portando su la valigia.

Era rimasta identica.

Aiutai a mia madre a pulire la casa, disfare la valigia e preparare il pranzo.

<<Mamma, io vado da Alis.>>, urlai sulla porta prima di uscire di casa.

Presi la metro e cambiandola due volte tornai a Centrale. Scesi nel parcheggio e ritirai la mia macchina e infine tornai al Quartier Generale.

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