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Capitolo 25:

Il giorno dopo Eddy parlò con Elena, nessuno sa cosa si siano detti ma Elena aveva cambiato carattere, si vedeva pochissimo in giro ed Eddy la mandava sempre in missione lontano da noi.

<<Però non l'ha licenziata.>>, si intromise Richy interrompendo i miei pensieri, <<Già.>>, rispose Alis, si era ripresa perfettamente, il braccio stava migliorando e tutto era tornato alla normalità, o almeno sembrava. Dopo la rivelazione che mi aveva fatto Pierre non facevo altro che dormire per rivederlo, ma come il suo solito non veniva mai. Ed io ero costretta a rimanere nell'ignoranza.

<<A che pensi?>>, chiese Andrè sventolandomi la mano davanti agli occhi, scossi la testa riprendendomi, <<Io? A niente.>>, risposi sorridendo, <<Mia, prossima settimana inizia la scuola...>>, mi ricordò Alis, me n'ero completamente dimenticata!

<<Oh mio dio! È già il 10?>>

<<Si, i compiti non li hai nemmeno iniziati vero?>>

<<No, nemmeno so cosa c'era!>>, lei si mise a ridere, <<Io li ho fatti.>>, esultò, <<Vero che posso copiarli?>>, chiesi facendole gli occhi dolci, <<Mhm vedremo.>>, rispose sorridendo, me li avrebbe fatti copiare in qualsiasi caso.

Sorseggiai il cappuccino che avevo ordinato.

<<E con Elena?>>, aggiunse poi, quasi mi strozzai, iniziai a tossire, <<Domanda sbagliata?>>, rise Axel, <<Spero cambi scuola.>>, conclusi riprendendomi, <<Nah, così ci divertiamo!>>, esclamò Alis ridendo, <<Facile per te, non ti mettono mai con lei a fare i compiti!>>

<<Vedono che andate d'accordo.>>

<<D'accordissimo! Infatti non si accorgono nemmeno che ci mettiamo d'accordo solo su chi li faccia.>>, risposi.

<<Dai andiamo.>>, disse Axel alzandosi, <<Rimaniamo ancora un po' qua.>>, ribatté Edward, <<Siamo qui da quasi due ore, andiamo a farci un giro sotto la pioggia.>>

<<Dai ha ragione, andiamo. L'ultimo che esce paga il conto!>>, esclamai correndo fuori insieme ad Alis.

L'ultimo che rimase dentro fu Richy che pagò il conto per tutti.

<<Grazie!>>, esclamammo tutti insieme, <<Correte che se vi prendo è finita!>>, urlò ridendo, così ci mettemmo a correre il più veloce possibile, ma dopo un po' ci fermammo.

Intanto eravamo arrivati a Piazza Castello, vista di sera non sembrava niente di che ma in compenso era molto rilassante, Alis si sdraiò sulla panchina, mentre noi ci sedemmo sul prato in cerchio, il mio telefono iniziò a suonare, <<Alis me lo potresti passare?>>, chiesi visto che era nella sua borsa, appena lo prese si bloccò, <<Chi è?>>, chiesi curiosa per la sua reazione, <<Elena.>>, rispose tirandosi a sedere, misi il viva-voce e risposi: <<Dimmi.>>.

<<Vorrei parlare con te.>>

<<Io no.>>

<<Ti prego, ci metterò solo 5 minuti, non di più. Appena torni bussa.>>, disse e riattaccò. Ero rimasta alquanto preoccupata per la sua chiamata, <<Sbaglio o sei preoccupata?>>

<<Perché mi ha chiamata?>>

<<Boh, avrà qualcosa in mente, sicuramente.>>.

Senza pensarci troppo passammo la nostra serata come se niente fosse. Ci divertimmo molto, facemmo delle foto, cosa che facevano molto raramente, feci la video chiamata con mia madre che non mi vedeva da quasi due settimane, promettendole che il giorno seguente la sarei andata a prendere in stazione.

Poi tornammo al quartier generale, non andai a chiamare Elena non avevo voglia di litigare ancora.

-

<<Ti faccio conoscere una persona.>>, disse Pierre prendendomi la mano, lo guardai confusa, <<Pierre..>>, non finii di parlare che il luogo dove ci trovammo cambiò.

Eravamo davanti ad un castello enorme.

Bussò al mega portone e una signora sorridente ci venne ad aprire, c'era un ragazzo: castano con gli occhi verdi, indossava una maglietta bianca e dei pantaloni neri. Sembrava nervoso.

<<E lui chi è?>>, domandai perplessa, <<Io sono Ice>>, disse avvicinandosi per stringermi la mano, <<Senza offesa, ma non ho idea di chi tu sia.>>, dissi ,<<Comunque piacere Mia>>, si girò verso Pierre <<Mia Angelica Bartowski >>, corresse Pierre, <<Nessuno oltre a Pierre mi chiama Angelica.>>.

<<Pierre, perché me lo hai fatto conoscere?>>, sussurrai cercando di non farmi sentire da quel certo Ice.

<<Lui è...>>, non sentii il resto della frase che sprofondai di nuovo nel buio più totale.

Un allarme forte mi fece svegliare.

<<Che cavolo è?!>>, esclamò Axel tappandosi le orecchie, <<Intrusione.>>, dissi accendendo la luce il più velocemente possibile, scesi dal letto e andai a prendere la pistola.

<<Che si fa in questo caso?>>, chiese Alis, <<Voi rimanete qua, io vado a vedere.>>, imposi, <<Prendete la pistola che c'è nell'armadio, nel caso volesse nascondersi qua.>>, aggiunsi prima di chiudermi la porta alle spalle.

Incontrai i tre moschettieri nel corridoio, <<Preoccupata?>>, mi chiede Richy venendomi vicino, <<No, solo che stavo dormendo così bene...>>, risposi ripensando al sogno, <<Alis e Axel?>>, aggiunse, <<Ho detto loro di rimanere in camera. Tanto lo avranno già preso.>>

<<Quello è sicuro.>>, rispose sorridendo, sbadigliai, si sentì uno sparo in lontananza, tutta la gente compresi noi ci abbassammo di impulso.

Richy mi prese la mano e facendo lo slalom tra le persone riuscimmo ad arrivare nell'ufficio di Eddy. Era vuoto.

Ci fu un urlo, che si diffuse in tutta la stanza.

Uscimmo da lì, ma prima ancora che me n'è resi conto ero con la faccia a terra.

<<Non dite o fate niente, o sparo.>>, intimò la persona che mi aveva appena fatto cadere, Richy rimase zitto, <<Entra dentro.>>, disse lui, Richy indietreggiò, <<Muoviti alzati!>>. Mi prese per un braccio e mi tirò su a forza, alzai le mani ed entrai anche io.

Appena fummo tutti e tre dentro chiuse la porta, <<Dove sono i documenti?>>, ci chiese, io e Richy ci scambiammo uno sguardo e nessuno dei due disse niente.

<<Ho detto dove sono!>>, urlò lui, sorrisi, mi mise una mano sul collo e mi spinse contro il muro, attraverso il passamontagna che aveva notai i suoi occhi castani, e un ciuffo di capelli castano-biondo.

<<Ci hai detto di non parlare, o sbaglio?>>, gli ricordai, lui mi lasciò andare, gli tirai un calcio nelle parti basse appena lui si girò, e Richy lo colpi in testa facendolo svenire.

<<Gioco di squadra!>>, esultai abbracciandolo, lui mi strinse forte, ci abbracciavamo molto raramente nell'ultimo periodo e mancava a tutte e due.

Sciolsi quell'abbraccio che stava diventando imbarazzante, Richy schiacciò il pulsante sotto la scrivania e in poco tempo arrivò Eddy e le sue guardie del corpo. Che dopo averci ringraziato, ammanettarono il ragazzo e ci fecero andare ognuno nei proprio alloggi.

<<Buonanotte.>>, disse baciandomi sulla guancia, <<Buonanotte.>>, risposi diventando rossa ed entrando nella mia stanza.

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