Capitolo 2:
Parlavamo,parlavamo senza mai fermarci, era come se mi leggesse nel pensiero.
Casualmente abbassai lo sguardo sull'orologio che avevo al polso, e mi accorsi che era tardi, mi alzai velocemente, mi misi i vestiti che avevo nella borsa: una canottiera rossa scolorita e dei pantaloncini di jeans.
Mi infilai le infradito e presi la mia borsa azzurra, <<Scusa devo andare immediatamente, sono in ritardo, comunque...>>, iniziai a dire ma mi precedette: <<Sta sera non ho niente da fare...se ti va di uscire...>>
<<Certo, mi farebbe piacere!>>, esclamai salutandolo, <<Ci vediamo alle nove in piazza come al solito teoricamente>>, aggiunse sorridendo.
<<Perfetto.>>, risposi ricambiando il suo sorriso.
Appena salii le scale che portavano al piccolo parcheggio davanti alla spiaggia, iniziai a correre verso l'unica casa gialla e rossa della zona: quella di mia nonna.
Quando arrivai finalmente all'angolo di casa mia rallentai il passo fermandomi a fare respiri profondi per riprendermi dalla corsa.
Mia madre era sul balcone che faceva avanti indietro come un generale parlando al cellulare, come faceva molto spesso.
Avevamo concordato che sul tardo pomeriggio saremmo dovuto andare a trovare mio nonno all'ospedale ma essendo in ritardo e dovendomi ancora fare la doccia era meglio che io non ci andassi.
Salii le scale di casa in fretta e bussai alla porta, <<Scusami ero in spiaggia, e non ho fatto caso al l'orario...>>, dissi entrando, <<Visto che ti devi ancora fare la doccia, e ci metti tanto, noi andiamo.>>, rispose, annuii e la lasciai passare, seguita da mia nonna.
<<Ah dimenticavo...sta sera esco, torno alla solita ora ok?>>, urlai per le scale sperando che lei avesse sentito.
Andai in camera mia, mi buttai sul letto e presi la borsa per cercare il cellulare, ma non c'era.
Presi un respiro profondo, mi sedei a gambe incrociate e tirai fuori tutto quello che c'era nella borsa, ma nulla che potesse assomigliare al mio cellulare.
Mi alzai in fretta, presi le chiavi di casa, chiusi la porta e scesi le scale più veloce possibile.
Quando arrivai in spiaggia il sole stava iniziando a tramontare e la gente pian piano se ne stava andando a casa.
Axel non c'era più, e nemmeno il mio cellulare, scesi di nuovo le scale e cercai in tutta la spiaggia ma non lo trovai.
Risalii le scale, mi fermai un po' a guardare il tramonto sul mare, che è e rimarrà in assoluto la cosa più bella da vedere d'estate...
Tornai a casa con molta calma, ripercorrendo il più possibile i miei passi. Intanto mi era passata la fame, così entrai in doccia. La doccia più lunga e calda della mia vita.
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