Capitolo 12:
Salimmo le scale, da fuori sembrava un hotel di super lusso, e lo era, ma il nostro quartier generale era sotto di esso.
<<Salve ragazzi.>>, salutò Elly, la ragazza che stava alla reception, salutammo, andammo sul retro, André aprì una porta che portava giù e la usammo.
Ci portarono le valige fino al mio alloggio, <<Grazie ragazzi, siete magnifici!>>, esclamai abbracciandoli.
Misi la mano sullo scanner per far aprire la porta, <<Axel dove dorme? >>, chiese Edward guardandolo, <<Non c'è una stanza libera?>>, chiesi sperando in un no come risposta, Axel sorrise, la porta si aprì e fui assalita da Akira, che mi fece cadere per terra, <<Amore!>>, esclamai cercando di farlo allontanare ma continuava a leccarmi la faccia e scodinzolare, <<Mi sei mancato!>>, lo abbracciai sedendomi mentre lui saltava addosso agli altri, abbaiò ad Axel, <<No amore, è un mio amico.>>, gli dissi baciandolo sul muso, lui mi ascoltò e gli leccò la mano.
Mi alzai, Akira continuò a scodinzolare, <<È contentissimo...>>, disse André, <<Già, che cucciolo...>>, aggiunse Richy, sentii dei passi in lontananza, come potevo non riconoscerli? Era Elena. <<È meglio che andiamo...>>, sussurrai facendo entrare Akira in camera, lei si fermò a due stanze dietro di loro, non capirono, Axel entrò in camera leggendomi il pensiero, Richy si girò e con lui anche gli altri due, <<Oh...beh buonanotte ad entrambi.>>, disse Edward, <<Buonanotte.>>, dissi riferito a tutti e tre, diede la buonanotte anche Axel e poi entrammo e chiusi la porta.
Mi misi le mani tra i capelli, <<Non la sopporto.>>, conclusi, <<Ho notato.>>, rispose, la stanza era abbastanza grande, c'era un salotto con divano e tv al plasma da 47 pollici, una cucina con isola, un letto singolo, e una grande cabina armadio.
<<Allora, tu potresti dormire sul letto e io sul divano...>>, dissi, <<No tu dormi sul letto e io sul divano.>>, ribatté, io annuii, sapevo che qualsiasi cosa gli avessi detto lui avrebbe vinto.
Sistemai le valige vicino all'armadio in modo che la mattina seguente non avremo avuto problemi per sistemarle, sistemai il divano, e poi il letto.
<<Vuoi mangiare qualcosa prima?>>, chiesi, <<No grazie, sono stanchissimo già così.>>, rispose sorridendo, mi diede un bacio sulla guancia, si andò a cambiare e poi si distese sul divano.
Spensi la luce del salotto in modo che potesse dormire tranquillo, mangiai un panino col prosciutto, diedi da mangiare ad Akira e poi mi misi nel letto.
Mi mancava dormire con lui, mi sentivo sola, ma arrivò Akira che si posizionò tra le mie gambe com'era solito a fare.
Cercai di chiudere gli occhi, pensare a cose belle, contare le pecore immaginarie, canticchiare, ma niente riusciva a farmi dormire.
Mi alzai e misi l'acqua sul fuoco, facendomi una camomilla sicuramente avrei preso sonno, il silenzio che c'era in quel posto era impressionante, le feste che si tenevano ogni tanto era l'unica cosa che riusciva a distrarci dal lavoro.
L'acqua iniziò a bollire, presi la tazza da dentro il mobile e la riempii, presi la bustina di camomilla e aspettai c'è l'acqua prendesse il sapore richiesto.
Akira stava ancora dormendo come se niente fosse, tolsi la bustina dall'acqua e la buttai sotto il lavandino dove c'era un cestino.
Mi sedei sullo sgabello e sorseggiando la camomilla guardai Axel mentre dormiva.
Sbadigliai, la camomilla stava iniziando a fare il suo effetto, <<Non riesci a dormire?>>, chiese Axel, <<No...>>, risposi, aveva letto i miei pensieri fino adesso, appoggiai la tazza vuota nel lavandino, <<Scusa la domanda ma...potresti dormire con me?>>, chiesi vergognandomene subito dopo, lui annuì.
Sorrisi, ero felice. Felice come una bambina.
Si sdraiò vicino a me sorridendo, <<Non prendermi per una poco di buono...volev...>>, mi interruppe, <<Non ti preoccupare, anche tu mi mancavi.>>. Le sue guance si fecero un po' rossicce, le accarezzai delicatamente, ultimamente controllare i miei movimenti era un'impresa.
L'allontanai subito, mi rannicchiai vicino a lui, Akira si stiracchiò e si appallottolò dietro la mia schiena. Axel si girò verso di me sorridendo.
Gli occhi magicamente si fecero pesanti, sempre più pesanti, poi il buio mi inghiottì.
Rivissi il sogno della scorsa notte, però molto più velocemente, fino ad arrivare al punto del ragazzo che mi abbracciava, ora riuscivo a vederlo, quel viso era famigliare, capelli castano- biondi, occhi completamente di color ghiaccio, con delle labbra stupende, sapevo chi era in fondo, ma non riuscivo a riconoscerlo.
<<Angelica... non aver paura...>>, sussurrò lui, quel nome...
Mi iniziarono a scendere le lacrime per l'emozione, <<Pierre...>>, sussurrai stringendolo forte, lui sorrise.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro