Prologo-Kira
Polvere e cenere, mi ricordo solo questo quando mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte.
Il respiro è irregolare e la maglia è attaccata al mio corpo. Le mani si impigliano nei capelli e li stringo mentre le mie lacrime salate bagnano le mie guance.
Di nuovo quel sogno, di nuovo quel viso e di nuovo quelle fiamme bluastre che mi avvolgono e che mi solleticano il corpo.
Mi prendo la testa tra le mani e mi dondolo sul letto per calmarmi, ripetendomi mentalmente che era solo un sogno e che non c'è nulla di reale in ciò che ho visto.
Osservo il paesaggio notturno che c'è fuori dalla finestra. Decido di alzarmi dal letto e di avvicinarmi al piccolo oblò e di spalancarlo.
Mamma mi ha ripetuto più volte di non aprirla durante la notte, ma in questo momento ho bisogno di aria fresca. La apro e subito quest'ultima mi investe ed è un toccasana per la mia pelle accaldata.
Metto le mani sul bordo della finestra, mi sporgo leggermente e osservo le piccole case, ormai prive di luci, che si estendono per tutta la vallata fino ad arrivare al fiume che attraversa il paese. E oltre a quest'ultimo c'è una collina, ma che dico, una montagnola dove è situato un castello abbandonato, utilizzato esclusivamente per il turismo.
Le lacrime si sono asciugate e il sogno è un ricordo lontano. Quando guardo questo paesaggio, dimentico tutto e mi perdo nelle linee rette e curve delle case e della vegetazione.
Chiudo gli occhi per un secondo, segnati dalle occhiaie, e vedo nuovamente quel viso con un sorriso largo quanto l'oceano Atlantico e quei occhi giallognoli con le pupille allungate simili a quelle dei gatti.
Lì Riapro nuovamente e mi metto una mano sulla faccia, sospirando.
Che cosa sei? E che cosa vuoi da me?
Scuoto la testa, pensando che sto diventando pazza. Per di più per uno schifoso sogno che è solamente frutto della mia immaginazione.
Decido di chiudere la finestra, ormai l'aria asfissiante sarà cambiata, e decido di riprovare a dormire, ma so che sarà un impresa.
Appoggio la testa sul cuscino, chiudo gli occhi e so che rivedrò per la millesima volta quei occhi color giallo chiaro.
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