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Capitolo II- Allucinazioni

Apre lentamente il computer, con tutta calma, si alza e inizia a distribuire le verifiche.

Vedo che si sposta con passi molto lenti, forse un po' troppo per i miei gusti.

Si alza dalla sedia, ma sembra che stia andando a rallentatore e inizia a posare i fogli sui banchi.

Arriva davanti a me e posa delicatamente la scartoffia. Alzo lo sguardo per ringraziarlo, ma quando osservo i suoi occhi, mi prendo un colpo.

Quegli occhi giallognoli e dalle pupille allungate mi osservano.

Sbatto più volte gli occhi, mentre il mio battito cardiaco va in tilt.

<<Signorina Taddeo, si sente bene?>>chiede il professore, ritornando ad avere la sua forma umana.

Ho perso molto sonno, è normale che abbia le allucinazioni.

<<Sto bene, grazie>>dico, facendo un sorriso tirato e falso.

Non aggiunge altro e si allontana, grattandosi la testa. Forse l'ho turbato dal mio comportamento.

Nella stanza regna il silenzio e inizio a fare i calcoli e a risolvere gli esercizi, ma pian pian piano inizio ad avere sempre più freddo.

Guardo la finestra, ma non è aperta e non capisco come faccio ad avere il corpo congelato.

Qua dentro ci saranno venti gradi, un clima abbastanza caldo, quindi non capisco perché il mio corpo è percorso da brividi.

Un soffio glaciale mi accarezza il collo nuovamente e qualcosa mi sussurra all'orecchio.

Le parole sono incomprensibili e non riesco a decifrare.

Mi stringo nelle spalle, mentre il mondo intorno a me inizia a vorticare.

Vedo una mano toccarmi il viso, ma è un tocco delicato anche se ha degli artigli affilati e taglienti come dei rasoi.

Per un microsecondo riesco a vedere la figura davanti a me. Quell'essere mi è davanti, vestito con abiti rossi e il suo solito sorriso è stampato sul suo viso.

Non riesco a vedere nient'altro perché tutto quello che c'è intorno a me inizia a girare.

Cerco di pronunciare qualche parola, ma non ci riesco, sono paralizzata e scombussolata.

<<Nessuno può sentirti>>sussurra con voce calda e stranamente piacevole.

Sento che mi prende la testa tra le mani.<<Che peccato, dovrò lasciarti nuovamente. Il mio tempo è scaduto>>

Mi sento la testa pesante e in quel momento, tutto diventa buio e l'unica cosa che sento è la voce ovattata dell'insegnate che impreca e viene verso di me.

Mi risveglio in corridoio, su una panchina con affianco la bidella che mi sorregge le gambe.

Cerco di alzarmi, ma la testa mi fa un male cane.

<<Signorina, stia sdraiata per favore>>afferma con la voce che le trema.

Probabilmente è nuova del mestiere e a giudicare dal suo comportamento è molto timida.

Non dico una parola e chiudo gli occhi, sperando di non rivederlo, di non sentire nuovamente quelle mani sul mio viso.

Me le sento ancora addosso, come il suo sguardo inquietante.

Che cosa vuole da me?

No, no, no!

È solo un frutto della mia immaginazione, non è reale! Non può esserlo...

<<Credi davvero che sia solo un sogno?>>

Quella voce profonda mi riecheggia nella testa.

Apro gli occhi di scatto e mi accorgo che sono da sola nel corridoio. Non c'è nemmeno la bidella.

Merda, rischio di impazzire!

Mi alzo a sedere, ma una forza invisibile mi spinge indietro, facendomi coricare nuovamente.

Delle frasi mi attraversano la mente e si ripetono all'infinito. Cerco di attrapparmi le orecchie, ma cosa serve se quelle parole sono nella mia testa?

"Nessuno può sentirti...non è solo un sogno...ho poco tempo..."

Il campanello suona e gli studenti, poco dopo, escono dalle proprie aule.

Vedo una chioma bionda correre verso di me.

Avrà saputo della notizia? Direi proprio di sì, visto che poco dopo mi abbraccia con le lacrime agli occhi.

Luna a volte esagera un po'. Non è abituata a vedermi crollare, insomma, lei è la parte più debole di me. Ma Dio, sono solo svenuta!

Almeno, questo è quello che sa lei.

Si asciuga le lacrime.<<Non provare mai più a stare sveglia fino a tardi!>>

Accenno un sorriso.<<Ci proverò>>

Inizia a dire che non devo farlo più e che devo dormire al posto di cazzeggiare di notte.

La lascio parlare, non ho le energie per avere una conversazione.

Se lei sapesse ciò che sto passando la farei soffrire solamente e questo lo voglio evitare.

Luna è come una sorella minore, una cosa che non ho mai potuto avere e che avrei voluto.

Diciamo che sa abbastanza su di me, ma non tutto.

<<Ma mi stai ascoltando>>sbotta adirata.

No, mio piccolo angioletto e sinceramente me ne stra frego delle tue prediche.

Decido di limitarmi a un sorriso falso.

<<Insomma, perché non mi ascolti mai? Volevo uscire comunque>>

Fermi tutti: ha detto uscire?!

Una ciocca corvina mi copre il mio occhio sinistro e la sposto dietro all'orecchio.<<Non ci penso proprio>>

<<Oh, mica ti uccidono se esci per una volta. E in più faresti contenta tua madre>>

La guardo male.<<No>>

Mi alzo dalla panca, decidendo di entrare in classe e dire ai miei insegnanti di uscire prima. Non ho intenzione di stare un minuto di più qui dentro.

Sento che mi prende per un braccio.<<Ti prego, ho bisogno che tu venga con me in un posto>>

La guardo un attimo, ma sono irremovibile.<<No>>

Gli occhi dolci con me non funzionano.

<<Perchè fai così? Di solito sei sempre disposta ad accompagnarmi da qualche parte>>

Voglio rimanere da sola, dannazione!

Ma non lo capisce!

Ho bisogno di riflettere su quanto è successo e uscire non è una buona idea. Non voglio che veda in che stato sono.

<<Oggi ho un impegno molto importante, quindi evita di rompere il cazzo con le tue lamentele>>

Lentamente lascia il mio polso e mi osserva con i suoi occhioni color del cielo.<<D'accordo>>

La lascio lì, anche se in cuor mio dovrei chiederle scusa per quello che le ho detto, ma non lo faccio.

L'ho fatta soffrire e mi sento maledettamente in colpa. Non se lo merita, dannazione!

Percorro il corridoio con lo strano presentimento che qualcuno mi stia seguendo, ma io so già chi è e un brivido mi percorre su tutto il corpo.

Quell'essere pensa di avermi in pugno, ma si sbaglia di grosso.

Mi ripeto mentalmente che è solo un illusione e nient'altro.

Faccio la giustifica e poco dopo, mi danno il permesso di uscire.

Adesso ci vuole una bella passeggiata per schiarire le idee e riflettere su quello che è successo stamani.

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