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oggetti

Passare sotto una scala

L'oggetto della scala ha assunto diversi significati nel corso della storia. Per esempio, era già nota al tempo degli antichi Egizi che la vedevano come tramite tra gli esseri umani e le divinità. Tuttavia, ancora oggi si crede che camminare sotto una scala porti disgrazia e sventura. L'origine di questa superstizione è da ricercare durante nel Medioevo quando la forma a triangolo della scala aperta era stata associata alla Trinità. Passarci sotto era così considerato un gesto di mancanza di rispetto nei confronti di Dio e della religione, oltre a poter essere visto come un avvicinamento al Demonio. Un rimedio almeno parziale a questa "azione sconsiderata" consiste nell'incrociare le dita e le braccia mentre la sia attraversa.

Rovesciare il sale e l'olio

Sono tante le superstizioni legate alla cucina, ma sicuramente quelle più famose riguardano il versare il sale o l'olio. Per quanto riguarda il sale, bisogna dire che questo alimento è sempre stato considerato prezioso tanto che gli antichi romani lo davano come merce di scambio e retribuzione (da qui il termine "salario"). Rovesciarlo per sbaglio sulla tavola, significa perdere soldi e, quindi, sventura. Oltre a questa scaramanzia, si dice anche che il sale "non si passa di mano in mano". Questa credenza trova spiegazione nella Bibbia perché sembra che Giuda avesse rovesciato del sale in un passaggio di mani poco prima di tradire Gesù, durante l'ultima cena. Da qui deriva la convinzione che passarlo di mano in mano aumenti la possibilità di farlo cadere, con le conseguenze appena viste.
Simile a quello del sale è il caso dell'olio. Da sempre considerato un alimento ricco e caro, tanto da essere chiamato anche "oro liquido", la superstizione a esso legata risale persino all'epoca dei Sumeri. Versare dell'olio per sbaglio, sia sulla tavola che per terra, era ed è simbolo di spreco, presagio di sfortuna e povertà.

Un gatto nero che attraversa la strada

I gatti neri non sono stati sempre considerati degli animali sfortunati, anzi, c'è stato un tempo in cui primeggiavano tra i loro simili. Infatti, al tempo degli antichi Egizi, il gatto era l'animale sacro per eccellenza e, in particolar modo, quello nero veniva visto con un occhio di riguardo proprio a causa del suo manto scuro.

La gloria di questo animale, però, è finita durante il Medioevo quando i gatti neri vennero associati al demonio per le più svariate ragioni. Per esempio, in alcuni Paesi furono condannati perché sarebbero stati in grado di vedere al buio e poiché il riflesso dei loro occhi nell'oscurità della notte avrebbe fatto imbizzarrire i cavalli. In altri posti erano ritenuti i fedeli compagni delle streghe. Non stupisce, quindi, che durante il periodo della caccia alle streghe migliaia di gatti neri vennero ingiustamente bruciati sul rogo insieme alle loro "proprietarie".

Tutte queste caratteristiche negative hanno fatto sì che il gatto nero venisse associato alla sfortuna, al pericolo e al maligno. Così, attraversare la strada dopo il passaggio di questo animale sarebbe di cattivo auspicio e segno di sventura.

Rompere uno specchio

All'interno di tante culture, lo specchio è considerato un oggetto legato alla magia perché capace di riflettere e duplicare. Per esempio, i romani pensavano che attraverso gli specchi fosse possibile vedere che cosa stesse accedendo dall'altra parte dell'Impero e tenere sotto controllo la situazione. Tuttavia, il primo specchio in senso "moderno" risale al XIV secolo e venne forgiato a Murano. Si trattava di un oggetto molto caro e prezioso e si dice che, per evitare che i servi lo rovinassero o lo facessero cadere, si mise in circolazione la credenza che uno specchio rotto portasse ben sette anni di sfortuna. Come mai il numero 7? Perché per diverso tempo si è pensato che il ciclo della vita di uomo si rinnovasse proprio ogni sette anni.

Guardarsi negli occhi durante un brindisi

Come molte altre superstizioni, anche questa risale al Medioevo. Infatti, soprattutto in quel periodo, si temevano durante i banchetti casi di avvelenamento da parte di uno dei commensali e, quindi, si credeva che guardare negli occhi le altre persone al momento del brindisi aiutasse a evitare che qualcuno versasse del veleno nelle bevande. In generale, guardarsi negli occhi è considerata un'azione sinonimo di onestà e lealtà, perché chi abbassa lo sguardo ha di solito qualcosa da nascondere. Infine, in alcuni Paesi, sono in modo particolare le coppie a doversi guardare negli occhi quando brindano: se non lo fanno, sarebbero in arrivo ben 7 anni di cattivi rapporti sessuali!

Incrociare le dita

Quello dell'incrociare le dita è un gesto derivato dalla convinzione pagana che la croce fosse un simbolo di perfetta unità. Più precisamente, si diceva che il punto d'intersezione degli assi segnasse la dimora di spiriti benefici. Perciò, un desiderio espresso su una croce rimaneva ancorato al punto della croce in cui i due assi si intersecavano, finché non si realizzava. L'atto d'incrociare le dita ricordava questa tradizione e anticamente lo si faceva in due persone: un amico esprimeva un desiderio o chiedeva fortuna e anche l'altro compiva il gesto per facilitarne il buon esito.
Oggi incrociamo le dita quasi in maniera casuale e senza la presenza di qualcun altro al nostro fianco, ma resta sempre un modo per attirare la buona sorte a nostro favore.

Toccare ferro (o legno)

Quante volte ci è capitato di sentire l'espressione "tocco ferro" quando si spera di allontanare la sfortuna e che tutto vada nel verso giusto? Ecco, l'usanza di toccare un oggetto di quel metallo per scaramanzia risale a diversi secoli fa e secondo la versione più accreditata si legherebbe all'episodio di un santo inglese, Dunstano, a cui il diavolo in persona avrebbe chiesto di ferrare il suo cavallo. La leggenda narra che il maniscalco avrebbe inchiodato del ferro agli zoccoli del cavallo, rispondendo al demonio che l'avrebbe liberato solo se lui stesso avesse promesso di non entrare nelle case di coloro che esponevano proprio un ferro di cavallo. Così, ancora oggi, il ferro di cavallo è considerato un oggetto portafortuna, che aiuta a scacciare guai e disgrazie.

In molti Paesi del Nord, però, non è il ferro il materiale di buon auspicio, bensì il legno. Non a caso in Inghilterra si sente spesso l'espressione "touch wood", ovvero "toccare legno". Questo perché secondo molte culture all'interno degli alberi vivrebbero degli spiriti benigni e, quindi, toccare un accessorio di fatto di legno significherebbe "risvegliarli" e chiedere loro aiuto contro pericoli e sfortuna.


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