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Quarantasette: Alla ricerca di Salem.

nella foto: Geraldine Sommerville nel ruolo di Bree Hill (la madre di Diane).

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È lunedì pomeriggio tardi e ho deciso di fare una pausa da Metamorfosi perché non ne potevo più, quindi io e Aiko siamo andate al GSS per vedere se c'era del lavoro da sbrigare. Tom e Alex si stanno allenando con Lodovica e lui non mi ha degnata di uno sguardo quando sono arrivata, ma credo sia perché era troppo concentrato, così mi sono diretta verso il laboratorio occupato e ho scoperto che c'era Scott all'interno.

Gli ho presentato Aiko e i due hanno iniziato a chiacchierare sull'esperimento che stava facendo.

«E' una fiammella» dice, «è molto importante che non venga rovinata o disintegrata. Appartiene al Vortice di Fiamme di Ignis. È molto raro poter prendere un campione»

Non sono molto attenta alla loro conversazione. Mi sto guardando attorno, fissando le piccole ampolle situate sui vari scaffali. Ce ne sono di mille forme e ognuna ha dentro miscugli di colori diversi. Mi piacerebbe sapere che cosa sono, ma nessuna delle ampolle è contrassegnata da un'etichetta. Forse gli scienziati le sanno distinguere così facilmente e rapidamente che non hanno bisogno di etichette.

«Come mai stai studiando questa fiamma?» chiede Aiko, incuriosita.

«Be', gli scienziati stanno facendo una lista delle fonti di Energia Creativa più potenti ed è probabile che il Vortice di Fiamme sia una di quelle. Questa fiammella è stata prelevata diciannove anni fa e si trova al GSS da altrettanto tempo. Mentre quella che vedi lì» dice, allungando il dito verso un cubo trasparente, al cui interno c'è una fiammella di fuoco vivo, «è stata prelevata qualche mese fa»

Di colpo sono interessata all'esperimento.

«Pensi che ci siano delle differenze fra l'una e l'altra?» domando, avvicinandomi.

«Penso proprio di sì» replica, «ho controllato anche quelle bolle di luce e quella più a destra è priva di Energia Creativa. È stata prelevata due settimane fa, mentre quella a sinistra diciassette anni fa»

Guardo i due cubi trasparenti con dentro una piccola sfera gialla. Quella di destra emana una luce più fioca, mentre l'altra scintilla. Non so esattamente cosa significa, ma mi aspettavo il contrario. Quella di destra è stata prelevata molto tempo fa, mentre l'altra no...

«Ecco, ci siamo» mormora Scott, «oh... come immaginavo»

Anche la fiammella prelevata qualche mese fa è priva di Energia Creativa. Di colpo mi torna in mente il Lago Imperium, così chiedo a Scott se è riuscito a prelevare un po' d'acqua dal lago.

«Certo» dice, «è stata Charlotte. Solo coloro che hanno poteri legati all'Acqua, alla Musica e ai Colori possono permettersi di toccare quelle acque, altrimenti si rimane paralizzati»

Paralizzati? È terribile. Charlotte ci è riuscita solo perché è la Fata della Musica.

«Hai fatto esperimenti su quella?» chiedo.

Scott scuote il capo. «Non ancora, ma è la prossima nella lista. Vi va di aiutarmi? Me ne mancano ancora un paio, ma se ce le dividiamo finisco prima»

«D'accordo» esclamiamo in coro io e Aiko.

Scott ripone la fiammella nel cubo, poi si alza e prende altri quattro cubi: due contengono dell'acqua colorata – che credo appartenga al Lago Imperium – mentre gli altri una specie di ramoscello nero. Si risiede al suo posto e prende due fialette che contengono un liquido blu scuro.

«Allora» esclama, «quella che tengo fra le mani è l'acqua del Ruscello Maledetto, che si trova ad Aqua. Mentre quelle che Aiko tiene fra le mani sono zampe di coccinelle, animali molto importanti e preziosi nel regno di Naturae. I contenitori contrassegnati dal bollino rosso sono quelli più vecchi e sopra c'è scritto anche l'anno in cui sono state trovate o prelevate. Seguite i miei passi e sono sicuro che troverete le differenze»

Prendo il cubo con il bollino e leggo la data 2000. Sono passati diciassette anni da quando hanno prelevato questo campione d'acqua. Prendo fra le mani la bolla e la metto sotto alla lente di ingrandimento del microscopio. Noto subito che è colma di Energia perché brilla ed emana un calore indescrivibile. Non so come faccio a sentirlo, ma so che è così. Quando faccio la stessa cosa con il campione prelevato nel 2016, mi accorgo che non sento nulla e che non brilla, anzi... è semplicemente acqua.

«Scott» dico, «prova a toccare la bolla d'acqua»

I due mi guardano come se avessi appena detto qualcosa di assurdo.

«Sei matta? Potrebbe rimanere paralizzato!»

«Tecnicamente no, ha il potere del Ghiaccio»

Scott si avvicina e mette fine alla discussione. Posa lentamente il dito sulla bolla e rimane un po' interdetto.

«Aiko, fallo anche tu»

«Neanche morta» dice, «paralisi, ricordi?»

Sbuffo. «Ti prometto che non ti accadrà niente»

Rassegnata, si avvicina e tocca la bolla, con il dito che trema. Come immaginavo non le succede niente, questo perché l'acqua del lago è ancora una fonte di Energia Creativa, ma l'ha esaurita tutta perché qualcuno l'ha usata per un incantesimo molto potente.

Riassumo la mia teoria a Scott e lui mi ordina di sistemare gli altri campioni, mentre lui andrà a chiamare Benson. Io e Aiko ci mettiamo all'opera e dopo tre minuti rientra nella stanza, insieme allo scienziato.

«E quindi ciò che avevamo ipotizzato si è rivelato vero»

Grazie tante, ma non ci vuole un genio per capirlo. Avevo già intuito questa cosa quando ho scoperto il Lago Imperium, ma Angelique non ne voleva sapere di fare questi esami. Non ho un Q.I. molto alto, ma semplicemente gli scienziati di questo posto tengono a cuore altri tipi di missioni e non queste, che sono fondamentali per ritrovare i miei genitori.

«Quella che avete prelevato nel 2000 è perfettamente intatta» dico, «ma si potrebbe sapere quando esattamente? Intendo, il mese... e il giorno»

Benson apre un cassetto e tira fuori un quadernetto. Lo sfoglia per qualche istante, poi dice: «Aprile 2000... il 13»

«Però non possiamo sapere da quando è rimasta priva di Energia Creativa, giusto?»

Benson annuisce, con aria rassegnata. È un peccato, perché questo avrebbe risolto molti punti di domanda, ma non possiamo fare altro.

«Aspetta un secondo...» mormora Aiko, «un potere come quello del Lago Imperium potrebbe essere in grado di fare grandi cose, come nascondere un Regno o di crearne uno nuovo?»

Lo scienziato è un po' titubante, ma annuisce.

«E se i tuoi genitori e Vladimir fossero in un altro Regno che noi non possiamo vedere o che non conosciamo che è stato costruito con il potere del Lago Imperium?»

Non ci avevo pensato, ma il ragionamento ha senso. È una cosa che Vladimir o Lexie farebbero pur di mettere in salvo la propria famiglia e la propria gente.

«Forse Lexie ne sa qualcosa»

«Ma se lo sapesse, non ne parlerebbe con te» replica Scott, facendo spallucce.

Ha ragione, devo ammetterlo. Quello che abbiamo scoperto, però, è molto importante e sono sicura che ci aprirà nuove vie per raggiungere quella buona.

«Esiste un modo per stabilire se un Regno esiste ancora?» domanda Aiko, «insomma... credo che dovremmo partire dalle cose più semplici e se Salem esiste ancora è da qualche parte, là fuori»

Vero, ha ragione. Dovremmo controllare che ci sia ancora. Tutti abbiamo pensato che non esistesse più, che Vladimir e Abraham l'avessero spazzato via con un Incantesimo. Ma se ci fosse ancora nei meandri sperduti di questa galassia?

«Ricapitolando... i portali di Salem si sono chiusi a causa di Vladimir e di Abraham, che hanno probabilmente utilizzato l'energia del Lago Imperium per evitare di utilizzare tutti i loro Poteri, e poi sono rimasti bloccati lì. Ora, l'intento di Lexie è quello di riaprirli, perché solo in questo modo potrà riavere con sé suo padre, quindi questo significa che lei è sicura del fatto che Salem ci sia ancora»

È così, altrimenti non avrebbe questa spinta motivazionale per andare avanti. Venerdì mi ha detto che suo padre è l'unico motivo per cui va avanti.

«Questo significa che sta cercando di recuperare Energia Creativa dalle altre fonti, come il Vortice di Fiamme o il Ruscello Maledetto»

Avremmo dovuto capirlo prima e menomale che adesso è imprigionata qui, altrimenti avrebbe già sterminato una popolazione intera.

«Ben è là fuori, però» dice Scott, «potrebbe star facendo il lavoro che dovrebbe fare Lexie»

Ci penso su. Quando l'ho visto la prima volta credevo che fosse un semplice idiota innamorato e che prima o poi avrebbe ricevuto una batosta da Lexie, invece poi ho capito che si amano davvero. Sono una coppia inseparabile e se muore uno muore l'altro. Questo determina che hanno un cuore e che sanno amare, altrimenti non potrebbero neanche essere alleati.

«Dobbiamo trovarlo» esclama Benson, «i Guerrieri faranno il possibile»

Tutti e tre annuiamo.

«Mi piacerebbe fare l'esame di cui parlavi tu, Aiko: controllare che Salem ci sia ancora. Vi andrebbe di vederci dopo cena? Nel frattempo, io avviso i ragazzi, voi parlate con Angelique, Charlotte, Adam e David»

Annuiamo, poi salutiamo i due ed io e Aiko ci dirigiamo verso l'uscita. Guardo l'orologio e scopro che siamo in ritardo per la cena. Che novità.

* * *

«Eccoci qui» esclama Charlotte, entrando, «siamo arrivati il prima possibile»

Dietro di lei ci sono anche Angelique, Adam e David. Non li ho mai visti così uniti ed è un bene che i due fratelli stiano imparando ad apprezzarsi, pur sapendo ciò che è successo quand'erano piccoli.

«Ho raccontato loro tutto quello che abbiamo scoperto prima» esclamo io, «quindi possiamo passare direttamente alla parte in cui troviamo Salem»

Nella stanza ci siamo tutti: io, le mie sorelle, Aiko, Scott, Lodovica, i ragazzi, i professori e Benson. Sono contenta che persone come loro – be', esclusi Benson, Scott e Lodovica – siano con me nel momento in cui scoprirò se Salem esiste ancora. È un momento importante della mia vita che determinerà se sarà facile o meno ritrovare i miei genitori. Durante la cena mi sono chiesta cosa potrebbe accadere se Salem non esistesse più: sicuramente troverei un altro modo per capire dove sono i miei genitori, ma non saprei da che parte cominciare. Prenderei in considerazione l'idea che esista un nuovo Regno, ma non so come trovarlo né se è possibile farlo. Decido di concentrarmi sul presente e sull'opzione che ho davanti. Se andrà bene, sarò felice. Se andrà male, mi rimetterò all'opera e troverò qualcosa di migliore.

«Il programma impiegherà un po' a trovare Salem, perché i portali sono chiusi e dubito che il segnale sia ancora attivo e che riesca a connettersi con questo computer. Nel frattempo, possiamo aspettare qua, ma se la cosa andrà per le lunghe, vi autorizzerò a lasciare la stanza»

No, non lascerò il GSS finché non avrò una risposta, anche a costo di restare qua per giorni interi. Stiamo parlando dei miei genitori, del luogo dove sono nata, della mia casa. Non permetterò né a me stessa di addormentarmi mentre il programma sta agendo, né agli altri di portarmi via, se ci impiegherà troppo. Voglio essere qui quando scopriranno che Salem è ancora vivo.

Benson pigia il dito sul tasto "invio" e subito dopo appaiono sullo schermo dei cerchi verdi concentrici. Una barra del medesimo colore continua a girare, come una lancetta dell'orologio, ma molto più veloce.

Mi lascio andare in un sospiro e poggio la testa sulla spalla di Tom. Non abbiamo parlato molto oggi, ma domenica siamo andati a cena fuori ed è stato carino, come sempre. Sono molto felice di come sta evolvendo la nostra storia e sono sicura del fatto che funzionerà, almeno per un po'.

Non ho l'età e non sono mai stata proiettata nell'ottica del matrimonio da giovani, questo perché non ho mai conosciuto mia madre, che si è sposata a diciassette anni. Fra quattro mesi è il mio compleanno e compirò l'età in cui mia madre ha detto sì a mio padre. Non sono pronta per sposarmi e non credo proprio che accadrà prossimamente.

Tom, però, pensa spesso al matrimonio. Dice che per la sua famiglia è importante e tutti i componenti si sono sposati molto presto, dicendo che è essenziale metter su famiglia quando si è giovani e si hanno le possibilità.

Mi piacerebbe terminare gli studi in Accademia e sconfiggere Lexie, solo dopo potrò pensare alla mia felicità perenne, quando tutto quello che mi impedisce di pensarci sarà sconfitto. E Lexie è una di queste.

È passata mezz'ora da quando è partito il programma e ancora non c'è traccia di Salem. Non sto perdendo le speranze, sono solo annoiata e stanca. Vorrei poter parlare di qualcosa, ma sono tutti in silenzio.

Ad un tratto Charlotte e Adam mi fanno cenno di venire un secondo da loro, così mi alzo e mi avvicino. Sono in un angolino e stanno sussurrando fra di loro.

«Stavamo pensando che... forse questo è il momento per dare la notizia... non credi?»

Oh... be', sì. Ci sono tutte le persone a cui vogliono bene e credo sia giusto farlo adesso.

«Scusate» esclama Charlotte, un po' intimidita, «io e Adam vorremmo dirvi una cosa. So che non è il momento adatto, ma... siamo tutti insieme ed è importante che lo sappiate»

Scott e Lodovica fanno finta di non essere interessati, mentre gli altri li stanno fissando con aria perplessa e curiosa. Meg ha gli occhi spalancati e sta aspettando gossip succosi su cui spettegolare.

«Come sapete» inizia Charlotte, «Adam mi ha chiesto di sposarlo subito dopo la festa di Natale e... da allora ci siamo trasferiti insieme, nella sua casa, e stiamo convivendo»

«Abbiamo deciso la data del matrimonio» taglia corto Adam, «sarà il 14 febbraio, alle 10 in punto e a seguire ci sarà un pranzo a casa nostra, con le persone a cui teniamo di più... quindi voi e qualche amico. Be', anche i miei genitori» aggiunge poi, con la voce un po' tirata.

Non ho mai conosciuto i suoi genitori. So che sono separati, in seguito al tradimento di sua madre, ma non mi ha mai raccontato niente. Inoltre, i genitori di Charlotte sono morti e per ovvie ragioni non parteciperanno al suo matrimonio.

«E' così presto» continua Charlotte, «perché sono incinta»

Sul viso delle donne presenti in questa stanza appare un sorriso a trentadue denti, compresa Lodovica, che fino ad un secondo fa è rimasta a fissarsi i lacci delle scarpe. Gli uomini, invece, si scambiano un'occhiata con Adam e lui pare un po' a disagio.

Era anche ora che facesse un figlio, penso, ha quasi trentasette anni.

«È una notizia meravigliosa!» trilla Angelique, avvicinandosi alla sorella.

Le due si abbracciano, poi la Direttrice stritola Adam. Quasi mi metto a ridere dopo aver visto l'espressione perplessa del mio padrino. Non c'è mai stato questo tipo di effusioni fra lui e Angelique, eppure sembra che a quest'ultima faccia piacere la notizia di diventare zia.

Nella mezz'ora seguente continuano a parlare dell'imminente matrimonio e della gravidanza. Charlotte è un'amante dei classici matrimoni con abito bianco, paggetti e fedi nuziali, quindi credo proprio che Adam si dovrà adattare alla serie di canoni troppo romantici a cui non è mai stato abituato.

Come esempio ha il matrimonio dei suoi genitori, che è sfumato dopo cinque anni... quindi dubito che abbia molte aspettative, ma sono sicura che andrà tutto bene fra di loro. E poi Charlotte è anche incinta! Non possono lasciarsi adesso, nel momento in cui lei ha più bisogno di Adam.

Verso le undici, Adam si avvicina a me e si accomoda sulla scomoda sedia di plastica. Tom e Alex stanno parlando tra di loro da almeno venti minuti e mi ha lasciata qui senza un comodo cuscino da usare.

«Volevo chiederti una cosa» mi dice, guardandosi attorno.

«Dimmi pure»

Si schiarisce la voce e questo mi fa chiaramente intendere che è un po' imbarazzato. Non ho la minima idea di che cosa stia per chiedermi, ma so che gli causa un po' di problemi.

«Sabato i miei genitori verranno a pranzo a casa mia e di Charlotte» dice, «e mi piacerebbe che venissi anche tu. Insomma... se ti avessi adottato, loro sarebbero i tuoi nonni, quindi mi sembra giusto che tu li conosca, ecco»

Non ho mai avuto dei nonni, questo perché i genitori di Theresa e di Paul sono morti prima che mi adotassero. Karolina Goodwin, mia nonna materna, è morta quando mia madre aveva quattordici anni; so che era malata e che la sua malattia l'ha costretta ad avere un solo figlio. Alan Goodwin, invece, è morto poco prima che mia madre si diplomasse, insieme a Gabriel Stewart, mio nonno paterno. L'ultima a morire è stata Agustina, la madre di Paul, che ha smesso di lottare quando Vladimir e Abraham hanno iniziato a sterminare intere famiglie.

Grazie all'annuario, so che i miei nonni biologici – Daniel, Martin e Violet – sono ancora vivi, ma non so quando avrò l'occasione di conoscerli, quindi preferisco cogliere la palla al balzo.

«D'accordo» rispondo, sorridendo, «esattamente dove si trova casa tua?»

«Manderò un'auto a prenderti» esclama lui, in risposta.

So che sua madre appartiene ad una famiglia molto ricca e che da quando ha tradito la sua famiglia ha fatto in modo che vivessero di rendita. Forse Adam ha ereditato parte di ciò che spettava alla madre, che risentita e colpevole di quanto commesso, ha pensato fosse il miglior modo per farsi perdonare.

«Grazie» mi dice poi.

Faccio spallucce. «E' un piacere»

Sono un po' agitata all'idea di conoscere i suoi genitori, ma mancano ancora quattro giorni, quindi cercherò di abituarmi all'idea e di non fare brutta figura.

Quando ho incontrato la madre di Aiko, i genitori di Tom e quelli di Alex non ero così in ansia, ma forse perché sono solo miei amici. Anzi, quando ho visto Josephine e John un po' lo ero, solo perché avevo il terrore di non piacere... ma adesso è diverso, sono i genitori di Adam. Potrebbero davvero essere i miei nonni.

Passano altre due ore in cui parlo con le mie sorelle della gravidanza. Faccio finta di averlo scoperto poche ore fa, così non desterò sospetti. Sono così contente che Lottie sia incinta, come se fossero loro a tenere in grembo un figlio. Loris e Luke sorridono quando parlano dell'imminente bambino, come se fosse una sorta di manna caduta dal cielo. Non è il primo bambino che nascerà, quindi non capisco il senso di tutta questa ammirazione.

«Se è femmina la chiameranno Margaret. Ne sono sicura»

Loris scoppia a ridere. «Spero proprio di no»

Mia sorella gli rifila un'occhiataccia, piegando le braccia al petto. Vedo il suo ragazzo ridere di gusto, seguito a ruota dal fratello minore e da Molly.

All'improvviso ci raggiunge Scott. Si siede di fianco a me e mi sorride. Cerco di ricambiare il gesto, evitando di dare troppo nell'occhio.

«E quindi» esordisce mia sorella Meg all'improvviso, «hai un anno in meno di noi. Devo ammettere che sei davvero molto intelligente e muscoloso per la tua età»

Non so per quale motivo, ma sul viso di Loris non trovo traccia di gelosia. Non è quel genere di ragazzo, non assomiglia per niente a Tom. Quando ripenso a lui, mi accorgo che si è alzato e ci ha raggiunti, solo perché Scott si è avvicinato a me. Ci conosciamo da quattro giorni ed è già così geloso.

«Attenta a come parli, Meg» esclama Alex, «o la Colomba si arrabbierà»

Sul viso di Lodovica appare un sorrisetto. Non capisco per quale motivo siano così in confidenza, ma dubito che qualcuno lo voglia sapere, a parte mia sorella Meg che ama i gossip.

«Oh, smettetela» esclama Lodovica.

È la prima volta che la sento parlare in questo modo. All'apparenza sembra una ragazza molto sicura di sé, coraggiosa e molto forte, ma adesso comprendo tutto il dolore che ha provato quando sua madre è morta, quando suo padre l'ha abbandonata e quando suo fratello non ha voluto sapere niente di lei, una volta raggiunta la maggiore età.

«Colomba?» domanda Meg, scoccandole un'occhiata ammiccante.

Lodovica arrossisce lievemente. «È un soprannome che mi danno da sempre le persone. Sapete, la colomba è un animale simbolo di purezza e di pace... dicono che suscito queste cose, così mi chiamano in questo modo»

Sono sorpresa. Per una come lei non poteva esistere un soprannome diverso. Sorella di un assassino e figlia di un pluriomicida. Direi che le calza a pennello. Forse dovrei smetterla di essere così cattiva nei suoi confronti, ma poi mi ricordo che non ha ancora raccontato a nessuno della sua identità. So che è un segreto e che lei se ne vergogna, ma almeno poteva accennarlo. Quando gli altri lo verranno a sapere la chiameranno Traditrice e non Colomba.

«Dove sei cresciuta?» domanda Loris, sorridendole.

«Ehm... sono nata a Lux» risponde, a disagio, «ma vivo a Glacias da undici anni»

Scott le rivolge un sorriso, come per tranquillizzarla. Mi piacerebbe che dicesse qualcosa di più, ma ovviamente resta in silenzio ed evita di parlare.

«La madre di Scott mi ha adottata quando avevo cinque anni, quindi questo fa di me la sorella adottiva di Pierre e di Scott»

Rimangono tutti sconvolti, tranne me, le mie sorelle e Aiko. Non se lo aspettavano, ma devo ammettere che mai avrei pensato una cosa simile. Non sapevo neanche che Pierre avesse un fratello, figuriamoci una sorella adottiva figlia di un pluriomicida.

«Come mai ho l'impressione che voi lo sapevate già?» domanda Tom, all'improvviso. I suoi occhi sono fissi sui miei.

«È stata Lexie a dirmelo» rispondo, acidamente, «ma non ho detto nulla perché non volevo creare problemi a nessuno»

«Se ne hai parlato con loro potevi farlo anche con noi» ribatte.

Non capisco perché se la stia prendendo così tanto. Al massimo, l'unica che dovrebbe essere arrabbiata è Lodovica, perché stiamo parlando di lei e della sua infanzia.

«Non preoccuparti» dice, rivolta al mio ragazzo, «non è un problema»

Ci guardiamo per un secondo, poi il computer emette un bip. Ci giriamo tutti verso lo schermo e sgraniamo gli occhi. Sul display c'è una rappresentazione olografica dei Regni, un po' come il Sistema Solare. Sopra ad ognuno di loro c'è il nome, scritto in bianco.

Nel centro c'è Coretville, come se fosse un grande sole che illumina tutti gli altri, e intorno i vari Regni che man mano sto studiando in Accademia: riesco a vedere Ignis, Glacias, Lux, Amor, Palmier e in basso a destra c'è anche Salem.

«Non ci posso credere» balbetto io.

È ancora lì. Esiste ancora. I portali sono stati chiusi, ma il Regno esiste ancora e tutto questo è meraviglioso.

«Dobbiamo metterci al lavoro per trovare un modo di comunicare» esclama Benson, allarmato.

Clicca sulla piccola sfera che rappresenta Salem, poi comincia a battere sulla tastiera, digitando lettere che non riesco a capire. Nella stanza si è creata una situazione di caos generale e sono così frastornata che non mi accorgo di ciò che sta accadendo attorno a me. Sto ancora pensando al fatto che Salem sia ancora vivo e che i miei genitori siano lì, ad aspettarmi, convinti che io sia ancora viva. Non c'è felicità più grande di questa.

Passa un'ora, passa un'altra mezz'ora. Rimango nella stanza con gli scienziati e le mie sorelle, mentre gli altri sono usciti e ci stanno aspettando. È quasi l'una del mattino, ma non ho intenzione di smuovermi da qui. Se necessario domani salterò scuola e aiuterò Benson con i vari test.

Prima di riuscire a promettere, però, mi addormento esausta sul tavolino della stanza.

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