Cinquantasette: La copia di Molly.
nella foto: Mia Talerico nel ruolo de "la copia di Molly" e Ashley Benson nel ruolo di Lillian Mitchell.
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«Posso sapere quanto durerà questa situazione? Sono passati due giorni e ancora non hai avuto il coraggio di rivolgerle la parola?»
Alex mi rifila un'occhiataccia, poi torna a tirare pugni alla sacca. Siamo nella palestra del GSS. Avrei dovuto allenarmi con Tom, ma alla fine ho trovato Alex, così ho preferito restare. Da quando lui e Aiko hanno discusso non ci vediamo più tutti e quattro insieme e la cosa non mi fa proprio impazzire. Sono i miei migliori amici e vederli così lontani mi fa male al cuore.
«Ancora qualche giorno» risponde, «non sono ancora pronto per vederla»
Sospiro. Lo so che non è pronto, ma prima o poi dovrà farlo. Sabato ci sarà la festa di Diane e tutti e quattro siamo stati invitati, quindi dovremmo incontrarci.
«Hai detto che se ti avesse risposto di sì non sarebbe cambiato niente» dico, «eppure mi sembra che le cose siano cambiate perché ha detto di no»
L'ho detto solo per stuzzicarlo un po', visto che non parla molto, ma la verità è che penso continuamente alla reazione di Alex. Sembra quasi arrabbiato per aver ricevuto un no... ma perché dovrebbe esserlo se è innamorato di Diane?
«Sto così perché ero convinto che dicesse di sì»
Oh, questa è una rivelazione.
«E ci sei rimasto male?»
«No» risponde subito, d'istinto, ma credo che la sua espressione parli da sola: è rimasto sorpreso nello scoprire che Aiko non è innamorata di lui, forse perché un po' l'ha sempre sospettato e gli faceva piacere. Credo che a tutti farebbe piacere sapere che una persona è innamorata di te. Almeno, a me piacerebbe...
«Ho capito» taglio corto, «cambiamo argomento»
Non credo che ci sia molto altro di cui discutere, considerato che io e Alex parliamo solo di Tom e di Aiko. Infatti mi chiede subito se ho intenzione di andare al compleanno di Diane con il mio ragazzo e gli dico di sì.
«Fra di voi va bene» osserva, «e sono felice di vedere Tom in questo stato»
Soffoco una risata. «Quale stato?»
«La settimana scorsa ha preso un voto superiore al mio. Da sempre ci prendiamo in giro perché sono un po' più bravo di lui, ma mi ha superato in una materia»
Sorrido.
«Ho visto come ti guardavano i suoi genitori al matrimonio» continua, «e Josephine non ha mai guardato Ambar nel modo in cui guarda te»
L'ho notato anche io, alla festa di Natale. È stata stranamente cordiale e materna. Non so se si è comportata così perché sa che i miei genitori non sono qui e che ho vissuto sedici anni all'oscuro della mia provenienza, ma se lo facesse perché mi vuole bene davvero e perché le piace vedermi con suo figlio, sarei davvero orgogliosa di lei. Io e Tom ancora non facciamo alcun tipo di progetto, perché a me sembra stupido a quest'età, mentre lui sì, ma credo sia per abitudine. Preferiamo trascorrere il nostro tempo parlando, ridendo e raccontandoci la giornata, come ogni coppia dovrebbe fare. Sì, ci baciamo e... beh, Tom è anche bravo, devo ammetterlo, ma non affrontiamo molto spesso questi argomenti. Lui è un po' schivo e l'unica volta che me ne ha parlato ha citato Ambar, quindi ho deciso di non chiederglielo più.
«I miei genitori si sono sposati quando avevano diciannove anni» mormora Alex, «e stavano insieme da tre anni»
Sua madre mi ha dato l'impressione di essere una donna forte e spiritosa. Ha lunghi capelli scuri e un sorriso contagioso.
«Beh, i miei ne avevano diciassette» dico, «ma io non concepisco questa cosa del matrimonio quando hai appena vent'anni. Sai, sono cresciuta sulla Terra, dove ci si sposa dai venticinque anni in su... quindi adesso non riesco a pensare al mio matrimonio, che ne ho sedici»
Alex annuisce. «È una mentalità diversa. Posso capirlo. Da quando sto con Diane, invece, i miei genitori e i suoi hanno sempre pensato che ci sposeremo. Credo che anche Diane ne sia convinta, ma io no»
Lo osservo, mentre fa stretching. Pensavo che l'amasse a tal punto di volerla sposare alla fine della scuola, invece no.
«Come mai?»
«Non fraintendere» comincia, «io amo Diane, davvero. Ma... non è l'amore della mia vita, perché se lo fosse lo avrei già capito»
Mi piacerebbe sapere se anche io sento che Tom è l'amore della mia vita. A pensare queste cose mi sento una cretina. Ho sedici anni, è il mio primo ragazzo e il mio primo amore: chissà quanti ne verranno dopo di lui. Beh, questo è quello che ho sempre pensato, perché sulla Terra finisce così: non sposi quasi mai il tuo primo amore, soprattutto se hai vissuto sedici anni come ho fatto io... credendo di essere un pesce fuor d'acqua e allontanandomi da qualsiasi persona volesse fare amicizia con me.
Adesso che sono a Magics Souls, però, le cose sono diverse: l'unico posto dove ti innamori è l'Accademia e quindi inevitabilmente alla fine degli studi sposerai il tuo ragazzo. O almeno questo è ciò che è accaduto a quasi tutte le persone che riuscivano a frequentare un ragazzo tra una verifica e l'altra...
La questione, però, è diversa. Quando finirò la scuola i miei genitori avranno trentanove anni e dubito che per allora moriranno di vecchiaia. Quando si sono sposati, i miei nonni Violet e Martin hanno lasciato il trono a loro, anche se avevano la stessa età dei miei genitori. E prima di loro, la mia bisnonna Elvina ha lasciato il trono a quarant'anni. Anche se dovessero lasciare la corona in mio favore, dubito che accetterei. Non riesco a gestire me stessa, figuriamoci un Regno intero.
«Stai pensando ad un modo per non sposarti e diventare Regina?» mi chiede Alex, ridendo.
«Più o meno» rispondo, sorridendo.
Tutti i miei amici sanno che a me non interessa diventare Regina. Mi sono trasferita qui sono per trovare i miei genitori ed è esattamente quello che sto facendo. Quando però lasceranno il trono, saranno Margaret o Molly a diventare Regine. Non sono brava in queste cose e sinceramente non mi interessano neanche.
«Non è il momento giusto per pensarci» esclama Alex, «primo perché i tuoi genitori non sono ancora qui... e secondo perché credo che Margaret farebbe a gara per diventare Regina»
Scoppiamo a ridere insieme, ma veniamo interrotti da Tom. Entra nella stanza e, dopo avermi baciata sulla guancia, dice: «I professori devono parlarci di una cosa»
Ci alziamo in piedi e seguiamo Tom verso i laboratori. Oggi i corridoi sono colmi di scienziati che borbottano fra di loro e sono curiosa di sapere di cosa stanno parlando.
Quando entriamo nella stanza, mi accorgo che ci sono già tutti, così Angelique ci sorride.
«Ben arrivati» esclama. Si scambia un'occhiata con Benson.
«Come annunciato la settimana scorsa, abbiamo provveduto a comprare una... ehm... telecamera, che abbiamo inviato su Salem, cercando di capire se c'è ancora vita»
«Era una sorpresa» spiega Charlotte, «volevamo chiamarvi solo nel momento in cui la telecamera avesse mostrato qualcosa di interessante»
Spalanco gli occhi. Hanno scoperto qualcosa? Sono curiosa di sapere che cosa hanno visto attraverso quella telecamera.
«Abbiamo impiegato tre giorni a connetterci con la telecamera, nonostante fosse in un altro Regno, ma ci siamo riusciti. E questo è il risultato»
Benson clicca sulla tastiera e il display si illumina. La telecamera mostra chiaramente un paesaggio di campagna, con il sole alto nel cielo e un prato sottostante. Salem è davvero così?
All'improvviso sento una risata. Non la riconosco, perciò spero che la persona si faccia vedere nella telecamera. Solo così potrò capire se è qualcuno che conosco oppure no.
Un'altra voce.
«Non ti allontanare!» grida una donna, «dobbiamo tornare dalla mamma»
Dev'essere una bambina. Mi chiedo chi possa essere, ma nel momento in cui vedo Charlotte annaspare capisco che forse ha riconosciuto la voce della donna. Benson ferma il video.
«È Lillian!» esclama, «è lei! Ne sono sicura!»
Lillian è mia zia, la sorella minore di mia madre ed era la migliore amica di Charlotte. So che hanno la stessa età e che se fosse stata qui probabilmente sarebbe stata la testimone di Charlotte, al suo matrimonio.
Vedo Adam prenderle la mano, mentre il viso di sua moglie comincia a rigarsi di lacrime. Benson fa ripartire il video.
La telecamera non mostra niente di nuovo, se non il solito paesaggio. Vorrei sapere per quale motivo non vanno avanti fino alla parte importante, ma improvvisamente la telecamera si oscura. Sento Lillian ridere – anche se non so se è veramente lei – e un secondo più tardi la telecamera torna a mostrare il paesaggio, anche se un po' tagliato. Capisco subito perché: la bambina è inciampata nella telecamera e stava coprendo l'obiettivo con il suo corpo.
Vorrei vedere il suo viso, ma non ha proprio intenzione di mettersi davanti all'obiettivo. Credo sia alta più di un metro e mezzo e in questo momento la telecamera sta riprendendo le gambe carnose e rosee della bambina. Un secondo dopo si abbassa e il suo viso viene mostrato.
Io e Molly abbiamo un mancamento. Non posso crederci. Quella bambina è Molly da piccola. È uguale identica e non capisco cosa ci faccia lì. Ha i capelli lunghi, biondi e mossi. Gli occhi azzurri e il naso alla francese. Le labbra sono piccole e sottili, in risalto sulla carnagione chiara. Indossa un vestitino azzurro che mette in mostra il colore dei capelli. Guardando nella telecamera sembra perplessa e incuriosita.
«Spegnete! Spegnete il video!» grida Molly.
La guardo: abbiamo gli occhi spalancati e il cuore che batte a mille. Non capisco per quale motivo la sua versione di dieci anni sia a Salem. È completamente assurdo.
«Quella bambina...» ansima Molly, «...quella...»
«...quella bambina... è lei» balbetto io, «da piccola...»
Mi chiedo in un secondo motivo come faccio a sapere che da bambina Molly era così. Mi ricordo che sono andata in vacanza a New York, quand'ero piccola, e la mamma un giorno mi ha portato a Central Park a vedere gli scoiattoli. È stato lì che ho conosciuto Molly, ma senza sapere che è mia sorella e che siamo delle Streghe. Forse non era una semplice vacanza di famiglia. Forse doveva solo incontrarsi con i genitori adottivi di Molly.
«Voglio vedere una cosa. Vi spiace se mando avanti ancora un po'?»
Io e mia sorella scuotiamo il capo. Sento Tom prendermi per mano e così lo guardo. Mi sta rassicurando con lo sguardo e non c'è cosa più bella.
Torno a guardare il video e mi accorgo che Lillian sta chiamando la bambina, ma non per nome. Si rivolge a lei chiamandola "tesoro". Per quale motivo? Improvvisamente si avvicina e sento Charlotte smettere di respirare. L'obiettivo mostra il viso di Lillian e capisco che se il tempo fosse tornato indietro, probabilmente mia zia avrebbe l'aspetto di una bambina di undici anni, eppure dimostra almeno quindici anni in più. Come se il tempo fosse andato avanti, come se questa registrazione fosse di questo preciso istante.
Benson blocca il video sul viso di Lillian. Ha lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri. Ha il viso paffuto e due labbra carnose e dipinte di un rosa pesca. Indossa un vestito bianco che le dona particolarmente e noto subito che al dito ha la fede. Si è sposata in questi anni? BEH, sono felice per lei... anche se non la conosco e non so chi sia suo marito... ossia mio zio.
«Quanti anni dovrebbe avere Lillian?» chiede Benson, afferrando un bloc notes.
«Ventisette» risponde Charlotte prontamente, «ne compirà ventotto il 23 giugno»
Mi scambio un'occhiata con le mie sorelle. Non respirano e continuano a guardare Charlotte senza fiato.
«A giudicare dal suo aspetto deduco che il tempo sia andato avanti e che sia cresciuta. L'ultima volta che l'ho vista somigliava ad una bambina di dieci anni ed era alta sessanta centimetri in meno»
Guardo Benson e cerco di respirare normalmente. Mia zia è viva e c'è una bambina che somiglia a Molly a Salem. Non so cosa pensare, sinceramente. Quella bambina non può essere mia sorella, perché se lo fosse Lillian non avrebbe ventisette anni, ma diciannove.
«Se quella bambina non è Molly, allora chi è?» domanda improvvisamente Luke.
«Potrebbe essere chiunque» risponde Angelique, «sembra che abbia fra gli otto e i dieci anni, non di più. Ha i capelli biondi e potrebbe essere la figlia di Lillian»
Se la bambina fosse sua figlia, vorrebbe dire che Lillian l'ha partorita a vent'anni. Considerato che sua sorella mi ha avuta a quell'età, potrebbe essere vero.
«Fermi tutti» esclama Charlotte, «Lillian non era una che amava molto i bambini»
E questo cosa dovrebbe significare? Aveva undici anni quando sono nata ed era una bambina anche lei.
«In che senso?» chiede Scott.
«Nel senso che mi parlava sempre del dolore che provava Spencer mentre era incinta e diceva che lei di bambini non voleva averne proprio per questo. Perché non voleva soffrire. Probabilmente dopo che le gemelle sono state strappate dai loro genitori, avrà davvero deciso di non averne»
Come teoria ha anche senso, se ci pensi su. Probabilmente anche io non vorrei avere figli se mia sorella avesse sofferto durante la gravidanza e se le avessero tolto le figlie subito dopo la nascita. È una cosa orribile.
«Tuttavia non possiamo esserne certi» mormora Benson, «quindi sarà meglio continuare a vedere cosa mostra la telecamera e cercare di capire che cosa possiamo fare per arrivare a loro»
O per scoprire chi è quella dannata bambina. È importante per me, perché non vorrei che fosse una realtà distorta preparata da Lexie. Sarebbe in grado di farlo? Sì... ma con quale potere ha architettato tutto questo e con quale scopo? Mostrare una Molly di dieci anni e una Lillian di ventotto? Con quale senso?
«Vi chiedo di tornare qua domani pomeriggio» mormora Angelique, «quando avremo più risposte. Fino ad allora vorrei che non ne parlaste fra di voi e che vi concentraste sullo studio»
«Vi ricordo, ragazze, che domani abbiamo la prova pratica di Difesa» mormora Smith.
Merda. La prova del mese. Me n'ero completamente dimenticata... a furia di parlare con Aiko di Alex e con Alex di Aiko, ho perso la cognizione del tempo e ho evitato di allenarmi.
«D'accordo» mormora Aiko, sorridendo ai professori.
Tutti insieme usciamo dal laboratorio, lasciando all'interno solo i nostri professori e Benson. Sto per allontanarmi insieme a Tom, quando sento Scott che mi chiama.
«Ho bisogno di parlarti» esclama, con la voce sicura.
Tom e Lodovica storcono il naso e fissano ora me ora Scott. Mi chiedo cosa diavolo debba dirmi e sono troppo curiosa per dirgli di no.
«Ci metto un attimo» dico a Tom, poi raggiungo Scott e insieme ci infiliamo in un laboratorio vuoto.
Oggi indossa dei jeans chiari e una T-shirt bianca, con lo scollo a V, molto aderente, che mette in risalto i suoi muscoli.
«Che cosa devi dirmi?»
«In realtà era solo un modo per far ingelosire il tuo ragazzo» dice, ridendo.
Spalanco gli occhi, perplessa. Cosa? Cioè, mi ha chiamata fingendo di dovermi dire qualcosa solo per far incazzare Tom? E per quale motivo? Non mi sembra più il ragazzo con cui ho passato qualche ora al lago.
«Hai un motivo per cui hai deciso di fare una cosa del genere?»
Scott ridacchia. «A parte far incazzare il tuo ragazzo» mormora, «direi per vederti da vicino. Perché non torniamo al lago insieme? È stato bello parlare un po' con te, senza Tom e gli altri fra i piedi»
Incrocio le braccia al petto e lo fisso.
«Assolutamente no» esclamo, poi torno verso la porta e lo lascio solo nel laboratorio. Non capisco perché si sia comportando così, visto che l'ultima volta è stato carino e gentile nei miei confronti.
«Che cosa voleva sapere?» mi chiede Tom, appena mi vede.
«Niente» rispondo, «un parere su un esame che ha condotto. Niente di interessante»
Tom annuisce, distrattamente. Sono le sei e mezza e vorrei tanto avere più tempo per allenarmi e stare con Tom, ma non ce l'ho. Penso che tornerò in camera e ripasserò con Aiko i punti deboli delle mie compagne. Diversamente dall'altra volta, Adam sceglierà le coppie sul momento, attraverso un'estrazione, quindi devo sapere quali sono i punti deboli delle altre per avere qualche possibilità di batterle.
Durante il tragitto Tom mi parla di sua madre e di suo padre. Dice che sono molto contenti di me e del fatto che usciamo insieme, così tanto che vorrebbero portarmi con loro in vacanza, quest'estate. Manca ancora molto tempo all'estate, visto che siamo ancora in inverno, ma sarebbe bello trascorrere qualche giorno lontano da Coretville e dall'Accademia... o da Lexie. E poi i genitori di Tom sono davvero simpatici e mi trovo bene con loro, quindi di sicuro non mi annoierei.
«Dovrei parlarne con i miei genitori» dico io, «non sanno neanche che esco con te»
Tom sorride. «Lo so... ma potresti parlargliene. Credi che mi odierebbero se sapessero che esco con te?»
«Assolutamente no» replico, «però... non so... non ho mai presentato nessun ragazzo ai miei genitori e potrebbero spaventarsi... in senso buono, intendo»
Tom ride ancora, quasi per tutto il resto del tragitto. Quando arriviamo di fronte al bivio che porta all'Accademia dei Maghi, mi sporgo per baciarlo e lui ricambia il gesto, sfiorandomi la schiena.
Lo rivedrò domani pomeriggio dopo le lezioni e insieme andremo in paese a fare una passeggiata, sperando di trovare un regalo per Diane. Alex ne farà uno a parte, mentre io, le mie compagne di classe e Tom un altro. Non ho idea di cosa regalarle, ma spero che le piacerà, qualsiasi cosa sarà.
Bacio Tom ancora una volta, poi mi dirigo verso gli appartamenti.
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