Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Ventidue: Annalise Green.

nella foto: Katherine McNamara nel ruolo di Annalise Green. Più avanti troverete anche la foto della bambina misteriosa, interpretata da Darby Camp.

___

Quando torno in camera, mi infilo nel letto senza dire niente e mi addormento immediatamente. Non riesco a dare la buonanotte ad Aiko e non voglio pensare a ciò che ho appena scoperto.

Mi giro su un fianco e subito dopo mi ritrovo in una stanza piena di letti a castello. È deserta e sento un allarme trapanarmi la testa. Mi guardo: indosso ancora il pigiama e ho i capelli legati in una coda. Mi sembra di essere andata a dormire in questo stato, ma non ci penso troppo a lungo.

Non ho idea di dove io sia finita e mi chiedo se io stia ancora dormendo o se sono nuovamente stata rapita da qualcuno. Quello che ha fatto Caroline è ancora un mistero per me e i suoi segreti mi puzzano parecchio.

All'improvviso sento un rumore. Sono passi, rapidi e veloci.

Mi volto e vedo alcune ragazze che corrono, al di fuori della stanza dove sono io. Le raggiungo: noto che sono scalze, che indossano il pigiama e che hanno più o meno la mia età, se non più piccole.

Stanno correndo giù per le scale, alla ricerca di un'uscita, ma non capisco per cosa. L'allarme è ancora attivo e provo a pensare per quale motivo è acceso. Poco dopo, ho la risposta da parte di una ragazzina che grida: «La camera è completamente in fiamme!»

C'è un incendio e io mi trovo molto vicino. Mi guardo attorno, ma l'unica cosa che riesco a vedere sono ragazzine spaventate che corrono, finestre anti-suicidio e scale colme di persone. Deglutisco e cerco di mantenere la calma.

Guardo in alto e spero di riuscire a vedere la fine della schiera di ragazzine. Sembrano un centinaio e non ho la minima idea di come farò a scendere, senza cadere ed essere calpestata.

Ad un tratto noto una ragazzina dai capelli rosso vivo e profondi occhi azzurri. È carina e credo che abbia circa dodici anni, non di più. Forse è la più piccola, rispetto a tutte le altre ragazze che ho visto correre. Quando mi passa a fianco, mi accorgo che è alta poco più di un metro e quaranta.

Sta singhiozzando e quasi non respira. Corre senza guardare dove va e sembra decisamente spaventata. La raggiungo e la chiamo. Lei si gira e mi fissa, confusa.

«Come ti chiami?» esclamo.

Lei non mi risponde. Rimane a distanza di qualche metro e sembra non abbia intenzione di avvicinarsi.

«Mia sorella è ancora su!» grida ad un tratto.

Singhiozza ancora per un po', poi si mette le mani sul viso. Qualcuno dal piano inferiore la chiama, ma non per nome, e lei scende le scale, lasciandomi lì da sola.

Dopo di lei scendono altre due ragazzine, poi decido di salire. So che l'incendio si sta propagando – perché comincio a sentire odore di bruciato – ma ho bisogno di scoprire che cosa sta succedendo e chi sia quella bambina.

Salgo le scale rapidamente, cercando di non inciampare, e quando arrivo al piano superiore mi accorgo che una delle camere è completamente bruciata. Mi allontano, per evitare di prendere fuoco, e subito dopo mi accorgo che all'interno c'è ancora una bambina.

Spalanco gli occhi e mi tappo la bocca. Provo ad avvicinarmi e cerco di spegnere l'incendio con qualche incantesimo base. È decisamente inutile; sembra quasi che io non esista. All'improvviso sento una voce: una donna di circa cinquant'anni sta salendo le scale e si copre la bocca con un fazzoletto bianco. Mi raggiunge, mi supera e prova a guardare all'interno dell'incendio.

«C'è ancora una bambina!» grido, ma lei non sembra avermi sentita.

Stupita, ripeto la frase altre tre volte, finché la donna non si volta e raggiunge le scale. A quel punto mi pongo dinnanzi a lei, come a bloccarle la strada, ma succede qualcosa di incredibile: la donna passa in mezzo al mio corpo, proprio come se non esistessi.

Tremo lievemente, poi guardo l'incendio: se io non esisto, è probabile che possa addentrarmi nell'incendio senza morire arsa viva.

Decido di provare. Mi avvicino alle fiamme e mi addentro, con gli occhi chiusi. Sorprendentemente non sento caldo e non mi sento bruciare. O è questo che si prova quando prendi fuoco, oppure la mia teoria si è rivelata vera.

Mi guardo attorno, sperando di trovare la bambina, e la vedo gattonare a qualche metro di distanza da me. Le intimo di fermarsi, ma non sono sicura possa sentirmi. La vedo girarsi perciò capisco che sia lei che la bambina di prima possono sentirmi e interagire con me.

Si ferma e mi scocca un'occhiata. Ha i capelli rossicci, lunghi e lisci, ed è molto magra. Indossa un pigiama rosa ed è a piedi nudi. I suoi occhi sono colmi di lacrime. A guardarla credo che abbia la mia età, ma sembra decisamente più matura.

Mi avvicino a lei e spero che non si muova nel momento in cui sarò a pochi centimetri con lei. Non succede e quando mi ritrovo a mezzo metro da lei, mi chino, sedendomi sui talloni. Incrocio il suo sguardo e mi rendo conto di aver già visto un viso simile, ma non saprei dire dove.

«Come ti chiami?» le chiedo.

La ragazza sta singhiozzando.

«Mi dispiace» continua a ripetere, «mi dispiace»

Mi prende la mano e la stringe forte. Perché per lei sono reale e per la signora anziana no? Che cosa sta succedendo? Dove sono? Chi mi ha portata qui?

Guardo la ragazza negli occhi e sento un brivido percorrermi la schiena.

«Come ti chiami?» chiedo ancora.

Il mio sguardo ricade sulle mie mani: stanno lentamente scomparendo. Mi copro la bocca con la mano libera, poi torno a guardarla.

«E' tutto finito» dice, «ho contrastato il male»

La guardo, un po' confusa. Mi rivolge un sorriso e alcune lacrime cadono nella sua bocca. Sembra triste, maledettamente perduta. Vorrei fare qualcosa per lei, ma mi sembra del tutto inutile.

«Annalise Green» dice all'improvviso, «mi chiamo Annalise Green»

Spalanco gli occhi, poi comincio a sentirmi vuota. I miei occhi si chiudono e quando li riapro mi accorgo che l'allarme dell'antincendio si è trasformato nel rumore della sveglia.

Mi guardo attorno, nella stanza illuminata dalla luce del sole. Sono le otto e trenta di una domenica e mi chiedo chi cavolo abbia messo la sveglia. Mi stropiccio gli occhi e vedo Aiko in piedi, pronta per vestirsi e andare a correre.

Vorrei alzarmi per strangolarla, non perché mi ha svegliata e volevo dormire, ma perché stavo sognando qualcosa di realmente importante.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro