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Trentasei: Josephine e John Black.

NELLA FOTO:

- Colin Farrell (a sinistra) nel ruolo di John Black, il padre di Tom.

- Nicole Kidman (a destra) nel ruolo di Josephine Black, la madre di Tom.

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«Vi ricordo che domani mattina verranno affissi i cartelloni, con i voti del primo quadrimestre. Sono indicativi, ve lo ripeto, ma vi prego di cominciare a studiare seriamente dopo le vacanze di Natale, in modo tale che nessuna di voi abbia spiacevoli sorprese al termine del primo anno scolastico. Siamo intese?»

La voce di Angelique si disperde facilmente nell'aula, ma le sue parole rimangono ben impresse nella mia mente. Domani cominceranno le vacanze di Natale e non sono psicologicamente pronta a lasciare Coretville per dieci giorni, per poi trascorrere il resto delle vacanze a casa di Aiko. Ne ho parlato con la direttrice, ma non ho ottenuto nulla: Angelique è convinta che debba passare un po' di tempo lontana da Magics Souls, per dimenticarmi un solo istante della vita che ho scelto di vivere, pur sapendo che sarei andata incontro a tutto questo.

Alla fine, credo sia giusto il suo ragionamento. È vero che nell'ultimo periodo Lexie non ha attaccato e non mi ha colpito in modo diretto, ma è sempre là fuori, in agguato. Ha rapito Lok, gli ha fatto delle cose orribili di cui non vuole parlare e per questo ne pagherà le conseguenze.

«Pronto? Coretville chiama Malia!» esclama Aiko, di fronte a me.

L'aula è vuota e siamo rimaste solo io e lei. Mi sono persa nei miei pensieri e non ho più ascoltato ciò che accadeva attorno a me. Deglutendo, mi alzo in piedi e prendo lo zaino. Dopo essermelo messo in spalla, io e la mia migliore amica usciamo dalla classe, dirigendoci verso i dormitori.

Sono le due e mezza di venerdì, l'ultimo venerdì di dicembre che passerò in Accademia, visto che domattina partirò per la Terra. Dopo la lezione di Astronomia, Angelique ha chiesto agli studenti di restare nelle proprie aule, per il discorso di fine quadrimestre ed è per questo che non siamo ancora tornate in camera per prepararci.

«Tua madre verrà questa sera?» domando ad Aiko, mentre costeggiamo l'Accademia.

Aiko annuisce. «Sì, certamente. Ci sarà anche la mia sorellina Yukino. Non vedo l'ora di rivederla!»

Lei e Aiko sono molto legate e sono felice che abbia qualcuno, in famiglia, su cui contare anche quando litiga con la madre. Pensando a Yukino, mi tornano in mente le mie sorelle e mi chiedo se abbiano già trovato un abito per stasera.

Vorrei tanto passare da loro per chiederglielo, ma – appena entriamo in appartamento – Cherie e Lydia ci trascinano al piano superiore, per iniziare a prepararci. La festa inizia fra cinque ore, ma non hanno intenzione di farci aspettare.

Non so da quanto siano amiche, ma la coppia Chydia oggi fa scintille, quindi spero che continuino a legare, affinché i rapporti fra Diane e il resto delle sue compagne siano un po' più tranquilli... magari, se si accorgerà che tutte le sue amiche sono anche amiche nostre, deciderà di smetterla di essere così antipatica.

«Avete quindici minuti ciascuna per lavarvi i capelli e il corpo» esclama Cherie, «l'elenco è appeso sulla porta del bagno. Dopo esservi lavate i capelli, io e Lydia ve li asciugheremo e vi pettineremo come Dio comanda!»

Aiko si lancia sul letto e, sospirando rumorosamente, dice: «Non ho alcuna intenzione di alzarmi da questo maledetto letto per almeno tre ore, quindi uscite dalla mia stanza e non osate urlare»

Cherie e Lydia, con le braccia conserte al petto, si guardano per un istante, poi avanzano rapidamente verso Aiko e l'afferrano per le braccia, tirandola su. Mi scanso di lato, per evitare di prendermi un calcio di Aiko nello stinco, poi le inseguo fino al bagno, per vedere che tipo di tortura hanno intenzione di infliggerle.

La porta sbatte rumorosamente e, un istante dopo, escono dalle loro stanze Diane, Maia e Sylvia, che mi guardano con espressione perplessa.

«Aiko si è rifiutata di seguire il programma di Cherie e Lydia e loro hanno attivato la modalità dittatura... non so se mi spiego»

Sylvia e Maia si scambiano un'occhiata, poi ridono insieme. Diane rimane impassibile.

«Che ci serva di lezione» commenta la maschiaccia, «ed io che pensavo di trascorrere il resto del pomeriggio ad allenarmi!»

Maia ride ancora, poi tutte e tre rientrano in camera. Sospirando, vado a vedere l'elenco appeso alla porta del bagno. Aiko era seconda, mentre io ero prima. Direi che ci siamo scambiate di posto, per questo torno in camera e apro l'armadio, dove ho gelosamente custodito l'abito che indosserò questa sera.

È lungo fino alle caviglie, di chiffon. L'ho comprato la settimana scorsa con Cherie e Viola, durante una sessione di shopping nel centro del paese, e me ne sono innamorata subito. È senza spalline e senza maniche, con uno scollo a cuore, decorato con perline, posizionate anche intorno alla vita. È costato fin troppo, ma volevo comprare un bel vestito per il mio primo ballo con Tom. È un'occasione unica, che probabilmente non dimenticherò mai e voglio che sia tutto perfetto.

Sto per rimetterlo a posto, quando sento la porta del bagno aprirsi. Aiko esce, con le braccia conserte al petto, l'espressione infastidita e i capelli neri avvolti in un asciugamano.

«Malia!» grida Cherie dal bagno, «tocca a te!»

«Arrivo, sergente!» esclamo, prima di chiudere l'armadio.

Mentre entro, Lydia esce, dicendo che ha deciso in questo preciso istante quale pettinatura fare ad Aiko. Spero non sia niente di così elaborato, altrimenti la mia amica penserà ad una pena più dolorosa.

* * *

«Bene» dice Lydia sfinita, «ora siamo tutte pronte! E la prossima volta che osate dire che io e Cherie siamo delle rompipalle, ricordatevi che in cinque ore siamo riuscite a rendervi delle ragazze meravigliose!»

Mi guardo il vestito. È perfetto, mi calza benissimo. Ai piedi ho dei tacchi molto casual, perfettamente in tinta con l'abito, gentilmente prestatomi da Lydia, mentre i capelli sono semi raccolti in una dolce crocchia, con qualche ciuffo arricciato che mi cade sul viso.

«Siamo in anticipo» dice Lydia.

«Sì ma... è meglio scendere» consiglia Maia, «i ragazzi vengono a prenderci qua, prima di andare al Ballo»

Alzo un sopracciglio. Non sapevo che le amiche di Diane avessero un cavaliere. So che hanno degli amici maschi, ma non avevo idea che stessero insieme.

«Sorprese, vero?» mormora Lydia, spostandosi i capelli viola dietro alle spalle.

Cherie annuisce. «Non me l'hai detto!»

«Lo so» replica, «ma io e Travis non stiamo ancora insieme. Mi ha semplicemente chiesto di andare al Ballo con lui e ho accettato»

Non mi interessa molto della sua vita privata, per questo mi schiarisco la voce e propongo ad Aiko di scendere. Non so con chi andrà al Ballo, ma il mio accompagnatore mi sta aspettando giù, nel giardino. Eravamo d'accordo che sarebbe passato da me e che avremmo trascorso tutta la serata insieme.

Sono emozionata e mi batte il cuore a mille. Considero questo Ballo come il mio primo appuntamento con Tom, perché tale è, anche se nessuno dei due ha voluto specificarlo.

Quando mi trovo davanti alla camera delle mie sorelle, prendo un gran respiro e cerco di calmarmi. Sento delle voci indistinte aldilà della porta d'ingresso e vorrei tanto sapere se Tom è là fuori.

«Potresti calmarti?» mi dice Aiko, «mi stai facendo venire il mal di pancia»

«Scu-scusa» balbetto, «è solo che... sai... è il mio primo Ballo con Tom»

Aiko annuisce, quasi annoiata. «Non ricordo di aver fatto tutte queste scene quando Sean mi ha chiesto di andare al Ballo con lui»

Si rende conto dopo di aver detto qualcosa che io non sapevo, per questo – quando i nostri sguardi si incrociano – ho un'espressione indecifrabile. Sono sconvolta perché qualcuno ha avuto il coraggio di avvicinarsi ad Aiko, ma anche sorpresa perché lei ha accettato e felice perché l'ha fatto.

«...Sean Allen? L'amico di Cherie e Viola?» le chiedo, incredula.

«Già» ammette lei, con le gote leggermente arrossate.

È la prima volta che la vedo imbarazzata. Non sapendo cosa dire, apro la porta d'ingresso. Non fa freddo e la luce della luna e delle stelle illumina il prato di fronte agli appartamenti. Una dozzina di ragazzi si trovano di fronte all'entrata e ci stanno guardando, con occhi spalancati e un sorriso smagliante stampato in volto.

Mi rendo conto dopo che le ragazze sono tutte dietro di noi, per questo deglutisco e mi scanso di lato, facendole passare. Non sono pronta per andare da Tom e salutarlo, così mi prendo un istante per calmarmi.

Lancio un'occhiata alle ragazze. Cherie e Pierre si stanno baciando passionatamente; Viola ed Harry – il fratello gemello di Sean – stanno ridendo l'uno dell'altro; Diane e Alex sono abbracciati e si stanno complimentando; Lydia e Travis, infine, stanno già andando verso l'Accademia, seguiti da Maia, Sylvia, un ragazzo biondo e uno dai capelli castani.

«Sbrigati» mormora Aiko, «altrimenti ti trascino da Tom»

Ultimamente Aiko è sempre incazzata con il mondo, ma ormai riesco a sopportarla senza farmi troppi problemi. Aspetto che esca, poi la seguo e vedo Tom, poggiato al muro degli appartamenti. Realizzo un istante più tardi che dalla mia posizione non l'avevo visto e non m'ero neanche accorta della sua assenza.

Appena mi nota, rimane quasi folgorato dal mio abito. Ci impiega qualche istante in più ad avvicinarsi, ma appena me lo ritrovo a mezzo centimetro di distanza capisco che la nostra serata è appena iniziata e so che finirà bene.

Nel momento in cui lo dico, ho una fitta alla testa. Cerco di controllarmi, ma un istante dopo ne ho un'altra. Sono in una stanza, piena di fiamme e di ombre. Non so dove si trovi e non ci voglio pensare, perciò mi concentro solo su Tom.

«Buonasera, splendore»

Faccio un lieve inchino, poi mi faccio prendere per mano e, insieme, ci avviamo verso l'Accademia. All'estrazione per eleggere l'Accademia dove si sarebbe celebrato il Ballo di Natale, è uscita nuovamente quella delle Streghe, per questo oggi pomeriggio i professori sono stati impegnati con i preparativi.

Mentre camminiamo, le mie sorelle e i fratelli Baker ci passano di fianco. Le saluto, complimentandomi per la scelta dei vestiti, poi le lascio andare, dicendo loro che ci vedremo più tardi.

«Allora» esordisce Tom, «prima mangiamo o prima balliamo?»

«Dipende da quando arrivano i tuoi genitori» replico, «non voglio sembrare la ragazza affamata... ma neanche quella che balla come un elefante»

Tom scoppia a ridere e mi stringe la mano.

«A dir la verità dovrebbero già essere arrivati, quindi penso proprio che te li presenterò subito»

Un groppo sale su per la gola, ma riesco a respingerlo giù nel giro di qualche secondo. L'idea di conoscere i suoi genitori non mi affascina molto, ma so che prima o poi questa cosa succederà. Angelique mi ha raccontato che intorno alla mia età, ogni Principessa dovrebbe già avere un'idea dell'uomo che ha intenzione di sposare, perché prima si celebra il matrimonio più lunga sarà la permanenza sul trono. Ma a me non interessa né la corona né un marito, perciò che cosa devo fare? Come mi devo comportare?

Appena entro nella sala mensa, sento la musica entrare nelle mie orecchie e il profumo di salato e di dolce penetrare nelle mie narici. Ci sono fiori di ogni tipo e facce sconosciute che sorridono e ridono, per questo mi sento subito meglio, come se potessi chiamare "casa" questo posto. Alla fine è così, ma spesso non sento questa sensazione di familiarità.

«Li ho visti» dice Tom, all'improvviso, «ma non credo che loro abbiano visto me»

«Oh» commento, incapace di parlare, «pensi dovremmo aspettare che ci vedano? Oppure possiamo andare da loro?»

Tom inclina la testa di lato e replica: «Pensavo fossi tu quella che non voleva conoscere i miei genitori»

«Sono solo un po' preoccupata, ecco tutto»

Tom sospira e mi prende le mani. Guardandomi negli occhi, dice: «Andrà tutto bene. Te lo prometto»

Guardo per un istante i suoi occhi verdi, ritenendo che sia la verità, poi annuisco. Nel momento in cui ci dirigiamo verso i suoi genitori ho una terza fitta, un po' più dolorosa, ma mi controllo ancora. Non voglio che niente e nessuno rovini la mia serata con Tom, compreso questo strano mal di testa.

All'improvviso vedo una donna bionda, alta poco più di me, e un uomo alto quanto Tom, soffermarsi a guardare il ragazzo che mi sta tenendo per mano. A giudicare dall'evidente somiglianza che lega Tom ai tre, capisco immediatamente che sono i suoi genitori.

La madre di Tom, Josephine Black, è una diplomatica, esattamente come il marito John. È bionda, sorride in modo educato ed è cordiale con tutti.

Il padre di Tom, invece, tiene fra le mani un calice di spumante e ride di gusto mentre chiacchiera con gli amici.

«Thomas, tesoro mio!» esclama Josephine, appena ci troviamo a qualche metro di distanza da loro, «che bello rivederti!»

«Mamma» esclama lui, a disagio, «ci siamo visti due settimane fa, non te lo ricordi?»

«Sì sì, certo» replica la donna, sistemandogli la cravatta, «ma è sempre un piacere vederti»

Sorrido, concordando con le sue parole. Subito dopo sposto lo sguardo su suo padre, che si è sporto per battere una mano sulla spalla del figlio.

«Ciao papà» esclama, con gli occhi che brillano.

Dal suo sguardo percepisco l'evidente ammirazione per suo padre. Devono essere molto legati, visto che sono gli unici uomini in famiglia.

«Ci tenevo a presentarvi Malia Collins» esclama Tom, «usciamo insieme da qualche settimana»

Rimango sorpresa dal fatto che l'abbia detto, visto che non avevo pensato all'etichetta che Tom mi avrebbe affibbiato in un momento del genere. Cerco di concentrarmi sui loro genitori e sul fatto che entrambi abbiano teso la loro mano verso di me. La stringo energicamente, sorridendo.

«Molto piacere, signori Black»

«Oh, ti prego, dacci del tu, tesoro! E chiamaci per nome» esclama Josephine, «mi fai sentire più vecchia di quel che già sono!»

Soffoco una risata insieme a lei e al marito, poi una coppia si avvicina ai coniugi. Dopo aver guardato Tom, un po' a disagio, lui mi presenta alla coppia appena arrivata.

«Ti presento i genitori di Alex: Devonne e Philip» esclama Tom, «lei è Malia, Malia Collins»

Philip è alto quanto Alex e gli assomiglia terribilmente. Devonne, invece, è magra e con i capelli castano scuro. Rimangono sorpresi nello scoprire che sono Malia, per questo inizialmente non si muovono.

«E' un piacere» dico, schiarendomi la gola.

La madre di Alex allunga la mano e me la stringe, sorridendo.

«Alex ci ha parlato di te» dice, «sembra che tu sia una delle Streghe più brave del primo anno»

«È così» conferma Tom, «ed è anche una delle più belle»

Devonne e Josephine lanciano un'occhiata al mio vestito.

«Effettivamente» mormora Josephine, «l'abito è veramente affascinante. Il bianco ti dona molto, Malia»

La ringrazio, sorridendo. Non voglio cogliere nella sua frase un secondo fine, ma so che l'ha detto perché in fondo lo pensa davvero. Fino a un mese fa Tom usciva con Ambar e i suoi genitori l'hanno conosciuta dopo un bel po' di tempo, probabilmente perché nessuno dei due voleva fare presentazioni. Io, invece, sono stata presentata cinque minuti fa e Josephine già si allarga, facendo complimenti di questo tipo.

«Be', noi andiamo a ballare» esclama Tom, «ci vediamo dopo, mamma e papà. È stato un piacere rivedervi» aggiunge, rivolto ai genitori di Alex.

Tutti e quattro ci salutano, poi insieme ci dirigiamo verso la pista. Alcune coppie – sia giovani che adulte – stanno già ballando e noi ci accodiamo, sperando di risultare ottimi ballerini e di non pestare i piedi agli altri. All'inizio è facile, perché Tom è molto più bravo di me, poi diventa più complicato perché il suo sorriso mi distrae.

Sono così felice.

E non lo sono mai stata.

Lo amo.

Lo amo incondizionatamente.

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