Quindici: L'abilità del mentalismo.
nella foto: Helena Barlow nel ruolo di Wendy Parrish (a sinistra) e Alexis G. Zall nel ruolo di Irina Lloyd (a destra) - (sono Streghe del terzo anno, più avanti avranno più importanza. mi scuso per la trashata del "pic.collage", ma non avevo molte altre app a disposizione).
___
Quando Aiko mi sveglia, è ora di cena. Ho gli occhi impastati e la gola un po' secca. Mi metto a sedere sul letto e la mia compagna di stanza mi toglie un ciuffo di capelli dal viso. Effettivamente sono piuttosto spettinata.
«Hai dormito così tanto» dice, quasi ridendo.
Alzo le spalle.
«Quando sei tornata?»
«Mezz'ora fa. Mi sono fatta una doccia, poi sono tornata in camera per chiamarti. Dobbiamo scendere fra cinque minuti»
Annuisco in silenzio e mi passo una mano sul viso. Le sorrido, poi mi alzo in piedi. Traballo sui miei piedi e ho poco equilibrio. Non capisco perché; forse mi sono appena svegliata e devo recuperare le energie.
«Tutto bene?» mi chiede Aiko.
La guardo negli occhi.
«Sì, credo» rispondo. Apro l'armadio e afferro un paio di jeans più chic della tuta che indosso. Rammento dopo che sono uscita con Tom indossando questi pantaloni e sbuffo. Aiko si avvicina e ride.
«Che succede?» domanda.
Chiudo l'armadio e la guardo. Si sta raccogliendo i folti e lunghi capelli neri in una coda alta.
«Niente» taglio corto. Mi sfilo i pantaloni della tuta e mi metto i jeans, poi torno a sedermi sul letto per infilarmi le scarpe. Ricordo di essere andata a dormire indossandole, perciò Aiko me le avrà tolte mentre dormivo. Non ho sentito niente, perciò dovevo proprio dormire. Mi chiedo come abbia fatto ad addormentarmi così profondamente e a non ricordare niente, ma Aiko interrompe i miei pensieri.
«Alex mi ha detto che sei stata con Tom, questo pomeriggio» mormora, mentre apre la porta della stanza.
Con mia grande sorpresa noto che appoggiata allo stipite della porta c'è Diane. Ha i capelli semi raccolti e si sta guardando le lunghe unghie laccate di rosso fuoco. Mi alzo in piedi e la raggiungo.
«Hai bisogno di qualcosa?» domando, con aria da sufficienza.
Il braccio di Diane torna steso lungo il suo corpo e mi rivolge un sorriso innocente. Sbatte le ciglia come una gattina, poi scuote il capo.
«No, vi volevo solo avvertire che siete in ritardo per la cena»
La supero, uscendo dalla camera, e dico: «A quanto pare sei in ritardo pure te. Come la prenderà la preside?»
Inarca i sopraccigli e stringe i pugni. Mi guarda per qualche istante, rimanendo in silenzio, poi prende un gran respiro.
«Tesoro, sono la figlia di Bree Hill»
Scoppio a ridere, anche se non ho idea di quale sia il significato di quella frase. Non che mi interessi, ma sinceramente non credo che abbia senso. Sospiro, poi lancio un'occhiata ad Aiko. La mia amica mi raggiunge e insieme scendiamo le scale. Diane ci raggiunge poco dopo. Appena entriamo al piano terra, vedo le amiche di Diane guardarci.
«Eccoti, finalmente» esclama Maia. Ha i capelli raccolti in uno chignon fatto malissimo, così sposto lo sguardo su Lydia. È sicuramente la più bella fra tutte e quattro.
«Ero impegnata in un'amichevole conversazione con le mie amiche» replica Diane, indicando con la mano me e Aiko.
Mi scambio un'occhiata con la mia compagna di stanza, poi alzo le spalle ed esco dalla casa. Cammino piano, in silenzio. Aiko è di fianco a me e non osa aprire bocca.
«Sei molto silenziosa da quando ti sei svegliata. È successo qualcosa con Tom?» mi chiede Aiko, prima di entrare in sala mensa.
Scuoto il capo, ma non apro bocca. È orribile mentire a qualcuno, ma a volte è necessario farlo. Sto proteggendo me stessa e Tom ed è un comportamento egoistico, ma non posso mettere a repentaglio la mia presenza qui. Non posso tornare sulla Terra e riprendere la mia vita di un tempo. Ormai sono legata a Magics Souls e non ho intenzione di andarmene, per nessun motivo al mondo.
«So che è successo qualcosa fra voi» dice all'improvviso.
È proprio insaziabile. Sbuffo, un po' infastidita, e le concedo un gran sorriso, come a farle capire che non è successo niente fra me e Tom. Ma Aiko sembra disporre di un rivelatore di bugie, perciò continua a guardarmi, aspettando una risposta.
Sbuffo, esausta.
«D'accordo» dico, «è successo qualcosa, ma non posso parlarne qua. Te lo dico dopo cena, se mi accompagni da Tom per dirgli che ora lo sai anche tu»
Aiko sorride, vittoriosa. «Tecnicamente ancora non lo so, ma accetto»
Mi strizza l'occhio, poi si siede al tavolo, al mio fianco. Dall'altra parte ho Molly e di fronte a me Viola, seduta fra Cherie e Meg. Tutte mi salutano ed io ricambio il gesto.
«So che ti sei fatta una grande dormita, oggi pomeriggio» dice Meg.
Adesso che siamo in sintonia è simpatica e non fa più la stronza.
«Be', sì. Stanotte non ho dormito molto, sinceramente»
Molly mi sorride e si versa dell'acqua nel bicchiere.
«Io invece dormo benissimo. Forse dovresti chiedere di farti cambiare il materasso. È questo che succede alle principesse, sai?»
So che Cherie l'ha detto per sdrammatizzare, ma il paragone con la parola "principessa" mi provoca una fitta al petto. Sposto lo sguardo sulle mie sorelle e scopro che ridono, all'unisono. L'unica che ne ha risentito sono stata io? Non ho più ripensato alle parole di Angelique – riguardo alla nascita di Magics Souls e alla distruzione di Salem – ma solo perché non voglio soffrire ancora di più.
Le ragazze riprendono a parlare di un argomento che non mi interessa, così mi concentro sul piatto di minestra che mi hanno appena servito. Non sono un'amante di questo piatto, ma la mangio ugualmente. Aiko, invece, la spazzola in cinque minuti e riprende a parlare, come una macchinetta. Non l'ho mai vista così infervorata, così mi stupisco e decido di ascoltare l'argomento.
Parlano di Arti Marziali. Ecco, l'unico argomento di cui Aiko può parlare senza problemi. Dice che conosce la professoressa, perché proviene da Lux – il suo Regno, quello della Luce – anche se è nata in un altro Regno. Dice che è una tosta e molto brava ad insegnare.
«Si vede dalla nostra posizione?» chiede Cherie.
Aiko annuisce e indica con il mento una professoressa dalla carnagione scura, quasi nera. Effettivamente è giovane, deve avere meno di trent'anni, e sembra piuttosto bassa di statura, forse meno di me. Si trova accanto al professor Wood e alla professoressa Muller, quella di Trasfigurazione, che incontrerò domani.
«Come mai quasi tutti i nostri professori sono giovani?» chiede Cherie, guardando in particolare Wood e Smith.
Scoppio a ridere e tutte si girano a guardarmi.
«Non dirmi che ti piacciono quei due» esclamo, «non sono propriamente belli. Hanno solo i muscoli, che ti confondono un bel po'»
Cherie mi guarda sorridendo e si sposta i capelli a sinistra.
«Solo perché tu hai una passione per i ragazzi biondo cenere» commenta, incrociando lo sguardo con Aiko. Le due si scambiano un cinque, poi ridono insieme.
Capisco dopo a chi si riferisce, così abbasso il capo, imbarazzata. A questo punto, mia sorella Meg spalanca la bocca e gli occhi e guarda Molly.
«Da quanto» dice, senza l'inflessione interrogativa.
Storto un sopracciglio e le chiedo di cosa stia parlando. In realtà lo so benissimo di cosa sta parlando, ma voglio fare la finta tonta in attesa della manna del cielo che mi salvi da questa situazione molto imbarazzante. Perché devo sbandierare i miei pensieri a tutte le persone sedute a questo tavolo? So che più della metà non mi stanno ascoltando, ma non trovo molto carino dire una cosa del genere in un posto così affollato. Anche perché, con tutta onestà, non è successo assolutamente niente di concreto fra me e Tom. Solo perché ci vediamo fuori dall'orario scolastico non significa che siamo l'uno innamorato dell'altra.
«Da oggi» dice all'improvviso Aiko, «credo che stia diventando una cosa... seria, ecco»
La guardo, completamente spiazzata.
«Da oggi? Ma di che cosa stai parlando? Ti ricordo che sta uscendo con una ragazza da tre mesi! E credo che il loro legame sia decisamente più serio del nostro»
Le ragazze scoppiano a ridere. Cherie si versa da bere, poi dice: «Ti innamori all'improvviso, anche con un colpo di fulmine. Io e Pierre ci siamo conosciuti quando eravamo dei bambini e ci siamo innamorati. Non devi avere un'età precisa per innamorati, né vi dovete conoscere da tempo immemore»
Fa una pausa e il mio cuore batte più forte.
«Se ti innamori, lo sai fin da subito. Forse all'inizio non lo capisci, ma nella parte più remota della tua anima sei consapevole di provare un sentimento così profondo per questa persona»
Rimango sconcertata dal discorso di Cherie. Anche lei sembra una persona così stupida e incredibilmente infantile, ma è riuscita a sorprendermi e a cambiare la mia posizione. Adoro il modo in cui ha esposto il suo punto di vista e ancora di più ammiro il modo in cui è riuscita a convincermi del fatto che quello che dice è vero.
Non so se sta capitando con Tom, visto che ci conosciamo da quattro giorni e sarebbe davvero assurdo. Credo che fra di noi ci sia solo una grande amicizia, nata per caso, che però non può diventare altro.
E sono contenta così.
* * *
Quando finiamo di mangiare, Aiko ed io ci dirigiamo verso l'uscita dell'Accademia. Decidiamo di andare a trovare Alex e Tom, cosicché io possa dir a quest'ultimo che anche Aiko è al corrente di quanto abbiamo scoperto. So che non dovrei far parola con nessuno di quanto ho visto, ma Aiko ed io siamo davvero legate ormai.
«Allora, sputi il rospo o no?» dice.
La guardo e sospiro. «Sì, sto solo cercando le parole più adatte»
Aiko annuisce e mi lascia ancora qualche istante di silenzio per pensare. In realtà non so da che parte cominciare. Se iniziassi dal principio – ovvero dai miei dubbi sul vero scopo dei test – lei mi chiederebbe di passare direttamente alla parte interessante. E se partissi dal fulcro del discorso, mi farebbe un sacco di domande, tipo: cosa ci facevi con Tom in camera nostra? perché siete stati nell'ufficio di Angelique? e così via...
«Hai presente i test di cui ci ha parlato Angelique?» esclamo.
Aiko si gira a guardarmi e annuisce, lentamente.
«Ecco... non sono dei test d'ingresso, per osservare l'andamento scolastico. Sono stati istituiti per un motivo ben preciso. Coloro che prenderanno i voti più alti, faranno parte dell'Esercito di Magics Souls»
Aiko smette di camminare e si blocca. Dopo cinque secondi, gira il capo verso di me e mi guarda con gli occhi sbarrati. Sembra sconvolta da ciò che le ho appena detto, così deglutisco e quasi mi sento in colpa per averglielo confidato.
«Come fai a saperlo?»
Sospiro. «Io e Tom siamo entrati nell'ufficio di Angelique per capire se avesse qualche risposta riguardo ai nostri dubbi sui test e abbiamo trovato una lettera scritta e firmata da Caroline Olsen, la Rappresentante di Animo, il Regno della Mente»
In realtà non sapevo chi fosse questa donna, ma dopo un'approfondita ricerca sono riuscita a trovare qualcosina sul suo conto. Dev'essere una donna dal carattere molto forte.
Faccio una pausa. La vedo ancora più sconvolta, così aspetto che lei mi dia il permesso di continuare.
«E...» dico, quando mi fa cenno, «i professori e i presidi di tutte le Accademie sono stati costretti ad accettare. Non abbiamo capito bene a cosa serviranno queste nuove reclute, ma credo che stiano istituendo un nuovo Esercito a causa di Lexie»
Aiko riprende a respirare e allo stesso tempo a camminare. Ha un passo spedito e veloce, così la raggiungo, un po' a fatica. Sembra arrabbiata e parecchio scossa.
«Potresti dire qualcosa, per cortesia? Ti ho appena detto che ho infranto un centinaio di regole e spero che tu non stia pensando ad un modo per »
Aiko mi ignora. Cammina a passo spedito ed è davanti a me di circa mezzo metro. Decido di rimanere in silenzio, finché non sarà lei a parlare. Vorrei sapere quanto manca all'Accademia dei Maghi, così posso avere un'idea di quanto tempo non potrò parlare con lei. Prendo un respiro e cerco di calmarmi. Non avrei dovuto cedere, lo sapevo... al diavolo il fatto che è mia amica, ora devo proteggere anche lei e io non sono brava a proteggere le persone.
A stento proteggo me, perciò perché dovrei riuscire a proteggere i miei amici?
I miei genitori biologici non hanno avuto il tempo materiale per insegnarmi a proteggere me stessa e gli altri. E quelli adottivi, invece, hanno trascorso sedici anni proteggendomi, ma non ho imparato niente dal loro comportamento.
Alzo il capo e scruto il cielo. Il sole sta lentamente tramontando e il cielo è un misto fra il rosso e l'arancione. È una bellissima vista e vorrei avere una macchina fotografica per potere scattare anche una sola fotografia. Abbasso lo sguardo sulla punta degli alti abeti che costeggiano la passeggiata e dopo poco mi accorgo che si intravedono due punte. Cerco di alzarmi un po', per capire che cosa sia, e vedo un castello antico.
Ci metto un istante a capire che è l'Accademia dei Maghi. Diversamente dalla nostra, ha un colore più scuro e sembra un castello abbandonato. Più ci avviciniamo, più mi accorgo di aver sbagliato: solo le punte delle torri sono nere, il resto è completamente dipinto di un blu scuro e ci sono delle bandiere gialle.
«Siamo arrivate» dice Aiko.
È la prima cosa che dice da quando ha deciso di fare scena muta. Il mio senso di colpa aumenta, così prendo respiro e cerco di calmarmi. Non so per quale motivo, ma il mio subconscio mi dice che Tom riuscirà a calmarmi.
Sospiro e aumento il passo. Forse parlare con Tom mi farà sentire ancora più in colpa, visto che non dovevo dirlo a nessuno. Mi passo una mano sul viso, poi seguo Aiko svoltare a destra e raggiungere l'entrata dell'Accademia.
Ci sono alcuni studenti seduti nel giardino – che è uguale identico al nostro – mentre altri sono su un'altura, sulla sinistra della scuola, e si allenano con le loro spade.
Mi guardo attorno, sperando di incontrare Tom, ma non lo vedo. Mi sento quasi abbattuta. Sto quasi per chiedere ad Aiko di tornare indietro, quando sento una voce maschile chiamare il mio nome. Mi volto e vedo Loris, il ragazzo che ha dormito con mia sorella la sera dell'omicidio.
Mi avvicino, guardando con la coda degli occhi Aiko, e gli sorrido.
«Che cosa ci fai qui?» mi chiede.
Indossa la divisa dell'Accademia ed è molto elegante.
«Sto cercando Tom... Thomas»
Mi rendo conto di non sapere il suo cognome, così mi guardo attorno, nella speranza di addochiarlo. Loris sorride lievemente, poi lo indica con un gesto del mento. È seduto su un pozzo, insieme ad una ragazza dai capelli a caschetto. Deduco che sia Ambar, così opto per tornarmene in Accademia, ma Loris mi afferra per un polso e mi trascina da i due.
Sotto lo sguardo sorpreso e divertito di qualche suo compagno di scuola, raggiungo Tom con le guance dipinte di rosso. A pochi metri di distanza, sento la risata accesa di Ambar e vorrei sprofondare.
È la prima a notarmi e mi fissa con espressione esterrefatta. Tom, quando si rende conto che Ambar non lo sta più ascoltando, segue la linea del suo sguardo e incontra il mio. Arrossisco ancora di più e così fa lui.
«Mal...» esclama, scendendo dal pozzo e raggiungendomi.
Sorride a Loris, il quale se ne va, senza dire una parola. Ambar ci raggiunge e ci guarda, con le braccia conserte al petto e un'espressione parecchio confusa.
«Che ci fai qua?» mi chiede.
Ho il cuore che batte davvero forte. Non so cosa dire. Non voglio che Ambar pensi che io e Tom stiamo nascondendo qualcosa...
«Ecco... io ho dovuto raccontare quella cosa ad Aiko»
Tom spalanca gli occhi mentre Ambar ci guarda sorpresa, senza capire ciò di cui stiamo parlando. Be', sto dialogando con Tom in codice e di sicuro lei starà pensando qualcosa di strano.
Si schiarisce la voce e, avvicinandosi a Tom, gli chiede che cosa c'è che non va. Niente, tesoro, niente... abbiamo solo scoperto qualcosa che potrebbe farci espellere se qualcuno viene a sapere che ne siamo a conoscenza e che siamo entrati nell'ufficio della mia preside.
«Niente» taglia corto Tom, poi torna a guardarmi. Mi poggia le mani sulle spalle e vedo Ambar alzare le sopracciglia.
«Ti raggiungo subito. Aspettami su quella panchina laggiù... e se riesci a trovare Alex e Aiko di' loro che devo parlarvi»
Annuisco, in silenzio, poi mi giro. Sto quasi per partire, ma una mano afferra il mio polso. Alzo il capo e incontro lo sguardo di Ambar. Guardandola così da vicino mi accorgo che è proprio bella. I capelli color caramello le incorniciano il viso florido. Gli occhi castano scuro incrociano i miei e tremo leggermente, mentre osservo il suo sorriso sottile, ma smagliante.
«Non ci siamo presentate» esclama sorridendo, «io sono Ambar Christian»
Allunga la mano verso di me ed io la fisso, incerta. Mi scambio un'occhiata con Tom, poi la afferro e la stringo.
«Malia Collins» mormoro, sorridendo.
Spalanca la bocca e se la tappa con una mano. Il mio sguardo ricade sulle unghie perfettamente laccate. Dev'essere una manica del controllo.
«Oddio, sei una specie di celebrità nell'Accademia delle Fate! Le mie compagne stravedono per te. Dicono che sei una Principessa, o qualcosa del genere... e che sei l'ultima discendente reale di Salem»
Annuisco.
«Be', anche le mie sorelle gemelle lo sono» dico, arrossendo appena.
«Oddio sì scusa, hai ragione. Ad ogni modo, è stato un piacere conoscerti, Malia» dice Ambar, sorridendo, «e spero di rivederti presto. Vi lascio parlare: devo tornare in Accademia per colpa del coprifuoco»
Alzo un sopracciglio.
«Avete un coprifuoco?» domando.
Annuisce. «Già. Alle nove e un quarto dobbiamo essere negli appartamenti, altrimenti i professori prendono provvedimenti seri. Sai, è a causa di... be', lo sai no?»
Annuisco, ma non parlo. Mi saluta con un gran sorriso, poi bacia Tom sulle labbra. Ricambio il sorriso e la guardo andare via. Cammina come se stesse danzando e ha un fisico molto muscoloso. Sembra una piuma e solo guardandola si capisce perfettamente che è una ballerina.
«Che cosa dovevi dirmi?» diciamo in coro, io e Tom.
Sorrido.
«Raggiungiamo Alex e Aiko» mormora Tom.
Mi supera e cammina a passo deciso verso una panchina di pietra che è piuttosto isolata. Alex e Aiko sono seduti lì e stanno ridendo. Appena entro nel campo visivo della mia amica, smette immediatamente di sghignazzare e abbassa il capo. Alex la scruta con aria interrogativa, poi si accorge di me.
«Ciao Malia» dice, «come mai qui?»
Lo chiede come se sapesse già la risposta, perciò non apro bocca. Incrocio le braccia al petto e Tom sospira, esasperato. Sa di dover dire ciò che deve dire e sembra sottopressione.
«Non solo tu hai raccontato ad Aiko quello che è successo. Io mi sono sentito in dovere di raccontarlo ad Alex, perché...»
Sospira. Perché non parla?
«Puoi dirlo» esclama Alex, «non è una cosa imbarazzante»
Tom lo fulmina con lo sguardo.
«Non è per quello» sibila, «è solo che...» Si zittisce ancora e sospira. A questo punto, Alex, con aria spazientita, apre la bocca e prende fiato per parlare.
«Io e Tom riusciamo a comunicare attraverso messaggi mentali. È solo una capacità femminile e lui se ne è sempre vergognato. In sostanza, nessuno di noi due può tenere un segreto perché l'altro lo scoprirebbe nel giro di dieci secondi»
Rimango in silenzio per qualche istante, cercando di metabolizzare la notizia. Alex e Tom si possono leggere nel pensiero? È una cosa incredibile, quasi assurda a pensarci. E solo il fatto che qualcuno possa leggere la mia mente mi spaventa. Non ho molti segreti... anzi, ne ho solo uno ed è dannoso per me e per coloro che potrebbero venire a saperlo.
«Quindi tu hai saputo indirettamente da Tom ciò che abbiamo scoperto?»
«L'ho scoperto un istante prima che me lo confidasse» risponde Alex, chiarendo la situazione.
Aiko mi guarda e sorride lievemente. Mi sta forse perdonando per aver infranto circa un milione di regole...?
«Non posso leggere il tuo pensiero, fortunatamente» comincia, «ma so che ti stai sentendo in colpa per non avermelo detto subito. Sai che cosa ti dico? Non importa. Anzi, potevi evitare di dirmelo... ma io sono così insistente che alla fine hai dovuto cedere»
Le sorrido.
«Effettivamente è così» dico, «questo segreto danneggia tutti e quattro. E voglio sperare che nessun altro sia in grado di leggere la nostra mente, altrimenti siamo fregati»
Alex sorride ammiccante.
«Nessuno sa leggere la mente. È una cosa molto rara e avviene solo nei casi femminili. Io e Tom siamo come...»
«...un fenomeno da baraccone...» aggiunge Tom, ridendo. Scoppiamo a ridere tutti e quattro.
«Non intendevo proprio quello» continua Alex, «volevo semplicemente dire che siamo unici e che se qualcuno lo scoprisse potrebbero esserci delle conseguenze»
Aiko annuisce, poi abbassa il capo. Un istante dopo lo rialza e ha gli occhi sbarrati. Immediatamente Tom le chiede a cosa sta pensando.
«C'è una persona che può leggere nel pensiero. Si chiama Kylie Mitchell ed è una Fata del primo anno. Ci siamo conosciute due estati fa e me lo confidò la sera prima di partire»
Tom si copre il viso con una mano e sbuffa sonoramente.
«Siamo giusto un po' nella merda»
«No» dice Aiko, «perché nessuno di noi dovrà mai incontrarla. E soprattutto, lei può leggere nella mente altrui solo se ha un contatto fisico... come, per esempio, prenderle la mano o qualcosa del genere»
Alex si gratta la nuca.
«Quindi, in breve, non dovrei stringerle la mano quando si presenta e risultare un maleducato?»
Aikoincrocia le braccia al petto e gli rifila un'occhiataccia, mentre io e Tomscoppiamo a ridere. Non c'è che dire, sono veramente simpatici e posso dire diaver conosciuto delle persone che potrebbero realmente diventare i mieimigliori amici.
È sabato pomeriggio e ho appena finito di studiare. Ho trascorso la mattinata ad allenarmi in Arti Marziali e Attacco/Difesa insieme, per circa tre ore, poi siamo andate a pranzo.
Subito dopo, ho cominciato a studiare le materie scritte, in vista dei test e della corsa pomeridiana che avevo prenotato con Tom. Sono felice all'idea di trascorrere un po' di tempo con lui e di fare qualcosa che mi piace insieme ad un nuovo amico.
Ho bisogno di stare con le persone che mi fanno sorridere per non pensare a ciò che mi sta succedendo. Da quando Jill mi ha dato quelle pastiglie, la cosa sta lentamente migliorando: giovedì e venerdì notte non ho sognato nulla di così rilevante, perciò ho preferito non andare a colloquio con Angelique, ma so che se dovesse accadere dovrei farlo. Forse Lexie sa che io sono a conoscenza delle sue intenzioni e sta facendo di tutto per non addossarsi la colpa. Nessuno sa dove si nasconda e se questo Incantesimo individuasse la sua posizione le nuocerebbe un bel po'.
Sospirando, chiudo il libro e apro l'armadio. Decido di indossare qualcosa di comodo e di pratico per una corsa, così afferro un paio di pantaloni a pinocchietto neri e una T-shirt rossa. Aiko entra in camera nel momento in cui mi sto infilando la maglietta e mi sorride.
«Stai uscendo?» mi domanda, legandosi i capelli in uno chignon.
«Sì» rispondo, «la corsa con Tom, ricordi?»
Si dà una lieve sberla sul viso, poi annuisce. «Me l'ero dimenticata, scusa»
Alzo le spalle, poi acciuffo le scarpe da ginnastica e me le infilo. Nel frattempo, Aiko si sdraia sul letto e chiude gli occhi. Sta cercando di riposarsi, perché da quando si è alzata non ha fatto altro che allenarsi e non vorrei che si sforzasse troppo. Dice di stare bene e che ha bisogno di questo allenamento, ma dentro di me so che non è così.
Mi alzo in piedi e la saluto, poi esco dalla camera e scendo le scale. Ho i capelli legati in una coda alta e porto solo un paio di semplici orecchini. Non volevo essere troppo ornata per una corsa, perciò ho preferito togliere collana e braccialetti.
Quando apro la porta d'ingresso, mi trovo davanti Tom. Indossa dei pantaloncini da basket e una T-shirt bianca. Gli rivolgo un gran sorriso e lo saluto.
«Ciao, Mal» dice.
Si sporge per abbracciarmi e lo lascio fare. Dall'ultima volta che l'ha fatto sono passati pochi giorni, ma non ricordavo che cosa si provasse. Si stacca da me e insieme camminiamo verso la passeggiata del bosco. Dice di conoscere la strada perfetta per andare a correre, così lo seguo.
E' un sentiero in mezzo agli abeti e sembra molto bella anche per fare una passeggiata. C'è profumo di muschio e di terriccio bagnato, forse perché il sole non riesce a penetrare fra gli alberi per asciugare il percorso.
Come imbocchiamo la strada, Tom mi supera e comincia a correre. È abbastanza larga per correre sulla stessa linea, ma decidiamo di correre uno davanti all'altro. Mi concentro sul mio respiro e sul mio passo, cercando di dimenticarmi almeno per un po' dei miei trascorsi.
Tom, davanti a me, corre leggermente più veloce. Le sue scarpe formano un'impronta sul terreno ed io la riempio, con il mio piede. I muscoli sul polpaccio di Tom si contraggono ad ogni passo e non riesco a distogliere lo sguardo da quella visione.
Dopo una decina di minuti, Tom rallenta e si affianca a me. Ha i capelli che gli pendono sul viso e la fronte imperlata di sudore. Effettivamente anche io sono un po' sudata, probabilmente perché sto bruciando calorie.
«Sei agitata per i test della settimana prossima?» mi chiede.
Non sta ansimando, perciò deduco che non sia stanco. A guardarlo sembra uno che non si stanca facilmente, perciò non rimango sorpresa.
«Un po'» dico, «anche se, onestamente, non so se dare il massimo e rischiare di entrare nell'Esercito, oppure fare fiasco ed evitare di entrarvi»
Tom ci pensa su.
«Non avevo considerato la situazione da questo punto di vista» esclama, «però hai ragione. Purtroppo non so quale risposta darti, Mal, ma mi hai messo in confusione»
Soffoca una risata ed io mi unisco a lui. Ci scambiamo un'occhiata, poi torniamo a guardare il percorso. Lo sento ansimare da solo trenta secondi, eppure stiamo già correndo da quasi un quarto d'ora. Io sono più stanca di lui, ma non lo do a vedere. Tom mi sembra uno che si allena giorno e notte, fin da quando è piccolo; io, invece, ho iniziato solo due anni fa e sono meno resistente di lui.
«Ambar mi ha detto di dirti che ti trova molto simpatica» annuncia all'improvviso, «e vorrebbe uscire con te per conoscerti meglio»
Strabuzzo gli occhi e soffoco una risata isterica. Perché dovrei conoscere la ragazza di Tom?
«Ehm... non sono una che ama uscire con le ragazze per conoscerle, ecco»
Tom apre bocca, ma poi la richiude. Rimane in silenzio per un bel po' di tempo, finché dice: «E' solo curiosa di capire per quale motivo siamo amici»
Lo guardo. Siamo... amici? Ho sempre definito Tom come un amico, ma ora che è stato lui ad etichettarmi in questo modo lo trovo un po' strano. Deglutisco e gli rivolgo un sorriso.
«Ci penserò» sussurro.
Tom mi sorride.
Rimaniamo in silenzio per altri dieci minuti. Lui corre più rapidamente di me e mi supera facilmente, mentre io rimango indietro. Sto pensando ad Ambar e al modo in cui mi guardava mercoledì sera. Non sembrava preoccupata del fatto che Tom ed io parlassimo, piuttosto era curiosa di conoscermi. È un comportamento strano per una che sta uscendo con Tom, ma decido di non giudicarla. Poteva andarmi peggio, effettivamente.
Diane odia Aiko solo perché è la migliore amica del suo ragazzo. Io non sono la migliore amica di Tom, ma almeno Ambar non mi odia. Forse, se io e Tom diventassimo più uniti, potrebbe cominciare a disprezzarmi. La trovo una persona completamente diversa da Diane, eppure ho questo presentimento.
Cerco di rilassarmi e sorrido, involontariamente. Tom, di fronte a me, ansima più rumorosamente. Mi cade l'occhio sul polpaccio e sorrido ancor di più, arrossendo lievemente.
Sto quasi per avvicinarmi, quando Tom annuncia: «Siamo quasi arrivati»
Lo guardo con aria interrogativa e sto quasi per chiedergli spiegazioni, ma lui mi anticipa.
«Ti sto portando a vedere un posto meraviglioso. Non ho mai portato nessuno qui»
Il mio cuore smette di battere per qualche secondo. Dove mi sta portando? Siamo in mezzo ad un bosco, che cosa potrebbe mai esserci di così meraviglioso? Sorrido e provo ad immaginare la sorpresa nella mia mente.
Abbasso il capo, arrossendo un po' troppo, e con la coda degli occhi vedo Tom svoltare a destra. Lascia il percorso e continua fra gli alberi. Lo seguo, anche se sono un po' indecisa.
Corro ancora per qualche minuto, poi ci fermiamo. Davanti a me c'è il lago più spettacolare che abbia mai visto. L'acqua è colorata di un verde scuro e non di azzurro, com'è di solito. È talmente grande che non riesco a guardarlo tutto in una volta e devo girare la testa più volte.
Mi ritrovo a sorridere quasi per niente e Tom si avvicina.
«Ti piace?» mi chiede.
Annuisco. «E' bellissimo»
È talmente vicino a me che riesco a sentire il suo respiro e il suo profumo. Il suo cuore batte ancora forte, perché ha appena smesso di correre. Involontariamente sposto lo sguardo su di lui e lo osservo in silenzio. Ha dei lineamenti così particolari e mi piace guardarlo, sebbene non ci siano secondi fini. Ha il naso un po' adunco e le labbra sottili. Le sopracciglia non sono folte e gli occhi sono grandi.
Quando si accorge che lo sto guardando, incrocia il mio sguardo e sorride.
«Che c'è?» mi chiede.
Scuoto il capo. «Niente» mento, «stavo solo guardando il tuo petto... proprio dove batte il tuo cuore»
Tom abbassa il capo e posa una mano sul petto. Sorride, poi mi guarda.
«Ho appena smesso di correre. È normale che stia facendo così» mi dice, «e anche il tuo cuore sta battendo»
La sua mano si avvicina lentamente al mio petto e si appoggia delicatamente. Il mio cuore comincia a battere più rapidamente e vorrei tanto che lui non se ne accorga, ma credo che sia del tutto impossibile.
«Ti sei stancata durante la corsa?» mi domanda.
Scuoto il capo. «No, non troppo. Sicuramente tu resisti più di me ed è per questo che correvo più piano»
Annuisce e la sua mano si stacca, tornando dov'era prima. Faccio un respiro di sollievo e torno a guardare il lago. Con la coda degli occhi sbircio Tom e mi accorgo che sta fissando le sue scarpe. Ha le mani nelle tasche dei pantaloncini e sembra piuttosto assorto.
Mi guardo attorno e trovo una stradina che porta sulla riva del lago. Senza dire niente, mi allontano e raggiungo il passaggio. Non mi volto per sapere se Tom mi ha vista o meno, così cammino più liberamente.
Quando le suole delle mie scarpe toccano la sabbia, sento un fuoco invadere il mio corpo. Ho sempre adorato il mare e la sabbia in generale, diversamente da tante persone. Sorridendo, mi siedo a gambe incrociate e rimango ad osservare l'acqua colorata.
È così bella che sembra magica. Se lo fosse, avrebbe sicuramente un'energia potentissima.
Sento un rumore alle mie spalle e mi giro. Tom mi sta raggiungendo e sorride. Si siede al mio fianco e abbraccia le ginocchia. Sospira, poi volta il capo e mi guarda.
«Sei la prima persona che porto qui» mormora, «e devo dire che è emozionante condividere questo mio piccolo segreto con te»
Abbasso il capo e sorrido.
«Quando l'hai scoperto?» gli chiedo, senza guardarlo.
Tom sospira. «Avevo sei anni. Mia sorella Elizabeth ci invitò al suo fidanzamento proprio qui»
Lo guardo.
«Quanti anni aveva tua sorella?»
«Solo diciannove, ma ha conosciuto suo marito Christopher quando era piccolissima. Sono cresciuti insieme e tutti a Ignis sapevano che sarebbero finiti insieme. Infatti è così. Sono sposati da dieci anni»
Sorrido e guardo la riva del lago. L'acqua sembra calda e avrei tanta voglia di fare un bagno. Se solo non indossassi mutandine e reggiseno e non fossi sola con Tom, probabilmente lo farei. Quest'estate non sono andata al mare perché mamma e papà non potevano prendere le ferie, quindi sono partita per due settimane di stage scolastico a Londra e un weekend in montagna, giusto per tenermi allenata con le scalate.
«A giugno mia sorella Pauline si sposerà con il suo fidanzato, Steven. Sarà una cerimonia intima, anche perché nessuno dei due ha molti amici. Mi ha dato il permesso di invitare i miei amici, quindi se ti va di venire sei la benvenuta»
Gli rivolgo un gran sorriso.
«E' gentile da parte vostra» dico, «e sarei contentissima di partecipare. E' il primo matrimonio a cui vengo invitata!»
Tom incrocia il mio sguardo. Sembra sorpreso, ma non capisco perché. Sulla Terra non avevo amici e neanche i miei uscivano così spesso.
«Pauline è l'ultima sorella. Ha 20 anni» continua Tom.
«Che lavoro fa?» chiedo. Sono curiosa di conoscerle e di capire se sono delle copie al femminile di Tom.
«E' un'insegnante nella Scuola di Ignis»
Annuisco e rimaniamo in silenzio per un po'. Ci sono alcuni uccellini che cantano e svolazzano sopra al lago. A volte, scendono in picchiata e raccolgono l'acqua con il becco, poi tornano su e si nascondono fra i rami degli alberi. Probabilmente sono madri che portano da bere ai piccolini.
Il bosco intorno a noi è silenzioso, invece. Il verde è rigoglioso e gli alberi crescono in modo sinuoso, formando stradine e sentieri accoglienti e facili da percorrere. Mi è sempre piaciuta la montagna, ma qui a Magics Souls ce ne sono poche che raggiungono i duemila metri. Ho letto su un libro che quasi tutti i monti sono alti a malapena millecinquecento metri. Sono abituata a qualcosa di più alto, ma non per questo scredito le passeggiate che si possono fare qui.
Tom non sembra uno da montagna alta, quindi deduco che preferisca passeggiate semplici e in piano. Io, invece, scalo su ogni tipo di roccia e cammino senza problemi, anche per ore.
All'improvviso sento una mano toccare la mia spalla. Mi giro e vedo Tom in piedi, con la mano tesa verso di me. La afferro e mi rimetto in piedi.
«Purtroppo devo tornare» dice, «ho gli allenamenti con Alex»
Annuisco.
«Non preoccuparti» replico, «è tardi anche per me, effettivamente. Devo ancora finire di prepararmi per i test della settimana prossima»
Mi rivolge un gran sorriso, poi si volta. Cammina piano verso il sentiero che porta alla strada principale. Io mi giro verso il lago e lo raggiungo lentamente. Quando sono ai piedi della riva, mi chino sulle caviglie e allungo la mano, dentro all'acqua.
Come immaginavo, è calda ed è perfetta per fare un bagno. Sto quasi per toglierla, quando percepisco una grande energia sfiorarmi i polpastrelli. È quasi la stessa forza che ho sentito in Lexie, quando ho cercato di farla apparire agli occhi di tutti.
Prelevo la mano con forza e mi sembra di averla appena tolta dalle fauci di qualche animale. Mi rimetto in piedi, senza smettere di guardare l'acqua del lago, poi mi giro e raggiungo Tom.
Durante il tragitto di ritorno, non parliamo molto. Io corro abbastanza veloce – più di prima, perlomeno – mentre Tom è indietro, un po' affaticato. Abbiamo corso circa per un'oretta, perciò credo sia normale essere stanchi. Io lo ero prima della pausa, ora non lo sono più. La mia mente è ancora focalizzata sulle acque del lago e sulla sensazione che ho percepito.
È strano, ma ho come l'impressione che quel lago mi stia richiamando, come se dopo aver toccato l'acqua avessi instaurato una sorta di legame a calamita, che non mi permette di allontanarmi troppo.
Quando arriviamo sulla strada principale – dietro all'Accademia delle Streghe – mi fermo. Aspetto che Tom mi raggiunga, poi lo saluto. Mi abbraccia e sento l'odore del sudore entrarmi nelle narici. Solitamente mi darebbe fastidio, ma stavolta non sento assolutamente niente.
Ritorno verso l'appartamento camminando. Forse dovrei andare a parlare con Angelique e dirle che cosa ho sentito toccando l'acqua, ma non vorrei che si trattasse di qualcosa che non è rilevante. Sono la Dominatrice dell'Acqua, perciò è normale tutto questo... è normale provare quelle sensazioni sfiorando qualcosa di liquido.
Sospiro, poi giro il pomello della porta d'ingresso e questa si apre. La richiudo subito dopo e raggiungo le scale che mi portano al secondo piano. Non sento nessuna voce, perciò deduco che siano fuori o che stiano studiando nel giardino, visto che è una bella giornata. Onestamente non ne ho proprio idea.
La mia stanza è vuota. Decido di farmi una doccia veloce e poi di ripassare qualche materia, sperando che la mia mente lo permetta.
E proprio quando decido di mettermi sui libri, capisco che è arrivata l'ora di raccontare ad Angelique che cosa ho sentito.
* * *
I corridoi della scuola, al sabato pomeriggio, sono poco frequentati. Ci sono alcune studentesse del terzo anno che stanno andando in biblioteca per studiare. Tengono dei libri e dei quaderni fra le braccia e sorridono alla loro amica.
Mentre cammino, intravedo il gruppo di Wendy. Tiene i capelli rossi legati in una coda alta ed è al fianco di Irina, la sua migliore amica. Dietro di loro, ci sono Clarissa ed Ella: hanno i capelli biondi sciolti e sono piuttosto vaporosi. Infine, Tina ed Hanna sono per ultime e tengono uno zaino scuro sulle spalle.
Quando passo a fianco di Wendy, questa mi sorride e mi saluta. Non so perché, ma mi sento sorpresa da questa cosa. Nessuno conosceva il mio nome quando mi sono trasferita qui e ora, dopo una settimana, quasi tutta l'Accademia sa chi sono.
«Ciao Wendy» rispondo, con la voce un po' tremante.
Mi sorride, poi continua a camminare. Con il passo un po' altalenante, raggiungo l'ufficio di Angelique e busso alla porta. È stata gentile a salutarmi, non posso negarlo.
Quando la porta si apre da sola, rimango impietrita a guardarla. Angelique è seduta alla scrivania e non si è alzata per dover aprire la porta. Alza lo sguardo dal display del computer e mi rivolge un sorriso smagliante.
«Malia, tesoro» dice, «vieni pure»
Chiudo la porta e raggiungo la scrivania. Angelique mi propone di sedermi sulla sedia a rotelle che c'è di fianco a me ed io accetto. Indossa una camicia nera e dei pantaloni scuri; i capelli sono sciolti e porta degli occhiali da vista per leggere le parole sul display.
«Ehm... devo raccontarle una cosa. Potrebbe essere qualcosa di irrilevante, ma non riesco a togliermelo dalla testa»
Angelique scrocia le braccia e le poggia sulla scrivania. Il suo sguardo si fa penetrante e la sua espressione diventa più interessata. Ora so che mi sta ascoltando.
«Sono andata a correre nel bosco qua intorno insieme al mago... Thomas...»
«Sì... lo conosco» dice, sorridendo.
Ricordo adesso che non so ancora il cognome di Tom. Dovrei chiedere ad Aiko qual è.
«Ecco... mi ha portata a vedere un lago e, poco prima di tornare, ho toccato l'acqua con le dita. Ho percepito una forte energia sfiorarmi i polpastrelli... è stata una situazione strana, ma piacevole. Ho avuto come l'impressione che fosse potente quasi quanto...»
Faccio una pausa. Non so come dirglielo. Effettivamente non ho capito se è potente quanto Lexie o quanto gli Incantesimi che è in grado di fare. Sono due cose diverse, perciò decido di confidargliele entrambe. Solo così riuscirà ad avere una chiara visione di ciò che ho veramente sentito.
Quando chiudo la bocca, Angelique abbassa lo sguardo. Rimane in silenzio e immobile per qualche istante, poi sospira. Deve dirmi qualcosa, lo so, ma non capisco perché ci metta così tanto. Forse anche lei non ha le parole adatte per descrivere il suo pensiero e sinceramente la capisco.
«Malia» dice all'improvviso, «ciò che mi hai raccontato è particolarmente rilevante. Il lago che tu hai visitato è chiamato Lago Imperium. Le sue acque sono molto rare e potenti, per via del loro colore, dovuto da una miscela di Poteri ed Elementi, quali la Luce, il Colore, l'Acqua, l'Aria e la Musica e dei loro derivati. Nessuno prima di te è mai riuscito a percepire questa energia di cui tutte le leggende parlano ed è qualcosa di inaspettato»
Fa una pausa.
«Ma non per me» aggiunge, incontrando il mio sguardo.
Il mio cuore perde un battito. Deglutisco e la guardo, come a chiederle una spiegazione più dettagliata di ciò che ha appena detto.
«Vedi, Malia» comincia, «quando ti ho visto per la prima volta non ho soltanto percepito quanto coraggiosa tu sia, ma ho anche guardato nel fondo della tua anima. Tu sei destinata a grandi cose e i test della settimana prossima lo dimostreranno, io lo so. Tu sei stata l'ultima persona a nascere prima che Salem scomparisse e questo significa qualcosa»
Si alza in piedi e gira attorno alla scrivania. Quando mi raggiunge, si siede di fronte a me – sull'altra sedia – e mi prende le mani fra le sue. I suoi occhi incontrano i miei e sorride.
«Dobbiamo scoprire quali capacità hanno le acque di quel lago» dice, «ma questa volta non ti escluderemo dalle ricerche. Lavorerò insieme al professor Smith e al professor Wood e ti faremo sapere prossimamente qualcosa di più»
La guardo per un istante. Non voglio essere l'unica a contenere questo segreto così grande e, visto che non solo io sono la Principessa Ereditaria di Salem, sarebbe corretto che anche le mie sorelle facessero parte di questo piccolo gruppo.
Prendo un grande respiro, poi guardo Angelique negli occhi.
«Vorrei che qualcun altro sapesse di questa cosa» sussurro, «persone che possano aiutare me o voi, per scoprire qualcosa di più. Ti dirò i nomi venerdì prossimo, dopo gli esiti di tutti i test. Prima di indicare qualche nome, voglio essere sicura che saranno all'altezza di questo compito»
Angelique all'inizio pare un po' interdetta, ma alla fine accetta. Si complimenta con me, dicendo che sono molto brava a selezionare papabili aiutanti per questo nuovo lavoro.
Prima di andare via la ringrazio per avermi ascoltata, poi torno in camera. Sono quasi le sette e fra poco ci sarà la cena. Visto che ho già fatto la doccia, decido di stilare una lista delle persone che mi piacerebbe avere al mio fianco in questa missione.
Così, visto che la camera è vuota, prendo un foglio e una penna e comincio a scrivere i nomi. Non sono certi, visto che vorrei sapere come andranno ai test di questa settimana, ma almeno ho qualche idea.
Prima che la porta della camera si apra, ho già scritto tutto. E mentre Aiko mi saluta con voce squillante, do un'ultima occhiata ai nomi.
Molly
Margaret
Aiko
Thomas
Alexander
Loris
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro