Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Diciassette: Il Lago Imperium.

nella foto: China Ann McClain nel ruolo di Tina Carson (a sinistra) e Kira Kosarin nel ruolo di Hanna Lee (a destra).

Il Lago Imperium esiste veramente. Nel testo troverete una foto, che vi aiuterà ad immaginarlo. Si chiama Lago di Tovel e si trova in Trentino. La caratteristica di questo lago è il colore delle sue acque, molto particolare. Vi consiglio di guardarvi qualche foto anche su Internet e di visitarlo.. non ve ne pentirete!
___

È sabato pomeriggio e ho appena finito di studiare. Ho trascorso la mattinata ad allenarmi in Arti Marziali e Attacco/Difesa insieme, per circa tre ore, poi siamo andate a pranzo.

Subito dopo, ho cominciato a studiare le materie scritte, in vista dei test e della corsa pomeridiana con Tom. Sono felice all'idea di trascorrere un po' di tempo con lui e di fare qualcosa che mi piace insieme ad un nuovo amico.

Ho bisogno di stare con le persone che mi fanno sorridere per non pensare a ciò che mi sta succedendo. Da quando Jill mi ha dato quelle pastiglie, la cosa sta lentamente migliorando: giovedì e venerdì notte non ho sognato nulla di così rilevante, perciò ho preferito non andare a colloquio con Angelique, ma so che se dovesse accadere dovrei farlo.

Dopo aver dato un'occhiata all'orologio, chiudo il libro e apro l'armadio. Decido di indossare qualcosa di comodo e di pratico per una corsa, così afferro un paio di pantaloni sportivi fino al ginocchio e una T-shirt rossa. Aiko entra in camera nel momento in cui mi sto infilando la maglietta e mi sorride.

«Stai uscendo?» mi domanda, legandosi i capelli in uno chignon.

«Sì» rispondo, «la corsa con Tom, ricordi?»

Si dà una lieve sberla sul viso, poi annuisce. «Me l'ero dimenticata, scusa»

Alzo le spalle, poi acciuffo le scarpe da ginnastica e me le infilo. Nel frattempo, Aiko si sdraia sul letto e chiude gli occhi. Sta cercando di riposarsi, perché da quando si è alzata non ha fatto altro che allenarsi e non vorrei che si sforzasse troppo.

Mi alzo in piedi e la saluto, poi esco dalla camera e scendo le scale. Ho i capelli legati in una coda alta e porto solo un paio di semplici orecchini. Non volevo essere troppo ornata per una corsa, perciò ho preferito togliere la collanina che mi hanno regalato i miei genitori al mio ultimo compleanno e i due braccialetti.

Quando apro la porta d'ingresso, mi trovo davanti Tom. Indossa dei pantaloncini da basket e una T-shirt bianca. Gli rivolgo un gran sorriso e lo saluto.

«Ciao, Mal» dice.

Si sporge per abbracciarmi e lo lascio fare. Dall'ultima volta che l'ha fatto sono passati pochi giorni, ma non ricordavo che cosa si provasse. Si stacca da me e insieme camminiamo verso la passeggiata del bosco. Dice di conoscere la strada perfetta per andare a correre, così lo seguo.

È un sentiero in mezzo agli abeti e sembra molto bella anche per fare una passeggiata. C'è profumo di muschio e di terriccio bagnato, forse perché il sole non riesce a penetrare fra gli alberi per asciugare il percorso.

Come imbocchiamo la strada, Tom mi supera e comincia a correre. È abbastanza larga per correre sulla stessa linea, ma decidiamo di correre uno davanti all'altro. Mi concentro sul mio respiro e sul mio passo, cercando di dimenticarmi almeno per un po' dei miei trascorsi.

Tom, davanti a me, corre leggermente più veloce. Le sue scarpe formano un'impronta sul terreno ed io la riempio, con il mio piede. I muscoli sul polpaccio di Tom si contraggono ad ogni passo e non riesco a distogliere lo sguardo da quella visione.

Dopo una decina di minuti, Tom rallenta e si affianca a me. Ha i capelli che gli pendono sul viso e la fronte imperlata di sudore. Effettivamente anche io sono un po' sudata... spero di non puzzare troppo, però.

«Sei agitata per i test della settimana prossima?» mi chiede.

Non sta ansimando, perciò deduco che non sia stanco. A guardarlo sembra uno che non si stanca facilmente, perciò non rimango sorpresa.

«Un po'» dico, «anche se, onestamente, non so se dare il massimo e rischiare di entrare nell'Esercito, oppure fare fiasco ed evitare di entrarvi»

Tom ci pensa su.

«Non avevo considerato la situazione da questo punto di vista» esclama, «però hai ragione. Purtroppo, non so quale risposta darti, Mal, ma mi hai messo in confusione»

Soffoca una risata ed io mi unisco a lui. Ci scambiamo un'occhiata, poi torniamo a guardare il percorso. Lo sento ansimare da solo trenta secondi, eppure stiamo già correndo da quasi un quarto d'ora. Io sono più stanca di lui, ma non lo do a vedere. Tom mi sembra uno che si allena giorno e notte, fin da quando è piccolo; io, invece, ho iniziato solo due anni fa e ho meno resistenza di lui.

«Ambar mi ha detto di dirti che ti trova molto simpatica» annuncia all'improvviso, «e vorrebbe uscire con te per conoscerti meglio»

Strabuzzo gli occhi e soffoco una risata isterica. Perché dovrei conoscere la ragazza di Tom?

«Ehm... non sono una che ama uscire con le ragazze per conoscerle, ecco»

Tom apre bocca, ma poi la richiude. Rimane in silenzio per un bel po' di tempo, finché dice: «E' solo curiosa di capire per quale motivo siamo amici»

Lo guardo. Siamo... amici? Ho sempre definito Tom come un amico, ma ora che è stato lui ad etichettarmi in questo modo lo trovo un po' strano. Deglutisco e gli rivolgo un sorriso.

Non sono sicura di voler uscire con lei, perché credo abbia dei secondi fini. Ho riconosciuto il suo sguardo quando Tom mi ha posato le mani sulle spalle o quando ho cercato di parlargli in codice. Non stiamo nascondendo niente, ma ci crederà se glielo dirò? Del resto, l'ho praticamente appena conosciuta e non so niente di lei.

«Ci penserò» sussurro, come a terminare il discorso.

Tom mi sorride.

Rimaniamo in silenzio per altri dieci minuti. Lui corre più rapidamente di me e mi supera facilmente, mentre io rimango indietro. Sto pensando ad Ambar e al modo in cui mi guardava mercoledì sera. Non sembrava preoccupata del fatto che Tom ed io parlassimo, piuttosto era curiosa di conoscermi. È un comportamento strano per una che sta uscendo con Tom, ma decido di non giudicarla. Poteva andarmi peggio, effettivamente.

Diane odia Aiko solo perché è la migliore amica del suo ragazzo. Io non sono la migliore amica di Tom, ma almeno Ambar non mi odia (ancora). Forse, se io e Tom diventassimo più uniti, potrebbe cominciare a disprezzarmi. La trovo una persona completamente diversa da Diane, eppure ho questo presentimento.

Cerco di rilassarmi e sorrido, involontariamente. Tom, di fronte a me, ansima più rumorosamente. Mi cade l'occhio sul polpaccio e sorrido ancor di più, arrossendo lievemente.

Sto quasi per avvicinarmi, quando Tom annuncia: «Siamo quasi arrivati»

Lo guardo con aria interrogativa e sto quasi per chiedergli spiegazioni, ma lui mi anticipa.

«Ti sto portando a vedere un posto meraviglioso. Non ho mai portato nessuno qui»

Il mio cuore smette di battere per qualche secondo. Dove mi sta portando? Siamo in mezzo ad un bosco, che cosa potrebbe mai esserci di così meraviglioso? Sorrido e provo ad immaginare la sorpresa nella mia mente.

Abbasso il capo, arrossendo un po' troppo, e con la coda degli occhi vedo Tom svoltare a destra. Lascia il percorso e continua fra gli alberi. Lo seguo, anche se sono un po' indecisa.

Corro ancora per qualche minuto, poi ci fermiamo. Davanti a me c'è il lago più spettacolare che abbia mai visto. L'acqua è colorata di un verde scuro e non di azzurro, com'è di solito. È talmente grande che non riesco a guardarlo tutto in una volta e devo girare la testa più volte.

Mi ritrovo a sorridere quasi per niente e Tom si avvicina.

«Ti piace?» mi chiede.

Annuisco. «È bellissimo»

È talmente vicino a me che riesco a sentire il suo respiro e il suo profumo. Il suo cuore batte ancora forte, perché ha appena smesso di correre. Involontariamente sposto lo sguardo su di lui e lo osservo in silenzio. Ha dei lineamenti così particolari e mi piace guardarlo, sebbene non ci siano secondi fini. Ha il naso un po' adunco e le labbra sottili. Le sopracciglia non sono folte e gli occhi sono grandi.

Quando si accorge che lo sto guardando, incrocia il mio sguardo e sorride.

«Che c'è?» mi chiede, ridacchiando.

Scuoto il capo. «Niente» mento, «stavo solo guardando il tuo petto... proprio dove batte il tuo cuore»

Tom abbassa il capo e posa una mano sul petto. Sorride, poi mi guarda.

«Ho appena smesso di correre. È normale che stia facendo così» mi dice, «e anche il tuo cuore sta battendo»

La sua mano si avvicina lentamente al mio petto e si appoggia delicatamente. Il mio cuore comincia a battere più rapidamente e vorrei tanto che lui non se ne accorga, ma credo che sia del tutto impossibile.

«Ti sei stancata durante la corsa?» mi domanda, accorgendosi della velocità a cui batte il mio cuore.

Scuoto il capo. «No, non troppo. Sicuramente tu resisti più di me ed è per questo che correvo più piano»

Annuisce e la sua mano si stacca, tornando dov'era prima. Faccio un respiro di sollievo e torno a guardare il lago. Con la coda degli occhi sbircio Tom e mi accorgo che sta fissando le sue scarpe. Ha le mani nelle tasche dei pantaloncini e sembra piuttosto assorto.

Mi guardo attorno e trovo una stradina che porta sulla riva del lago. Senza dire niente, mi allontano e raggiungo il passaggio. Non mi volto per sapere se Tom mi ha vista o meno, così cammino più liberamente.

Quando le suole delle mie scarpe toccano la sabbia, sento un fuoco invadere il mio corpo. Ho sempre adorato il mare e la sabbia in generale, diversamente da tante persone, che la trovano fastidiosa. Sorridendo, mi siedo a gambe incrociate e rimango a ispezionare l'acqua colorata.

È così bella che sembra magica. Se lo fosse, avrebbe sicuramente un'energia potentissima e irripetibile.

Sento un rumore alle mie spalle e mi giro. Tom mi sta raggiungendo e sorride. Si siede al mio fianco e abbraccia le ginocchia. Sospira, poi volta il capo e mi guarda.

«Sei la prima persona che porto qui» mormora, «e devo dire che è emozionante condividere questo mio piccolo segreto con te»

Abbasso il capo e sorrido.

«Quando l'hai scoperto?» gli chiedo, senza guardarlo.

Tom sospira. «Avevo sei anni. Mia sorella Elizabeth ci invitò al suo fidanzamento proprio qui»

Lo guardo.

«Quanti anni aveva tua sorella?»

«Solo diciannove, ma ha conosciuto suo marito Caleb quando era piccolissima. Sono cresciuti insieme e tutti a Ignis sapevano che sarebbero finiti insieme. Infatti, è così. Sono sposati da dieci anni»

Sorrido e guardo la riva del lago. L'acqua sembra calda e avrei tanta voglia di fare un bagno. Se solo non indossassi mutandine e reggiseno e non fossi sola con Tom, probabilmente lo farei. L'estate passata non sono andata al mare, perché mamma e papà non potevano prendere le ferie, quindi sono partita per due settimane di stage scolastico a Londra e qualche weekend in montagna, giusto per tenermi allenata con le scalate.

«A giugno mia sorella Pauline si sposerà con il suo fidanzato, Steven. Sarà una cerimonia intima, anche perché nessuno dei due ha molti amici. Mi ha dato il permesso di invitare i miei amici, quindi se ti va di venire sei la benvenuta»

Gli rivolgo un gran sorriso.

«È gentile da parte vostra» dico, «e sarei contentissima di partecipare. È il primo matrimonio a cui vengo invitata!»

Tom incrocia il mio sguardo. Sembra sorpreso, ma non capisco perché. Sulla Terra non avevo amici e neanche i miei uscivano così spesso.

«Pauline è l'ultima sorella. Ha vent'anni» continua Tom.

«Che lavoro fa?» chiedo. Sono curiosa di conoscerle e di capire se sono delle copie al femminile di Tom.

«E' un'insegnante all'Istituto Superiore di Ignis»

Annuisco e rimaniamo in silenzio per un po'. Ci sono alcuni uccellini che cantano e svolazzano sopra al lago. A volte, scendono in picchiata e raccolgono l'acqua con il becco, poi tornano su e si nascondono fra i rami degli alberi.

Il bosco intorno a noi è silenzioso, invece. Il verde è rigoglioso e gli alberi crescono in modo sinuoso, formando stradine e sentieri accoglienti e facili da percorrere.

Mi è sempre piaciuta la montagna, ma qui a Magics Souls ce ne sono poche che raggiungono i duemila metri. Ho letto su un libro che quasi tutti i monti sono alti a malapena millecinquecento metri, e che i più alti si trovano a Viribus. Sono abituata a qualcosa di più alto, ma non per questo scredito le passeggiate che si possono fare qui.

Tom non sembra uno da montagna alta, quindi deduco che preferisca passeggiate semplici e in piano. Io, invece, scalo su ogni tipo di roccia e cammino senza problemi su sentieri ripidi.

All'improvviso sento una mano toccare la mia spalla. Mi giro e vedo Tom in piedi, con la mano tesa verso di me. La afferro e mi rimetto in piedi.

«Purtroppo devo tornare» dice, «ho gli allenamenti con Alex»

Annuisco.

«Non preoccuparti» replico, «è tardi anche per me, effettivamente. Devo ancora finire di prepararmi per i test della settimana prossima»

Mi rivolge un gran sorriso, poi si volta. Cammina piano verso il sentiero che porta alla strada principale. Io mi giro verso il lago e lo raggiungo lentamente. Quando sono ai piedi della riva, mi chino sulle caviglie e allungo la mano, dentro all'acqua.

Come immaginavo, è calda ed è perfetta per fare un bagno. Sto quasi per toglierla, quando percepisco una grande energia sfiorarmi i polpastrelli. È quasi la stessa forza che ho sentito in Lexie, quando ho cercato di farla apparire agli occhi di tutti.

Prelevo la mano con forza e mi sembra di averla appena tolta dalle fauci di qualche animale. Mi rimetto in piedi, senza smettere di guardare l'acqua del lago, poi mi giro e raggiungo Tom.

Durante il tragitto di ritorno, non parliamo molto. Io corro abbastanza veloce – più di prima, perlomeno – mentre Tom è indietro, un po' affaticato. Abbiamo corso circa per un'oretta, perciò credo sia normale essere stanchi. Io lo ero prima della pausa, ora non lo sono più. La mia mente è ancora focalizzata sulle acque del lago e sulla sensazione che ho percepito.

È strano, ma ho come l'impressione che quel lago mi stia richiamando, come se dopo aver toccato l'acqua avessi instaurato una sorta di legame a calamita, che non mi permette di allontanarmi troppo.

Quando arriviamo sulla strada principale – dietro all'Accademia delle Streghe – mi fermo. Aspetto che Tom mi raggiunga, poi lo saluto. Mi abbraccia e sento l'odore del sudore entrarmi nelle narici. Solitamente mi darebbe fastidio, ma stavolta non sento assolutamente niente.

Ritorno verso l'appartamento camminando. Forse dovrei andare a parlare con Angelique e dirle che cosa ho sentito toccando l'acqua, ma non vorrei che si trattasse di qualcosa che non è rilevante. Sono la Dominatrice dell'Acqua, perciò è normale provare quelle sensazioni sfiorando qualcosa di liquido.

Sospiro, poi giro il pomello della porta d'ingresso e questa si apre. La richiudo subito dopo e raggiungo le scale che mi portano al secondo piano. Non sento nessuna voce, perciò deduco che siano fuori o che stiano studiando nel giardino, visto che è una bella giornata. Onestamente non ne ho proprio idea.

La mia stanza è vuota. Decido di farmi una doccia veloce e poi di ripassare qualche materia, sperando che la mia mente lo permetta.

E proprio quando decido di mettermi sui libri, capisco che è arrivata l'ora di raccontare ad Angelique che cosa ho sentito.

* * *

I corridoi della scuola, al sabato pomeriggio, sono poco frequentati. Ci sono alcune studentesse del terzo anno che stanno andando in biblioteca per studiare. Tengono dei libri e dei quaderni fra le braccia e sorridono alla loro amica.

Mentre cammino, intravedo il gruppo di Wendy. Quando le passo a fianco, questa mi sorride e mi saluta. Non so perché, ma mi sento sorpresa da questa cosa. Nessuno conosceva il mio nome quando mi sono trasferita qui e ora, dopo una settimana, quasi tutta l'Accademia sa chi sono.

«Ciao Wendy» rispondo, con la voce un po' tremante.

Mi sorride, poi continua a camminare. Con il passo un po' altalenante, raggiungo l'ufficio di Angelique e busso alla porta. È stata gentile a salutarmi, non posso negarlo.

Quando la porta si apre da sola, rimango impietrita a guardarla. Angelique è seduta alla scrivania e non si è alzata per dover aprire la porta. Alza lo sguardo dal display del computer e mi rivolge un sorriso smagliante.

«Malia, tesoro» dice, «vieni pure»

Chiudo la porta e raggiungo la scrivania. Angelique mi propone di sedermi sulla sedia a rotelle che c'è di fianco a me ed io accetto. Indossa una camicia nera e dei pantaloni scuri; i capelli sono sciolti e porta degli occhiali da vista per leggere le parole sul display.

«Ehm... devo raccontarle una cosa. Potrebbe essere qualcosa di irrilevante, ma non riesco a togliermelo dalla testa»

Angelique scrocia le braccia e le poggia sulla scrivania. Il suo sguardo si fa penetrante e la sua espressione diventa più interessata. Ora so che mi sta ascoltando.

«Sono andata a correre nel bosco qua intorno insieme al mago... Thomas...»

«Sì... lo conosco» dice, sorridendo.

Ricordo adesso che non so ancora il cognome di Tom. Dovrei chiedere ad Aiko qual sia.

«Ecco... mi ha portata a vedere un lago e, poco prima di tornare, ho toccato l'acqua con le dita. Ho percepito una forte energia sfiorarmi i polpastrelli... è stata una situazione strana, ma piacevole. Ho avuto come l'impressione che fosse potente quasi quanto...»

Faccio una pausa. Non so come dirglielo. Effettivamente non ho capito se è potente quanto Lexie o quanto gli Incantesimi che è in grado di fare. Sono due cose diverse, perciò decido di confidargliele entrambe. Solo così riuscirà ad avere una chiara visione di ciò che ho veramente sentito.

Quando chiudo la bocca, Angelique abbassa lo sguardo. Rimane in silenzio e immobile per qualche istante, poi sospira. Deve dirmi qualcosa, lo so, ma non capisco perché ci metta così tanto. Forse anche lei non ha le parole adatte per descrivere il suo pensiero e sinceramente la capisco.

«Malia» dice all'improvviso, «ciò che mi hai raccontato è particolarmente rilevante. Il lago che tu hai visitato è chiamato Lago Imperium. Le sue acque sono molto rare e potenti, per via del loro colore, dovuto da una miscela di Poteri ed Elementi, quali la Luce, il Colore, l'Acqua, l'Aria e la Musica e dei loro derivati. Nessuno prima di te è mai riuscito a percepire questa energia di cui tutte le leggende parlano ed è qualcosa di inaspettato»

Fa una pausa.

«Ma non per me» aggiunge, incontrando il mio sguardo.

Il mio cuore perde un battito. Deglutisco e la guardo, come a chiederle una spiegazione più dettagliata di ciò che ha appena detto.

«Vedi, Malia» comincia, «quando ti ho visto per la prima volta non ho soltanto percepito quanto coraggiosa tu sia, ma ho anche guardato nel fondo della tua anima. Tu sei destinata a grandi cose e i test della settimana prossima lo dimostreranno, io lo so. Tu, e le tue sorelle, siete state le ultime persone a nascere prima che Salem scomparisse e questo significa qualcosa»

Si alza in piedi e gira attorno alla scrivania. Quando mi raggiunge, si siede di fronte a me – sull'altra sedia – e mi prende le mani fra le sue. I suoi occhi incontrano i miei e sorride.

«Dobbiamo scoprire quali capacità hanno le acque di quel lago» dice, «ma questa volta non ti escluderemo dalle ricerche. Lavorerò insieme al professor Smith e al professor Wood e ti faremo sapere prossimamente qualcosa di più»

La guardo per un istante. Non voglio essere l'unica a contenere questo segreto così grande e, visto che non solo io sono la Principessa Ereditaria di Salem, sarebbe corretto che anche le mie sorelle facessero parte di questo piccolo gruppo.

Prendo un grande respiro, poi guardo Angelique negli occhi.

«Vorrei che qualcun altro sapesse di questa cosa» sussurro, «persone che possano aiutare me o voi, per scoprire qualcosa di più. Ti dirò i nomi venerdì prossimo, dopo gli esiti di tutti i test. Prima di indicare qualche nome, voglio essere sicura che saranno all'altezza di questo compito»

Angelique all'inizio pare un po' interdetta, ma alla fine accetta. Si complimenta con me, dicendo che sono molto brava a selezionare papabili aiutanti per questo nuovo lavoro.

Prima di andare via la ringrazio per avermi ascoltata, poi torno in camera. Sono quasi le sette e fra poco ci sarà la cena. Visto che ho già fatto la doccia, decido di stilare una lista delle persone che mi piacerebbe avere al mio fianco in questa missione.

Così, visto che la camera è vuota, prendo un foglio e una penna e comincio a scrivere i nomi. Non sono certi, visto che vorrei sapere come andranno ai test di questa settimana, ma almeno ho qualche idea.

Prima che la porta della camera si apra, ho già scritto tutto. E mentre Aiko mi saluta con voce squillante, do un'ultima occhiata ai nomi.

Molly Collins

Margaret Collins

Aiko Asuka

Thomas

Alexander

Loris

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro