Preferisco la coca e perché corri?
4. Preferisco La Coca E Perché Corri?
Controllai di nuovo il mio portafogli agitato, speravo di aver preso tutti i soldi che mi servivano per poter acquistare il cibo e le bevande per la festa, quando avevo accennato la cosa al sig. Stark la sera prima, diciamo che mi aveva minacciato di cacciarmi se non avessi accettato una carta di credito "in caso tu voglia comprare più roba". Avevo accettato riluttante, ma non l'avrei usata per nulla al mondo.
"Nervoso?" Sobbalzai girandomi di scatto, di fianco a me c'era Renata con un sorrisino soddisfatto. "È la prima volta che visito la città, d'altronde non ti capita tutti i giorni di andare a Philadelphia per un campus da supereroi." Mi fece l'occhiolino e scossi la testa.
"Com'è possibile che ovunque vada, io riesca ad incontrarti." Scherzai, non l'avevo neanche vista arrivare, così come tutte le altre volte, iniziavo a sospettare che il suo potere fosse un misto tra l'apparire nei momenti migliori e la capacità di spaventare chi le stava attorno.
"Colpa mia, volevo aiutarti ad organizzare la festa, così ho chiesto a Tarance dove fossi." Alzò le spalle tranquillamente. "E poi volevo visitare la città visto che siamo liberi di fare quello che vogliamo." Spiegò per poi indicare l'autobus. "Eccolo, andiamo." Mi prese dalla manica della felpa per poi tirarmi con sé mentre salivamo sul mezzo di trasporto.
Sorrisi. "Gentile da parte tua, scommetto che tu ne sai più di me riguardo a cosa comprare per una festa." Dissi dopo esserci seduti.
"No, non mi piacciono le feste, vengo alla tua solo perché la fai tu." Rispose diretta per poi passare una mano tra i capelli lunghi. "Sentiamo, hai una lista?" Domandò poi e annuii prendendo il cellulare per leggerla.
"Dobbiamo prendere delle pizzette, delle focacce, patatine, popcorn, qualsiasi altro tipo di stuzzichino che sembrerà commestibile. Poi delle bibite, Tarance pensa che dovremmo prendere poco niente visto che lui ha racimolato abbastanza alcol dalla dispensa de sig. Stark."
"Eh." Lei fece una faccia disgustata. "Preferisco la coca, troppo alcol mi fa stare male." Poi mi fece un sorrisino. "Certo che un po' di vodka non si può rifiutare." Ridacchiò.
"Come vuoi." Scrollai le spalle, non ero troppo interessato all'alcol e detto francamente... l'idea di avere adolescenti ubriachi in giro per il campus non mi faceva impazzirei, ma il sig. Stark mi aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene, aveva dei kit per il post sbornia in ogni camera. "Alla fine ieri hai parlato con Mason?" Chiesi poi curioso, il suo sorriso svanì velocemente e mi fissò confusa. "Ho toccato un tasto dolente?"
"Eh." Fece una piccola smorfia. "È un ragazzo molto sulle sue, a volte è difficile parlarci, anche per me." Spiegò brevemente e annuii in accordo. "Ha deciso che verrà alla festa, tra l'altro."
"Non sembrava molto felice all'idea." Commentai confuso e lei alzò le spalle. "Anzi, sembrava quasi arrabbiato quando gli avevo detto che forse ci saresti venuta."
"È protettivo, com'è giusto che sia." Ridacchiò. "Ma mi seguirebbe ovunque io vada."
O forse il contrario? Ai miei occhi era lei quella che lo cercava sempre, lui sembrava molto tranquillo e per niente preoccupato. "Siete molto uniti."
Lei mi guardò confusa, sembrava quasi divertita dal mio commento. "Certo! Hai mai visto due f-" si bloccò di colpo per poi guardare fuori dal finestrino. "È la nostra fermata!" Esclamò prendendomi per mano e tirandomi di nuovo dietro di lei.
Fidanzati? Era questo che stava per dire? Ah, allora era proprio vero quello che Tarance aveva detto: "Sono fatti l'uno per l'altra, entrambi strani e belli."
"Andiamo, forza!" Indicò dei negozi poco distanti dalla fermata a cui eravamo scesi. "Prima torniamo, prima potrò scegliere cosa mettermi sta sera."
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"Non mi piace." Borbottò Philip scuotendo la testa. "Pensavo che avreste pensato voi alle luci e a tutto il resto, io ho trovato il dj." Indicò Fabian, un ragazzo che a quanto pare riusciva a controllare le onde sonore e usarle a suo piacimento, questo faceva di lui un ottimo candidato per l'intrattenimento dell festa.
"Amico, controlli l'elettricità, nessuno meglio di te potrebbe farlo." Tarance indicò le casse spente. "Non abbiamo delle prolunghe abbastanza lunghe." Spiegò poi.
"Devi solo... fulminarlo?" Chiesi non sapendo esattamente come funzionasse il suo potere. "Insomma, dagli una carica che duri tutta la sera."
Philip sospirò. "Va bene." Posò un nano sulla cassa e questa iniziò pian piano ad accendersi. "E muoviti!" Gli diede uno schiaffo leggero e questa si accese di colpo. "Fatto, non so quanto duri, nel dubbio lo prenderò a calci un paio di volte."
"Yo, che bella festa!" Esclamò Fabian di colpo, mi girai a guardarlo confuso. "Poche persone ma buone!" Sorrise annuendo.
Il cortile era praticamente vuoto se non per qualche studente venuto prima per aiutarci a sistemare le bevande e gli snacks. "La festa non è ancora iniziata." Mormorai.
Lui sorrise confuso. "Yo!" Esclamò di nuovo per poi allontanarsi velocemente.
Tarance scosse la testa per poi dare una sberla al braccio di Philip. "È tutto fatto!" Esclamò con uno sbuffo. "Dove l'hai trovato?!"
"In realtà è una storia alquanto divertente." Disse il nostro amico con un risolino. "Ero corso in bagno disperato perché non trovavo nessuno disposto a mettere la musica, poi ho sentito quest'odore strano e ho trovato Fabian mentre fissava il vuoto con occhi rossi." Si grattò il capo imbarazzato. "In effetti avrei potuto capirlo... insomma, io ho iniziato a parlargli istericamente e lui mi ha ascoltato pazientemente per poi dire: "Yo, io ho il potere della musica" così l'ho assunto."
Sospirai, ormai era troppo tardi per chiedere a qualcun altro. "Fa niente, l'importante è che riesca a mettere della musica." Mormorai osservando il ragazzo che stava ridendo mentre premeva dei tasti a caso sulla testiera del computer.
"Certo che poteva portarci un po' d'erba." Borbottò Tarance e gli mandai un'occhiataccia. "No? Va bene, ci accontentiamo delle bottiglie prese dalla scorta del sig. Stark." Alzò le spalle.
Annuii per poi portare lo sguardo verso l'entrata della palestra grande che si affacciava direttamente sul giardino, stavano arrivando un sacco di persone, alcune di queste si erano già fiondate sul cibo appena sistemato sui tavolini. "La festa è iniziata." Commentai, erano a malapena le 7, ma ero felice di sapere che erano tutti emozionati a parteciparvi.
"Finalmente!" Tarance esclamò. "Se non ti dispiace, andrò a fare conoscenza con qualche bella ragazza." Mi fece l'occhiolino per poi andarsene lasciandomi da solo.
Forse avrei dovuto fare lo stesso, d'altronde la festa aveva proprio lo scopo di conoscere persone nuove a farsi degli amici, il sig. Stark me l'aveva proposta apposta. Ormai avevano già messo la musica e alcuni stavano iniziando a ballare, ed il mio turno per inserirmi nella cerchia e provare a fare ciò che non ero mai riuscito a fare a scuola.
D'un tratto sentii il mio telefono suonare e lo presi di scatto guardando lo schermo, spalancai gli occhi osservando il nome del persona che mi stava chiamando: Michelle.
E ora? Perché mi stava chiamando? Forse le mancavo? Mi guardai attorno e deglutii sonoramente, aspettavo un suo messaggio da settimane, ma una chiamata?
Mi allontanai velocemente dalla festa, andai a nascondermi vicino ai campi da calcio e risposi al cellulare. "Pronto?" Cercai di usare un tono quasi inespressivo, non dovevo sembrare troppo disperato.
"Peter?" La voce di Michelle invece sembrava davvero neutra, quasi mi spaventata e mi ricordava dei primi tempi quando lei ancora mi rivolgeva la parola solo per fare qualche battuta sul mio conto. "Ieri ti ho riportato la tua roba." Disse poi.
Chiusi gli occhi prendendo un grosso sospiro. "Sì, May me l'ha detto." Risposi deluso. "Avresti potuto aspettare che tornassi." Aggiunsi cercando di sembrare arrabbiato, ma era abbastanza ovvio che non lo fossi.
"Non ci tenevo." Rispose lei seccamente. "Ormai sei molto conosciuto, ho sentito che stai partecipando al campus di IronMan." Disse poi con aria seccata. "Immagino ti sia già dimenticato dei tuoi vecchi amici."
"Certo che no!" Mi difesi. "Il campus non ha nulla a che vedere con le mie amicizie." Ribattei.
"È per questo che non hai ancora chiamato Ned?" Chiese e alzai gli occhi al cielo, aveva ragione! Non avevo ancora parlato con Ned da quando ero arrivato nonostante glielo avessi promesso. Ma con i compiti e l'organizzazione della festa mi era totalmente scappato dalla testa. "Ma tutta questa musica in sottofondo... sei ad una festa?"
Era il mio momento, avrei potuto sbatterle in faccia il fatto che stavo andando avanti senza di lei. "Sì." Risposi per poi schiarirmi la gola.
Ci fu un attimo di pausa. "Patetico." Commentò e corrugai la fronte, era una causa persa e non capivo perché mi ero emozionato tanto per una sua chiamata. "Senti, ho letto i tuoi messaggi... tutti." Iniziò.
"Ah." Spostai lo sguardo poco più in là e notai una figura muoversi sospettosamente verso la scuola, aguzzai la vista cercando di distinguere la sagoma con il poco sole rimasto visto che ormai era tarda sera.
"-mi stai ascoltando?!" Venni riportato alla realtà dalla voce di Michelle e mi resi conto di non aver ascoltato una singola parola di quello che aveva detto.
"Sì... cioè, no." Tossicchiai cercando di inventare una scusa per chiudere la chiamata, sentivo i miei sensi impazzire, era come se quella sagoma non appartenesse a questo posto e non riuscivo a spiegarmelo. "Senti, al momento avrei da fare..." spiegai iniziando ad incamminarsi verso la figura in continuo movimento.
"Ma sentilo! E io che volevo parlare della nostra situazione." Praticamente urlò per poi sbattermi il telefono in faccia.
Sbuffai rimettendo il cellulare in tasca, al momento non era importante, ci avrei pensato più in là. Mi appostai vicino ad alcuni cespugli e osservai come la sagoma di stesse avvicinando pian piano alla festa, dovetti osservarla molto bene per capire che si trattava di una figura femminile.
I miei super sensi stavano letteralmente impazzendo, non erano così in allerta da quando avevo combattuto contro Beck a Londra. "Karen." Bisbigliai e il mio orologio si illuminò. "Mi sai dire chi è quella ragazza?"
"Negativo, non rilevo alcun orologio su di lei." Rispose la mia assistente virtuale a sbuffai avvicinandomi ancora di più.
Una volta abbastanza vicino decisi che dovevo fare qualcosa, capire cosa stesse succedendo e il perché i miei sensi fossero così scatenati. "Hey!" Richiamai, la ragazza si girò verso di me di scatto e sorrisi. "Renata!" Esclamai riconoscendola subito, era difficile confonderla.
Lei mi guardò con occhi spalancati, sembrava terrorizzata. "Oh no." Mormorò per poi girarsi e iniziare a correre.
"Hey, perché corri?!" Domandai cercando di seguirla, non capivo cosa stesse succedendo, stava scappando da qualcuno? Forse da me? E perché mai? La seguii fino alla festa, da lì la persi nell folla di ragazzini che stavano ballando al suono del musica. "Renata!" Chiamai cercandola con lo sguardo, eppure sembrava svanita.
"Bella festa." Mason si avvicinò a me con in mano un bicchiere, non volli neanche sapere cosa ci aveva versato. "Complimenti, davvero, non pensavo sarebbe stata così grande." Mi diede una pacca e annuii ancora scosso. "Chi stai cercando?" Chiede dopo.
Deglutii. "Mi era sembrato di aver visto..." notai Renata entrare nella scuola attraverso la palestra. "... Renata."
Mason corrugò la fronte. "Oh, è proprio lì." Indicò dietro di me, mi girai e vidi la ragazza in questione mentre stava ridendo e scherzando con alcune ragazze, tra queste riconobbi Brianna. "Come mai la stavi cercando?" Chiese poi e mi bloccai, loro erano fidanzati e io probabilmente stavo dando un'impressione sbagliata.
"Oh, volevo solo sapere se le piaceva la festa." Forzai un sorriso e lui annuì prendendo un sorso dalla sua bevanda. "Sono felice tu sia venuto."
"Per un amico questo e altro, e poi il dj spacca." Indicò Fabian che stava lavorando al pc con la musica mentre... fumava, non osavo chiedere cosa stesse fumando.
"Fantastico." Commentai. "Ci vediamo in giro." Mi fece un cenno per poi andare da alcuni ragazzi, sospirai sollevato e mi diressi verso Renata. "Hey."
Lei smise di parlare con le sue amiche e si girò verso di me. "Peter! Ci sei riuscito!" Applaudì ridacchiando per poi prendermi per mano e portarmi al centro della pista da ballo. "Mi merito un ballo?"
Sorrisi imbarazzato. "Poco fa non sembravi in vena di ballare." Commentai e lei corrugò la fronte confusa. "Prima, quando ti sei messa a correre."
"Io non ho corso." Replicò guardandomi con un sorriso confuso. "Sono arrivata 10 minuti fa con Brianna e non mi sono mossa da qui." Spiegò indicando il tavolo degli stuzzichini. "Di cosa stai parlando?"
Possibile che l'avessi confusa con qualcun altro? Ma ero sicuro fosse lei, quegli occhi e il suo modo di fare... non potevo aver sbagliato così. "Ti ho vista prima vicino al campo da calcio e poi sei entrata nell scuola dalla palestra, ma appena mi sono girato eri qui." Al solo sentirmi sembravo pazzo.
Renata portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "No, mi spiace ma penso tu mi abbia confusa con qualcuno... anzi, mi ritengo offesa, io sono unica nel mio genere." Incrociò le braccia al petto. "Sicuro di stare bene?"
Non lo sapevo, vicino a lei i miei sensi erano calmi, come il pericolo di prima fosse sparito all'improvviso. "Sì, sì." Sospirai, magari avevo davvero confuso la situazione. "Volevi ballare?" Cambiai discorso.
"Ora sì che parli la mia lingua." Ridacchiò, ma io continuavo a pensare a quella ragazza che tanto le somigliava e alle brutte sensazioni che emanava.
Stavo forse impazzendo?
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