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Poteri segreti e Fratelli

5. Poteri Segreti E Fratelli

"Bene, finalmente tocca a me insegnare." Clint si sfregò le mani ridacchiando malignamente. "Come ben sapete, il mio nome d'arte è Occhio di Falco e c'è un motivo." Prese un arco dall'arteria e una freccia per poi scoccarla senza neanche guardare il bersaglio, la freccia finì esattamente nel centro di questo. "Non sembra, ma la mira è vitale, vi potrà salvare in situazioni mortali."

Tutti iniziarono ad applaudire e lui fece un piccolo inchino con un sorriso fiero. "Signore?" Una ragazza chiese e lui annuì. "La sua mira potrebbe essere classificata come superpotere?" Domandò questa, Hannah se ricordavo bene, ci avevo parlato un paio di volte durante la festa.

"Ottima domanda." Clint mise a posto l'arco per poi guardarci. "Sì, la mia mira è naturale e vi posso assicurare che non sarà facile per voi. Ma farò del mio meglio per aiutarvi." Indicò l'armeria dietro di noi. "Ognuno di voi prenda un'arma con cui vi sentite a vostro agio, per chi ha superpoteri... potete usare quelli, siamo qui per ampliarli." Batté le mani e tutti avanzarono verso la pila di armi.

"Cosa prendi?" Chiese Tarance di fianco a me mentre osservava le pistole con uno sguardo adulatorio.

Scossi la testa. "Userò i miei spara ragnatele." Spiegai mostrando i dispositivi posti ai miei polsi.

"Che figata!" Esclamò indicandoli. "Spider-Man mi ha appena fatto vedere i suoi spara ragnatele." Mormorò emozionato e ridacchiai. "Davvero amico, vorrei avere anch'io un qualcosa fatto apposta per me."

"Ognuno di noi ha un qualcosa di personale con un'arma." Il sig. Barton s'intromise e mi diede una lieve pacca sulla spalla. "Qual è il tuo potere, ragazzino?" Chiese poi al mio amico.

"Beh... sono molto elastico." Spiegò allungando leggermente il suo braccio. "Quindi immagino che una pistola-" provò a prenderne una ma Clint gli schiaffeggiò la mano.

"No! Un'arma deve aiutarti a gestire al meglio i tuoi poteri, una pistola con te servirebbe a poco." Spiegò osservando l'intero arsenale. "Per te... questo!" Prese un tirapugni e glielo porse. "Fidati di me."

Dopo che se ne andò, Tarance rimase a fissare il tirapugni incuriosito. "Che diamine dovrei farci con questo?" Chiese mettendolo tra le dita. "Non è un qualcosa che posso tirare contro il bersaglio."

Alzai le spalle. "Non penso voglia che li tiri, ma che li usi per colpire il bersaglio." Dissi caricando i miei spara ragnatele, Philip poco più in là stava cercando di generare delle frecce elettriche. "Hai notato qualcosa di strano in questi giorni?" Bisbigliai poi avvicinandomi al mio amico.

"Se intendi il modo in cui i miei capelli cercano di ribellarsi, allora sì." Commentò passando una mano tra i suoi ricci neri. "Oppure stai parlando del fatto che nessuna ragazza è ancora ai miei piedi?"

Alzai un sopracciglio confuso, alla festa ero più che sicuro di aver visto Tarance ballare con alcune ragazze, forse ne aveva anche baciate alcune. "Non intendevo quello..." decisi di evitare di entrare in quell'argomento visto che io stesso avevo fatto un buco nell'acqua in fatto di ragazze. "Pensavo più ad una persona che si aggira nella scuola senza che nessuno se ne accorga."

"C'È QUALCUNO CHE STA VAGANDO PER IL CAMPUS-" lo bloccai subito posando la mia mano sulla sua bocca, alcuni studenti si girarono a guardarci incuriositi ma smisero subito.

"Shh." Mormorai lasciandolo andare. "Non urlare, non sono neanche sicuro di quello che ho visto."

"Stai scherzando spero!" Sussurrò con occhi spalancati. "Sembra una nuova missione."

"No, ricordi cos'ha detto il sig. Stark?" Domandai e lui annuì subito. "Devo solo capire se ciò che ho visto era reale e riportarlo agli Avengers." Spiegai calmamente.

"Noioso." Commentò lui per poi andare verso le nostre postazioni.

Ognuno di noi aveva un bersaglio di fronte a noi, alla mia destra c'era Tarance mentre alla mia sinistra c'era Mason che mi fece un lieve cenno prima di poggiare un coltellino sul tavolo di fronte a lui. Dovevo ammettere di essere sorpreso dalla sua scelta, un coltellino così piccolo non sembrava molto d'aiuto, ma non sapevo neanche quale fosse il suo potere quindi non potevi giudicare. "Va bene, iniziamo subito." Clint si posizionò in fondo alla stanza. "Osservate molto attentamente il bersaglio, dovete mettersi in una posizione di equilibrio e far sì che il vostro oggetto vada proprio al centro." Ci guardò uno ad uno. "Tu, maglia verde." Indicò una ragazza di nome Olivia. "Facci una dimostrazione."

"Va bene..." borbottò questa per poi prendere in mano quelle che sembravano delle stelle appuntite. Prese un grosso sospiro per poi tirarle contro il bersaglio, ma queste finirono sulla parete dietro. "Fantastico." Commentò sarcasticamente.

"Non eri in equilibrio, troppo peso sulla gamba in avanti." La riprese Clint per poi annuire. "Non male, ora provate tutti, io farò un giro ad aiutarvi." Batté le mani e tutti presero le loro armi.

"Peter." Tarance mi richiamò ridacchiando. "Guarda qui." Mise il tirapugni per poi allungare il suo braccio e toccare il bersaglio anche se non al centro perfetto.

"Non male." Commentai per poi puntare il mio braccio verso il bersaglio e lanciare una ragnatela su tutto l'oggetto.

"Non vale, a te non serve centrarlo." Tarance scosse la testa con uno sbuffo.

"Invece sì." Mason intervenne. "Se Peter sbagliasse a mirare, non riuscirebbe a prendere il cattivo, non penso una ragnatela sia tanto resistente ai lati esterni come in quelli interni." Disse per poi fare un piccolo sorriso. "O sbaglio?"

Deglutii osservando come giocava con il coltellino nella sua mano. "Hai ragione." Annuii per poi ricaricare il mio spara ragnatele.

"Purtroppo non siamo tutti così bravi." Mormorò per poi tirare il coltello contro il bersaglio, questo atterrò nell'area rossa, non male per il primo tiro. "Ma siamo sempre meglio di Renata." Ridacchiò poi girandosi verso la ragazza di fianco a lui.

"Non prendermi in giro!" Piagnucolò lei cercando di poggiare la freccia sull'arco, sorrisi alla tenerezza che emanava nel suo modo di fare. "Come diamine si scocca una freccia?!" Urlò poi tirando l'arco con forza.

"Hey, hey, hey." Clint si avvicinò a lei rapidamente. "Non trattarlo male, non ti ha fatto niente!" Esclamò per poi prendere l'arco dalle sue mani, sembrava quasi offeso dal modo in cui aveva trattato quell'oggetto. "Perché diamine hai preso questo coso se non sai neanche come funziona?"

Lei alzò le spalle con un sorriso timido. "Non lo so, ho sempre voluto provare il tiro con l'arco." Spiegò e Mason alzò gli occhi al cielo mentre Clint la fissava sbalordito. "Ho per caso sbagliato?"

"Direi proprio di sì." Rispose questo con uno sbuffo. "Sentiamo, qual è il tuo potere? Magari riesco a trovare qualcosa di più appropriato." Alla sua domanda, Renata gli fece cenno di avvicinarsi per poi sussurrargli qualcosa al suo orecchio, gli occhi di Clint si spalancarono in sorpresa per poi annuire velocemente. "Va bene... allora direi che potresti usare qualcosa di più classico, prendi una pistola, sono caricate con proiettili falsi." Le porse l'arma.

"Hai visto?" Tarance borbottò verso di me. "Sia lei che il suo ragazzo non vogliono farlo sapere a nessuno, come se avessero dei poteri segreti... o forse imbarazzanti." Suppose e mi fermai a guardare Mason che era andando a recuperare la sua arma dal bersaglio.

"Magari si vergognano, non dovremmo parlarne alle loro spalle." Scossi la testa girandomi verso di lui. "Ricordiamoci di Gerald."

"Il ragazzino che ha il potere dei super rutti?" Chiede ed annuii subito, l'avevamo conosciuto alla festa dopo che aveva quasi fatto volare via uno dei tavoli con gli stuzzichini con un suo rutto. "Amico, quello sì che è messo male."

"Appunto, tanto vale lasciar perdere." Decisi di chiudere la conversazione e tornare ad esercitarmi.

Renata e Mason avranno avuto i loro buoni motivi per nascondere i loro poteri e io non sarei sicuramente andato a ficcare il naso in questioni che non mi riguardavano.

**

"Andiamo Karen, dobbiamo entrare nelle telecamere di sicurezza." Mormorai cercando di connettere il mio orologio ad uno dei computer nella sala comune per gli studenti, a quest'ora c'erano poche persone e la maggior parte di questi stavano facendo i compiti o leggendo un libro quindi sarei riuscito a lavorare tranquillamente.

"Connessione non riuscita." Mi informò la mia assistente virtuale e sbuffai sonoramente. "Posso consigliare un modo per decodificare la password?"

"No, va bene così." Risposi chiudendo la schermata del sistema di sicurezza, forse mi stavo fissando troppo su quella questione. Il campus era sorvegliato 24 ore su 24 dagli Avengers! Se fosse entrato qualcuno sicuramente se ne sarebbero accorti e avrebbero fatto qualcosa al riguardo.

"Ciao Peter." Girai la testa e vidi una ragazza ferma di fianco a me, aveva i capelli biondi raccolti in una coda alta, gli occhi azzurri e un sorriso sottile. "Sono Iris, ci siamo visti alla festa." Mi ricordò.

"Oh sì, certo." Annuii, avevo parlato con lei ed alcune sue amiche, erano sembrate tutte molto simpatiche anche se un po' ubriache. Ma la maggior parte degli studenti erano ubriachi quella sera, quindi non c'era da sorprendersi. "Come vanno le cose?"

Lei si sedette di fianco a me e accavallò le gambe. "Molto bene, mi sto divertendo tantissimo, tu?" Chiese dolcemente.

"Io sto bene, sto giusto finendo qualche compito." Mentii spegnendo il computer, tanto non aveva senso stare lì, avrei ripreso i miei studi in camera con calma.

"Sai cosa renderebbe le cose ancora meglio?" Domandò e scossi la testa confuso, lei mi sorrise per poi sporsi leggermente verso di me. "Se accettassi di uscire con me uno di questi giorni." Mi fece un piccolo occhiolino e corrugai la fronte.

Ci stava provando con me? Non sapevo esattamente cosa risponderle. Non era per niente come Michelle, anzi, probabilmente era tutto il contrario e non parlavo solo del fisico. Insomma, era una bella ragazza, ma qualcosa mi urlava di non uscire con lei.

Oh andiamo, cosa ci avrei perso? MJ mi aveva fatto capire che non voleva più saperne di me, era ora di andare avanti e conoscete nuova gente mi avrebbe sicuramente aiutato. "Certo." Annuii non del tutto convinto.

"Fantastico!" Esclamò con la sua voce acuta, si alzò velocemente dalla sedia e ridacchiò. "Possiamo scambiarci i numeri allora?"

"Va bene." Feci per prendere il telefono dalla tasca dei pantaloni, ma venni bloccato dalla sua risata.

"Oh no, guarda qua." Avvicinò il suo orologio al mio. "Trasferisci numero." Ordinò ed entrambi i nostri dispositivi si illuminarono.

"Scambio avvenuto con successo." Dissero entrambi per poi spegnersi.

"Wow! Che figata assurda." Commentai sorpreso, il sig. Stark si era davvero superato con questa nuova tecnologia. Speravo davvero di poterlo tenere una volta finito il campus, l'avrei implorato pur di non perderlo.

"Già..." mormorò sistemandosi la coda. "Allora ci sentiamo, ciao Peter." Mi fece un cenno con la mano per poi uscire dalla sala comune.

Sospirai per poi iniziare a ritirare alcuni libri che avevo appoggiato sul tavolo. Poco più in là notai Renata chiudere il libro che stava leggendo per poi sorridermi. "Ciao Peter." Disse imitando la voce di Iris.

Quando diamine era arrivata? Possibile che fosse stata lì tutto il tempo e io non l'avessi notata? Beh in effetti non mi ero messo a guardare gli altri studenti, mi schiarii la gola mentre lei veniva verso di me. "Hey, da quanto eri lì?"

Lei alzò le spalle. "Abbastanza da vedere quella spiacevole scenetta." Sorrise divertita e scossi la testa imbarazzato. "Carina Iris, devo ammetterlo, ma non è il massimo come compagnia."

"Immagino che sia ora di andare avanti da Michelle." Spiegai brevemente prendendo il mio zaino e mettendolo sulle spalle.

Renata mi diede una pacca. "Sì beh, esistono modi migliori." Disse semplicemente per poi sistemarmi il cappuccio della felpa che, a quanto pare, era messo male. "Io sicuramente sono una più simpatica."

La guardai confuso. "Sì, ma sarebbe ingiusto nei confronti di Mason!" Quasi urlai, come poteva dire una cosa del genere? Non le importava di lui? Lei mi stava guardando come se stessi sbraitando parole senza senso e non capivo questo suo comportamento. "Insomma, è il mio compagno di stanza... e il tuo fidanzato."

Non appena pronunciai quelle parole, Renata scoppiò a ridere a crepapelle, talmente tanto che si piegò in avanti abbracciandosi lo stomaco. "Tu-" si fermò per prendere fiato. "Ma cosa-" continuò a ridere. "Che diavolo ti salta in mente?" Chiese infine facendo finta di asciugarsi delle lacrime immaginarie.

"Non capisco..." borbottai mentre lei mi dava delle pacche sulla spalla. "Siete sempre assieme, avete un sacco di cose in comune e tutti parlano del vostro legame..."

Renata annuì in accordo. "Già, siamo sempre assieme da 17 anni ormai, abbiamo molte cose in comune perché siamo cresciuti assieme e abbiamo un legame speciale... perché siamo fratelli." Finì la frase e spalancai gli occhi. "Siamo gemelli! Renata e Mason Moon, davvero non lo sapevi?"

"N-no." Balbettai volendomi sotterrare in quell'esatto momento, come diamine avevo fatto a non notarlo?! Non avevo mai chiesto il cognome a Mason e avevo subito collegato la loro vicinanza ad una relazione amorosa. "Mi dispiace così tanto!"

"Figurati." Ridacchiò scuotendo la testa. "Va tutto bene, ora lo sai." Mi rassicurò.

Annuii ancora mortificato. "Avrei dovuto capirlo." Passai una mano tra i capelli. "Per farmi perdonare ti offro il pranzo domani?" Proposi.

"Mi sembra d'obbligo." Concordò per poi tirare fuori il suo telefono. "Forza, dammi il tuo numero così potrò romperti un po' le scatole." Scherzò.

"Aspetta! Ho scoperto che si può fare anche così-" avvicinai il mio polso al suo solo per scoprire che non indossava l'orologio. "-ah, come mai non lo metti?" Chiesi incuriosito mentre prendevo il suo telefono e salvavo il mio numero.

Renata alzò le spalle incurante. "Non sono una grande amante dei bracciali." Borbottò una volta che le restituii il cellulare.

La osservai attentamente, in effetti non portava alcun bracciale ai polsi o sulle braccia in generale. "E come fai con gli orari e gli avvisi?"

"Oh Peter, esiste ancora la carta." Alzò in aria il libro che stava leggendo. "Sono una ragazza molto organizzata, e comunque..." tirò fuori l'orologio dalla tasca. "Lo tengo sempre dietro, in modo da poterlo metterlo in caso sia necessario." Spiegò tranquillamente.

Non avevo mai pensato a questo particolare, probabilmente molti studenti non mettevano i loro orologi ed era per questo motivo che non ero riuscito ad identificare quella persona alla festa. Anche se nella mia mente l'immagine di Renata era abbastanza chiara nonostante lei negasse tutto. "Alla festa non l'avevi messo?"

"Ancora con questa storia?" Sbuffò incrociando le braccia al petto. "No Peter, non stavo scappando da te e non posso sdoppiarmi così a caso." Alzò gli occhi al cielo.

In quell'esatto momento due ragazzi passarono di fianco a noi, uno dei due guardò Renata con un ghigno. "Hey Moon." La salutò e lei lo fulminò con lo sguardo.

"Stephard." Rispose lei a tono, sembrava che ci fosse un'aria tesa tra i due.

"Ancora che vai dietro ai supereroi più forti di te?" Domandò per poi iniziare a ridere con il suo amico.

Renata mi guardò con un sopracciglio alzato, poi la sua espressione cambiò totalmente e divenne quasi altezzosa. In quell'esatto momento il ragazzo in questione cadde a terra e il suo amico lo aiutò a rimettersi in piedi velocemente. "Amico, avevi le stringhe delle scarpe allacciate tra di loro." Lo prese in giro.

Eppure prima non le aveva, strano. "Comunque." Renata riportò la mia attenzione su di lei, mi guardò quasi con astio. "Iris è stata sfidata a chiederti di uscire, le hai appena fatto vincere 20$, bravo Peter." Applaudì per poi allontanarsi velocemente.

Cosa? Stava dicendo sul serio?! "Aspetta!" Provai a richiamarla.

"Pace." Mi fece un cenno senza neanche girarsi e sbuffai.

Che grande chaos.

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