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Lasciala e alcol pericoloso

3. Lasciala E Alcol Pericoloso

"Pronto?" Risposi al cellulare alla cieca, ero troppo occupato a fare una ricerca riguardante la natura dei vari superpoteri per il sig. Banner e non feci in tempo a vedere chi stesse chiamando.

"Peter, tesoro." La voce di zia May sembrava una boccata d'aria fresca in quella stanza silenziosa e asfissiante. "Come sta andando il campus? Hai fatto qualche nuova amicizia?" Chiese subito e sorrisi allontanandomi dalla scrivania.

Andai a sdraiarmi sul letto e sospirai. "May! Sono così felice di sentirti. Sì, ho incontrato alcuni ragazzi simpatici." Dissi pensando a Tarance e al suo entusiasmo quando si trattava di parlare di poteri. "Il campus sta andando bene, per ora stiamo apprendendo molte informazioni, ma hanno detto che presto inizieranno ad addestrarci."

"Ne sono felice, volevo solo rassicurarmi del fatto che stai bene. L'appartamento è così vuoto senza di te, spero che almeno tu ti stia divertendo a parte quelle buffonate da eroi."

"Certo che sì." Ridacchiai. "Non preoccuparti, davvero, mi sto trovando davvero bene. Gli Avengers ce la stanno mettendo tutta per sembrare il più calmi possibile e i compagni sono per la maggior parte simpatici." La tranquillizzai velocemente. "È passata solo una settimana."

"Hai ragione." Me la immaginavo mentre annuiva stancamente. "Va bene, non voglio rovinare questa tua felicità, ma immagino di dovertelo dire..." borbottò e corrugai le sopracciglia confuso, cos'era successo di così importante mentre ero via? Speravo niente di grave, non me lo sarei mai perdonato se le fosse successo qualcosa in mia mancanza. "Michelle è venuta qui poco fa."

Spalancai gli occhi mettendomi seduto. "Cosa?!" Quasi urlai dalla sorpresa. "È venuta a parlarmi? Accidenti, io non sono lì... le hai detto che sono al campus?" Domandai velocemente sentendo il cuore battere all'impazzata.

Ci fu una pausa dall'altra parte per qualche attimo. "Peter..." May sembrò scettica nel parlare. "È venuta a riportare delle cose che avevi lasciato da lei, qualche felpa e maglia." Spiegò calmamente.

"Oh." Sbuffai arrabbiato passando una mano tra i capelli. "E non ha, insomma, non ha chiesto niente su di me?"

"Lo sai che non mi è mai piaciuta particolarmente, mi ha semplicemente dato la borsa con i vestiti e se n'è andata." Alzai gli occhi al cielo. Ovviamente, sembrava non le interessasse davvero più niente di me, e io sembravo solo uno stupido a mantenere viva la speranza. "Mi dispiace, ma mi sembrava giusto dirtelo, so quanto sia faticoso per voi adolescenti e-"

"Sto benissimo, davvero." Mentii cercando di bloccare il suo discorso da genitore in preda ad una crisi. "Sono stato io a lasciarla, ricordi? Poi io mi sto divertendo così tanto." La porta della camera si aprì e osservai Mason entrare con nonchalanche.

"Se ne sei sicuro..." borbottò May. "Per qualsiasi cosa chiamami, ok? Michelle è una delle tante ragazze là fuori." Sperai con tutto il cuore che il mio compagno di stanza non riuscisse a sentirla, era abbastanza imbarazzante. "Devi solo farti forza e conoscere nuove persone che sapranno renderti felice."

"Sì, fantastico, devo andare... posso richiamarti in un altro momento?"

"Certo, divertiti!" Chiuse la chiamata e ritirai il cellulare nella tasca dei pantaloni.

Mason si era sdraiato sul suo letto e stava leggendo un libro, sembrava molto concentrato visto che il suo sguardo non lasciava mai la pagina. "Mamma?" Chiese semplicemente.

Scossi la testa. "Oh no, era mia zia." Risposi tornando a sedermi alla scrivania. "Nuovo libro?"

"Non cambiare discorso." Replicò lui pacatamente. "Continui a rincorrere la tua non ragazza." Affermò come se fosse la cosa più ovvia al mondo, è molto probabilmente lo era. "Vuoi un consiglio da amico? Lasciala. Per davvero questa volta, è inutile togliere un'etichetta se i sentimenti rimangono." Girò pagina lentamente.

Sospirai forzando un sorriso. "Lo so, ci sto provando, davvero! Ma è stata la mia prima ragazza, anche se non è durata molto, ci tenevo alla nostra relazione." Spiegai per poi poggiare la testa sulla superficie liscia del tavolo. "Tu sei sempre circondato da ragazze, per te è facile parlare."

"Ti lasci impressionare dalle apparenze." Commentò senza lasciar trasparire alcuna emozione. "È facile essere amichevole con le persone, è difficile avere la loro fiducia. Per avere una relazione serve fiducia, come puoi averla se non siete per niente simili?" Chiese scuotendo la testa. "Sei un ragazzo intelligente, puoi trovare di meglio."

Dentro di me sapevo che Mason aveva ragione, d'altronde se Michelle non aveva neanche cercato di parlarne voleva dire che era andata oltre. Era ora che facessi lo stesso, mi trovato a fare un'esperienza unica al mondo, non avrei lasciato che una faida lo rovinasse. "Grazie, davvero." Gli sorrisi.

"E per cosa? Ho solo esposto il mio pensiero." Chiuse il suo libro per poi guardarmi. "Ho sentito che farai una festa domani." Disse all'improvviso e mi ritrovai a fissarlo allibito. "Sono le voci che circolano nel campus, sono tutti emozionati di partecipare."

"Ma io in realtà..." lasciai lì la frase, avevo proposto l'idea solo a Tarance e Philip che avevano accettato di aiutarmi nel caso avessi deciso di farla, ma non era niente di sicuro. "Quindi tutti si aspettano una festa domani?!"

"A quanto pare." Ridacchiò leggermente e passai una mano tra i capelli stressato. "Sono sicuro che farai de tuo meglio, i tuoi amici saranno felici di aiutarti."

"Tu non verrai alla festa?" Domandai allora confuso, a guardarlo sembrava il tipico ragazzo popolare che adorava andare alle feste.

"Non so, non vado pazzo per questi tipi di riunioni sociali." Spiegò svogliatamente. "Ma visto che la fa Spider-Man, ci farò un salto a dare un'occhiata se vuoi."

Annuii. "Certo, sono sicuro che verrà anche Renata, o almeno è l'impressione che mi ha dato, non so se Brianna vorrà andarci però, non penso di starle simpatico." Alzai le spalle e notai la sua mascella irrigidirsi alle mie parole, forse non avrei dovuto dirlo? Magari non voleva parlare dei suoi amici davanti agli altri, o forse lui e Renata erano più che semplici amici.

"Brianna è una sulle sue, ma seguirà Renata come un cagnolino indifeso." Mormorò con uno sbuffo per poi lanciarmi un'occhiataccia. "Fossi in te mi metterei al lavoro."

**
Osservai il volantino con un cipiglio in fronte, di fronte a me i miei amici mi guardavano preoccupati. "Quanti ne avete stampati?" Domandai poi piegandolo e riponendolo in tasca.

"Uno per ogni stanza del dormitorio." Rispose Philip annuendo lentamente. "Quando ci hai detto della festa ci è venuta un'illuminazione e abbiamo preparato gli inviti." Spiegò con un sorriso emozionato.

"Ma io non sapevo neanche se farla sul serio!" Replicai disperato. "Ora tutti pensano che domani sera ci sarà una festa e se non la faccio verremo probabilmente odiati." Sbuffai. "Va bene, voi sapete qualcosa di feste?"

Philip scosse la testa con fare dispiaciuto, Tarance invece alzò le sopracciglia con un sorriso compiaciuto. "Bene, compagni, si dà caso che io sia sempre stato tra i popolari nella mia scuola." Disse sistemando la sua felpa con sopra il logo del suo istituto. "Ho fatto molte feste, è anche più facile organizzare quando ti puoi allungare per sistemare tutto al meglio."

"Fantastico!" Esclamai ringraziandolo mentalmente. "Forza, cosa ci serve?" Domandai facendo mente locale su tutto ciò che ricordavo da quelle poche feste a cui avevo partecipato.

"Musica, ci serve un dj che sia bravo con la musica." Alzò l'indice e annuii in accordi. "Cibo, nessuno vuole rimanere affamato e poi aiuta a far passare prima una sbornia, questo ci porta quindi all'alcol."

"Siamo ancora minorenni, l'alcol potrebbe essere pericoloso." Obbiettai subito e lui alzò gli occhi al cielo. "Se il sig. Stark scoprisse che-"

"Il sig. Stark ci ha dato la password per la sua raccolta personale di alcol, sono sicuro che non l'avrebbe fatto se avesse solo 'dell'alcol pericoloso'." Mi ricordò e non potei fare altro che dargli ragione. "Poi ci servono delle decorazioni, a proposito, dove hai intenzione di farla?"

Mi fermai a pensarci, il campus in sé era molto grande, avevamo diverse stanze abbastanza grandi per poter accogliere tutti gli studenti come la sala comune. Ma farla dentro mi sembrava rischioso, chi avrebbe pulito il giorno dopo? "Potremmo farla in giardino, abbiamo un campo enorme."

"Mi piace l'idea, meno cose da sistemare." Commentò Philip in accordo. "E poi è estate, fa caldo e stare dentro creerebbe solo una nube di sudore." Spiegò e sia io che Tarance annuimmo.

"Va bene, direi che dovremmo prendere qualche tavolo e sedia, mettere delle luci in giro e saremmo a posto. Vi aiuterò a vestirvi adeguatamente, ovviamente, visto che i vostri outfit sono alquanto... poveri." Ci fece notare.

"Certo." Alzai gli occhi al cielo. "Sono le 8 di sera, direi che ci occuperemo domani mattina di andare a comprare tutto l'occorrente." Dissi guardando l'orologio al mio polso.

"Domani è sabato, possiamo andare dove vogliamo senza orari." Tarance annuì. "Va bene, io mi occuperò dell'alcol, Peter tu prenderai il cibo e Philip... cerca qualcuno bravo a fare il dj." Istruì.

"Domani ci ritroviamo in camera mia per mezzogiorno." Dissi per poi salutarli con un cenno e allontanarmi, il venerdì sera non mi era mai sembrato così caotico.

"Spider-Man!" Una voce mi chiamò e mi girai giusto in tempo per vedere Renata venire verso di me. "È un piacere incontrarti in giro per la scuola." Mi sorrise.

"Anche per me, anche se siamo nei dormitori maschili?" Ridacchiai, ogni dormitorio aveva delle salette in comune dove ritrovarsi poco prima dell'uscita della struttura. Ma gli edifici erano separati in modo che non potessimo mischiarci.

Lei alzò le spalle come se fosse una cosa normale. "Non faccio discriminazioni." Scherzò guardandosi attorno. "Anche se devo ammettere che sono più disordinati e poco colorati, noi ragazze abbiamo aggiunto decorazioni su tutte le porte e pareti." Mi confidò osservando le porte bianche lungo il corridoio.

"Non abbiamo un grande senso decorativo." Annuii in accordo per poi tornare a guardarla. Aveva i capelli raccolti in due trecce lunghe, indossava una maglia bianca e dei pantaloni in pelle neri, questa volta non portava con sé alcun libro. Il mio sguardo si soffermò sul suo polso nudo. "Non usi l'orologio che ci ha fornito il sig. Stark?" Chiesi incuriosito, io il mio lo toglievo solo quando facevo la doccia.

Lei infilò la mano nella tasca dei pantaloni per poi prendere l'orologio e mostrarmelo. "Non amo particolarmente tenere bracciali o altro gioielli sulle braccia e poi è pesante." Sbuffò leggermente mettendolo via.

"Sì ma è molto utile, abbiamo un assistente personale e tutti i nostri programmi sono salvati lì, così come i vari compiti e tante altre informazioni." Spiegai confusione. "Senza non riuscirei a ricordarmi i miei corsi."

Lei alzò un sopracciglio. "Io sì, mi sono studiata il mio orario e per il resto posso usarlo anche senza metterlo tutto il tempo." Incrociò le braccia al petto. "Ho ricevuto l'invito alla festa, come vanno i preparativi?"

Forzai un sorriso. "Vanno... bene." Scrollai le spalle. "Spero di vederti lì."

"Non so, sono ancora indecisa." Mi fece l'occhiolino e sorrisi divertito. "Bene, ora devo andare, è tutto il giorno che cerco Mason." Alzò gli occhi al cielo frustrata.

"Dovrebbe essere in camera..." la guardai confuso, dentro di me continuavo a dibattere sulla domanda che volevo porle, avevo tanti dubbi e non sapevo se essere schietto al riguardo o cercare di capirlo da solo senza entrare in una situazione imbarazzante. Decisi per la seconda opzione. "Quindi, voi siete molto... uniti, eh?" Lei corrugò le sopracciglia in un'espressione tra il sorpreso e il divertito. "Nel senso, vi vedo sempre assieme."

"Certo, l'uno segue l'altro, sai?" Ridacchiò leggermente. "In realtà è abbastanza irritante, Mason continua a stare per fatti suoi e tutte le ragazze gli stanno addosso, quindi mi ritrovo un po' limitata." Fece un piccolo broncio per poi indicarmi. "È in camera con qualcuna?"

"No, certo che no!" Esclamai subito, a quanto pare stavano avendo dei problemi tra di loro, ma pensare che Mason la stesse tradendo con un'altra? Non sembrava il tipo. Aveva ragione, lui era pieno di ragazze che ci provavano con lui, l'avevo visto con i miei stessi occhi leggere dei bigliettini anonimi probabilmente da parte delle sue "ammiratrici", ma anche lei riceveva molte attenzioni dalla popolazione maschile anche se non sembrava affatto interessata.

D'altronde Mason, Renata e Brianna erano quello che gli studenti chiamavano "il trio élite", i più popolari e ammirati, Tarance ancora non ne capiva il motivo ed era sempre in competizione con loro per qualche assurda ragione.

"Allora sarà meglio che vada, ti dispiace se occupò la tua stanza per qualche minuto?" Chiese gentilmente e scossi la testa.

"Figurati, avevo comunque da fare." Le feci un cenno con la mano per poi allontanarmi, dovevo ancora avvisare il sig. Stark della festa e non volevo fare il terzo incomodo nella mia stanza. Una passeggiata mi avrebbe fatto bene per pensare anche a cosa fare con Michelle.

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