Cos'è la paura? e sensi impazziti
6. Cos'è La Paura? E Sensi Impazziti
"Me la sto facendo sotto." Mormorò Philip per la millesima volta osservando il percorso di fronte a noi, a quanto pare il nostro allenamento stava prendendo una nuova forma molto più... pesante.
"Cos'è la paura?" Chiese Tarance mettendo in mostra le sue braccia scolpite mentre faceva l'occhiolino ad alcune ragazze poco più in là. "Sicuramente non la conosco." Si mise in mostra e sospirai imbarazzato per lui.
Diciamo che fare un percorso ad ostacoli alle 8 del mattino non era nella mia lista delle mie attività preferite. Inoltre la sera prima avevo passato molto tempo in chiamata con Ned visto che Mason era rimasto fino a tardi da sua sorella, gli avevo raccontato tutto riguardo la mia prima settimana di Campus, i miei nuovi amici, la festa che mi avevano praticamente obbligato ad organizzare e anche della mia paura di quella strana figura. "Che figata." Aveva commentato tutto emozionato. "Sono questi i momenti in cui vorrei essere come te."
"Tu sei tosto così come sei." Gli avevo risposto, d'altronde essere un supereroe aveva i suoi pro e i suoi contro e la maggior parte dei ragazzi qui avrebbero desiderato una vita normale. "Michelle per caso ti ha chiamato?" Gli avevo chiesto poi.
"Amico, non fa altro che straparlare su come tu sia stato uno stronzo." Mi aveva detto. "Secondo me dovresti goderti la tua estate, se vorrà tornare con te sicuramente non lo farà adesso."
E aveva ragione.
"Peter, guarda!" Tarance indicò Loki che stava parlando con Capitan America. "Cosa ci fa qui? Non era un cattivo?" Domandò incuriosito.
"Era, lui e il fratello si sono riconciliati e ora aiuta gli Avengers." Spiegai alzando le spalle indifferente. Il sig. Odinson veniva spesso alla torre, all'inizio faceva strano anche a me, ma in realtà era un uomo molto gentile e disponibile quando voleva. E poi era divertente vederlo litigare con Clint e Tony. "Come mai è qui?" Chiesi comunque non capendo esattamente il motivo della sua presenza al campus, magari era successo qualcosa alla torre?
"Insegna." La voce di Renata ci fece girare di colpo, lei stava lì con le braccia incrociate mentre ci guardava indifferente. "Ci dividono in gruppi, chi ha poteri fisici sta con Capitan America, chi è un mutaforma va con Hulk e Loki invece si occupa di quelli che hanno capacità sensitive e mentali." Spiegò semplicemente, Mason dietro a lei annuì pacatamente.
"E tu in che gruppo vai?" Tarance chiese divertito.
"Non sono affari tuoi!" Esclamò con un sorrisino. "A differenza vostra, io so tenere dei segreti." Fece un occhiolino per poi guardarmi. "E non vado in giro ad accusare le persone." Commentò secca.
"Mi dispiace, te l'ho già detto." Mormorai dispiaciuto, ma lei non sembrò badare alle mie parole, si girò velocemente per poi raggiungere Brianna più in là. "Non capisco, non pensavo di afferma offesa così tanto."
"Non è così offesa." Mason sorrise poggiando una mano sulla sua spalla. "A Renata piace la suspence e creare drammi, ti ha già perdonato, vuole solo vedere cosa farai al riguardo." Spiegò brevemente e annuii per niente sorpreso dalle sue parole. "Davvero pensavi fossimo fidanzato?" Chiese poi e mi sentii arrossire dalla vergogna, avevo davvero sperato che Renata non glielo andasse a dire.
"Non voglio parlarne." Mormorai con un sospiro e Mason ridacchiò brevemente. "Avresti potuto dirmelo!"
"E come potevo sapere che immaginavi fossimo fidanzati?" Domandò divertito. "Tranquillo, non sei l'unico che l'ha pensato." Guardò Tarance e Phil che sorrisero imbarazzati.
"Ragazzi, avvicinatevi per favore." Steve ci richiamò tutti, di fianco a lui c'erano Bruce e Loki. "Come sapete, ora verrete divisi in gruppi in base ai vostri poteri, per favore dirigetevi verso i vostri insegnanti." Istruì e tutti gli studenti andarono a raggrupparsi intorno ai diversi supereroi. Mi guardai attorno e vidi persone come Wilson, il compagno di stanza di Tarance che era in fila davanti a Loki visto che aveva la telecinesi. Io, Philip e Tarance eravamo davanti a Steve, qualcosa mi diceva che quel percorso ci avrebbe stremati.
"Guarda qua." Tarance ridacchiò indicando Renata e Mason che erano rimasti gli unici a non unirsi a nessun gruppo. "Ora devono decidere e in base alla loro scelta scopriremo i loro poteri." Disse con una finta risata malvagia, a volte pensavo che Tarance se l'era presa troppo per la storia della segretezza.
"Voi due." Capitan America li richiamò. "Aspettate qui un attimo." Gli fece un sorrisino per poi girarsi verso il resto degli studenti attorno a lui. "Come potete vedere, ho messo in piedi un percorso dedicato a migliorare le vostre prestazioni, che queste siano di forza, resistenza o agilità." Indicò il giardino dietro di noi. "Per ognuno di voi verranno assegnati dei punteggi in base a: rispetto delle regole, bravura e spirito di collaborazione." Spiegò brevemente. D'un tratto di fianco a lui si aprì un varco color oro e Dottor Strange fece la sua entrata lasciando tutti gli studenti a bocca aperta. "Sei in ritardo."
"Lo so." Rispose l'ex chirurgo di fama mondiale senza esitazione. "Chi sono i ragazzini?" Chiese poi guardandosi attorno con sguardo severo.
"Gemelli Moon, venite qua." Steve richiamò i nostri amici che si avvicinarono ai due. "Seguirete Dottor Strange, si occuperà lui dei vostri allenamenti."
"Solo per ovvie ragioni." Strange mandò uno sguardo d'intesa a Renata e Mason che annuirono tranquillamente. "Molto bene, seguitemi." Gli fece cenno di attraversare il portale per poi seguirli e chiuderlo alle loro spalle.
Tarance aveva la bocca spalancata, se fossimo stati in un cartone avremmo visto la sua mascella a terra. "Non ci posso credere! Cos'hanno di così segreto?" Domandò alterato, ero anch'io confuso quanto lui.
Ma la mia preoccupazione era un'altra: se la maggior parte degli Avengers erano qui e anche Dottor Strange era impegnato, allora chi stava controllando la Torre e New York?
**SCENA BONUS ALLA TORRE IN QUELL'ESATTO MOMENTO**
"No Visione, non ho intenzione di cucinare un'altra torta con te." Wanda si lamentò buttando l'ennesimo dolce bruciato nella spazzatura, i suoi capelli rossi ora erano pieni di farina e panna mentre Visione sembrava appena uscito da una doccia rinfrescante.
"Perché?" Chiese questo quasi dispiaciuto dalle sue parole.
"Perché non riesci neanche a riconoscere il sale dallo zucchero! Per non parlare di tutto il fumo che abbiamo creato." Tossicchiò lei andando ad aprire la finestra della cucina. "Direi che per oggi possa bastare."
"Posso proporre una nuova attività?" Domandò lui avvicinandosi a lei per poi scostarle alcune ciocche di capelli dietro le orecchie, lei annuì tranquillamente guardandolo dritta negli occhi con un sorriso. "Ho sentito che voi umani guardate i film con quelli che chiamate... popcorn." Disse e Wanda si ritrovò intenerita dal suo modo di fare. "È un'attività molto diffusa tra le coppie."
"Hai ragione." Lei sorrise dolcemente. "Ma se succedesse qualcosa mentre stiamo guardando il film? Dovremmo essere vigili, siamo gli unici nella torre."
"E se non succedesse niente?" Replicò Visione accarezzandole la guancia. "Nel caso, lasceremo il film e andremo ad aiutare."
Wanda sospirò. "Va bene, allora." Decisero infine di darsi alla pazza gioia e di approfittare della mancanza degli altri per passare del tempo assieme.
**TORNIAMO AL CAMPUS**
"Sig. Rogers." Mi avvicinai al nostro insegnante e lui mi guardò per poi annuire. "Come mai Renata e Mason sono andati con il sig. Strange? Lui non doveva vigilare su New York in vostra assenza?" Domandai ansioso.
Lui mi sorrise leggermente per poi darmi una pacca sulla spalla. "Capisco la tua preoccupazione, ma Wanda e Visione si stanno occupando della torre, sono sicuro che stanno facendo un ottimo lavoro." Spiegò per poi farmi cenno di seguirlo, ci allontanammo dal resto degli studenti e mi guardò preoccupato. "Mi fido di te Peter, sono sicuro che capirai che al mondo esistono diversi tipi di poteri... alcuni di questi più particolari di altri."
"I gemelli hanno dei poteri particolari?" Chiesi confuso, non sembrava avessero alcun problema a controllarsi, non li avevano mai messi in mostra.
"Non ne ho la più pallida idea, Tony non ha voluto dircelo, ha solo spiegato che i genitori dei ragazzi hanno chiesto totale silenzio sulla cosa." Spiegò con un sospiro. "Ragazzi molto particolari i Moon, Tony ti ha messo in stanza con lui sperando di poterlo aiutare ad aprirsi."
"Assolutamente, Mason è un ragazzo molto simpatico." Certo, all'inizio mi inquietava abbastanza e mi ero lasciato prendere dai pregiudizi. "Grazie per avermelo detto."
Steve si guardò in giro per poi farmi cenno di avvicinarmi. "Se scopri che poteri hanno... vienimelo a dire, abbiamo iniziato delle scommesse e Natasha ha scommesso 100 dollari, li voglio." Mi sorrise per poi girarsi. "Va bene, iniziamo l'allenamento." Urlò poi riportando l'attenzione su di lui.
E in quel momento non sapevo per cosa mi sarei dovuto preoccupare di più: della torre, del loro problema con le scommesse o il fatto che i miei amici stessero nascondendo qualcosa.
**
Avevo cercato il sig. Stark subito dopo aver finito le lezioni, ma non era nel suo ufficio. La giornata era quasi finita e io ero stanco morto, quando il sig. Rogers aveva detto che non sarebbe stato facile superare il percorso, non stava sicuramente scherzando.
A me era andata bene, c'erano persone, come Phil, a cui era andata molto peggio. Non pensavo potesse essere così difficile controllare e usare al meglio i propri poteri, ripensando a come Tarance era riuscito ad annodarsi tra i diversi ostacoli.
Sospirai fermandomi di fronte alla biblioteca, forse avrei dovuto provare a parlarne direttamente con Mason e cercare di capire come mai facessero così fatica ad aprirsi con gli altri riguardo ai loro poteri.
D'un tratto sentii la testa pulsare, i miei sensi sembravano impazziti. Mi guardai intorno in allerta, qualcosa non andava e io non riuscivo a capire cosa. Mi girai e vidi Renata svoltare tranquillamente l'angolo, le sorrisi avvicinandomi e lei si bloccò sui suoi passi e mi fissò spaventata. "Hey."
Lei si riprese velocemente e tossicchiò. "Ciao Peter." Fece per poi spostare lo sguardo.
Sembrava quasi impanicata dalla mia presenza e i miei super sensi stavano letteralmente esplodendo con lei al mio fianco. Ma non capivo il perché, le altre volte non facevano così. "Sei ancora arrabbiata con me?" Domandai poi notando una specie di piccolo broncio sul suo viso.
Renata batté le ciglia velocemente e mi guardò confusa. Sembrava star dibattendo con sé stessa sul cosa rispondermi. "Chiedimelo la prossima volta che ci vediamo." Disse infine per poi cercare di superarmi.
"Aspetta." La richiamai afferrandole leggermente il polso, lei si fermò e sospirai. "Mi dispiace davvero, non volevo offenderti in alcun modo." Osservai il modo in cui era vestita, un paio di pantaloncini color panna e una maglietta a righe lillà. "Puoi perdonarmi? Così possiamo andare a mangiare assieme."
Lei deglutì, il suo sguardo continuava a muoversi da me al muro alle mie spalle sul quale era appeso un grande orologio. "Forse, non lo so." Si liberò dalla mia presa e poi allungò il collo per guardare alle mie spalle. "Ripeto, ti conviene chiedermelo la prossima volta che mi vedi." Spiegò.
"Sembri ansiosa." Commentai.
"No, per niente." Ribatté secca per poi guardare un'ultima volta l'orologio. "Ma ora devo correre, ciao." E senza darmi tempo di rispondere, si girò e corse via.
Rimasi lì, a guardarla confuso mentre i miei sensi pian piano tornavano alla loro solita calma. Chi la capiva quella ragazza? Era così strana alle volte, era sicuramente diversa dalle altre e questa cosa in qualche senso mi piaceva.
"Peter." Mi girai e vidi Mason venire dalla parte opposta in cui Renata era scappata. "Cosa ci fai qua?" Chiese venendomi incontro.
"Niente..." e se Renata stesse scappando da suo fratello? Cosa? No, che idea stupida. Erano fratelli! E poi come avrebbe fatto a sapere che stava arrivando? Non aveva assolutamente senso. "Tu invece?"
Lui mi mostrò il libro nella sua mano. "Tempo di prenderne un altro." Mi sorrise, i miei occhi si mossero sul libro e poi sul suo polso vuoto, neanche lui portava l'orologio datoci dal sig. Stark. "Perché mi fissi così?"
"Oh niente." Scossi la testa. "Posso farti una domanda? Spero di non sembrare troppo... invadente, è solo curiosità." Spiegai brevemente e lui annuì pacato. "Qual è il tuo potere? Insomma, per avere un insegnato in particolare... devi per forza avere dei poteri notevoli." Sorrisi cercando di convincerlo.
Lui sospirò chiudendo gli occhi, quella domanda sembrava annoiarlo. "Non è così speciale." Disse poi scuotendo la testa. "Ascolta, te lo confido perché penso tu sia un ragazzo affidabile e noi siamo amici." Mi sorrise e ricambiai. "Io e Renata non abbiamo avuto la migliore infanzia per colpa dei nostri poteri, li abbiamo repressi per così tanto tempo che è difficile per noi usarli. Dottor Strange è il nostro insegnante perché è l'unico che può spiegarci come sbloccarli, ma vorremmo che questo rimanesse segreto." Passò una mano tra i capelli. "Dei supereroi che non sanno usare i propri poteri non è il massimo, no?" Chiese.
Mi sentivo in colpa, dovevo ammetterlo. Ovviamente avevano i loro validi motivi, era sbagliato da parte mia costringerli a condividere informazioni per loro personali. "Mi dispiace, davvero. Io penso siate entrambi delle persone fantastiche."
"Certo." Si rigirò il libro tra le mani. "Beh, meglio che vada a restituirlo. Ci vediamo in camera?" Domandò infine.
"Certo." Infilai le mani in tasca e iniziai a dirigermi verso l'uscita, che giornata strana.
"E Peter." Mason mi richiamò e mi girai a guardarlo. "Non dire ciò che ti ho confidato a Renata, è molto sensibile sull'argomento." Spiegò per poi guardare a terra. "È mia sorella, farei qualsiasi cosa per lei."
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