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IL CANNIBALE DI MILWAUKEE

Lucifero guardò Blake dritto negli occhi e lo lasciò immediatamente andare, non ci poteva credere, lo aveva detto prima, ma ora invece ...

<< Bene, è così dunque, non riesci nemmeno a parlarmi di ciò che provi davvero, io non sono un qualsiasi ragazzino che puoi trattare in questo modo ! Ti diverti a prendermi in giro ?!? >>

Il ragazzo ebbe il desiderio di tenersi vicino il demone e scusarsi per la propria codardia, ma desistette. Allontanarsi da Lucifero era la scelta migliore, sia per lui che per le persone che lo circondavano.

<< M-mi dispiace, ma ... io non volevo è solo che, è una situazione troppo complicata e non ci sono abituato. Non me la sento ... >>

Il ragazzo corse via con il cuore a mille, scansando le persone che gli si paragono davanti e le parole dettegli dai killer, Lucifero intanto era rimasto dove si trovava ammirando la figura di Blake farsi sempre più piccola, era arrabbiato e gliel'a riebbe fatta pagare cara. Nessuno lo aveva mai respinto, per lui era una cosa totalmente nuova e non riusciva a capire come gestire le emozioni che crescevano rapidamente dentro il proprio corpo colmandolo fino all'oro e travolgendolo come una tempesta. Se solo il demone avesse saputo controllarsi i fatti che di lì in seguito si sarebbero susseguiti sarebbero stati dolci e caldi invece che spinti dalla rabbia e dalla gelosia.

Blake passò il resto della propria giornata steso sul letto girandosi di tanto in tanto, ogni tanto si era addormentato, ma gli incubi sulle vittime provocate dal suo patto e lo sguardo inquietante di Zodiac, Hannibal e Pogo, non gli darono scampo impedendogli il riposo.

<< Ma perché non potete lasciarmi in pace nemmeno per un momento ? >>

<< Se ti decidessi a rivelare a Lucifero i tuoi veri sentimenti ed andassi a vivere permanentemente con lui >>

<< Si vede mio caro ragazzo che per lui il tuo cuore diviene pazzo, ma se tu lo lasci scappare
la sua ira sul mondo potrà scatenare, un tuo bacio solo sarà sufficiente per salvare tanta gente. Vagli a parlare, non aspettare, la sua vendetta non dovrai attendere ed il sangue dal cielo vedrai scendere ! >>

Blake si sollevò a sedere sul letto, preoccupato dalle parole del killer clown, cosa intendeva dire ? Più che una frase di senso compiuto appariva come una specie di presagio funesto.

<< Eh ? Cosa intendi dire con " vendetta " e " sangue dal cielo " ? >>

Pogo si limitò a fare un inchino e poi tornò a fare uno dei suoi soliti trucchetti da pagliaccio, per il divertimento di Hannibal che intanto sghignazzava con la sua bocca sdentata battendo le mani a ritmo dei passi di danza del clown, intanto, il ragazzo era rimasto immobile a fissarli, riflettendo su quelle parole enigmatiche e funeste, forse sarebbe stato meglio andare a parlare con Lucifero ed assicurarsi che tutto fosse a posto. Quando fu sul punto di alzarsi però il suo stomaco cominciò a mugugnare, effettivamente aveva saltato il pranzo, forse sarebbe stato finalmente un buon momento per chiamare Emily e parlarle un po', una ventata di normalità era proprio quello che gli serviva. Afferrò il telefono da sopra il comodino e cercò il numero della ragazza tra i contatti, ma erano stati tutti cancellati, niente campo e niente Wi-Fi, sembrava completamente estraniato dal resto del mondo ed era ovvio chi fosse il colpevole di tutto questo.

<< È proprio come aveva detto Angelo, mi sta allontanando da tutto e tutti pur di tenermi accanto a sé, sono in trappola >>
<< Blake >>

La voce di Zodiac si spense nell'aria ed una mano gentile si appoggiò sui capelli di Blake facendolo voltare. Angelo lo stava fissando sorridendo, sembrava quasi che stesse gongolando, voleva forse fargli ammettere di aver avuto ragione per tutto il tempo mentre lui, povero piccolo sciocco umano, era sempre stato nel torto ?

<< Mi dispiace tanto Blake, avrei dovuto avvisarti che ero venuto a trovarti. Dato il modo in cui ci siamo lasciati la scorsa volta volevo invitarti a pranzo, ti andrebbe di venire a mangiare qualcosa con me ? Non ti preoccupare, non ti farò nulla di male, sarà solo un modo come un altro per conoscerci meglio, ti va Blake ? >>

Il ragazzo si sollevò in piedi e guardò di sfuggita il marchio a pentagramma sul proprio polso, il suo corpo chiamava a gran voce il calore di Lucifero, lo coprì  con uno sguardo di rabbia, in fondo non c'era niente di male e se stare un po' con Angelo avesse fatto infuriare Lucifero, tanto meglio ! Se la meritava proprio una punizione per come lo aveva trattato fin dal primo momento. Il ragazzo annuì al custode e gli sorrise gentilmente. Non appena l'altro corrispose allo stesso modo Blake gli prese la mano ed uscirono.

<< Abiti molto lontano ? >>
<< Ti do un passaggio io se ti va >>

L'angelo chiuse gli occhi ed un immenso paio d'ali piumate bianche comparvero sulle sue scapole sormontando la piccola figura del giovane. Blake rimase immobile qualche istante e poi si avvicinò al biondo stringendosi al suo petto con tutta la forza che poté.

<< È la prima volta che ... >>
<< Fidati di me Blake, andrà tutto bene, non ti metterei mai in pericolo, ti amo troppo >>

Dopo che una luce abbagliante li ebbe avvolti Blake si ritrovò davanti ad una reggia candida come la neve, il palazzo più grande che avesse mai visto in vita sua, dopo quello di Lucifero, ovviamente.

<< Sei ... ricco ? >>

Angelo gli porse la mano per guidarlo e Blake la afferrò senza esitazione. Il biondo lo guidò attraverso l'ingresso e poi di salone in salone lasciandogli il tempo di ammirare le grandi vetrate e le immense volte, le pareti erano ornate di dipinti ed affreschi, rappresentavano scene di gioia e di pace che fecero subito tranquillizzare l'animo turbato di Blake.

<< È davvero meraviglioso, davvero tu abiti qui ?  >>

<< Sì, ma non amiamo le differenze di classi e non c'è qualcuno più o meno importante, tranne i protetti. Nella mia casa tutti hanno lo stesso valore, tranne te Blake, tu sei speciale. Ecco, siamo arrivati ! >>

Altro che pranzo, il giovane si ritrovò davanti ad un banchetto così sontuoso che sarebbe bastato a debellare la fame nel mondo, si sentì molto a disagio davanti a tanta roba, non era sicuramente stato come la colazione che gli aveva preparato Lucifero, ma perché continuava a tornargli in mente !!! Angelo si sedette a capotavola da un lato e Blake dall'altro, non sapeva come mai, ma ogni cosa gli ricordava il demone, avrebbe tanto voluto rivederlo, si sentiva inquieto, come se qualcosa di molto brutto stesse per accadere da un momento all'altro.

<< Dovresti calmarti Blake, mi sembri agitato, mangia quanto vuoi >>

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e cominciò a mangiare, lo stesso fece l'altro attirando il suo interesse. Lucifero non aveva voluto mangiare con lui, ma Angelo invece lo faceva tranquillamente, si sentiva come a casa. Tutto questi sentimenti lo confondevano ancora di più e gli dimostrarono ancora una volta quanto poco conoscesse la natura dell'essere con cui aveva sancito il proprio patto, avrebbe voluto sapere di più su di lui, voleva capirlo, desiderava amarlo. Passò tutto il pasto con lo sguardo fisso sul piatto e, quando finalmente si sentì sazio, già aveva perso la cognizione del tempo. Era così stanco, come se non dormisse da giorni, gli eventi della giornata lo avevano scombussolato, doveva riposare. Angelo si mise in piedi ed andò alla sua destra, i suoi occhi blu lo scrutarono mentre le sue mani presero ad accarezzargli i capelli corvini ed il polso destro, quello ancora puro, privo del marchio del pentagramma.

<< Sei stanco Blake ? Vuoi che ti riporti a casa in modo che i tuoi amichetti possano vegliare sul tuo sonno o ti andrebbe di restare qui per questa notte ? >>

Il ragazzo sbadigliò piano, la testa aveva cominciato a girargli. Non voleva andare a casa, se lo avesse rivisto era certo che niente lo avrebbe fermato dal fare un'idiozia. Si alzò dalla sedia, ma le gambe gli cedettero e si ritrovò tra le braccia di Angelo.

<< Puoi restare finché ti va >>

Blake guardò il simbolo sul proprio polso e ripensò a Lucifero.

<< Io ... Io non posso >>

Lo sguardo del custode s'incupì immediatamente, ma Blake non se ne rese nemmeno conto poiché i suoi occhi cominciarono a chiudersi facendolo cadere in un sonno profondo. Quando riaprì gli occhi il ragazzo si ritrovò tra le braccia di Angelo, ancora più stanco di prima. Lentamente Blake si rimise in piedi e sbadigliò.

<< S-scusa Angelo io ... io mi sono addormentato, adesso me ne vado a casa, scusa per il disturbo >>

<< Blake, non andare, resta qui con me. Non ti mancherà nulla, mai ed io non ti costringerò a fare niente che vada contro la tua volontà >>

Angelo lo strinse a sé e lo baciò dolcemente, Blake era stato bene con lui, ma doveva mantenere fede alle sue promesse.

<< Mi dispiace Angelo, ma devo farlo >>
<< Perché lo ami ? >>

Blake abbassò lo sguardo e poi gli sorrise

<< Non lo so ... io ... sì, credo di amarlo >>

Quello stesso giorno il custode lo riportò a casa con il cuore infranto, ma non avrebbe rinunciato così facilmente al suo amore per Blake.

La casa era vuota, i genitori del giovane non c'erano così il giovane andò in camera senza nemmeno accendere la luce e si stese sul proprio letto. Neanche due minuti dopo però Blake riaprì gli occhi, un odore dolciastro e stomachevole riempiva la stanza, ma era troppo buio per capire il punto da cui provenisse così il ragazzo si sollevò in piedi ed andò verso la porta all'angolo della quale trovò l'interruttore. La prima cosa di cui si rese conto fu la testa che lo fissava dalla scrivania, era un cranio umano ancora grondante di sangue che lo fissava con i suoi occhi vitrei, un urlo di terrore segnava la sua faccia. Blake lo guardò per qualche istante e poi vomitò sul pavimento, era la cosa più disgustosa che avesse mai visto. Quando si riprese ne notò un'altra, era sul suo comodino rivolta verso il letto ed un'altra sul l'armadio dalla quale cadevano larve grosse quanto anulari. Le mosche erano la parte peggiore, nuvole nere giravano intorno ai resti in putrefazione facendo impallidire ancora di più il ragazzo. Gli ci volle qualche minuto, ma poi finalmente li riconobbe.

<< Mamma ... >>

Disse rivolto alla prima testa, quella sulla scrivania, posizionata come per controllare che tutti i compiti fossero stati svolti nel migliore dei modi, poi guardò quella che vegliava dall'alto dell'armadio.

<< ... papà ... >>

Infine, vicino al suo letto, con i capelli rossi coperti di sangue c'era la testa di Emily, il giovane non resistette più e lanciò un profondo grido di diperazione che causò la comparsa di Zodiac, Hannibal e Pogo, avevano il terrore che solcava i loro volti, guardandolo piangere a dirotto, lo circondarono, come per proteggerlo. In quel momento una figura scura si fece largo dalla finestra, ma questa volta non si trattava di Lucifero, era un uomo, non troppo alto, capelli chiari ed occhi scuri, passo malfermo.

Stava fissando Blake passandosi la lingua sulle labbra, fece un leggero cenno del capo come per salutarlo e poi scoppiò in una profonda risata.

<< Tu devi essere il piccolo Blake, piacere, sono Jeffrey Dahmer, anche detto Il Cannibale di Milwaukee >>

<< N-non sei come loro ! Non ... ti ha mandato Lucifero, non è vero ? >>

L'uomo attraversò i tre spiriti come se fossero fumo facendolo sparire e puntò la propria lama contro il collo di Blake costringendolo poi ad alzarsi ed a seguirlo in cucina dove lo legò ad una delle sedie del tavolo da pranzo. Jeffrey stette un po' a guardare il suo giovane prigioniero e poi si sedette sul divano dove rimase a giocare con il proprio coltello ignorando totalmente gli altri killer che gli si muovevano intorno.

<< Sei davvero carino, non capisco come tu faccia ad eccitarmi tanto >>

<< C-cosa vuoi da me ? >>

<< La mia prima vittima l'ho uccisa a 18 anni. Era il 1978 e in quell'epoca vivevo da solo. I miei avevano divorziato, ma a me non importava, io avevo lui ... Era tale e quale a te, lo amavo con tutto il cuore e così presi coraggio e lo invitai a casa mia, abbiamo bevuto qualche cosa, ma poi disse che voleva andarsene. Io non volevo, lui non doveva lasciarmi !!! >>

L'assassino gli andò incontro ed afferrò Blake per i capelli dandogli un lungo e viscido bacio, il ragazzo era disgustato, così arrabbiato, perché gli stava facendo tutto questo ? Lucifero non avrebbe mai permesso una cosa del genere, o forse no, che fosse ... la sua punizione per essere sparito ? Jeffrey lo lasciò e gli accarezzò il viso, le sue mani erano sporche di sangue e lasciarono una lunga scia anche sul viso di Blake, l'olezzo che veniva da quell'uomo era insopportabile.

<< Desideravo solo che rimanesse, con me ... Così lo uccisi, lo scopai per giorni e poi ne smembrai il cadavere, in parte l'ho dissolto in acido e in parte invece lo seppellii in cantina. Poi venne il servizio militare e quando tornai venni assunto da una fabbrica di cioccolato di Milwaukee. Nove anni dopo il primo delitto, Potei finalmente ritornare ad uccidere. Era il 1987. Anche lui ti assomigliava, l'ho adescato in un gay bar e l'ho portato a casa della nonna. Quella notte ce la siamo davvero spassata, ma poi quando mi sono svegliato, l'ho trovato a terra, morto, così accadde anche con altri due in quella casa >>

Blake cercò di slegarsi, ma non appena l'uomo lo notò strinse ancora di più i nodi e gli abbassò completamente i pantaloni mettendosi ad accarezzargli il cavallo ancora coperto dai sottili boxer, ma il ragazzo non provò niente, solo il disgusto nel sentirsi eccitato a quei tocchi, ma era una reazione naturale, non riusciva a fermarla.

<< Poi però la nonna mi disse di andarmene, non sopportava la mia abitudine di portare uomini a sera nella sua stanza e la infastidiva quel forte odore che veniva dalla cantina. Mi sono trasferito, ma ho continuato a uccidere. La nuova casa divenne il mio tempio dell'orrore e del piacere >>

Jeffrey abbassò anche i boxer di Blake mettendo in evidenza la sua erezione e gli sollevò le gambe sfiorandogli l'orifizio con la punta del coltello e facendolo sanguinare dolcemente mentre ci si lubrificò le dita pronto per entrare dentro il suo piccolo prigioniero, erano anni che non si divertiva così.

<< Ora ti stuprerò, e mentre lo farò ti strozzerò, poi ti taglierò a pezzi, ma non temere, non andrai sprecato. Mangerò le parti migliori e conserverò la tua testa in frigorifero o in giro per l'appartamento, come altre membra, questo per esempio ... >>

Disse indicando il suo tatuaggio prima di infilare il secondo ed il terzo dito nel suo orifizio facendo gemere Blake che intanto piangeva mentre nella sua mente si aprì l'immagine di Lucifero, lui adesso probabilmente se la stava ridendo, aveva avuto la sua vendetta, lui gli aveva negato il suo amore ed ora riceveva questo. Era solo adesso e nessuno lo avrebbe aiutato, mai più.

<< Ah ... Perdonami ah Lucifero, ti prego, aiutami ... ah ... ed io ... Ah !!! >>

<< È stata tutta colpa tua piccolo ... Non avresti dovuto lasciarmi da solo >>

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