𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟑𝟏
13 agosto 2023
ENRICO
Si vedeva che Valerio non era un ragazzo abituato a guidare uno scooter. Nei dieci minuti che avevamo impiegato a raggiungere casa mia, avevo perso il conto di quante testate gli avevo dato sul casco per le sue frenate brusche. Inoltre, a parte Filippo, non ero mai stato il passeggero di nessuno, preferendo sempre avere il controllo del mezzo; quindi, non ero particolarmente rilassato.
«Per essere un motociclista sei piuttosto rigido in sella.» Mi prese in giro Valerio una volta arrivati davanti al cancello della villa.
«Scusa, non sono abituato a farmi trasportare», cercai di giustificarmi.
«Tranquillo, sono io che faccio schifo a guidare. Non mi piace farlo, se non per necessità.»
Si mise le mani sui fianchi e, ancora con il casco in testa, ammirò l'esterno della proprietà fischiando.
«Wow! Fil non esagerava quando ha detto che sei un vero principe. Hai capito il piccolo demonio come ha fatto jackpot?»
Se fosse stato qualcun altro a dirlo mi sarei anche potuto offendere, ma nel suo tono non c'era nessuna traccia di scherno.
«Scambierei tutto questo per una famiglia migliore, fidati», sbuffai mentre aprivo il cancello per entrare.
«Certo, solita frase da ricchi. Ora dirai che i soldi non fanno la felicità e che la vera ricchezza sono le persone che amiamo.»
«Puoi anche non credermi, ma è esattamente così. Dai, entriamo.»
Inserii la chiave nella toppa, quando una mano mi bloccò afferrandomi per il polso.
«Aspetta!» Esclamò serio Valerio. «Quante possibilità ci sono che Brando sia in casa e stia aspettando il tuo ritorno?»
Controllai per scrupolo il sensore esterno della porta e risposi con sicurezza. «Nessuna. L'antifurto è inserito ed è volumetrico. Non c'è rischio di agguati.»
Si guardò intorno un paio di volte per controllare il giardino. Poi, annuì convinto e io aprii casa con un sospiro.
A ogni passo che muovevo nell'ingresso, la sensazione di disagio aumentava. I ricordi di quanto accaduto quattro giorni prima affollarono la mia mente causandomi un groppo in gola.
Avanzai con calma, accarezzando i mobili di quel luogo che avevo sempre chiamato casa ma che oggi mi sembrava così estraneo. Era sempre stato così freddo e asettico? In quel momento faticavo a ricordare le cose che mi avevano reso felice tra quelle mura. Possibile che non ce ne fossero? O le avevo dimenticate perché troppo lontane nel tempo?
Il pensiero di aver buttato tutti quegli anni a rincorrere la felicità nella direzione sbagliata diventò così opprimente che mi sentii soffocare. Gli occhi mi bruciavano per quanto avrei voluto dar sfogo a un pianto a dirotto.
Valerio era rimasto in disparte, in silenzio. Forse, non voleva interferire con le mie emozioni, e gliene fui grato. Qualunque cosa avesse potuto dire o fare in quel momento mi avrebbe fatto crollare in mille pezzi.
«Accomodati pure in salotto,» lo invitai indicandogli la stanza, «non ci metterò molto. Prendo giusto un paio di completi e qualche camicia.»
«Ok. Se hai bisogno di una mano fammi sapere.»
Prima di andare in camera, mi diressi in cucina e rividi il punto in cui Brando mi aveva spinto contro il muro. Ricordai la rabbia nei suoi occhi, prima di lasciare posto al rimorso e alla disperazione. Potevo ancora udire il suo "perdonami" rimbombare tra le pareti. Il suo "ti amo". Mi faceva ancora male, ma non al punto da farmi sentire in gabbia.
Un mazzo di chiavi accanto a qualcosa di bianco su sfondo scuro attirò la mia attenzione. Sul tavolo con il ripiano in granito nero, spiccava un foglio piegato a metà.
In bella vista c'erano solo due parole: per Enrico.
Mi sedetti e lo spiegai con mano tremante. Non avevo mai ricevuto una lettera da Brando e avevo paura di scoprire cosa avrei trovato tra quelle parole, scritte con una grafia irregolare e disordinata. Doveva essergli costato un grande sforzo scrivere così tanto a mano. Notai che il foglio non era liscissimo e che aveva delle lievi increspature come se si fosse inumidito prima di asciugarsi di nuovo. Aveva pianto mentre trasmetteva i suoi pensieri su carta?
Lo rigirai ancora un po' tra le dita, poi iniziai a leggere.
Enrico,
Dopo due giorni, chiuso in questa casa aspettando il tuo ritorno, prendo in mano carta e penna e provo a scriverti una lettera. Sai che non sono bravo con queste cose... non mi piace parlare tanto e dire cose romantiche... me le hai sempre dovute tirare fuori a forza e so che questo ti dispiaceva. Non è nella mia natura, ma questa è solo la scusa per non essermi mai impegnato abbastanza con te.
Hai detto che non ci amiamo più da tanto tempo e che io non lo vedo... e allora perché mi sento come se stessi annegando? Se non è amore, che cos'è questo dolore per la tua assenza? Forse TU non mi ami più... e se penso a come mi sono comportato negli ultimi anni... beh, lo capisco! Ti ho tradito così tante volte... e tu hai sempre aspettato il mio ritorno.
Potrei ripetere all'infinito che è sempre stato solo sesso con gli altri... ma la verità è che mi sono approfittato del tuo cuore e l'ho rovinato... no... l'ho proprio spezzato, rotto in tanti pezzi... e non mi vuoi più dare la possibilità di provare ad aggiustarlo. Non so cosa sperare... una volta sei scappato da me, ma poi sei tornato... quella volta l'avevo vista come un capriccio e non ti avevo preso sul serio... questa volta, non so... c'era una sicurezza diversa nei tuoi occhi. Vorrei rincorrerti e riprenderti, chiuderti nella nostra casa così che tu possa tornare a essere solo mio... ma vorrei anche lasciarti andare, consentirti di essere libero e felice, anche se sapere che lo sarai lontano da me mi devasta...perché non provi a darmi un'ultima possibilità? Abbiamo così tante cose di cui parlare ancora...possiamo ancora ritrovare quella felicità perduta. Basta volerlo entrambi!
Sappi che anche se ti perderò come compagno rimarrai comunque la persona più importante della mia vita. Spero di potertelo dimostrare ancora... un giorno, quando sarai pronto.
Ti amo
Ti prego, credici
Brando
Lacrime copiose scivolarono lungo le mie guance, e il petto fu scosso da singhiozzi che sforzai di tenere silenziosi.
Detestavo l'idea che Valerio potesse sentirmi piangere e pensasse che fossi triste. Ero arrabbiato, sopraffatto dai rimorsi, dai rimpianti e dal rancore di come erano andate alla deriva le cose tra me e Brando. Pensavo a tutto quello che avrei potuto fare di diverso, a quello che avrebbe potuto fare lui, ma più ci ragionavo e più realizzavo che la fine della nostra storia sarebbe stata inevitabile a prescindere. Perché in qualunque altra circostanza avessi incontrato Filippo, in qualunque altro stato mentale mi fossi trovato, mi sarei innamorato di lui.
Ed eccola la verità. Chiara e lampante nella mia testa: ero innamorato di Filippo, contro ogni ragionevole dubbio.
Ammetterlo era così facile che risi di me stesso per non averlo fatto prima, ma mentre leggevo le parole di Brando mi era sempre più chiaro di quanto avessimo due concetti di amore completamente diversi. Mi dispiaceva che lui non se ne fosse ancora accorto, ma io avevo trovato la mia vera ricchezza. Gli auguravo, un giorno, che riuscisse anche lui a trovare quella persona che gliel'avrebbe mostrata.
Piegai la lettera e presi le chiavi di Brando per metterle in tasca. Poi, mi asciugai le lacrime e andai in bagno a lavarmi la faccia. Guardandomi allo specchio, controllai che gli occhi non fossero troppo arrossati. Speravo che nel tempo impiegato a raccattare la mia roba sarei tornato ad avere un aspetto più decente.
Valerio aveva acceso la TV e stava guardando concentrato un notiziario, così cercai di raggiungere la camera da letto senza farmi notare da lui. Evidentemente, non avevo buone doti da ninja.
«Tutto bene?», mi domandò prima che potessi sparire alla sua vista.
«Sì, tranquillo. Volevo vedere se in cucina ci fosse qualche cibo in scadenza da portare da voi, ma il frigo è tristemente vuoto.» Risposi senza voltarmi a guardarlo e cercando di mantenere un tono neutro.
«Uhm... ok. Sicuro che non ti serva una mano?»
«Sicurissimo. Goditi le belle notizie dal mondo.» Conclusi con forzata allegria.
La camera era in uno stato di disordine pietoso.
Il letto era disfatto e cosparso di vestiti, e ce n'erano anche diversi a terra, tirati fuori dai cassetti mezzi aperti. Immaginai Brando dare di matto mentre metteva lo stretto indispensabile in una valigia.
Nella stanza permeava ancora il suo odore, ma non mi causò alcun brivido di eccitazione.
Non provavo davvero più niente di romantico per lui. Il mio cuore aveva spazio per una persona soltanto, e speravo che avrebbe voluto colmarlo a lungo.
Prima di mettermi a preparare un nuovo borsone di roba, feci partire una chiamata dal mio cellulare e misi gli auricolari bluetooth.
Avevo bisogno di sentire la sua voce.
«Enri, tesoro.»
«Ciao nonna. Mi sei mancata. Come si sta in montagna?»
«Bene, dai. Di giorno fa caldo, ma almeno alla sera si sta da Dio. Ma dimmi di te, i miei racconti non sono interessanti e so cos'è successo con Brando. Come stai?» La domanda che mia madre si era dimenticata di pormi.
«Sto bene, davvero. Sono passato a casa per prendere qualche vestito in più, ma non ho intenzione di continuare a vivere qua dentro.»
«Capisco,» nessun giudizio in quella parola espressa con sincerità, «e dove stai ora?»
«A casa di mio cugino, per ora, ma non dirlo a nessuno.»
«Perché non stai con quel bel ragazzo che mi hai mostrato l'altro giorno?»
«Nonna!» La rimproverai divertito e un po' in imbarazzo. «Non siamo mica già arrivati al punto di convivere. E poi lui studia ancora e vive con i genitori.»
«Uffa! Va bene, va bene. A che punto siete, allora? Racconta qualche gossip alla tua vecchia per salvarla dalla noia!»
Sospirai con finta esasperazione, giusto per tenerla un po' sulle spine, e sorrisi tra me e me. Avevo una voglia matta di dare voce alle mie emozioni con qualcuno. E chi c'era di meglio dell'unica persona che era sempre stata dalla mia parte incondizionatamente?
«Non so come la pensi lui, ma... io lo amo.»
Seguì un momento di silenzio. Forse, per quanto potesse ormai aspettarselo, doveva elaborare l'annuncio.
«È una bellissima notizia e io sono davvero felice per te, tesoro.» Disse alla fine. «Spero con tutto il cuore che anche per lui sia così, perché te lo meriti.»
«Lo spero tanto anche io.»
Solo il pensiero di poter essere ricambiato mi faceva battere il cuore all'impazzata. Avrei voluto dichiararlo a Filippo, ma non volevo affrettare le cose e spaventarlo. Sarei stato paziente, in attesa del momento giusto.
«Grazie, nonna, per questa chiacchierata. Ne avevo bisogno.»
«Quando vuoi, gioia mia. Lo sai.»
Prima di salutarla, però, dovevo assicurarmi un'ultima cosa.
«Nonna... ti prego, almeno tu stai vicina a Brando. Avrà bisogno di tanto supporto emotivo e mi fido solo di te.»
«Non ti preoccupare. Ho parlato con lui qualche ora fa. Non sta bene, ma lo gestiremo. Non è più una tua responsabilità, soprattutto in questo momento delicato.»
Mi sentii rassicurato da quelle sue parole. Avrei tanto voluto continuare ad aiutare Brando ma, per farlo, dovevo essere il primo a stare bene. Per quanto fossi sulla buona strada, l'obiettivo finale era ancora lontano, e adesso volevo soltanto tornare da Filippo; perciò, la salutai e chiusi il borsone, riempito fino quasi a scoppiare.
«Andiamo? Ho finito.» Sollecitai Valerio una volta tornato in salotto.
«Signorsì! Quasi mi dispiace non aver incontrato questo fantomatico Brando. Non avrò gesta eroiche da raccontare e di cui vantarmi con Samu.»
«Per quanto tu abbia un fisico notevole, è più probabile che saresti stato tu a essere messo al tappeto.» Non avevo dubbi a riguardo. Brando era un boxeur oltre che personal trainer e faceva tornei a livello nazionale.
«Beh, ancora meglio uscirne sconfitto. Diventa ancora più premuroso e disponibile quando sono malato o ferito... sotto tutti i punti di vista.» Mi diede una gomitata ammiccante e quasi mi sbilanciai dalla sorpresa.
Si era già preso una bella confidenza con me, nonostante fosse solo la terza volta che ci incontravamo in poco più di un anno. Del resto, quel giorno ero stato io il primo a incoraggiarla; perciò, mi fece piacere ridere e scherzare con uno dei migliori amici di Filippo. Almeno lui ne aveva, e pure simpatici.
«Beh, se vuoi ci prendiamo a cazzotti io e te e vediamo chi tra Fil e Samuele sarà più premuroso.»
Valerio scoppiò in una risata roca e mi diede una vigorosa pacca sulla schiena. Nel caso di uno scontro tra noi due, non c'erano dubbi che mi avrebbe fatto il culo a stelle e strisce.
«Se non fosse che il piccolo demonio si metterebbe subito a piangere vedendoti con un occhio nero, avrei accettato la sfida!»
***
«Siamo a casa!» La voce di Valerio riecheggiò nell'ingresso silenzioso e due figure si mossero di soprassalto alla nostra destra, colte alla sprovvista.
Samuele e Filippo si erano accoccolati sul divano e stavano ascoltando qualcosa condividendo le cuffiette. Abituato a essere tradito, il mio primo istinto fu una cocente fitta di gelosia, ma vedendo Valerio che li osservava tranquillo mi diedi dello stupido coglione. Filippo non era Brando; perciò, rivalutai la scena che avevo davanti come... tenera.
«Siete tornati finalmente!» Filippo scattò in piedi per saltarmi subito al collo, come se non mi vedesse da giorni invece che solo da un paio d'ore. Immersi il naso nei suoi capelli che profumavano di albicocca e inalai la mia dose di felicità.
«Avevi paura che scappassi via?» Gli sussurrai con dolcezza. Strofinò la faccia sul mio collo mugolando un impercettibile "un po'"; potevo percepire i suoi timori da come tremava contro di me. Il cuore mi stava scoppiando nel petto da quanto avrei voluto dirgli che non aveva proprio niente di cui preoccuparsi, perché lo amavo ed ero solo suo.
Lo senti, Scheggia, senza che debba dirlo a voce alta? Ho paura che se pronunciassi quelle due parole tutto si spezzerebbe come se fosse un incantesimo.
«Non vado da nessuna parte, Scheggia.»
Il mio posto è con te.
***
SPAZIO AUTRICE: Buongiorno 💕 Brando se ne è andato davvero... ha rispettato la volontà di Enrico ma ha lasciato una lunga lettera piena di dolore ❤️🩹 è la prima volta che vediamo i suoi pensieri più intimi... forse avrebbe dovuto pensarci prima 🥲
Niente scontro con Valerio dunque 😂
Enrico ha ammesso ufficialmente di amare Filippo 🥹💕 non ce n'era bisogno caro... lo sapevamo già tutti 💕
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina, e ricordate che ogni feedback è sempre gradito 🫶🏻
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