Capitolo 13: It's my birthday!
Non smettere
mai di sognare,
solo chi sogna
può volare.
Finalmente era il mio compleanno.
Il 7 agosto!
Non so se dire finalmente o sfortunatamente. Ho sempre odiato quel giorno, mi ricorda costantemente che sono sola al mondo e che a nessuno importa di me. Un giorno in più per ricordarmi, con ancora più accentuazione dei giorni precedenti e a seguire, quanto io non valga niente e che non sarei dovuta nascere. In fondo, è la verita. I miei non volevano una terza figlia, sono semplicemente capitata. Ma oggi... Forse sarebbe stato diverso, per non parlare che oggi sarei andata finalmente a New York. Ero eccitata per ciò. Non avevo dormito molto, avevo passato tutto il tempo a rigirarmi tra le lenzuola.
Motivo per il quale mi sono svegliata alle cinque, con tutto che il volo sarà alle tredici. La prima cosa che ho fatto appena sveglia è stato aprire la finestra della mia stanza e prendere un bel respiro. Non ci si concentra mai sul proprio respiro, dimenticandoci molte volte che è ciò che ci tiene davvero vivi. Senza l'aria nei polmoni, finiremo per andare in asfisia. Nella prima fase si cercherà di prendere più aria possibile, il corpo stesso farà in modo che tu non muoia. Nella seconda fase si ha un annebiamento della coscienza, convulsioni, perdita dei riflessi e alla fine si sviene. Nella terza fase, le pupille si restringono e si rischia il coma. Nell'ultima fase non vi è più nulla da fare. Motivo per il quale dobbiamo ricordarci di quel movimento così involontario, del quale non ci arcogiamo neanche di fare. Prendo un altro respiro e mi ricordo che sono sopravissuta un altro anno.
Dopo di che, lascio la finestra ancora aperta e mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia fredda. Si dice che la doccia fredda migliora e stimola la circolazione del sangue e aiuti anche la pelle. Inoltre, con questo caldo non mi va di certo di scottarmi con l'acqua calda. Finita la doccia, decido di indossare un vestito rosa a scacchi, con al centro dei brillantini. Ai piedi metto dei sandali bianchi, mi trucco un po'. Metto un lip-gloss, cipria, mascara e un po' di obbretto rosa agli occhi e decido di farmi una coda alta, lasciando le ciocche davanti libere. Salto in aria quando sento la porta aprirsi ed entra Jane.
«Tesoro, sei già sveglia?» mi chiede e quando mi giro, i suoi occhi si illuminano e diventano più lucidi.
«Oh, Summer. Sei bellissima!» mi dice, si avvicina e mi chiede il permesso per abbracciarmi. Quando glielo do, mi stringe forte quasi a mancarmi l'aria.
«Buon compleanno, tesoro mio.» si distacca e mi fa cenno di sedermi sul letto vicino a lei. Quando ubbidisco, lei mi sorride. «Ricordati oggi è un giorno speciale. Sai perché?» le faccio cenno di no e il suo sorriso si affloscia leggermente, prima di riprendere a splendere più di prima. «Perché è nata una nuova stella, tu. Non ti avrò dato io la luce ma in questo mese e mezzo mi sono affezionata a te. Sei diventata la mia seconda bambina e non posso non essere orgogliosa di te e di ogni tuo piccolo grande passo verso la vita.» inizia a piangere e senza accorgermene anche io sto piangendo e tutto lo sforzo per creare un trucco decente di prima è stato annulato. Lei mi abbraccia e rimaniamo così per qualche minuto.
«Andiamo! Dobbiamo aggiustare questo trucco e poi dobbiamo andare giù dove ti aspettano delle sorprese.» mi dice, con il sorriso che è tornato a illuminarle il viso. Dopo aver aggiustato il mio trucco, stiamo per scendere giù ma lei mi ferma. «Summer, voglio che tu sappia che non voglio sostituirmi a tua madre ma se vorrai potrai considerarmi come una seconda mamma sulla quale poter contare. Volevo che lo sapessi.»
«Così mi rimetto a piangere.» le dico e lei mi stringe un'ultima volta, indicandomi di scendere le scale.
Quando mi dirigo verso la cucina, vedo che vi è Michael, Elijah, Ellen, Mason, Rachel, mia madre e le mie sorelle.
«Auguri!» urlano e Mason tiene i pancake con sopra le candele. Rachel corre ad abbracciarmi e la stringo a me.
«Auguri sorellona.» dopo di ciò scoppio di nuovo a piangere. Non avrei dovuto truccarmi questa mattina. Meno male che quando lo avevamo ritoccato, Jane mi aveva fatto usare prodotti waterpluf. Mason si avvicina a me.
«Esprimi un desiderio.»
Fai che non sia un sogno. Ti prego, non togliermi ciò.
Spengo le candele, lui posa i pancake sul piano e mi stringe a sé mentre io cerco di controllare i singhiozzi.
«Va tutto bene.» mi accarezza dolcemente.
«Te lo meriti, moon.» mi sussurra prima di lasciarmi andare. Mia madre mi stringe a sé, seguita poi da Elijah, Ellen e Michael. Successivamente guardo le mie sorelle.
«Auguri.» dicono in concomitanza e le ringrazio.
«Guarda cosa ho fatto per te!» mi dice Rachel mostrandomi un disegno e poi una lettera con su scritto: "Auguri di buon compleanno Summer. Ricordati sempre che sei bellissima. Non puoi non esserlo, sei la mia sorellona. I miei fratelli sono sempre bellissimi."
La stringo a me senza volerla lasciare andare e ricominciando a piangere.
«Perché piangi? Non ti è piaciuto?» mi chiede lei.
«Piango perché è troppo bello, sorellina.»
«Guarda i pancake!» mi dice Elijah, abbracciandomi e faccio come dice lui e vicino al piatto vi è un bigliettino. Lo leggo e sopra vi è scritto: "La tua semplice assenza si fa sentire molto più della presenza di chiunque altro. William Shakespeare" Lo guardo scioccata e lui mi indica Mason.
«Il merito è suo.» così vado in contro a lui, che mi stringe tra le sue braccia.
«Vuoi vedere i tuoi regali?» mi chiede Michael e faccio un cenno leggero con il capo. La prima è la mamma con le mie sorelle.
«Non è molto ma speriamo che ti possa piacere.» mi offre un pacchetto e lo apro senza aspettare e vi trovo una copia di Orgoglio e Pregiudizio, inizio a saltellare dalla gioia e le stringo a me.
«È bellissima, grazie.»
Loro mi sorridono, prima di passare al turno di Elijah ed Ellen che mi posizionano davanti una scatoletta. L'apro e vi trovo un bracciale in argento Love di Cartier.
Poso il bracciale e vado ad abbracciare Elijah ed Ellen, che mi stringono a loro.
«Le sorprese non sono ancora finite, hai da aprire il nostro regalo.» mi dice Michael, porgendomi la mano che decido di prendere.
«Chiudi gli occhi.» mi chiede e io obbedisco, mentre lui mi tiene le mani e mi guida. Indicandomi quando vi sono sgradini o dove girare. Sento la porta principale aprirsi e successivamente mi aiuta a scendere i gradini della casa.
«Apri gli occhi, Summer.» obbedisco e mi vedo pendolare davanti agli occhi delle chiavi. Le guardo meglio e quando guardo vedo che sono di una Porsche 911. Li guardo sconcertata, non capendo.
«È tua.» mi dice Michael.
«No, non posso accettare. È davvero troppo e poi non ho la patente.»
«La patente puoi sempre prenderla, moon, e io ti aiuterò. E poi non è troppo, non ci dovrai dare nulla. Tranquilla.» mi dice Mason, faccio di no con la testa. Lui prende le chiavi dalle mani di suo padre e me le porge.
«Ora è tua.» altre lacrime mi rigano il volto. Meno male, che oggi non dovevo piangere. Mason mi stringe a sé, accarezzandomi la schiena.
«Te la meriti, più di quanto tu possa mai pensare.» rimaniamo così per un po', senza che nessuno proferisca parola.
«Passa il restante del tempo con la tua famiglia, verso le undici ci partiamo per andare a prendere l'aereo.» mi dice Mason, lasciandomi andare.
Gli altri ci sorridono e alla fine mi lasciano da sola con mia madre e le mie sorelle.
«Come ti trovi?» mi chiede mia madre.
«Bene, come puoi vedere.» dico e il suo volto si segno per qualche secondo di sofferenza. Forse sofferenza per non essere riuscita lei stessa a darmi tutto ciò. Le mie sorelle rimangono in silenzio per un po' senza proferire parole. Non che ne avessero mai proferite molte.
«Quindi andrai a New York?» mi chiede Meghan e le faccio segno di si.
«Queste sono le fortune delle vita.» dice Leyla e non riesco a capire se lo dice con cattiveria o meno. Sembra tanto che pensi che non mi meriti ciò, a differenza sua. Ma non ci voglio pensare, non voglio rovinarmi il mio compleanno. L'ho sempre fatto ma per una volta non voglio che accada ciò.
Passo le ultime ore con mia madre e le mie sorelle. Non parliamo molto e sinceramente sembra che le cose si siano sempre di più raffreddate. Ma non voglio pensarci, almeno per questa giornata e per tutta la mia permanenza a New York. Sarebbe stato il primo viaggio della mia vita e non volevo rovinarmi quell'esperienza.
Poco prima delle undici, mia madre e le mie sorelle se ne erano andate e poco dopo erano arrivati i ragazzi.
«Buon compleanno, cognatina!» mi dice Cole, quando mi vede. Mi prende in braccio e inizia a girare come una trottola.
«Mettimi giù!» dico tra le risate e dopo poco obbedisce.
«Scusa ma sono così felice!» mi dice lui, abbracciandomi con una presa molto forte. L'abbraccio anche io e lo ringrazio.
«Lasciala respirare, idiota. O piuttosto di festeggiare il suo compleanno finiremo per festeggiare il suo funerale.» gli dice Allison. Lui si distacca e mi sorride timidamente, portandosi la mano tra i capelli con fare nervoso. Successivamente vengo pervasa dalle ragazza, prima Sophia e poi Allison. Mi stringono a loro volta e io ricambio.
«Auguri!» mi gridano entrambe. Forse quella che ha gridato è stata Sophia ed Allison l'ha semplicemente detto in tono normale. Dopo di che, fu il turno di Brandon che si avvicina con passo felpato, facendomi un cenno con il capo.
«Auguri.» sussurra e lo ringrazio.
«Perfetto! Adesso è l'ora di partire!» grida Mason, venendoci incontro con le valigie seguito dalla sua famiglia.
Sua madre mi stringe e mi dice di chiamarla per ogni cosa e di farmi sentire più volte all'interno di una giornata. Michael mi dice solamente di divertirmi e di godermi New York, che è davvero magica. Stringo anche Elijah ed Ellen e poi quando tocca Rachel, la bambina scoppia in lacrime.
«Sarà solo per una settimana.» le dico, stringendola tra le mie braccia e abbassandomi al suo livello.
«Voglio venire con te.»
«La prossima volta, va bene?» lei fa il muso.
«Tornerai, vero?» mi chiede con il muso che le trema.
«Sempre.» lei mi fa un sorriso dei suoi e mi lascia andare. Mason prende le mie valigie e mi fa segno di entrare nella limousine che abbiamo preso per quell'occassione. Saluto tutti un'ultima volta prima di entrare nell'abitacolo.
Dopo poco che la limousine parte, Cole inizia a parlare.
«È la tua prima volta a New York, vero? È bellissima, io ci sono stato cinque volte. Ogni volta mi emoziono sempre di più.»
«Tu ti emozioni per tutto, tesoro.» dice Allison, prendendo lo champagne che si trova all'interno della limousine e riempie un bicchiere, porgendomelo.
«Non bevo, grazie.» le dico ma lei insiste.
«È il tuo compleanno, dobbiamo festeggiare! Dai bevi.» mi dice porgendomi nuovamente il bicchiere, che questa volta prendo.
«Se non vuoi bere, non devi. Non ti devi sentire obbligata. Ci si può divertire senza dover bere.» mi dice Mason, gli sorrido e gli faccio cenno di tranquilizzarsi.
Allison, riempie anche i bicchieri degli altri.
«Facciamo un brindisi. A Summer, grazie per essere entrata nelle nostre vite.» dice Allison e facciamo tintinnare i bicchieri. La ringrazio e successivamente parliamo un po' del più e del meno per il resto del tragitto fino all'aereoporto.
Quando arriviamo nel luogo preciso, Mason mi aiuta a scendere e vedo che davanti a noi si trova un jet privato.
«Andremo con ciò?» chiedo e loro quasi mi ridono in faccia per via della mia espressione scioccata e mi fanno cenno di si. Quasi, quasi mi metto a correre per le scale e per un pelo non stavo per cadere se non vi fosse stato Mason a tenermi. Quando arrivo all'interno del jet, mi guardo intorno. I sedili sono in pelle, vi sono dei tavolini ricolmi di cibo. In questo momento sembro una bambina che è entrata in un negozio di gioccattoli ma per me tutto questo è nuovo. Non ho mai preso in vita mia un aereo e pensare che oggi prenderò un jet privato.
«Calma l'entusiasmo, principessa. È solamente un jet privato.» mi dice Brandon.
«Davvero siete così tanto abituati a prenderli tutti i giorni che sono solamente dei jet privati?» chiedo con un sopraciglio alzato e lui mi fa spallucce.
«Vedrai, la parte bella deve ancora accadere.» mi dice Cole, venendo nella mia direzione.
«Quale parte?» chiedo e vedo Mason fulminarlo.
«Intende New York, ora rillassati e goditi il jet. Saremo a New York fra sei ore.» mi dice e mi si siede affianco. Guardo per tutto il tempo fuori dal finestrino, sorridendo tutto il tempo e vedo Mason guardarmi con il sorriso negli occhi. Gli altri parlano ma non li ascolto molto, presa ad ammirare l'esterno.
«Mi viene da vomitare.» dice Cole, dopo due ore di volo.
«Non ti azzardare a vomitare!» gli dice Brandon, puntandogli un dito contro.
Allison gli passa un sacchetto.
«Se proprio devi farlo, fallo lì e in silenzio.»
«Come faccio a vomitare in silenzio?» chiede Cole, prima di vomitare per davvero. Innoridita da ciò, mi rigiro nuovamente verso il finestrino. Quando atterriamo, Cole ha già vomitato altre due volte.
Scendiamo le scale e Mason mi porge il braccio per aiutarmi. Saliamo su un'altra limousine, che ci conduce a New York.
«Ti senti meglio?» chiedo a Cole.
«Penso di si, anche se ho ancora lo stomaco in subuglio.» dice.
«Quando arriviamo in camera poi ti do qualcosa per la nausea. Ho portato tutto il kit medico ma è tutto all'interno della valigia.» dice Sophia e lui la ringrazia.
Nel frattempo guardo i grattacielli passarci davanti a una velocità innaudita. Sembra tutto così piccolo in confronto a ciò. Mi fa sentire ancora più insignificante ma allo stesso tempo mi ricorda cosa può realizzare l'uomo.
Quando la limousine si ferma e scendiamo, rimango scioccata da ciò che vedo. Ci troviamo davanti al Plaza.
Rimango immobile a guardare l'edificio, quando Mason mi tocca il braccio togliendomi dal mio stato di schock. «Vogliamo entrare?» mi chiede e ancora incredula gli faccio cenno di si. Qualcuno porta le valigie all'interno. Entando mi guardo attorno.
Il pavimento è di marmo lucido color crema e oro, vi sono dei lampadari di cristallo, decorazioni in oro e avorio che creano un'atmosfera regale. Al centro della sala vi è un tavolo rotondo con una composizione floreale, vi sono poltroncine e divani in velluto dopo sostare. A destra si trova il banco della reception, anche esso in marmo con decorazioni dorate. Alle spalle della reception vi è una parete riccamente decorata con motivi classici e vi è anche un grande orologio. A sinistra vi è una maestosa scala con ringhiera in marmo battuto e dettagli in oro.
Mason si dirige verso la reception, chiedendo di vedere il direttore. La ragazza lo va a chiamare. Qualche minuto più tardi ci si avvicina un uomo sulla cinquantina con i capelli bianchi.
«Mason!» lo saluta l'uomo abbracciandolo.
«Come stanno i tuoi genitori? Non si vedono da un bel po'.»
«Stanno bene, sono stati impegnati a Los Angeles. La mia suite è pronta?» l'uomo gli fece cenno di si e gli diede le chiavi. Poco dopo ci accompagnarono in quella che è la nostra stanza. Anche se considerarla così è riduttivo.
Appena si entra vi è un maestoso ingresso con pavimenti in marmo che conduce al soggiorno con vista su Central Park, esso è decorato con divani e poltrone in velluto, tavolini in legno e dettagli classici come gli specchi dorati, opere d'arte e un pianoforte a corde. Successivamente al soggiorno si va nella sala da pranzo dove vi è un grande tavolo in legno con posto per dodici persone, sedie rivestite in velluto con dettagli dorati, un lampadario in cristallo posizionato sopra il tavolo, vi sono anche candelabri, centrotavola floreali e opere d'arte. Addiacente alla sala da pranzo vi è la biblioteca con scaffali in legno piedi di libri, poltrone imbottite e una scrivania. A seguire vi è la cucina completamente attrezzata con elletrodomestici di alta gamma.
La prima stanza da letto ha un letto king-size con testata imbottita e rivestita in tessuto pregiato, decorata con dettagli in oro. I comodini sono in legno, le lampade in cristallo, vi è poi un divano imbottito ai piedi del letto e una chaise logue vicino alla finestra. Vi sono grandi finestre con tende pesanti in seta, con vista sul Central Park. Vi è un bagno privato con pavimenti in marmo, una vasca da bagno freestading, doccia a pioggia e doppio lavabo. Inoltre, vi sono vari prodotti di lusso. Poi vi è un'area spogliatoio con armadi spaziosi e specchi a figura intera.
La seconda camera ha anche esso un letto king-size. Vi sono delle poltroncine accanto al letto, tappetti persiani, scrivania con sedia e un angolo lettura. Vista sulla città e un bagno en-suite con doccia a pioggia e lavabo singolo in marmo.
La terza stanza è la più piccola, anche essa ha un letto king-size. Vi sono dei comodini, una sedia imbottita e un piccolo tavolo. La vista è sul cortile interno del Hotel. Un bagno con doccia e lavabo in marmo.
L'ultima stanza è la palestra privata. Il pavimento è in legno, vi sono specchi a figura intera lungo le pareti. La vista è sul Central Park. Vi sono dei tapis roulant, cyclette, panca per esercizi con i pesi, tapettini da yoga e palle da pilates, un frigorifero con le bevande, uno schermo tv e un sistema audio.
Finito il tuour della suite, Mason ringrazia l'uomo che ci aveva accompagnati, gli da una mancia generosa e lo fa andare via.
«Allora cosa ne pensi?» mi chiede.
«Penso che posso svenire da un momento a un altro.» tutti si mettono a ridere a quell'affermazione. Poi le ragazze mi prendono per il braccio e mi portano dove vi sono le camere.
«Ormai sono le nove passate, quindi per questa sera ci rilassiamo. Svuotiamo le valigie, ci mettono il pigiama, mangiamo, beviamo e mettiamo un po' di musica. Ci stai?» mi chiede Allison e le faccio cenno di si.
«E non dimenticare la parte più bella, maschere viso per tutti.» dice Sophia, sorridendo e io inizio a saltellare come se fossi una bambina a Natale.
Con le ragazze iniziamo a svuotare le valigie, per poi essere raggiunte dai ragazzi.
«Dormirai con me per questa settimana.» mi sussurra Mason all'orecchio, appoggiando la sua mano al mio fianco. Sto per rispondergli che mi va bene, quando Cole si mette a frugare nella mia valigia e prende un paio di mutadine.
«Wow! Queste sono molto sexy!»
«Ridamelle!» gli urlo e provo a prenderle ma lui si sposta e alza di più il braccio. Così inizio a saltare ma senza risultati.
«Vieni a prenderle.» mi dice e inizia a correre per le scale, così faccio pure io.
«Dai Cole, ridagliele!» gli grida Mason.
«E va bene.» dice e me le lancia, peccato che esse finiscono sul lampadario. Sia io che Mason lo fulminiamo con gli occhi.
«Non volevo.»
«Ora sei un uomo morto!» gli urlo e lui inizia a correre per tutta la suite con me che gli sto dietro, mentre Mason cerca un modo per rimprendere le mutadine da lì sopra, senza dover rompere qualcosa.
Dopo dieci minuti ci riesce, grazie al bastone che serve per appendere i vestiti. Lo ringrazio e saliamo le scale, mentre continuo a incenerire Cole con gli occhi e lui tiene lo sguardo basso.
Quando arriviamo in camera o solo il tempo di udire Brandon parlare, prima di una fine vicina di quest'ultimo.
«Forse dovreste fare una sfilata per noi, non trovate?» dice lui, tenendo l'intimo di una delle due ragazze. Al suono di quelle parole Allison gli si sta per buttare sopra.
«Io ti uccido!»
Sophia la tiene stretta, aiutata successivamente da Mason.
«Che ne dite di calmarci tutti?» chiede quest'ultimo, ottenendo un consenso generale. Dopo che tutti si sono calmati, scendiamo giù e mettiamo un po' di musica, la prima canzone la scelgo io e metto "Me, myself & I".
Iniziamo a cantare a squarciagola e a ballare. Successivamente Allison apre un'altra bottiglia di champagne e inizia a versarlo nei bicchieri porgendogeli.
«Questo è per voi e questo è per me.» dice, tenendosi il restante della bottiglia e bevendo da lì.
Sorridiamo e la guardiamo salire su uno dei divani, ballare e bere dalla bottiglia. Così, decido di unirmi a lei. Salgo sul divano e inzio a ballare, seguita poi da Sophia.
I ragazzi ci guardano un attimo ma poi si uniscono anche loro. Balliamo e saltiamo da un divano a un altro, beviamo e ci fermiamo solo quando bussano alla porta.
«Voi sedetevi e fate i bravi.» ci dice Mason, prima di andare ad aprire. Poco dopo torna con un carello pieno di cibo e con una torta.
«Non vi può essere un compleanno senza torta. È al cocco come piace a te e senza lattosio.» corro verso di lui e gli getto le braccia al collo.
«Vogliamo spegnere le candeline, così possiamo mangiare? Io ho fame.» dice Cole, che viene fulminato da tutti.
Dopo di che, tutti iniziano a cantare tanti aguri.
«Esprimi un desiderio!»
Chiudo gli occhi e per la seconda volta in un giorno desidero semplicemente che tutto questo non finisca.
Uno a uno vengono ad abbracciarmi, tagliamo la torta e inziamo a mangiarla, insieme al resto del cibo.
«È arrivato il momento di spacchettare i regali!» urla elettrizzata Sophia. Per poi passarmi un pacchetto, lo apro e ci trovo una borsa nera di Saint Laurent. Grido di gioia e l'abbraccio.
«È bellissima, grazie.»
«Di nulla, te la meriti.»
«Ora è il mio turno, apri il mio.» mi dice Allison, porgendomi un altro pacco.
Lo apro e ci trovo le edizioni illimitate di: Peter Pan, La bella e la bestia, Il meraviglioso mondo di Oz, La Sirenetta, Alice nel Paese delle meraviglie e Biancaneve. Salto dalla gioia e l'abbraccio. Non vi poteva essere regalo più azzeccato.
«Grazie!»
«Non c'è di che.»
«Ora è il mio turno!» dice Cole, passandomi il suo di regalo. Lo spachetto e ci trovo un peluche di orso, guardo la sua zampetta e vedo che è di marca. Lo stringo a me e ringrazio Cole.
«È bellissimo, come facevi a sapere che mi piacciono i peluche?»
«Me l'ha detto un uccellino.» e mi indica Mason, che mi sta già osservando e gli sorrido.
«Spero che ti piaccia.» mi dice Brandon, passandomi il suo regalo. Lo apro e vi trovo il pacchetto regalo della Yves Saint Laurent. Vi è il profumo da novanta mililitri, uno da dieci mililitri e un rossetto nude.
«E hai dei dubbi? È bellissimo!» gli dico, abbracciandolo. Lui è teso ma si fa abbracciare.
«Ora tocca al mio.» dice Mason e lo guardo perplessa.
«Tu mi hai già fatto il regalo.»
Lui alza le spalle.
«Questo era la prima parte, questo è il vero regalo.» e mi porge una busta.
L'apro e ci trovo due biglietti per il concerto di The Weeknd a Londra. Non posso crederci, mi mancano le parole. Non so cosa dire.
«Puoi andarci con chi vuoi, è tutto pagato per una settimana.»
Staremo una settimana a Londra?
Mi sblocco e vado incontro per abbracciarlo, lui mi stringe a sé. Non ho intenzione di lasciarlo andare, sembra troppo un sogno per essere reale.
«Voglio che sia tu a venire con me.» lui mi stringe ancora più forte e lo sento sorridere.
«Volete la stanza tutta per voi o possiamo stare?» dice Cole, faccendoci allontanare.
«È l'ora delle maschere di bellezza!» dice Sophia, cercando di smozzare l'imbarazzo, e le sorrido felice.
Ci mettiamo il pigiama e ci mettiamo le maschere.
«Tranquillo, se te la metti non sarai meno macho.» dice Sophia mentre cerca di farla mettere a Brandon.
«A me piace farle.» dice Cole, mentre si ammira allo specchio.
Io ed Allison ci aiutiamo a vicenda e poi sento Mason abbracciarmi da dietro.
Giro il volto e gli sorrido.
Lui ricambia.
«Facciamo una battaglia di cuscini?» dice Cole.
«Si!» urlo elettrizzata.
«Se la festeggiata è d'accordo, va bene. Giochiamo a coppie, le ragazze sopra le nostre spalle.» spiega Mason. Ci mettiamo in soggiorno e formiamo le squadre: io e Mason, Sophia e Brandon, Allison e Cole.
Iniziamo a colpirci e a ridere. Così tanto, che la stanza si impregna delle nostre risate. Alla fine, ci sediamo esausti.
«Mason, suonaci qualcosa.» gli chiede Brandon e dopo poco tempo di esitazione si siede al piano forte.
«Io ho portato il violino, posso unirmi a te?» gli chiede Sophia e lui le fa cenno di si. I due si preparano e iniziano a suonare Boyfriend di Dove Cameron. Oltre a suonarla iniziano a cantarla e vedo la loro chimica. Impossibile che siano solo amici e che non si siano mai piaciuti. Impossibile che lei sia innamorata di Brandon, quando guarda Mason in quel modo. Lui la guarda e penso che anche lui ne sia innamorato.
Finiscono di suonare e li applaudiamo.
«È tardi e domani ci dobbiamo alzare presto.» dice Mason e nello stesso momento vediamo Cole sbadigliare.
Ci dirigiamo nelle nostre camere. Io e Mason dormiremo nella prima camera.
Diamo la buona notte agli altri e chiudiamo le porte.
«Grazie per tutto.»
«Non mi devi ringraziare, te lo meriti. E poi ti avevo promesso che ti avrei dato ogni cosa che tu desiderassi e io mantengo le mie promesse.»
Gli sorrido e mi avvicino al letto.
«Sicuro di voler dormire con me?»
«Allison e Cole danno calci quando dormon, Brandon russa. Direi di si.»
«E Sophia?» gli chiedo.
«Che c'è moon? Non vuoi dormire con me? Puoi dirlo tranquillamente.»
«Non mi importa con chi dormo, mi va bene dormire con te.»
Il suo sorriso si affievolisce un po'.
«Perfetto, allora dormi che domani dobbiamo alzarci presto.»
Obbedisco e mi giro sul fianco sinistro come mia consuetudine ma lui non fa come le altre volte, non mi abbraccia e si gira dall'altra volta. Dormiamo senza neanche sfiorarci.
Bentornati! Ci ho messo un bel po' a scrivere questo capitolo ma volevo che fosse perfetto, non so se ci sono riuscita ma spero che comunque vi piaccia. Cosa ne pensate? Quanti di voi vorebbero essere al posto di Summer? Io di sicuro! Pensate davvero che Sophia sia innamorata di Mason come pensa Summer? Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti!
Kiss, kiss! 💋💋
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