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Capitolo 6


<<scendete ragazzi devo dirvi una cosa>> ci urlò mamma dal soggiorno. Io uscii dalla mia stanza e Nigel fece lo stesso, ci guardammo senza capire il motivo di questa chiamata e scendemmo.

<<dicci mamma>> disse lui buttandosi sul divano con le gambe sopra le mie.

<<Allora vi ricordate di Caroline? La mia cara amica, la moglie di Jim>> ci chiese speranzosa.

<<ah si, vuoi dire Kelly>> dissi ricordandomi di quella santa donna. Si chiamava Caroline, ma fin da piccoli noi la chiamavamo Kelly, la definivo Santa perché era la madre di Duncan e Ryan, non so proprio come facesse a sopportare suo figlio maggiore.

<<si lei>> disse continuando tutta felice << mi ha chiamato ieri sera, siccome ha saputo che siamo tornati in città, l'ho invitata a cena sabato sera quindi tenetevi liberi, verranno anche i loro figli quindi non prendete impegni mi raccomando>> ci disse alzandosi dall'altro divano. Io mi alzai di scatto e la rincorsi in cucina.

<<io non posso sabato mamma, Ivy mi ha invitata a casa sua a dormire, non te lo avevo ancora detto>> le dissi rifilandole  la prima balla che mi era venuta in mente.

<<anche io mamma non ci sono, esco con i ragazzi e torno la sera tardi>> si intromise Nigel anche lui con una scusa.

<<beh ragazzi, sono sicura che i vostri amici non vi odieranno se per una volta non uscite con loro. Mi dispiace, ma per me è molto importante questa cena e mi piacerebbe che ci foste anche voi>> concluse guardandoci seria. Quando faceva così era sicuro che non avrebbe cambiato idea, così io e Nigel ci rassegnammo.

<<va bene>> rispondemmo all'unisono demoralizzati.

<<bravi, e ora a lavarsi le mani che è pronta la cena>> ci disse ritornando allegra. Io e Nigel ci dirigemmo verso il bagno al piano terra e parlammo tra noi.

<<non ho voglia di vedere Duncan anche a casa, anche perchè così il mio piano di evitarlo da qui alla fine della mia vita andrà a farsi fottere>> dissi stringendo la saponetta che avevo in mano come se fosse la testa di Duncan.

<<Non ti preoccupare, ho così voglia ti prenderlo a schiaffi che appena dice qualcosa lo prendo per il collo>> sembrava che davvero lo odiasse tanto quanto me. 

<<odio distruggere i tuoi piani Nigel, ma anche lui è messo bene e potrebbe risultarti più difficile del previsto stenderlo>> dissi con un sorrisetto.

Prese un po' d'acqua con le mani e me la buttò addosso facendomi saltare all'indietro.

<<questa me la paghi Nigel>> gli dissi con un sorrisetto. Presi anch'io dell'acqua con le mani a conchiglia e gliela buttai addosso. Lui rimase un po' spiazzato, ma dal modo in cui mi guardava capivo che era l'inizio di una guerra.


<<ragazzi, ma che avete combinato?>> ci chiese mamma. <<avete allagato il bagno!>> continuò guardandoci storto. Io e Nigel eravamo fradici, i nostri vestiti erano schizzati e i capelli gocciolavano acqua, decisi di farmi uno chignon in modo tale da non continuare a gocciolare per terra e far arrabbiare di più mamma.

<<ora dritti in camera, mettete dei vestiti asciutti e scendere che si cena>> ci disse con il braccio rivolto verso le scale e l'altra mano sul fianco, io e Nigel salimmo a testa, strinsi le labbra per cercare di trattenere una risata che l'avrebbe solo fatta infuriare di più. 

Scendemmo tutti e due dopo pochi minuti con vestiti puliti e capelli ancora bagnati, per cena mamma ci aveva cucinato il nostro piatto preferito: polpettone con patate.

<<bene ragazzi, ora devo andare a dormire che domani mattina devo svegliarmi presto per andare al lavoro>> ci disse Max augurandoci la buona notte e dando un bacio a mamma. Dopo che se ne fu andato Nigel si buttò sul divano a vedere una replica di una partita di calcio mentre noi mettevamo a posto la cucina, vedendola stanca però decisi di farla andare a riposare.

<<vai anche tu a riposare mamma, qui ci pensiamo io e Nigel>> gli dissi.

<<oh grazie tesoro, oggi sono particolarmente stanca>> mi rispose sbadigliando e avviandosi al piano superiore.

<< Nigel alza le chiappe dal divano e vieni qui a darmi una mano>> gli urlai dalla cucina.

<<Dai sorellina c'è la partita non puoi farmela perdere>> piagnucolò lui dal divano. Faceva sempre così, quando avevo bisogno di lui in casa trovava sempre una scusa per non aiutarmi. Mi avviai verso il soggiorno e gli spensi il televisore facendolo saltare sul posto.

<<noo>> urlò mettendo le mani nei capelli e guardandomi male.

<<Melinda quante volte ti devo dire che non mi devi mai spegnere la televisione >> mi urlò seguendomi in cucina.

<<si lo so, ma ti devo parlare di una cosa importante>>gli dissi chiudendo il rubinetto, mi appoggiai al bordo del lavandino e lo guardai seria. <<non vedo molto bene mamma, è sempre debole, si stanca facilmente e non so cosa andare a pensare>> gli dissi sinceramente, lui sospirò.

<<si l'ho notato anche io>> mi confessò <<in più Max è sempre fuori>> continuò.

<<si sta allontanando sempre più da noi..>> dissi <<però magari non è niente e siamo noi che ci stiamo facendo viaggi mentali inutili solo con il risultato di farci preoccupare per niente>> conclusi e sperai allo stesso tempo.

<<si deve essere così>> mi sorrise finendo di asciugare gli ultimi piatti che gli stavo passato.

<<hey ti va di fare una partita a carte?>> mi chiese appena finimmo in cucina.

<<non ti è bastata l'ultima batosta che ti ho dato?>> chiesi ricordandomi di come si era infuriato dopo aver perso ben sette mani.

 Ci sedemmo ognuno nel divano opposto all'altro lasciando il tavolino al centro per posizionare le carte.
Avevo vinto tre mani su quattro e non potevo dire di non essere stata al settimo cielo e di non aver preso in giro Nigel tutte le volte che perdeva.

<<va bene, direi di andare a letto che domani dobbiamo alzarci presto>> mi disse ritirando le carte.

<<Paura che ti batta ancora? M poi domani è sabato Nigel, perchè dobbiamo svegliarci presto?>> chiesi mettendo le carte nella scatola.

<<Mel, mi avevi detto che domani venivi in palestra con me, da quando siamo tornati non l'abbiamo ancora vista>> mi ricordò lui. Era vero, a Brooklyn andavamo tutti i sabati più due pomeriggi a settimana, in effetti mi mancava allenarmi.

<<va bene, per che ora mi devo svegliare?>> chiesi

<<per le 9, così saremo in palestra verso le 10 e facciamo con calma>> mi informò

<<va bene. Notte Nigel>> gli dissi entrando in camera mia, ma i fermai a guardare la porta alla quale mancava qualche cosa, sulla vecchia porta a Brooklyn avevo chiesto a un mio amico di dipingerla, così pensai che se qui avessi trovato qualcuno glielo avrei chiesto.

<<notte Mel>> mi augurò Nigel mandandomi un bacio volante ed entrando in camera sua.




Mi svegliai di botto dopo aver fatto un altro incubo, non li sopportavo più. Ero stata anche da uno strizzacervelli qualche anno prima, mia madre sperava che così sarebbero scomparsi "Melinda devi affrontare il dolore oppure non ne uscirai mai" non faceva che ripetermi il dottore, ma io non avevo un bel niente da affrontare, la morte è una cosa che arriva e basta, non puoi affrontarla, arriva senza che te lo aspetti e ti porta via tutto.

Mi alzai dal letto cercando di rispedire nella fossa i ricordi e andai in bagno. 

Tornai in camera per prepararmi e mi misi la mia tenuta sportiva, odiavo cambiarmi negli spogliatoi, quindi mi preparavo sempre prima a casa. Indossai  un leggins lungo grigio scuro abbastanza aderente e una canotta sempre grigia con la parte superiore bianca, per ultimo mi misi le scarpe da ginnastica nere e scesi giù in cucina a fare colazione trovando già Nigel con una ciambella in bocca.

<<ma tu mangi sempre?>> chiesi sedendomi vicino a lui.

<<che c'è? Ho fame>> chiese con la bocca piena.

<<lo sai che non è educato parlare con la bocca piena>> lo riprese mamma che stava entrando in cucina con due borse sotto gli occhi, io e Nigel ci guardammo pensando la stessa cosa.

<<mamma tutto bene?>> chiesi io un po' preoccupata, lei mi guardò stranita.

<<certo che sto bene tesoro che domande>> mi rispose sorridendo, ma non con il suo solito sorriso, era un sorriso spento.

Quando finimmo di fare colazione ci avviammo verso la macchina dopo aver preso le giacche e il borsone che avevo preparato la sera prima con dentro borracce, asciugamani e documenti. La palestra era abbastanza lontana da casa nostra, infatti ci vollero 45 minuti per arrivarci, era più grande di quella che frequentavamo a Brooklyn.

<<Nigel io vado in spogliatoio a lasciare la borsa tu intanto vai alla reception a prendere le carte>> gli dissi, lui annuì e si avviò alle reception, attraversai la palestra per entrare nello spogliatoio femminile e tirai fuori dal borsone i due asciugamani che ci eravamo portati assieme alle borracce, mi feci una coda alta e raggiunsi Nigel.
Da lontano vidi che la ragazza che della reception aveva una mano sull'avambraccio di mio fratello e le sorrideva con le labbra tinte di rosso scuro, ci stava provando spudoratamente.
Andai verso di lui e mentre mi avvicinavo sempre di più decisi di fargli uno scherzetto.

<<hey tesoro, ecco il tuo asciugamano>> gli dissi mettendogli l'asciugamano sulla spalla e mettendomi a fianco a lui. Lui si girò a guardarmi in malo modo avendo capito il mio gioco, ricambiai con un'espressione angelica, ma dentro stavo ridendo come una pazza.

<<grazie>> mi rispose tra i denti.

<<hai già chiesto le nostre tessere?>> chiesi sbattendo le ciglia.

<<no, non ancora>> mi disse <<noi abbiamo chiamato qualche giorno fa e siamo già registrati, i codici sono 83426 e 83427>> in quella palestra bisognava registrarsi al telefono per motivi di sicurezza dei dati personali, loro poi ti davano un codice che dovevi presentare per ricevere la tessera. La ragazza controllò al PC per poi dirci che era tutto a posto e dandoci le nostre tessere.

<<C'era proprio bisogno di quel teatrino Mel? magari potevo combinarci qualcosa>> Disse mentre ci allontanavamo. 

<<non so di cosa tu stia parlando>> risposi sorridendo furba.

<<si e io vado in giro con un tutù rosa>>  ridacchiò mentre io alzavo gli occhi al cielo.

<<e comunque non credere che non abbia visto che assieme alle carte, ti ha passato anche un fogliettino, non ci vuole molto a capire che ci ha scritto il suo numero>> dissi facendolo ridere.

<<si, magari un giorno di questi la chiamo anche>> rispose facendomi l'occhiolino.

<<Dio Nigel, sei impossibile>> risposi ridendo. Quella situazione si ripeteva ogni volta e lui puntualmente chiamava la povera sfortunata e ci usciva un paio di volte per poi dire che non era il suo tipo e piantala in asso.

Mentre lui si dirigeva verso i pesi, io andai ai tapiroulan. Mi avvicinai, feci un po' di stretching e cominciai a correre,avevo sempre amato farlo, sopratutto con le cuffiette nelle orecchie e i Maroon 5 a tutto volume.

 La medaglietta che avevo appesa al collo continuava a salterellarmi sul seno dandomi fastidio. Così cominciai a rallentare il passo fino a fermarmi per poterla togliere e appoggiare sul ripiano davanti a me. Quella collana era tremendamente importante, mi era stata regalata per il mio settimo compleanno. In quel periodo mi ero fissata con quelle piastrine militari, così ne ricevetti una, ma anziché esserci scritti i dati personali c'era scritta la frase di una delle mie canzoni preferite degli NCYNC  facendola diventare ancora più speciale.


DOMANDA DI OGGI:
AVETE ANIMALI?
    -no, ma ne ho avuti molti.

BACI BACI Alice💋

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