Capitolo 5
Una voce mi distolse dai miei pensieri facendomi alzare lo sguardo e trovandomi 18 persone a fissarmi.
<<Clark, la mia lezione non ti interessa?>> mi chiese la prof di Geografia guardandomi storto. Non mi ero neanche accorta di essermi incantata a guardare fuori dalla finestra.
<<no prof, mi sono solo distratta un attimo, mi scusi>> mi affrettai a rispondere.
<<sarà meglio che non accada di nuovo>> mi disse in modo brusco.
Quella era una di quelle professoresse che non vorresti mai come nemiche, per quanto mi sforzassi di andarle a genio facevo sempre qualche cosa che secondo lei era inaccettabile e quindi finiva sempre per odiarmi un po' di più.
Per il resto della lezione mi concentrai e scrissi più appunti che potevo, sicura che le lezione successiva mi avrebbe interrogata. Al suono della campanella corsi fuori seguita a ruota da Ivy e uscimmo in giardino dove trovammo Alex e gli altri.
<<Hey Mel, dov'è Nigel?>> mi chiese Dean.
<<è rimasto a casa, non si sentiva bene, si vede che si è preso qualche virus>> gli informai.
<<ragazzi guardate là, cosa succede?>> chiese Molly, ci girammo e vedemmo una massa di adolescenti tutti accalcati tra loro, così ci avvicinammo. Per la mia bassezza non riuscivo a vedere bene cosa stesse succedendo anche stando lì in mezzo.
<<Foster e Hilton si stanno picchiando>> ci informò qualcuno della folla, io cercavo di vederci qualche cosa, ma proprio in quel momento una voce gridò.
<< sta arrivando la Brown>> dissero alcuni ragazzi cercarono di andarsene spingendomi sempre più verso il centro mentre i due ragazzi continuavano a picchiarsi, Ivy cercò di tirarmi per la mano, ma era troppo tardi.
<<Foster! Hilton! Clark! Seguitemi subito in presidenza>> ci urlò la professoressa di geografia.
che culo proprio quella a cui sto antipatica...
<< Ma prof io non c'entro niente, ero qui per caso>> cercai di difendermi. Lei si girò e mi mandò un'occhiataccia, così senza aggiungere altro la seguimmo.
<<Signor preside, io trovo inaccettabile il comportamento di questi tre studenti! I signori qui presenti per poco non si ammazzavano a vicenda, mentre la signorina era lì a incitarli>> io sbarrai gli occhi stupita <<ci sarebbe anche da aggiungere signor preside che la signorina Clark non è mai attenta alle mie lezioni>> concluse.
<<Signor preside, mi perdoni, ma io non stavo istigando nessuno, mi sono ritrovata lì in mezzo a quel casino per caso, non c'entro assolutamente niente, per quando riguarda le lezioni, io ho sempre prestato attenzione è solo oggi che mi sono distratta un attimo>> risposi gentilmente al preside, in questo caso l'unico modo per salvarmi la pelle era essere gentile e rispettosa anche se dentro di me stavo bruciando di rabbia.
<<vuoi ragazzi avete qualche cosa da aggiungere?>> chiese ai ragazzi, ma loro al posto di rispondere si guardarono ed emisero un grugnito.
<<bene>> continuò il preside << in questo caso... Hilton e Foster, voi oggi resterete in biblioteca fino alle 17:00 e in più incontrerete lo psicologo della scuola insieme, due volte a settimana. Tu invece Clark starai in biblioteca a studiare la lezione della prof Brown fino alle 16:05.>> concluse guardandomi, poi continuò <<così imparerai fare più attenzione durante le lezioni e a non immischiarti nelle risse. Più tardi chiamerò i vostri genitori per spiegargli la situazione. E ora tornate in classe>> ordinò indicandoci la porta. Io scoraggiata e trascinando i piedi mi diressi verso di essa.
Fantastico, erano appena due settimane che ero tornata e già ero in punizione. Che scusa mi sarei inventata con i miei? Vabbè a quello avrei pensato più tardi, tanto li avrebbe chiamati il preside per "spiegargli la situazione" lo scimmiottai nella mia mente.
<<Piccola smettila di tenere la testa bassa, mi fai quasi tenerezza>> mi disse Duncan mettendosi a ridere.
<<Lasciala in pace in pace Foster, in fondo non ti ha fatto niente per entrare nei tuoi casini>> gli disse Hilton, di cui non sapevo ancora il nome.
Duncan assottigliò gli occhi e lo guardò male, mentre quei due facevano la guerra degli sguardi assassini io mi diressi in classe dove la lezione era già iniziata da mezz'ora, bussai e dopo un "avanti" entrai lasciandomi le cause della mia punizione alle spalle e chiudendo la porta dietro di me.
<<alla buon ora Clark, dove sei stata?>> mi chiese il prof già pronto a mettermi una nota, ma io fui più veloce di lui e gli consegnai il foglio datomi dal preside per giustificare il mio ritardo.
<<tenga prof, ero stata convocata dal preside>> gli disse con voce flebile, lui mi guardò per un po' e poi abbassò lo sguardo per leggere il foglietto, o meglio ciò che vi era scritto, mentre io raggiungevo il mio posto vicino a Ivy che vedendomi mi chiese subito cosa mi avesse detto il preside. Cominciai a spiegarle ciò che era successo, il tutto avvenne molto attentamente a che non ci sgamasse il professore.
Molto presto si fecero le 15 e quando gli altri uscirono tutti felici e spensierati per rientrare nella città piena di smog e passare un pomeriggio con gli amici, io mi stavo recando in biblioteca per scontare la mia pena.
Appena entrai presi un libro e mi misi su una poltrona con l'intenzione di leggere, ma fui disturbata dallo schianto che fece la porta non appena venne aperte da Duncan seguito da Hilton. Il primo vedendomi mi fece un segno con la testa, il secondo mi si avvicinò e si sedette sulla poltrona vicino alla mia.
<<so il motivo>> mi disse a bassa voce mentre osservava Duncan andare dall'altra parte della stanza. Io non capendo il senso di quella frase chiesi spiegazioni.
<<scusa come?>> lui sorrise e mi guardò con quei suoi occhi blu come il mare, non era niente male come ragazzo, aveva i capelli biondi ricci che gli cadevano un po' sugli occhi ed un fisico palestrato, non era al livello di Duncan, ma come lui faceva parte della squadra di rugby della scuola.
Melinda ma cosa stai dicendo, volevo prendermi a schiaffi.
<<so perché lo odi tanto. Duncan dico>> sbarrai gli occhi, non sapevo cosa dire così mi strinsi nel mio maglioncino cipria e comincia a giocare con un filo.
<<non so di cosa tu stia parlando>> dissi facendo la finta tonta, ma senza alzare lo sguardo.
<<invece io credo di sì, mi sono ricordato subito di te Melinda>> mi disse senza mai staccare gli occhi da me <<so chi sei e so cosa ti ha fatto Duncan per tutti quegli anni, ti ho riconosciuto per via della voglia a forma di coniglio sull'avambraccio>> io ripensai a quando poteva averlo visto e mi schiaffeggiai mentalmente per aver messo una maglietta maniche corte qualche giorno prima.
<<tu sai chi sono io, ma io non so chi sia tu, come la risolviamo?>> gli chiesi cercando di cambiare discorso.
<<Lucas, ma non cercare di cambiare discorso>> mi disse mostrandomi i suoi denti bianchissimi <<vedevo quello che ti faceva Duncan e i suoi amici, quanto ti hanno fatto soffrire.>> continuò abbassando la testa, io feci finta di nulla e aprii il libro che avevo in mano a una pagina a caso facendo finta di leggere, tanto per fargli capire che il discorso era finito lì.
<<va bene, ho afferrato il concetto, buona lettura Melinda>> mi disse a bassa voce avvicinandosi al mio orecchio e facendomi venire i brividi.
M'immersi nella lettura, sul serio questa volta, quando guardai l'orologio era quasi ora di uscire, mi guardai attorno e trovai due occhi scuri a fissarmi, arrossii di colpo non sapendo neanche il motivo, così riabbassai lo sguardo sul libro.
Sentii un fruscio vicino a me, mi girai e mi ritrovai davanti Duncan, feci finta di niente e tornai a leggere il libro. Questo fare finta di niente stava diventando un cosa fatta troppo spesso.
<<sai>> cominciò lui con voce roca <<il tuo sguardo mi ricorda tanto una bambina che conoscevo, era abbastanza bruttina e portava l'apparecchio, la prendevo spesso in giro per questo motivo, si chiamava Melany se non mi sbaglio, ricordo il suo sguardo ogni volta che mi vedeva nei paraggi>> disse.
<<perché mi dici questo, cosa centra con me?>> chiesi mostrandomi indifferente
<<perché tu un po' me la ricordi, la prima volta che ti ho vista nel corridoio avevi lo stesso sguardo. Chissà che fine avrà fatto quella bambina...>> disse lasciando la frase in sospeso.
<<Non ti interesserebbe vedere com'è ora?>> chiesi curiosa.
<<sinceramente non saprei, forse, tanto per vedere com'è diventata>> disse con non-chalance. <<magari è diventata gnocca>> disse facendo un sorrisetto furbo.
Non ci vedevo più dalla rabbia, ricordavo come si divertiva a trattarmi male e a farmi scherzi, ricordavo come era stato quando avevo trovato una rana viva nel mio armadietto, Duncan sapeva bene come mi facevano ribrezzo quegli animali e lo aveva usato contro di me. Mi aveva spaventata tanto che i giorni successivi avevo fatto aprire l'armadietto a Nigel.
<<Certo che sei veramente un verme, tratti di merda le persone e poi pretendi che queste sbavino dietro la tua magnificenza, o meglio, deficienza. Duncan io davvero non so come tu possa svegliarti tranquillo ogni mattina, fossi in te mi farei un bell'esame di coscienza, hai ancora un'ora, puoi iniziare subito>> e così dicendo, raccolsi in fretta le mie cose e uscii da quella stanza che era diventata soffocante tutta d'un tratto.
Gli avevo risposto. Per la prima volta lo avevo messo a posto e lui era rimasto senza parole, solo in quel momento capii il detto "can che abbaia, non morde". Ero felice di me stessa per avere trovato il coraggio di ribellarmi alle sue parole, non era giusto che si comportasse così, e finalmente lo avevo capito. Non ero io quella sbagliata, come mi ero sentita dire spesso proprio da lui, ma quello sbagliato era lui...
MI È VENUTA UN'IDEA, ALLA FINE DI OGNI CAPITOLO VI FARÒ DELLE DOMANDE ALLE QUALI RISPONDERÒ ANCHE IO OVVIAMENTE, IN MODO TALE DA CONOSCERCI MEGLIO, SONO TROPPO CURIOSAAA😊
VOLEVO ANCHE RINGRAZIARVI PER LE VISUALIZZAZIONI E LE STELLINE.
DOMANDA: DI CHE SEGNO SIETE?
-Saggittario ♐️
BACI BACI Alice💋
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