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Capitolo 42

L'arrivo in chiesa era previsto per le tre e noi, ovviamente, eravamo in ritardo. Faith aveva avuto difficoltà nell'infilare l'abito nella macchina, ci erano volute tre persone. Eravamo solo noi damigelle e lei nella vettura perchè gli altri si erano già avviati.

<<stai tranquilla, andrà tutto bene>> dissi alla sposa che si stava torturando le mani.

<<dici?>>

<<certo, è il tuo giorno, tu meriti il meglio>> le rispose Bet sorridendo

<<quando farai pace con mamma?>> chiese Faith cambiando discorso.

<<te l'ho detto, è il tuo giorno, non voglio rovinartelo>> dopo queste parole nessuno apri più bocca.

Le campane della chiesa cominciavano a sentirsi vicine, ci preparammo tutte a scendere in modo tale che quando la macchina si fosse fermata potessimo aiutare Faith. Una volta scese Marissa, la terza damigella, andò ad avvisare gli altri, e quando Faith fu fuori dall'abitacolo iniziò la marcia nuziale.

<<non ce la faccio>> disse ferma come una statua con i piedi piantati a terra.

<<è troppo tardi ora tesoro, devi andare>> le rispose Zia Rose che intanto ci aveva raggiunte.

<<non è vero non è troppo tardi>> disse Bethany intromettendosi. <<non lo è affatto, adesso possiamo prendere e scappare, andiamo dove vuoi tu. Se non sei sicura di voler sposare l'uomo che è alla fine della navata, non farlo, non sei costretta solo perché siamo qui. Ma se la tua è solo paura di quello che accadrà alla tua vita da adesso in avanti, è normale. Tu e Cole state assieme dall'era della preistoria, anni fa dicevi che l'uomo che un giorno avresti sposato era lui, quindi se non ne sei più convinta annulliamo tutto e andiamocene senza dare spiegazioni a nessuno, ma se hai solo paura... goditi quello che sta per succedere, perché ci sarà una sola volta in tutta la tua vita>>

Bet mi aveva lasciata senza parole, non aveva mai parlato in quel modo e solo allora notai quanto era maturata in queste poche settimane, le erano crollate addosso quelle poche certezze che aveva e lei aveva avuto il coraggio di tirarsi su, con un piccolo aiuto, ma comunque era stata coraggiosa.

Mia madre aveva un dolce sorriso sulle labbra, mentre Zia Rose era visibilmente sorpresa.

<<grazie Bet, sei davvero la sorella migliore che potessi desiderare>> disse Faith abbracciando la sorella.

<<bene! Ora basta abbracci, ragazze prendere i bouquet e andiamo all'altare!>> disse Zia Rose interrompendo bruscamente l'abbraccio tra le due sorelle.

Guardai Bet riuscendo a incrociare il suo sguardo e le feci segno di stare calma.
Preso il mio bouquet con rose bianche e rosa e mi misi dietro Marissa, il mio turno era dopo di lei.

Quando Mary arrivò all'altare, si mise alla sinistra del prete e io un piede dietro l'altro, percorsi la navata.
Duncan era lì. A fissarmi. Era decisamente imbarazzante la situazione, non potevo scappare, non potevo tornare indietro, potevo solo andare avanti lentamente. I miei occhi incontrarono nuovamente quelli del ragazzo che amavo e gli animali nella mia pancia si erano svegliati e stavano dando un party, le mani mi sudavano e sentivo che da un momento all'altro sarei caduta a causa delle gambe molli.

Come poteva un suo solo sguardo causare uno tsunami dentro di me?

Un piccolo sorriso inclinò le sue labbra e un lieve rossore salii sulle mie guance mentre abbassavo di poco la testa per nascondere un sorriso che, involontariamente, si era creato anche sul mio viso.

Intanto ero arrivata all'altare, mi misi di fianco a Mary e aspettai che arrivassero anche Faith e Bethany.


Il matrimonio era appena finito, tutti erano fuori dalla chiesa, i neo-sposini stavano finendo di salutare gli ultimi parenti di cui non sapevo nemmeno l'esistenza, mio fratello era sparito ed io ero in piedi ad osservare la gente davanti alla chiesa.

<<non te l'ho ancora detto, ma... sei bellissima>>

Mi girai per vedere chi aveva parlato, ma sapevo benissimo chi fosse.

<grazie, anche tu non sei male>> risposi concedendomi qualche secondo per ammirarlo meglio, lo smoking che aveva addosso lo faceva sembrare più alto e gli metteva in risalto il fisico, stava davvero bene.

<<hai finito di ammirarmi o devo mettermi in posa?>> chiese divertito, un rossore raggiunse le mie guance velocemente e spostai lo sguardo imbarazzata.

<<non ti stavo ammirando>> cercai di difendermi anche se ero stata sgamata in pieno.

<<farò finta di crederci>> disse cercando di nascondere un sorriso dietro alla sua solita faccia inespressiva, mi appoggiai a lui che mi abbracciò con un braccio mentre osservai tutta la gente che avevo in torno. Quello era decisamente il posto che preferivo, tra le braccia dell'unico ragazzo che aveva mai fatto breccia nel mio cuore.

Gli altri invitati cominciavano ad avviarsi alle macchine per raggiungere la location dove si sarebbe svolto il rinfresco e poi la cena, così cercai i miei genitori con lo sguardo e li trovai in mezzo alla folla che stavano parlando con una coppia e un ragazzo, supposi fosse figlio loro. Mi allontanai da Duncan per raggiungerli facendo attenzione a camminare sulle mattonelle altrimenti i tacchi sarebbero affondati nelle fessure, quando li raggiunsi mia madre mi prese per un braccio e mi spinse davanti a loro.

<<Eleonor lei è mia figlia Melinda>> disse lei alla donna di fronte a me.
Aveva i capelli rossi raccolti in una crocchia perfetta, senza nessun capello fuori posto, indossava un abito blu scuro che le arrivava fino al ginocchio, le scarpe in velluto blu avevano un tacco non troppo alto e il suo sguardo sembrava severo.

<<piacere di conoscerti Melinda, lui è mio marito Eliot e lui nostro figlio Ben>> mi disse, strinsi a tutti la mano e poi lei tornò a parlare.

<<Tua madre mi ha detto che hai un gemello, mi piacerebbe conoscere anche lui, ormai siete della famiglia da un po' e ci siamo conosciuti solo oggi>>

<<Mio fratello Nigel in questo momento non so dove si sia cacciato>> dissi osservandomi in torno tra le poche persone che erano rimaste di fronte alla chiesa, lo vidi parlare con una ragazza poco più in là.

<<oh beh vorrà dire che ci incontreremo direttamente al rinfresco, ci vediamo dopo>> ci salutò per andare verso il parcheggio.

<<ma chi era?>> chiesi a mia madre.

<<una cugina di Max e Rose>> mi spiegò <<ora andiamo che se no arriveremo che la roba più buona se la saranno già mangiata, ma dov'è tuo fratello?>> chiese leggermente spazientita.

<<è là>> lo indicai << a provarci con la bionda>> ridacchiai

<<vallo a prendere e portalo qui, quella è Valery, vostra cugina acquisita di secondo grado>> mi disse. Andai verso di lui e lo chiamai di venire verso la macchina, lui indicò la bionda che aveva di fronte e che in quel momento era girata verso destra, mossi le labbra per dire "cugina", spalancò gli occhi e dopo averla salutata velocemente corse verso di me.

<<ma adesso quanti cugini acquisiti abbiamo?>> mi chiese sbuffando

<<non lo so, non chiedere, ne ho appena conosciuto un altro io, a proposito, sua madre vuole conoscerti>> lo informai prima di salire in macchina.

Il viaggio fortunatamente non durò molto, la location che avevano prenotato era una gigantesca villa con un giardino meraviglioso. I tavoli con il cibo erano stati posizioni in un'area di verde, non molto comodo per chi come me aveva i tacchi sottili e poteva affondare nel terreno.

I miei genitori si erano già dileguati e mio fratello si era messo in fila al buffet dietro ad una ragazza con un bel vestito tiffany e i capelli neri, dopo nemmeno un secondo ci aveva già attaccato bottone, era davvero impressionante la facilità con cui Nigel trovasse ovunque qualcuno con parlare.

<<beh, non vai a mangiare?>> chiese Duncan sbucando da dietro e mettendosi al mio fianco.

<<affonderei nel fango>> spiegai indicando le scarpe.

<<ho capito, vado io tu resta qui, cosa vuoi che ti porti?>> chiese

<<un po' di tutto, sto morendo di fame>> confessai, non avevo pranzato a causa della scarsità di tempo e ora avevo lo stomaco che mi supplicata di dargli del cibo, lui annuii andò a mettersi in fila. 

In tanto che aspettavo mi guardavo attorno in cerca di un volto familiare con cui poter scambiare due parole, avvistai Ben poco più in là e mi fece un cenno con la mano per salutarmi, venne verso di me con passo sicuro, i capelli rossicci e ricciolini si muovevano a causa del vento e gli occhi castani mi fissavano mentre si avvicinava.

<<ciao>> mi disse <<come mai qui da sola?>>

<<ciao, i miei si sono dispersi e mio fratello è in fila al buffet>> spiegai

<<e come mai non vai anche tu a prendere da mangiare?>> chiese

<<me lo stanno portando>> risposi continuando a guardarmi intorno

<<allora, cosa studi?>> chiese.

<<sono all'ultimo anno di liceo>> risposi

<<ah, avrei giurato fossi già all'università>> mi disse sorpreso.

<<e invece... te cosa studi?>>

<<sono al primo anno alla Brown>> rispose 

Proprio in quel momento arrivò Duncan con due piatti pieni zeppi di cibo.

<<ecco a te>> mi disse passandomene uno.

<<tu sei Nigel?>> chiese Ben in quel momento.

<<no, sono Duncan, il suo ragazzo.>> rispose lui sottolineando la parola "ragazzo".

<<oh, hai un ragazzo? Io invece sono Ben>> disse prima di dileguarsi con una scusa.

<<gelosone>> dissi prima di mettere in bocca una pizzetta.

<<ma va, mi ha solo dato fastidio il modo in cui ti guardava quel tizio>> rispose semplicemente mentre metteva in bocca una patatina.

<<questa si chiama gelosia bello mio>> risposi ridacchiando

<<se lo dici tu...>> sorrisi mentre guardavo di fronte a me, lui era geloso di me, questo voleva dire che teneva al nostro rapporto e soprattutto a me.

<<Ragazzi venite qui, vogliamo farci delle foto di famiglia>> Duncan alzò gli occhi al cielo, io appoggiai il piatto ormai vuoto sul tavolino al mio fianco e lo presi per un braccio tirandolo verso la madre.

<<perfetto, prima una foto con i Foster>> disse il padre mettendosi in posa. <<Melinda potresti scattare tu per favore?>> mi chiese passandomi la macchina fotografica.

<<certo>>

<<Bene, ora ne voglio una solo con i ragazzi, Melinda mettiti tra Ryan e Duncan>> 

<<Ne voglio una solo con Mel>> disse Duncan sorprendendomi. Kelly sorrise e annuii, mi girai a guadarlo e mi accorsi che i suoi occhi erano già puntati su di me mentre mi sorrideva, sorrisi anche io felice mentre ero tra le sue braccia e proprio in quel momento il flash sparò su di noi scattando la foto.

<<no aspetta non ero pronta>> dissi 

<<fidati, la foto non potrebbe essere venuta più bella di così>>rispose lei avvicinandosi per mostrarmela, era vero, quella foto racchiudeva perfettamente la nostra relazione.


Per il resto del pomeriggio ci divertimmo un sacco, tra le battute di mio fratello e le facce di Bet, non pensavo potessimo diventare amiche, ma a quanto pare lo stavamo diventando e ne ero felice.

Era sera inoltrata quando ci chiamarono sotto ad un enorme gazebo per cenare, l'ambiente era davvero bello, avevano appeso delle lampadine che pendevano dal soffitto, i tavoli tondi erano disposti in ordine abbastanza sparso e su ognuno di essi c'erano una lista con i nomi di chi doveva sedersi lì. Quando trovammo il nostro mi sedetti subito, non sopportavo più le scarpe, mi facevano male i piedi.
Al nostro tavolo c'erano: Nigel, Bethany, Ryan, Duncan e altre due ragazze che non conoscevo, una mora e una bionda. Dovevano avere più o meno un paio d'anni meno di noi, ma si atteggiavano come se ne avessero avuti venti.
Cominciarono a portare le prime portate poco dopo che ci fummo seduti, io ero tra Duncan e Nigel e non sapevo chi dei due mi avesse fatta più ridere, mi faceva male la pancia, i loro battibecchi mi divertivano un sacco.

Poco prima del dolce, Duncan mi chiese di andare a prendere una boccata d'aria, così ci alzammo per uscire.

<<dove andate voi due?>> mi chiese mio fratello.

<<a prendere una boccata d'aria>> risposi mentre mi mettevo a posto il vestito.

<<ma ora arriva il dolce>> rispose

<<se arriva non ti azzardare a toccare il mio>> lo avvertii puntandogli il dito contro, mi girai e andai verso l'uscita del tendone. 

Fuori era buio, la luna era poco visibile, ma era pieno di stelle, si sentiva il verso delle cicale provenire da ogni parte, non vedevo dove mettevo i piedi e soprattutto non vedevo dove si fosse cacciato Duncan.
Lo vidi pochi secondi dopo, in mezzo al prato un po' nascosto dal tendone, era vicino ad un albero così lo raggiunsi, odiai quelle stupide scarpe, non riuscivo a camminare e continuavo ad affondare, così le tolsi e camminai a piedi scalzi sull'erba, era morbida e non troppo fastidiosa.

<<ciao>> dissi dolce una volta raggiunto.

<<ma ciao mia splendida ragazza>> rispose prendendomi per la vita facendomi così allacciare le braccia dietro al suo collo. Si abbassò per baciarmi e le mille farfalle cominciarono a volare nel mio stomaco.

<<è splendido questo posto non credi?>> chiesi una volta che ci staccammo.

<<tu sei splendida>> rispose lui. Abbassai lo sguardo sui miei piedi nudi imbarazzata, riusciva ancora a farmi arrossire. Lui riprese parola dopo aver fatto un respiro profondo.

<<Quando sono con te mi sento me stesso, sei riuscita a far uscire quella parte di me di cui nemmeno io sapevo l'esistenza, la parte buona. Quando non sono con te... non so nemmeno come spiegarlo, ma mi sento come se mi mancasse un pezzo, il pezzo buono. Sono un ragazzo che fino ad oggi ha avuto il buio dentro e tu sei il raggio di sole che mi ha permesso di mandare via un po' di quell'oscurità che mi opprimeva. E visto che in fondo non te l'ho mai chiesto come si deve, te lo chiederò ora. Melinda, vuoi essere il mio raggio di sole?>>

Ero senza parole, mi aveva parlato con il cuore in mano, si era scoperto per parlarmi con sincerità, ora guardandolo negli occhi, provavo un senso di protezione e felicità che mi faceva battere il cuore a mille.

<<si>> risposi sorridendo, non mi ero mai sentita più felice come in quel momento. Lui mi fece un sorriso, un sorriso di quelli che ti fanno venire le gambe molli, poi mi tirò a se e mi baciò, stringendomi come se fossi la sua ancora a cui aggrapparsi, aveva bisogno di me lo sentivo e anche io avevo bisogno di lui, ci completavamo a vicenda. Il bullo e la brava ragazza, una storia sentita troppe volte, ma questa sentivo che era l'eccezione che confermava la regola.

Tornammo nella tenda che mi sentivo come se stessi volando da quanto ero felice, Duncan era riuscito a cambiarmi, non ero stata solo io a cambiare lui. Da ragazzina impaurita ero diventata una giovane e forte ragazza pronta a spaccare il mondo con il suo primo amore al suo fianco.


Mentre tornavamo a casa degli zii, in macchina c'era un silenzio teso. Mamma e Max continuavano a scambiarsi occhiate, ma non si volevano decidere a parlare.

<<mamma che succede?>> chiesi alla fine, stufa di tutti quegli sguardi.

<<dobbiamo dirvi una cosa>> iniziò lei facendoci agitare. <<la polizia ci ha chiamati sta mattina, hanno arrestato l'assassino di vostro fratello. Dobbiamo presentarci al processo tra un mese>>.

Lo avevano trovato. Avevano trovato quel bastardo che aveva investito mio fratello e tra un mese me lo sarei trovato davanti. Volevo esserci, DOVEVO esserci, per assicurarmi che quel verme marcisse dietro le sbarre.

<<perfetto, noi ci andremo>> dissi prima di portare il mio sguardo fuori dal finestrino.










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