Capitolo 40
La mia lettura venne interrotta un'ora dopo da qualcuno che bussava, mio fratello ronfava ancora, così andai ad aprire io ancora con il turbante in testa. Faith qualche minuto dopo avermi lasciata nel corridoio era venuta in camera a dirmi di lavare i capelli e lasciarli solo raccolti nell'asciugamano, in modo tale che fossero più maneggevoli per la piega e io dopo averlo fatto ero tornata a sognare tra le pagine del libro.
<<Hey Faith dimmi>>
<<È arrivato il parrucchiere>> mi rispose. Annuii, chiusi piano la porta alle mie spalle per non svegliare Nigel e scesi insieme a lei. Tutte le ragazze erano già giù in salotto che ascoltavano attentamente le istruzioni del parrucchiere, perfino Bethany era lì, seduta vicino a mia madre. Il salotto era diventato un vero e proprio studio da parrucchiere, c'erano due sedie di fronte a due grossi specchi con i led attorno e la credenza era diventata l'armadio scorte per lacche, pettini, piastre, phon... era tutto decisamente troppo solo per sette persone, tutto quello bastava come minimo per venti.
Erano arrivate due amiche di Faith, anche loro avrebbero fatto da damigelle alla sposa assieme a me e sperai Bet. A proposito di Bethany, dovevo parlarle il prima possibile.
<<oh tesoro, tu devi essere Melania>> mi disse l'uomo al centro del salone ancheggiando nella mia direzione.
<<Melinda>> lo corressi
<<fammi vedere un po'... per l'amor del cielo questi capelli sembrano un nido di piccioni, da quanto è che non vai da un parrucchiere come si deve?>> mi chiese sciogliendo il turbate e analizzando i miei capelli spettinandoli quanto più possibile.
<<non da molto, otto mesi circa, non sono tanti>> risposi offesa cercando di sistemarli.
<<cara ma è tantissimo! Almeno per i tuoi capelli. Allora ascoltate tutte, mentre io mi occupo della sposina, Christal si occuperà di Melania>>
<<Melinda>> lo interruppi
<<e voi tutte siete libere fino a quando io non ho finito con loro due>> tutte le altre annuirono come soldatini e si sparsero per la casa, mia madre mi fece l'occhiolino e se ne andò in giardino con zia Rose.
Una ragazza che fino a quel momento non avevo neanche notato si avvicinò a me, mi fece segno di sedermi e iniziò ad asciugarmi i capelli. Mi presi qualche secondo per osservarla, era al quanto bassina e con un caschetto arancione ordinatissimo, neanche l'aria del phone riusciva a smuovere un solo capello, era vestita tutta di nero e sulla maglia aveva un logo, quello del parrucchiere per cui lavorava, pensai.
Javier, così si era presentato l'uomo che stava asciugando i capelli a Faith, era un tipo abbastanza alto, con spalle larghe e vestito tutto attillato, la maglietta di una taglia in meno che indossava lasciava intravedere i muscoli ben definiti, portava i capelli neri a spazzola e si muoveva in modo così aggraziato che neanche la regina Elisabetta, io in confronto sembravo un elefante.
<<allora, pensavo di farti un raccolto con incastonate delle perle tra le ciocche, un qualcosa di semplice, ma allo stesso tempo visibile, che appena lo si vede di pensi "wow">> disse Javier riferendosi a Faith.
<<a te invece cara pensavo a una piega mossa, lasciando i capelli sciolti e mettendoli in modo tale da non coprire il viso, hai dei lineamenti bellissimi che devono essere messi in mostra, poi magari pensiamo se mettermi un qualche cerchietto con qualche swarovski qua e là.>> disse sta volta rivolto a me, annuii e loro si misero subito al lavoro.
Un'ora dopo Christal aveva finito e io ero più che soddisfatta del risultato, Javier aveva completamente ragione, quell'acconciatura mi lascia scoperto il viso e faceva risaltare in qualche modo i miei grandi occhi azzurri, sorrisi al mio riflesso nello specchio e mi girai verso Javier.
<<ti piace?>> mi chiese lui sorridendo.
<<è fantastica, non pensavo che dai miei capelli potesse nascere qualche cosa di così bello>> risposi, poi guardai Faith, la sua acconciatura era ancora in elaborazione, così mi alzai, ringraziai Christal e uscii dal salotto. Salii su di sopra e bussai alla porta di Bethany.
<<è il tuo turno>> le dissi come mi aveva detto di fare Javier. Lei aprì la porta e annuì.
<<ei, come stai? Hai parlato con Faith?>> le chiesi bloccandola sulla soglia.
<<sto bene, si ci ho parlato e la perdono, ma non farò lo stesso con Rose e Trevor>> mi rispose con un pizzico di astio.
<<Bethany sono i tuoi genitori dopotutto, loro ti hanno donato tutto il loro amore, non ti hanno abbandonata e ti hanno sempre trattata come una figlia>> le dissi
<<questo lo so, ci devo ancora pensare a cosa fare con loro. Ora scendo, a proposito, stai proprio bene con i capelli così>> mi disse prima di scendere giù per le scale.
Io mi girai e aprii la porta della camera, il letto di Nigel era sfatto e lui era ancora lì sdraiato a giocare con il telefonino.
<<sto morendo di fame>> dissi buttandomi sul mio letto facendo attenzione a non rovinare i capelli.
<<ho ordinato cinese, sta arrivando>> mi rispose mio fratello concentrato a vedere lo schermo illuminato.
<<oh Nigel ti ho già detto che sei il fratello migliore del mondo?>> chiesi con un sorrisone sulla faccia.
<<non oggi, no>> mi rispose finalmente distogliendo l'attenzione dallo schermo.
<<bene, allora te lo dico adesso, sei il fratello migliore del mondo>>
<<si, lo so grazie>> rispose lui. In quel momento suonarono il campanello, io e Nigel ci guardammo a vicenda e ci mettemmo a correre per arrivare alla porta. Come sospettavamo era il fattorino e una volta pagato, portammo tutti i sacchetti in cucina.
<<Nigel vai tu dai Foster a dire che è arrivato da mangiare io vado dagli altri>> dissi.
Finalmente era arrivata la sera e potevo prendere una boccata d'aria, per tutto il giorno non avevo fatto altro che andare su e giù. Ma dopo tanti sforzi finalmente la casa era pulita e in ordine per il gran giorno. Zia Rose ci aveva messo tutti al lavoro per mettere a posto la casa ed eravamo tutti stanchi morti, ognuno era andato a rifugiarsi nella propria stanza prima di essere di nuovo chiamato da lei, erano le undici e tutto quello che volevo fare era stare a letto tranquilla a leggere. Ma per mia sfortuna Nigel russava come un trombone e io non riuscivo a rilassarmi, così decisi di scendere in veranda, l'aria calda dei termosifoni era ancora nell'ambiente, cosa che rendeva davvero piacevole stare lì. Mi sedetti sul divaneto e piegai le gambe poggiandole sul tessuto e mettendoci sopra il libro, mi fermai qualche secondo a leggere la dedica scritta sulla prima pagina e un sorriso mi nacque sulle labbra mentre sfogliavo le pagine per arrivare a quella dove ero arrivata quel pomeriggio.
<<quel libro credo di conoscerlo...>> una voce arrivò alle mie spalle facendomi spaventare non poco.
<<ei>> salutai Duncan, lui mi sorrise e venne a sedersi al mio fianco facendomi segno di accoccolarmi a lui, cosa che feci subito.
<<come stai?>> chiese.
<<stanca, ma bene>>
<<si, oggi tua zia Rose ci ha fatto lavorare tutti>> rise piano, mi unii anche io e mi girai nello stesso momento in cui lo fece anche lui facendoci ritrovare vicini.
Il suo sguardo continuava ad alternarsi fra i miei occhi e le mie labbra, mi sorrise e qualcosa cominciò a muoversi nella mia pancia nel momento in cui la sua mano salii fino ad accarezzarmi la guancia, mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si avvicinò ancora fino a far sfiorare i nostri nasi. Adoravo la dolcezza di quei gesti, mi facevano sentire amata, anche se non ero sicura che quello che lui provasse per me era amore. Non ne avevamo mai parlato, era decisamente troppo presto per farlo, anche perchè io ero a conoscenza del fatto che ero innamorata di lui, ma magari lui non ci aveva nemmeno pensato. Non sapevo se quello splendido ragazzo che avevo di fronte avrebbe mai provato amore nei miei confronti o se il suo affetto per me sarebbe scemato con il tempo, anche se speravo con tutta me stessa che questa cosa non accadesse. Ma dopotutto amare una persona significava questo, sapere dell'eventualità di poterne soffrire, ma accettarne comunque il raschio perchè ne vale la pena.
Interruppi i miei pensieri quando lui finalmente azzerò la distanza che c'era tra di noi dandomi il bacio che avevo desiderato da quando lo avevo visto quella mattina. Come faceva sempre, strinse le mani attorno alla mia vita per avvicinarmi di più a lui mentre le mie mani erano andate in automatico a rifugiarsi tra i suoi capelli avvicinandolo ancora di più per quanto possibile, Duncan mi morse il labbro e una specie di ringhio gli uscì dalle labbra quando tirai di poco i suoi capelli. Il bacio si stava facendo più intenso ogni attimo che passava. Mi ritrovai sopra di lui mentre le sue mani scorrevano libere sulla mia schiena e mi dava dei morbidi baci sulla mandibola per poi tornare alle labbra, lasciai i suoi capelli per accarezzargli le spalle e il petto, strinsi la sua maglietta tra le mani mentre lui mi strinse di poco il sedere per avvicinarmi di più. Riportai le braccia dietro al suo collo e premetti il mio petto contro il suo desiderosa di sentire i battiti del suo cuore che sembrava stesse danzando allo stesso ritmo del mio.
Continuammo per non so quanto tempo a baciarci, accarezzarci e coccolarci, se quello voleva dire essere amati allora io ero fottutamente fortunata.
Mi staccai dopo ciò che mi sembrò un'infinità e gli strofinai il naso sul collo restando sempre in braccio a lui.
<<tu mi ucciderai raggio di sole>> mi disse facendomi sorridere.
<<perchè?>> chiesi non sapendo darmi una risposta.
<<perchè sei così bella e innocente che vorrei strapparti i vestiti di dosso, in più oggi mi hai sculettato davanti tutto il giorno e non è valido, mi sono dovuto mordere le mani per non allungarle>> disse facendomi ridacchiare.
Qualche giorno prima, in una intensa sessione di baci, gli avevo detto chiaramente che volevo andarci piano e prenderci il nostro tempo, lui mi aveva stupita accettando il mio punto di vista e rispettandolo, come potevo non amarlo?
<<Nessuno ha detto che non puoi allungarle anche se non ci stiamo baciando>> risposi lasciando un po' la corda e guadandolo. Lui mi fece un sorrisetto e neanche un secondo dopo mi tirò uno schiaffo sul sedere facendomi scoppiare a ridere.
<<ora mi sento meglio, era tutto il giorno che volevo farlo>>
<<immagino>> risposi ridacchiando, gli diedi un bacio a stampo e po mi accomodai meglio stendendo le gambe davanti a me mentre gli ero ancora in braccio, appoggiai la testa sul suo petto e restai in silenzio ad ascoltare i battiti del suo cuore mentre lui mi accarezzava i capelli.
Domanda di questa settimana:
SIETE FIDANZATE/I?
-io.....................no.
Baci baci Alice💋
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