Capitolo 34
Restammo in quella posizione più o meno per tutta la durata dell'intervallo, poi quando sentii la campanella, presi il telefono per scrivere un messaggio a Ivy.
Di alla prof che mi sono sentita male e sono andata in infermeria per favore. XX
Premetti invio e mi riaccomodai con la testa sulla spalla di Cassie, lei si mise a farmi i grattini sulla testa e io mi rilassai sotto le sue carezze, mi era mancata, tanto, e solo in quel momento me ne resi conto.
<<tu credi che se non me ne fossi andata sarebbe cambiato qualche cosa?>> chiesi con gli occhi chiusi, Cassie fermò per qualche secondo il suo tocco e poi riprese a passarmi la mano tra i capelli.
<<io credo che quello che è successo era predestinato, credo che dietro ogni avvenimento che sia positivo o negativo ci sia qualche cosa di più grande. È capitato perché doveva capitare, per qualche motivo che noi ancora non riusciamo a vedere. E te lo ripeto per la milionesima volta, tu non centri niente, non è stata colpa tua, è inutile che ti cruci. Mi dispiace solo di non esserti stata vicina>> mi rispose lei.
<<ci sei ora>> alzai la testa per sorridergli.
<<allora, vuoi dirmi cosa è successo tra te e Nigel?>> chiese finalmente, sapevo che moriva dalla voglia di sapere, ma era troppo una brava persona continuare a chiederlo.
<<abbiamo litigato a causa di Duncan>> le spiegai <<Nigel crede che lui si stia avvicinando troppo a me e non riesce a capirne il motivo>> continuai <<ma in realtà non è così, insomma, siamo sempre gli stessi Melinda e Duncan, gli stessi due ragazzi che non si sopportano, gli stessi due che battibeccano sempre, i due ragazzi che si sono baciati tre volte e non proprio... come due bambini, quelli che non riescono a non lanciarsi sguardi o a sorridersi quando nessuno li guarda e gli stessi due ragazzi che oggi sono andati a fare colazione fuori insieme balzando la prima ora>> conclusi sputando il rospo che mi stava strozzando da quella mattina, mentre mi mettevo le mani tra i capelli e la testa tra le gambe per paura di vedere la sua reazione. Cassie non aveva parlato e io avendo nascosto la faccia non riuscivo a vedere la sua, così mi alzai e mi girai a guardarla, mi stava fissando con gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta.
<<scusa non credo di aver capito bene>> mi disse dopo essere tornata sulla terra ferma <<vi siete baciati più volte e lui sta mattina ti ha offerto la colazione?>>
<<mi ha anche regalato dei fiori>> le risposi sentendomi colpevole come se avessi ucciso qualcuno.
<<aspetta ferma un'attimo. Stiamo parlando dello stesso Duncan? Perché conoscendolo non farebbe niente di tutto questo>> mi disse lei diffidente.
<<oh andiamo Cassie secondo te perché dovrei inventarmi una balla su di lui!>> le risposi, lei annuì d'accordo con me.
<<hai ragione>> mi disse pensierosa <<non aveva mai fatto una cosa così per me quando uscivamo assieme>> continuò assente.
<<voi due uscivate assieme?>> chiesi stupita, cioè sapevo che c'era stato qualche bacio, ma non pensavo uscissero regolarmente.
<<si, beh non è che uscivamo proprio, ci vedevamo occasionalmente, ma non era nulla d'importante per nessuno dei due. Io la vedevo più come una ripicca verso di te, come se il fatto che io uscissi con il tuo peggior nemico ti avrebbe fatta soffrire anche se non potevi vederci, sono stata una stupida, ma non sapevo cos'altro fare>> mi disse non riuscendo a guardarmi in faccia. Io rimasi zitta non sapendo cosa dire, non avrei mai immaginato che sarebbe rimasta tanto male dalla mia partenza, l'unica cosa che mi venne da fare fu abbracciarla.
Le raccontai per filo e per segno tutto ciò che era successo con Duncan negli ultimi tempi e lei stette in silenzio ad ascoltarmi.
<<posso farti una domanda?>> disse quando finii io annuii aspettando la domanda.
<<provi qualcosa per lui?>> chiese diretta
<<no, cioè no, insomma... non lo so>> risposi sinceramente mentre mi passavo le mani tra i capelli.
<<ti conviene capirlo al più presto, Duncan non è un ragazzo facile e non voglio che ti faccia soffrire di nuovo spezzandoti il cuore>>
Ci rimettemmo sedute bene su quel gelido divano per così tanto tempo ognuna con i propri pensieri per la testa, ci "risvegliammo" solo al sentire il suono della campanella che suonava, ci guardammo e prendemmo i nostri zaino per tornare al piano di sotto.
<<almeno ci siamo saltate filosofia>> disse Cassie ridendo mentre scendevamo le scale, io mi unii a lei e ci avviammo verso le nostre prossime lezioni. Quando arrivammo nel corridoio principale ci separammo e prendemmo due direzioni diverse, camminai e mi mischiai al resto degli studenti, dovevo andare in aula 20 a fare storia contemporanea.
<<Melinda! Melinda oddio ti ho trovata>> mi urlò qualcuno dietro di me, non feci neanche in tempo a girarmi che venni schiacciata contro un petto muscoloso.
<<ei chiunque tu sia, non riesco a respirare>> dissi sbracciando.
<<oh scusa>> mi presero per le spalle e mi tirarono indietro, solo allora riuscii a vedere la persona che mi aveva appena schiacciata stile sandwich, era Jack.
<<come mai mi cercavi?>> chiesi riprendendo fiato.
<<Nigel mi ha detto che eri scappata via, poi Ivy ha detto che eri in infermeria, e la professoressa mi ha mandato a cercarti e non ti ho trovato, abbiamo girato tutta la scuola per trovarti, ma dov'eri?>> mi chiese.
<<ero solo andata a schiarirmi le idee, non pensavo di spaventarvi tanto>> dissi seriamente dispiaciuta.
<<aspetta, stai qui non ti muovere. Ora chiamo tuo fratello, dovevi vederlo,era spaventatissimo che ti fosse successo qualche cosa>> continuò lui tirando fuori il telefono e mettendomi una mano sulla spalla per tenermi ferma dov'ero, come se avessi potuto andare da qualche altra parte...
<<si Nigel, l'ho trovata, siamo di fronte all'aula 20.... okay....si ti spettiamo qua>> disse lui chiudendo la chiamata..
<<Melinda!>> urlò mio fratello correndomi in contro, mi si buttò letteralmente addosso e mi abbracciò togliendomi anche lui la possibilità di respirare. <<oddio Melinda non sai quanta paura mi hai fatto, non sapere dov'eri mi ha terrorizzato, non farlo mai più. Sapessi quanto mi dispiace averti parlato in quel modo, ti prego perdonami>> mi disse sempre stringendomi tra le braccia e accarezzandomi i capelli.
<<Nigel ti perdono solo se mi lasci respirare>> riuscii a rispondergli con il naso schiacciato contro la sua felpa, lui si allontanò quel poco per farmi respirare e mi guardò negli occhi prendendomi il viso tra le mani.
<<non farlo mai più, non sparire mai più in quel modo va bene?>> chiese, io annuii e abbassi gli occhi.
<<si va bene, mi dispiace>> gli risposi, lui annuii assente e mi mise un braccio intorno alle spalle mentre entravamo in classe.
Tutte le lezioni erano finite e potevamo tornare a casa. Durante l'intervallo successivo a quello della mia "sparizione" Duncan cercò di parlarmi, ma mio fratello mi portava sempre via, così mi aveva scritto.
"dov'eri? non ti trovavano più erano tutti preoccupati" sorrisi prima di rispondere
"anche tu eri preoccupato per me?" inviai senza pensarci
"si." come poteva una sola parola composta da due lettere, farmi venire le farfalle allo stomaci.
"sto bene tranquillo, avevo solo bisogno di schiarirmi le idee"
"va bene, ma no sparire più. Mi hai fatto paura" Duncan Foster aveva paura? In più paura per me, tutto questo non poteva essere solo interesse da parte di un amico, dovevo capire cosa accidenti gli passava per la testa, ma prima era meglio capire cosa ci passasse nella mia.
<<non vedo l'ora di tornare a casa e farmi una bella dormita>> annunciò Nigel entrando in macchina.
<<ma che dormita, tu devi fare i compiti>> gli dissi mettendomi la cintura, lui sbuffò e ingranò la marcia prima di partire verso casa.
Non ci vollero neanche quindici minuti che già stavamo parcheggiando nel vialetto di casa, presi lo zaino, uscii dalla macchina e me lo caricai in spalla, ma mi fermai sui miei passi quando mi girai verso la casa e Nigel mi imitò.
Cosa ci faceva lei qui? Seduta sui gradini di casa mia poi...
Domanda: Se poteste essere dei personaggi dei vostri film preferiti, chi vorreste essere?
- La vedova nera 🎀
Baci baci Alice💋
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