Capitolo 33
Quando Duncan parcheggiò di fronte al cancello della scuola, presi lo zaino e uscii dalla macchina, lui poi mi raggiunse ed insieme ci avviammo verso l'entrata.
La campanella suonò un paio di minuti dopo la nostra entrata nell'edificio e sempre insieme camminammo verso la nostra classe.
<<aspetta!>> gli dissi fermandomi di colpo <<metto i fiori nell'armadietto>> Duncan mi guardò per un istante e poi mi accompagnò all'armadietto. Dopo che depositai accuratamente i fiori andammo in classe, io ero abbastanza in ansia, non avevo mai saltato una lezione per volere mio, ma più che altro per forza maggiore e poi mi preoccupava quello che avrebbe potuto pensare Nigel vedendomi girare per i corridoi con Duncan al mio fianco, in fondo però perché dovevo preoccuparmi? Era lui che mi aveva lasciata a piedi quella mattina e Duncan si era solo offerto gentilmente di darmi un passaggio e offrirmi la colazione e darmi un mazzo di fiori e di farmi saltare la prima ora di scuola, okay forse non avrei dovuto dargli tutti questi dettagli...
Quando arrivai di fronte alla mia classe, la porta era chiusa e io guardai Duncan in cerca di aiuto, mi salii l'ansia al pensiero che tutti i miei compagni mi avrebbero guardata, per non parlare dello sguardo accusatorio che avrebbe di sicuro assunto mio fratello o alle domandi insistenti della prof sul mio ritardo, insomma un sacco di cose che sarebbero accadute tutte insieme nel giro di neanche tre secondi.
<<che fai non bussi?>> mi chiese Duncan guardandomi interrogativo, io mi dondolai sul posto e mi mordi il labbro indecisa sul da farsi.
<<non farlo>> continuò. Questa volta fui io a guardarlo interrogativa. <<non morderti il labbro>> rispose alla mia domanda silenziosa. Mi lasciai il labbro all'istante, non perché me lo aveva detto lui, ma per lo sguardo che aveva assunto quando aveva pronunciato quella frase, mi stava guardando come uno a dieta guarda un pasticcino e questo non doveva succedere, noi non dovevamo farlo succedere, ce lo eravamo detti. Presi coraggio e bussai alla porta, sentendo poi un "avanti" l'aprii e come aveva già predetto, tutti gli occhi erano puntati su di me, tranne quelli di mio fratello, i suoi erano attratti da una figura alle mie spalle e non c'era neanche bisogno che mi girassi per sapere chi stesse fissando. Duncan mi toccò un fianco per attirare la mia attenzione e io mi girai.
<<allora ci vediamo dopo>> mi disse stringendo lo zaino sulla spalla e sorridendomi.
<<certo, ci vediamo dopo>> le risposi anche io con un piccolo sorriso, lui annuii e girò i tacchi mentre io finalmente trovavo il coraggio di entrare in classe.
<<scusi prof, ho avuto un problema con la macchina>> le dissi alla professoressa di arte mentre gli passavo davanti e lanciavo uno sguardo a Nigel.
<<e questo problema si chiama Duncan Foster?>> mi chiese sistemandosi gli occhiali sul naso e facendomi avvampare.
<<no prof, lui mi ha solo dato un passaggio>> le risposi mentre nella mia mente passavano gli episodi di quello che aveva fatto oltre ad avermi dato un passaggio. Lei mi guardò un'ultima volta prima di abbassare lo sguardo sul registro per scrivere del mio ritardo, approfittando di questo mi diressi al mio posto al fianco di Ivy.
<<Questo tuo problema con la macchina... non era premeditato con qualcuno vero?>> mi chiese sorridendo furba.
<<no ma che dici! Nigel sta mattina mi ha lasciata a casa>> le risposi tirando fuori il quaderno <<mi sono persa qualche cosa di importante?>> chiesi per cambiare discorso
<<no, niente di che, abbiamo solo fatto un riepilogo della lezione di martedì>> mi rispose tornando a guardare la lavagna, annuii e mi guardai attorno incontrando lo sguardo infuocato di mio fratello. "Dobbiamo parlare" mi mimò con le labbra, feci segno di consenso e lui si girò verso il suo compagno di banco per dirgli qualche cosa. Dovevo avere paura?
Finita la lezione presi le mie cose e le misi nello zaino avviandomi poi all'uscita della classe, Ivy era uscita di corsa perché doveva incontrarsi con Alex per riuscire a copiargli i compiti di francese prima che arrivasse il prof e io avendo un'ora buca decisi di andare in biblioteca per portarmi avanti con lo studio e magari riuscire anche a posticipare la sfuriata di Nigel, mi misi a camminare veloce verso la mia meta, ma non feci in tempo visto che qualcuno mi prese per un braccio bloccando la mia fuga.
<<dove credi di andare?>> mi chiese il mio gemello.
<<in biblioteca, a studiare>> risposi cercando di mostrarmi tranquilla
<<invece adesso tu verrai con me, che dobbiamo fare quattro chiacchiere>> mi disse facendomi segno di seguirlo mentre percorreva il corridoio che portava al giardino.
<<sembri la mamma>> borbottai seguendolo. Lui si fermò in un posto abbastanza isolato dagli altri studenti e lasciò cadere il suo zaino ai piedi di un albero, poi si girò a guardarmi in attesa di qualche mio segno.
<<beh?>> domandai <<cosa volevi dirmi?>> chiesi facendo la finta tonta.
<<cosa ci facevi stamattina con Foster?>> mi chiese lui restando impassibile e incrociando le braccia al petto.
<<l'hai sentito Nigel, mi ha solo dato un passaggio>> gli risposi <<dato che qualcuno mi aveva lasciata a piedi>> continuai calcando la voce sull'ultima parte.
<<tu mi avevi fatto innervosire>> si difese sempre restando dritto
<<per una stupida felpa? Davvero Nigel? Mi hai lasciata a piedi, con il freddo che fa poi..>> gli risposi stringendomi lo sciarpone grigio al collo.
<<mi dispiace okay? Ma, non parliamo di questo, voglio sapere come mai adesso tu e Foster sembrate tanto amici. Mi sono accorto che sta succedendo qualcosa e non sapere cosa, mi sta irritando parecchio>> mi disse nervoso.
<<non succede niente, sei tu che vedi male in tutto. Lui non può essere stato carino con me un paio di volte che tu subito vai a conclusioni affrettate>> gli risposi aprendo le braccia disperata. Dopotutto era era, non stava succedendo niente e non sarebbe successo niente, lo avevamo messo in chiaro proprio quella mattina.
<<si, beh sai come è fatto lui Melinda, oggi è gentile con te e domani sarà un mostro nei tuoi confronti, ma non lo capisci che lui non può essere una brava persona?>> chiese alzando la voce.
<<e questo chi lo dice? Non può semplicemente avere fatto un gesto gentile? Possiamo non giudicarlo almeno per una volta? Alle persone bisogna dare una seconda possibilità Nigel!>> gli risposi alzando la voce come aveva fatto lui poco prima e gesticolando in modo esagerato.
<<Adesso lo difendi sorellina? Fino a un paio di mesi fa solo la sua presenta ti dava fastidio, adesso vuoi darli una seconda possibilità dopo tutto quello che ti ha fatto? Ma ti senti quando parli? Prova un po' a collegare il cervello alla bocca quando parli cazzo!>> mi urlò attirando l'attenzione di alcuni studenti che passavano di lì in quel momento.
Mi aveva lasciato spiazzata, non sapevo come ribattere, non mi aveva mai parlato in quel modo, non mi piaceva discutere con lui per cose futili immaginiamoci per una cosa così. Mi aveva ferita, lui, il mio gemello, mi aveva parlato con così tanta durezza da farmi male. Gli occhi mi divennero lucidi e tirai su con il naso cercando di rimanere impassibile, raccolsi il mio zaino che avevo posato accanto al suo e me lo misi su una spalla.
<<va bene, vedrò di non risponderti neanche la prossima volta, per evitare di dire sciocchezze>> gli risposi guardandolo negli occhi e allontanandomi il più in fretta possibile.
<<lo sai che non intendevo dire quello>> mi disse lui bloccandomi il braccio, quando alzai lo sguardo sul suo volto, vidi che aveva assunto un'espressione dispiaciuta, quasi implorante, ma non mi importava quello che era fatto era fatto.
<<invece lo hai detto>> gli risposi strappando il braccio dalla sua presa e voltandogli le spalle per tornare all'interno dell'edificio e proprio mentre stavo entrando incrociai lo sguardo con quello della persona motivo del litigio con il mio gemello, stava fumando una sigaretta ed era appoggiato ad un albero non troppo lontano da dove stavamo io e Nigel, fu lì mi venne la paura che avesse assistito a tutto. Distolsi velocemente lo sguardo, mi asciugai la lacrima che mi era scesa lungo la guancia e continuai per la mia strada verso l'atrio, non avevo nessuna voglia di parlare con gli altri, mi avrebbero chiesto sicuramente cosa fosse successo e io non avevo la benché minima voglia di spiegarglielo. Cercai di camminare il più velocemente possibile in mezzo alla folla cercando di rimanere inosservata per andare a rifugiarmi in una qualche cabina sudicia del bagno, ma per mia sfortuna, o fortuna, fui intercettata dalla persona che in quel momento poteva darmi più conforto: Cassie.
<<Ei furia, da chi scappi?>> mi chiese scherzando, poi però vedendo la mia espressione e mi guardò preoccupata e mi prese per un braccio trascinandomi per chissà dove, ma la lasciai fare, qualunque altro posto sarebbe stato meglio dei bagni schifosi della scuola. Sorpassammo il corridoio pieno di studenti e ci addentrammo in un'ala della scuola che non aveva mai visto, salimmo sopra fino al terzo piano e ricominciammo a camminare lungo un corridoio.
<<venivo qui, subito dopo che te ne eri andata, mi mancavi e l'unico posto tranquillo per pensare era questo>> mi disse Cassie mentre continuavamo a camminare. Alla fine ci fermammo di fronte ad una piccola porticina in metallo blu, lei l'aprì e un'ondata di freddo mi si scontrò addosso, eravamo sul tetto. Cassie mi prese a braccetto e mi condusse dentro una casetta fatta con pareti di plastica trasparente, grande quanto un garage.
<<è dove il giardiniere tiene i suoi attrezzi>> mi spiegò vedendo la mia espressione interrogativa
<<poi con il tempo l'ho reso anche un mio piccolo rifugio, tanto George non lo usa spesso>> mi disse andandosi a sedere un un divano posizionato in modo tale da poter vedere oltre il perimetro del tetto.
<<George?>> domandai stringendomi nel cappotto.
<<si, è il giardiniere, un giorno mi ha beccata qui a piangere e devo avergli fatto così tanta pena che mi ha permesso di restare e di venire quando volevo>> mi disse lei sbattendo la mano sul posto al suo fianco, mi sedetti anche io e restammo in silenzio per un paio di minuti ad osservare il panorama.
<<allora vuoi dirmi perché avevi quella faccia?>> mi chiese guardandomi con dolcezza.
<<io e Nigel abbiamo litigato>> le dissi tenendo lo sguardo fisso davanti a me.
<<ma come? Voi siete i fratelli inseparabili, non litigate mai , com'è possibile?>> chiese seriamente stupita.
<<quasi mai>> Lei spostò la sua attenzione verso il suo zaino e ci frugò dentro fino ad estrarne una tavoletta di cioccolato al latte.
<<tieni, la tengo sempre qui per le emergenze>> mi disse passandomela, io la presi e le sorrisi riconoscente. Mi conosceva davvero bene. Aprii la carta, mi strinsi nel cappotto e mi accomodai meglio sul divano appoggiando la testa sulla sua spalla e guardando avanti con Cassie che mi massaggiava il braccio mentre addentavo il cioccolato. Più tardi avrei mandato un messaggio a Ivy chiedendogli di dire qualche cosa alla prof per giustificare la mia assenza, in quel momento non volevo preoccuparmi di niente, volevo solo sconnettermi dal mondo esterno.
Ecco a voi la domanda di oggi: QUAL È LA FIGURA PEGGIORE CHE AVETE MAI FATTO?
-Allora..ero al parco con una mia amica e un po' più in là c'erano dei ragazzi che ci stavano guardando, noi eravamo sulle altalene e io non ho la più pallida idea di come abbia fatto a cadere con il sedere per terra. Inutile dire che i ragazzi dopo che hanno finito di ridere se ne sono andati😓
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