Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 31

Tornare a scuola dopo le vacanze era sempre stato un trauma, ma quell'anno fu più traumatico del solito. Con tutte le novità che erano successe in quel breve periodo sentivo solo il bisogno di prendermi un attimo di tregua per riflettere bene su tutto.
Inutile dire che quella mattina mi alzai di mala voglia, mi trascinai giù dal letto e mi vestii con i vestiti che molto intelligentemente mi ero preparata la sera prima. Indossai un jeans nero con sopra una maglietta rossa a maniche lunghe, mi truccai semplicemente con mascara e eyes-liners, mi allacciai le vans bordeaux ai piedi, presi lo zaino e scesi le scale per raggiungere gli altri membri della famiglia in cucina.

<<buongiorno famiglia>> salutai entrando nella stanza. Mio fratello era seduto vicino all'isola ad ingozzarsi di cereali, mia madre era ai fornelli a preparare Dio solo sa quale bontà e Max era seduto di fronte a Nigel che leggeva il giornale mentre beveva il suo caffè, strano visto che di solito era sempre al lavoro a quell'ora.

<<buon giorno>> mi risposero in coro. Mi sedetti di fianco a Max, mi versai anche io del caffè nella tazza posta di fronte a me e presi due biscotti preparati da mia madre il giorno prima, quei famosi biscotti per cui mi ero procurata una scottatura sul medio della mano destra che avevo ancora violaceo.

<<mm... le azioni della Guliam & co sono calate oggi>> annunciò Max felice. La Guliam & co, era l'azienda che faceva concorrenza a quella di Max, la Global Association, erano sempre stati in conflitto, si litigavano tutti i clienti fin da quando erano state fondate parecchi anni prima.

<<è un bene no?>> chiese Nigel con le gocce di latte che le cadevano dal labbro.

<<pulisciti e non parlare a bocca piena>> dissi passandogli un tovagliolo, lui ridacchio divertito dopo aver inghiottito i cereali che aveva in bocca per poi passarsi il pezzo di carta sulle labbra.

<<è un bene si, Nigel>> concordò Max con quello che mio fratello aveva detto prima. <<è un po' che non passiamo un po' di tempo assieme, che ne dici di andare a fare due tiri a baseball oggi pomeriggio?>> gli chiese lui.

<<mi piacerebbe molto>> rispose Nigel entusiasta all'idea.

<<bene, oggi pomeriggio verso le 3?>> gli richiese Max

<<è perfetto, noi usciamo da scuola alle 2:30>> gli rispose Nigel <<ah, però se prendo io la macchina Melinda non puoi più tornare indietro>> mi fece notare.

<<oh non preoccuparti, chiederò un passaggio a qualcuno>> lo rassicurai.

<<perfetto allora>> concluse mio fratello finendo i cereali e alzandosi da tavola, anche io bevvi il mio ultimo sorso di caffè e mi alzai.

<<tieni Melinda, nel caso vi venisse fame, dai quest'altro a tuo fratello>> mi disse mia mamma dandomi due sacchetti con dentro dei biscotti per me e Nigel.

<<grazie mamma, sei la migliore>> risposi dandole un bacio sulla guancia.

<<questa l'ho sentita troppo volte>> disse lei ridendo e tornando ai fornelli.

<<ciao Max, ci vediamo sta sera>> salutai prima di prendere il giubbotto e uscire dietro Nigel, ci avviammo alla macchina e appena salimmo accesi l'aria calda per riscaldare l'ambiente all'interno della vettura.

<<tieni idiota, questi sono per te, me li ha dati la mamma>> gli dissi passandogli i biscotti

<<e io dove dovrei metterli nana?>> mi chiese lui, aprii la tasca piccola davanti allo zaino che si trovava tra le mie gambe e ci infilai il sacchetto contenente i biscotti mentre Nigel faceva la retro ed usciva dal vialetto.

Quando arrivammo davanti a scuola, ovviamente era pieno di studenti, a vederli sembravano tristi quanto me di ricominciare la scuola, mi feci strada in mezzo a tutti quei cappotti di ogni colore e fantasia per raggiungere i miei amici davanti ai gradini d'entrata.

<<ciao Nigel, ciao Mel, come è andato il viaggio a New York?>> ci chiese Jack saltellando qua e là sotto il nostro sguardo perplesso.

<<se mi muovo mi scaldo>> mi spiegò continuando a saltare, annuii come se quello che stava facendo rientrasse nella norma e riposi alla domanda.

<<è andato alla grande, ci mancava New York dopo tutto>> risposi mettendomi meglio lo zaino sulle spalle. Nel momento in cui risposi a Jack, la campanella suonò l'inizio delle lezioni così mi avviai con le ragazze al mio armadietto.

<<allora? Qualche ragazzo carino a New York?>> chiese Ivy tirandomi una gomitata sul fianco.

<<ce ne fosse stato solo uno... mi chiedo cosa mettano nel cibo di quei ragazzi per farli crescere così dannatamente bene>> risposi mentre mettevo la combinazione.

<<posso immaginare>> disse Molly ridendo. Presi il libro di Storia e Matematica, chiusi l'armadietto e nel breve tragitto prima che ognuno andasse nella propria classe raccontai velocemente come era andato il viaggio, come era prevedibile, le ragazze mi chiesero ancora dei ragazzi che avevo visto in giro e vollero sapere ogni dettaglio sul ragazzo che mi aveva fatto l'occhiolino mentre camminavano per le strade affollate di New York.
Quando io e Ivy arrivammo in classe, la maggior parte degli studenti aveva già preso posto, così a noi toccarono due banchi al centro, vicino alla finestra, mio fratello e il suo amico, anche lui della squadra di football, erano arrivati prima di noi e avevamo trovato posto nei banchi in fondo, quelli attaccati al muro, subito dopo entrò il professor Blazi, per svolgere le prime due ora di lezione.

<<Marco Aurelio fu, come spero sappiate, il primo imperatore romano a dividere il suo impero in due con suo fratello...>> dopo quattro ore di lezione il mio cervello cominciò ad andare il tilt, aveva già assorbito troppe informazioni, aveva bisogno di cibo per andare avanti, le mie preghiere fortunatamente furono ascoltate perché pochi minuti dopo suonò la campanella per segnare la pausa pranzo. Raccolsi i miei libri e raggiunsi l'uscita della classe con Ivy al mio fianco.

<<io vado a posare i libri, tu vai in mensa e mi raccomando tienimi un posto>> le dissi mentre mi dirigevo nella direzione opposta alla sua, lei annuì e comincio a camminare dandomi le spalle. Mi avviai al mio armadietto, misi la combinazione e non appena lo aprii, un bigliettino che era stato incastrato tra le fessure, mi cadde ai piedi, lo raccolsi e lo lessi.
"Rollins alle 3:00" diceva, mi guardai in torno per vedere chi potesse aver lasciato quel bigliettino, ma avevo così tanti studenti attorno che mi risultò difficile capire chi fosse stato, me lo misi nella tasca dei jeans e dopo aver posato i libri presi anche io a camminare in direzione della mensa. Cercai con lo sguardo i miei amici mentre attraversavo l'enorme stanza e li vidi seduti al nostro solito tavolo a parlare tra loro, mi avvicinai e mi sedetti al posto che Ivy mi aveva tenuto a fianco a lei.

<<e quindi le ho detto di andarsene perché ero felicemente fidanzato>> disse Jack con faccia d'angelo.

<<ti conviene averle detto così>> rispose Molly corrugando le sopracciglia e guardandolo male.

<<di che parlate?>> chiesi prendendo il vassoio che Nigel aveva gentilmente preso per me.

<<Jeneviev, la secchiona del terzo anno, ha una cotta per Jack e ieri è andata sotto casa sua con un mazzo di fiori e una chitarra a fargli una serenata>> mi rispose ridendo Alex, io strabuzzai gli occhi mentre ruminavo una patatina presa dal mio vassoio. Dean oggi era seduto con noi, ma abbastanza in disparte, continuava a guardare nella mia direzione, ma non appena lo guardavo anche io, lui distoglieva lo sguardo. Mi limitai ad ascoltare la conversazione che stavano avendo gli altri al tavolo mentre cercavo di sforzarmi a capire chi avesse scritto quel bigliettino che poi era stato infilato nel mio armadietto, mi guardai attorno sperando di riuscire almeno ad avere qualche sospetto, ma l'unica cosa che incontrai fu lo sguardo scuro di Duncan che mi fissava ininterrottamente, come al solito era seduto assieme agli altri della squadra di football.
Tom, Jack e Nigel erano gli unici a non stare a quel tavolo, dicevano che era più divertente stare con noi piuttosto che ascoltare discordi idioti su quale delle cheerleader fosse più figa. Il suo sguardo stava bruciando sulla mia figura e quando sentii un rossore salirmi alle gote, abbassai il mio per puntarlo sulla carta della cannuccia che avevo davanti, mi misi a giocare con quella sempre però sentendo i suoi occhi su di me, alzai nuovamente lo sguardo e incontrai di nuovo i suoi occhi. "come stai?" gli mimai con le labbra. "bene" rispose prima di farmi un piccolo sorriso e riportare l'attenzione al suo tavolo. La sua faccia era migliorata molto dalla sera della rissa.

<<uffa io ora ho geometria con Mister Bubble>> si lamentò Terry mentre si trascinava all'uscita della mensa.
Mister Bubble era il professore di algebra e geometria, era stato soprannominato così perché una volta si addormentò durante una verifica e una bolla gli si era creata sul naso, come quella dei cartoni animati, gli alunni quando se ne accorsero si avvicinarono cercando di scoppiargliela, ma questa non ne voleva sapere, provarono anche con le matite, questa però rimase lì fino a quando il professore non si svegliò e si pulii il naso con il dorso della mano, una scena schifosa al solo pensiero e da quel momento era stato soprannominato così.

<<noi abbiamo Inglese con Marshow quindi tranquillo>> rispose Ivy camminando a braccetto con Alex. Era vero che sarebbe stato tutto tranquillo, con il nostro professore di inglese non facevamo niente, lui passava tutto il tempo a correggere verifiche che aveva fatto fare agli alunni senza avergli spiegato niente, proprio perché passava il tempo a correggere compiti, era un circolo vizioso.
Quando arrivammo di fronte alla nostra classe entrammo e prendemmo di nuovo posto dove avevamo lascito gli zaini prima della pausa, subito dietro di me entrò il professore con la sua valigetta in pelle nera lucida.

<<buon giorno ragazzi, oggi vi darò alcune schede da svolgere mentre io correggo alcuni compiti>> ci disse tirando fuori dei fogli dalla valigetta.


Finalmente anche l'ultima campanella era suonata e tutto l'ammasso di studenti si stava catapultando verso l'uscita,, l'unica persona a cui potevo chiederle un passaggio era Ivy e sperai che mi dicesse di si perché se no avrei dovuto prendere l'autobus pieno di studenti sudati.

<<hey Ivy, non è che potresti darmi un passaggio al Rollins?>> le chiesi affiancandola nel parcheggio.

<<certo è a soli dieci minuti da qui>> mi rispose mentre con il telecomando apriva la macchina, entrai sul sedile del passeggero e lei salii di fianco a me.

Dieci minuti dopo eravamo di fronte all'insegna neon del Rollins, era proprio come me lo ricordavo, non era cambiato niente.

<<cosa ci fai al Rollins?>> mi chiese Ivy prima che io chiudessi la portiera.

<<ho voglia di farmi un giro sulle ruote>> le risposi attraverso il finestrino aperto, lei annuì e mi fece un cenno di saluto con la mano prima di sgommare via. 

Entrai nell'edificio e mi guardai attorno, tutto era esattamente come lo avevo lasciato 4 anni prima, i divanetti rossi erano ancora più rovinati a causa del tempo, il bancone dove distribuivano i pattini stava ora mai cadendo a pezzi, l'angolo bar era molto più vuoto di quando ero piccola e la pista era piena di segni neri lasciati dalle ruote dei pattinatori. Mi sedetti su un divanetto di fronte alla pista e aspettai che qualcuno si facesse vivo mentre osservavo la gente che pattinava, erano ancora le 2:35, quindi avrei aspettato ancora per un po'.

Ricontrollai l'orologio per la milionesima volta, erano le 3:35, chiunque mi avesse lasciato quel biglietto doveva avermi voluto fare uno scherzo perché fino ad allora nessuno si era presentato, decisi di non darla vinta al burlone, così mi alzai con l'intento di andare a prendere un paio pattini e andare in pista, almeno non avrei sprecato il pomeriggio, ma mi scontrai con qualcuno.

<<oh scusa non ti avevo visto>> dissi alla persona con la quale mi ero scontrata mentre mi chinavo per aiutarla a raccogliere i pattini che le erano caduti durante il nostro scontro.

<<non c'è problema>> mi rispose una voce femminile che conoscevo.

<<Cassie?>> dissi ad alta voce tra me e me.

<<scusa il ritardo, ma a quest'ora c'è un traffico bestiale>> mi disse lei

<<scusa come?>> chiesi non capendo

<<ti avevo scritto alle 3:00, ma sono arrivata tardi>> mi spiegò imbarazzata mentre si guardava le converse consumate.

<<ah, quindi sei stata tu a scrivermi. Cosa ti serve?>> chiesi incrociando le braccia al petto mentre un lieve sorriso mi nasceva sulle labbra, sapevo che sarebbe tornata.

<<ecco io... che ne dici se ne parliamo in pista? 15 giri?>> chiese con un piccolo giro. Giocavamo a 15 giro quando eravamo piccole, il Rollins era il nostro punto di ritrovo, ci passavamo giornate intere senza mai stancarci e a ingozzarci con le patatine fritte che vendevano all'angolo bar.

<<vada per 15 giri>> acconsentii avviandomi a prendere anche io un paio di pattini, quando li presi mi avviai a bordo pista per indossarli, subito dopo entrai nel ciclone di gente che pattinava in tondo e raggiunsi Cassie che già stava sfrecciando sulle ruote. Non mi disturbai subito a parlare, prima mi godetti quel lasso di tempo tranquillo in cui i ricordi riaffioravano, al quarto giro però guardai la ragazza al mio fianco in attesa che dicesse qualche cosa mentre continuavamo a pattinare in cerchio.

<<ho pensato molto a quello che mi hai detto>> cominciò lei tenendo lo sguardo fisso a terra, io non parlai, rimasi zitta in attesa che continuasse. <<volevo scusarmi per quello che ti ho detto>> mi disse, credetti si riferisse alla discussione su Aaron che avevamo avuto quando ero andata a casa sua per parlarle <<non lo pensavo davvero>>

<<lo so>> le risposi dolcemente, avrei accettato le sue scuse altre centro volte, in fondo stavamo parlando di Cassie, della mia Cassie, in quel momento aveva solo avuto bisogno di aiuto a tornare se stessa.

<<ci ho pensato per giorni e mi sono resa conto che hai ragione, come sempre, sono diventata una persona orribile, io non volevo essere così, volevo solamente essere di nuovo accettata, non diventare la persona che sono ora>> si sfogò mentre mi guardava con gli occhi lucidi, la presi a braccetto e la condussi fuori pista e ancora con i pattini ai piedi ci andammo a sedere al tavolino che avevamo occupato prima.

<<l'importante è che tu lo abbia capito, c'è sempre tempo per cambiare le carte>> la rassicurai prendendo una sua mano tra le mie.

<<quindi cosa intendi fare?>> le chiesi.

<<prima di tutto, buttare tutti quegli orrendi vestiti che invadono il mio armadio>> mi rispose ridendo, io annuii non potendo essere più d'accordo, mi era mancato passare del tempo con lei, era stata una persona molto importante per un gran periodo della mia vita e non volevo che la nostra amicizia fosse solo un ricordo, la rivolevo, rivolevo la mia Cassie e finalmente era tornata.

Dopo che mangiammo una coppa piena di gelato ed esserci congelate il cervello, uscimmo dal Rollins dirette alla macchina, nel frattempo avevo raccontato a Cassie di tutte le novità che erano successe durante la sua assenza dalla mia vita, compreso quell'ultimo periodo. Era rimasta sconvolta quando le disse di essere diventata zia senza nemmeno saperlo e quando le descrissi la bambina, mi disse che da quello che aveva capito era la fotocopia di Aaron e io non potetti non darle ragione.

<<quindi ci vediamo domani a scuola>> mi disse Cassie una volta che ci fermammo di fronte a casa mia.

<<assolutamente, magari domani mangiamo assieme, ti faccio conoscere un paio di miei amici, sono sicura che ti piaceranno>> le proposi voltando il viso nella sua direzione.

<<si, mi farebbe piacere>> mi rispose lei annuendo felice.

<<e poi potremmo fare un falò e bruciare tutti quegli orrendi vestiti con i quali osavi uscire>> le dissi ridendo e facendo ridere anche lei.

<<si, potremmo anche farlo. Certo poi ci arresterebbero, non so bene con quale accusa, ma sono quasi sicura che ci arresterebbero>>

<<e io sono sicura che ne vale la pena>> le risposi ridendo e chiudendo la portiera della macchina dopo essere uscita, le feci un segno con la mano per salutarla e le mimai un "ci vediamo domani", lei annuì e ricambiò il mio saluto prima di mettere in moto la macchina e ripartire.
Felice e infreddolita corsi dentro casa dove fortunatamente non c'era ancora nessuno, così potevo dedicarmi allo studio con il quale, mi costava ammetterlo, ero molto indietro.

Quando arrivò l'ora di andare a letto nessuno era ancora rincasato, probabilmente Max e Nigel erano andati fuori a mangiare dopo la partita e la mamma doveva ancora essere al lavoro, così andai ad assicurarmi che la porta di casa fosse chiusa bene e tornai in camera mia a rifugiarmi al caldo io sotto al piumino con Sun al mio fianco e mentre stavo per entrare nel mondo dei sogni, mi arrivò un messaggio, sorrisi subito nel vedere il mittente, il messaggio diceva solo buonanotte, era di Duncan.




DOMADA DI OGGI: se poteste cambiare nome, quale scegliereste?
   - Isabel o Sofía💁🏽
BACI BACI Alice💋

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro